.. GIOVANNIVENTOe MASSIMO MIDA, Cinema e Resi$tenza, Firenze, 1959, pp. 13-24. Cfr. inoltre: L. SoLAROLI e G. VENTO, Il cinema e l'antifascismo, in « Mondo Operaio », Roma, n. 7-8, aprile 1955; M. MIDA, Passato vrossimo del nostro neorealismo, in « Cinema Nuovo », Milano, a. IV n. 66, IO sett. 1955; GUIDO BEZZOLA, Un periodo del cinema italiano, in « Ferranla », Milano, a. XII n. 8, agosto 1958; Guroo GEROSA, Da Giarabub a Salò, Milano, 1963, pp. 47-59; CARLOBERNARI, Cinema fra arte figurativa e letteratura, in « Rivista del Cinema italiano », Roma, a. II n. 8, agosto 1953; La parte dello scrittore, in « Cinema Nuovo », Milano, a. Ili n. 39, 15 luglio 1954. 2 • Cfr. G. PINTOR, Il sangue d'Europa, clt.; clt.; El.lo VtTTORINI. Diario in pubblico, Milano, 1957; CEsARE PAVESE, La letteratura americana e altri saggi, Torino, 1951; G. ArusrARco, Il postino di Cain diventò italiano, In « Cinema Nuovo », Milano, a. II n. 24, 1 dlc. 1953. 62 - Sono davvero di estremo interesse i motivi che il volume del Pintor offre a riguardo della trasformazione interna dell'antifascismo qui ricordata: la nota nuova che in esso la posizione antifascista viene gradualmente assumendo, via via che dalla sua base soltanto individuale e di gusto, in gran parte libresca, essa passa nella forma di un antifascismo militante, meditato e conseguente; e cosi ancora la coscienza che il passaggio dall'una all'altra di queste forme, dall'opposizione conservatrice a quella rivoluzionaria, non è già il e frutto di una illuminazione improvvisa >, ma e di un processo complesso e difficile, preparato da esperienze precedenti e favorito da una naturale inclinazione che si sviluppa attraverso contrasti di tendenze diverse>. Che la Resistenza non significhi soltanto e lotta armata>, e guerra di liberazione dal fascismo e dal nazismo>, ma coinvolga altresi i fermenti del periodo di incubazione dell'antifascismo che si erano venuti maturando durante gli ultimi anni di opposizione sotteranea alla dittatura, asseriscono anche scrittori di cose cinematografiche come Vento, Mida, Solaroli, Bezzola, Gerosa, e il romanziere Carlo Bernari, portando conferme e testimonianze nel loro proprio campo specifico. e E' solo attribuendo alla Resistenza quel significato più lato e nello stesso tempo più preciso, perchè determinato storicamente, di movimento comprendente non solo la lotta dei partigiani europei nella seconda guerra mondiale, ma anche l'antifascismo (nazionale e straniero)>, scrivono Vento e Mida, e che si può opportunamente spiegare l'affermazione tante volte ribadita, da studiosi di varie correnti e nazionalità, secondo la quale il neorealismo è nato dalla Resistenza. Non c'è dubbio, infatti, che antifascismo, Resistenza e realismo siano termini e fenomeni strettamente collegati ( ...). Gli anni che vanno dal 1934 al 1943 nutrono dunque quel sottofondo indispensabile, creano quel lievito ideologico, che il neorealismo farà propri, e senza i quali, ovviamente, non si spiegherebbe l'improvvisa fioritura nel dopoguerra del nostro cinema. Per queste ragioni sbagliano coloro che pretendono di spiegare 11 neorealismo soltanto come un moto di reazione alla guerra, un movimento unicamente di rivolta, che riproduce meccanicamente, fotograficamente quasi, uno stato d'animo, una sofferenza interiore del nostro popolo> 10 • Questa giusta comprensione dell'antifascismo e non come qualcosa di fermo sulle posizioni di partenza, ma in continuo movimento>, e nell'incrocio delle sue molteplici diramazioni, e in quanto ancora esso alimenta la ricerca di un progressivo allargamento della nostra cultura al temi della cultura mondiale (particolarmente americana)••, costituisce un aspetto
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