17 RoeERTO BATIAGLIA, Il significato nazionale della Resistenza, in « Società », Torino, a. VI n. 2. giugno 1950. Sulla necessità di storicizzare il fenomeno dell'antifascismo, delle sue « varie forme di cultura », e « particolarmente di quella di tipo non crociano, maturatasi in molti dei più giovani entro la stessa atmosfera fascista », cfr. inoltre: R. BATIAGLIA, Storia della Resistenza italiana, cit., pp. 19-40; LEo VALIANI, Dall'antifascismo alla Resistenza, Milano, 1959, pp. 8-9; EUGE· NIO GARIN, La cultura italiana tra '800 e '900, Bari, 1962, pp. 261-62. " GIAIME PINTOR, Il sangue d'Europa, a cura di V. GERRATANA, Torino, 1950. Cfr. inoltre: ANTONELLO TROMBADORI, Giaime Pintor e la crisi di una generazione, in Trent'anni di storia italiana (1915-1945), Torino, 1961,. pp. 330-33; E. GARIN: La cultura italiana tra '800 e '900, cit., pp. 264-68. di chi sa d'aver ragione e aspetta che gli avvenimenti gliela diano, ma come una lotta continua, un'evoluzione compiuta attraverso continui sacrifici, continue esperienze e anche errori. I gruppi antifascisti dispersi dall'esilio, dal carcere, dalle persecuzioni, avevano attuato nel ventennio una resistenza quanto mai varia politicamente e ideologicamente, trovandosi spesso isolati l'uno dall'altro su posizioni diverse, avevano percorso un lungo cammino prima di ritrovare un'unità di indirizzo nei loro sforzi: e l'impulso più vigoroso era stato loro dato, senza dubbio, dalla guerra di Spagna, il primo campo di incontro, la prima pietra di paragone delle forze più avanzate della democrazia contro il fascismo> ". Comincia da qui, da questa svolta decisiva per il destino dell'antifascismo, il processo reale di crescita in seno al regime delle forze d'opposizione, di un loro scambio mobile e articolato; comincia da qui il risveglio della nostra cultura. Certo si tratta dapprima di fermenti ancora velati e Imprecisi, ancora ambigui nella loro manifestazione, di un'azione ideologica e pratica molto saltuaria, e per di più ostacolata dall'interruzione - resa definitiva dopo il 1935 - del proficuo collegamento tra fuoruscitismo e cospirazione interna. Già comunque nelle prime esperienze letterarie. tanto narrative quanto saggistiche, si intravvede il sorgere di una nuova consapevolezza, un serio tentativo di reazione al conformismo dilagante, al < protezionismo della cultura> e all'accoglimento di quella che Giaime Pintor definiva < la tesi dell'indipendenza come ignoranza>; e cioè l'autarchia che allora il regime pretendeva di difendere, nella sfera della cultura, < adottando misure repressive, chiudendo la porta a ogni esperienza che fosse nata fuori d'Italia e cercando una facile immunità nell'isolamento e nell'inerzia spirituale>. In questo senso la Resistenza ha le sue prime testimonianze, i suoi primi ' documenti ', proprio nelle manifestazioni della letteratura. e Non può intendere naturalmente in che modo sia lecito parlare di documenti della Resistenza per una raccolta di scritti compresi tra il 1939 e il 1943, e che si fermano quindi proprio alle soglie di quel periodo In cui ha inizio in Italia la lotta armata contro i fascisti e I tedeschi>, osserva Valentino Gerratana ripresentando in volume l'attività letteraria del Pintor ", e chi la Resistenza è abituato a considerare come una parentesi, sia pure gloriosa, della nostra storia (...). Chi è disposto invece a collocare In una prospettiva storica più ampia l'epopea della Resistenza e sa che deve ricercarne le profonde radici nel periodo che la precedette e la preparò, troverà probabilmente in questo volume motivi di estremo Interesse>. - 61
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