" Cfr. A. PrETRANGELr, Pancramique sur le cinéma italien, cit.; GIUSEPPE F'ERRARA, Il nuovo cinema italiane, Firenze, 1957, p. 93; PATRICE G. HovALD, Le néo-réallsme italien et ses créateurs, Paris, 1959, pp. 201-02. (In altri critici stranieri si riscontra invece l'accettazione di criteri di giudizio singolarmente vicini a quelli in uso nell'Idealismo e nella « teoria della spontaneità »: cfr., a es., MA!mN Scm.APPNER, Von Rossellini zu Fellini, Zilrich, 1958). " F'l!RNALDO D1 GIAMMATim, Esiste il neorealismo?, in « Sipario », Milano, a. IV n. 36, aprile 1949. " Citiamo a titolo meramente esemplificativo: LUIGl F'REDnr, Il cinema, Il, Roma, 1949; VINICIO MAR1NUCCI, Il neorealismo non esiste, in « Cinema-Stampa», Roma, n. 1, genn. 1949; FRANCESCO LuSERI, Cinema arte narrativa, Roma, 1954, pp. 93-100; FAUSTO GlANFIIANCESCHI, Il neorealismo, Roma, 1955; GIORGIO KAlSSERLIAN, Neorealismo e cultura, In • Filmcrttlca », Roma, a. VI n. 47-48, aprile-maggio 1955. Sul fenomeno degli « oppositori del neorealismo » In generale, cfr.: Gu100 AluSTAROO, Gli oppositori del neorealismo, In Dal· l'Arcadia a Peschiera, Bari, 1954, pp. 141-86; LurGr CHIARINI, Cinema quinto potere, Bari, 1954, p. 169 sgg.; PANFn.o Co!APRETE, Cinema amaro, Firenze, 1955. loro opere un'unitarietà, un'atmosfera comune>. e Il fatto che nel neorealismo confluirono le più diverse personalità artistiche>, osserva a esempio Istvan Mészàros, e invece di indebolirla, sostiene l'affermazione secondo la quale qui si tratta di una tendenza artistica con proprie particolarità estetiche ben accentuate, e non di un insieme occasionale di individui messi insieme solamente da circostanze esteriori (cioè registi che vivono sullo stesso suolo, nello stesso tempo, e parlano la stessa lingua). Si potrà piuttosto parlare della • forza prepotente' nel neorealismo come • spirito di un'epoca ' che si è imposta alle diverse, anzi contrastanti, personalità artistiche>: dove vien tenuto fermo - contro le tesi idealistiche - Il concetto di e clima comune> già proposto dal Pietrangell, e accettato e messo a frutto da più recenti critici italiani e stranieri 13 • (E' poi appena Il caso di notare che la negazione estetico-problematica del neorealismo come tendenza in critici idealisti del valore di Gromo, Stella, Persiani, Bianchi, Gadda-Conti, o sulla stessa base problematica dell'idealismo, in Fernaldo Di Giammatteo ", trapassa con facilità al rango di negazione brutale, demagogica, nei critici volgarmente fascisti e qualunquisti, e negli altri e oppositori del neorealismo > della stessa risma "). Risultano quindi in sostanza abbastanza evidenti le responsabilità portate dal filone idealistico della critica del neorealismo, e da altri filoni limitrofi o ad esso collegati, come quello della teoria della e spontaneità>, nella i;tagnazione per un lungo arco di tempo dei risultati di questa critica stessa. Idealisti e fautori della e spontaneità> riescono soltanto a cogliere gli effetti di un processo rivoluzionario che deve pur risalire a una sua condizione storica, a una causa; suggeriscono le premesse per avvicinare Il fenomeno nel mero aspetto della sua novità di struttura compositiva, ma non mettono in gioco la questione delle sue origini storiche e dei suoi fondamenti (tanto meno, quindi, la questione della sua compiutezza estetica): svolgono sl opera, entro il suo ambito lodevole, di descrizione, ma rinunciano a spingersi verso qualunque intento di penetrazione critica dell'insieme. L'entusiastica celebrazione del neorealismo che essi fanno, secondo i loro moduli, per quanto dettata da un empito sincero e da uno sforzo sincero per figurare in posizione culturale avanzata, progressiva, corrisponde in realtà a una fase arretrata della lotta ideologica, nella quale finiscono con l'andar perduti e la storicità e Il carattere di rinnovamento dell'esperienza artistica in se stessa; persino la sua esteriore vernice rivoluzionaria fatalmente scompare. Questa sintomatica deviazione, questa incapacità di definire l'essenza - 59
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