giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

Il LUIGI CHIARINI, /! film nella battaglia delle idee, Milano-Roma, 1954, p. 147. 12 Cfr. MAsstMO MIDA, Roberto Rossellini, 2' ed., Panna, 1961, pp. 9-10; NEDO !VAI.DI, Omaggio a Mario Gromo, quad. di ccCentrofilm », Torino, a. II n. 10, giugno 1960, p. 13; ISTVANMÉSZÀJ«>S, Crisi cronica e neorealismo, in ccComunità», Milano, a. XIII n. 70, maggio-giugno 1959, pp. 78-87. 58 - accortezza e cautela. Egli non scivola mai In equivoci grossolani, nella confusione di categorie concettuali e nozioni empiriche, nel rifiuto in blocco, a esempio, dell'esperienza realistica del nostro cinema in nome di una generica «fantasia>; rammenta anzi l'ammonimento del Croce riguardo alla distinzione, a lui sempre presente, tra «fantasia> e « astratta immaginazione>, e alla necessità di intendere la prima come capacità fantastica di rielaborazione della materia, quindi della realtà. Neorealismo e poesia, arte e realtà, non si escludono necessariamente a vicenda, non sono cioè due cose necessariamente diverse e tra loro disgiunte. Piuttosto, la teoria della «spontaneità> agisce in Persiani nel senso di produrre una restrizione ingiustificata del concetto di ' realtà ' a un lato soltanto delle sue molteplici determinazioni, al momento o alla fase, come si è visto, in cui la mobilità dell'intero complesso è assorbita - apparentemente più che in altre circostanze - dalla preminenza della « dimensione sociale>. « Ma non è questa>, obbietta giustamente Luigi Chiarini in polemica con la concezione del Persiani, «ma non è questa una costante dimensione della realtà, che gli spiriti più vivi ed aperti avvertono sempre, senza il bisogno che una guerra o una rivoluzione li sveglino per cosi dire dai loro sogni o li facciano uscire dal loro egocentrismo? E se questo è vero, non ci sono sempre le condizioni oggettive, occasione di poesia neorealistica? > 11 • La correttezza di tali obbiezioni è indiscutibile. Non a caso, nella letteratura critica più recente sul neorealismo si è venuta determinando - anch'essa come conseguenza della crisi generale dell'idealismo - una netta reazione a quella disgregazione delle radici del fenomeno, a quella polverizzazione della sua coesione in unità, che risalgono appunto come a loro fonte prima alla pregiudiziale tipica dell'estetica idealistica: la ricerca monografica. Ricerca e metodo monografico sono in ribasso. In ribasso sono le stesse quotazioni generali di Mario Gromo, la cui fine maestria di critico e di esegeta, lui vivo indiscussa, è ora almeno in questa parte gravemente viziata, compromessa; basti pensare alle accuse oggi più volte lanciate o direttamente al suo indirizzo o indirettamente all'indirizzo del suo metodo", di non aver abbastanza e approfondito il problema del neorealismo, proprio per la sua fondamentale inclinazione a voler cogliere l'opera d'arte in sè e per sè, al di fuori e al di sopra delle contingenze del momento storico in cui è stata prodotta>, e quindi a disconoscere l'incidenza del e clima morale, nel quale registi come Rossellini, De Sica, Visconti, e qualcuno dei minori, agirono con quell'idem sentire che, pur articolandosi in differenti modi espressivi a seconda della loro personalità, conferiva alle

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