2 ANNA BANTI, Neorealismo nel cinema italiano, in « Paragone », Firenze, a. I n. 8, agosto 1950. 3 Cfr. Il cinema italiano del dopoguerra, fase. di « Sequenze », Parma, a. I n. 4, clic. 1949. 54 - per la dominazione nazista più che i valori positivi che animano il moto d1 liberazione, nasce nella critica idealistica del neorealismo il desiderio di saggiare come avvenga la rottura degli schemi accademici del cinema precedente, come la sostituzione di frusti contenuti con un materiale grezzo e vivo, con il dato cronachistico, si trasfonda realmente in sostanza poetica, e in chi e in quali casi e in quale misura: la considerazione del peso storico e culturale del movimento neorealista pare ormai ad essa non più ulteriormente separabile dalla verifica del suo valore espressivo, dal grado di compiutezza artistica (certo disuguale) cui esso di volta in volta perviene. Il problema, dunque, è ormai un altro rispetto alle origini. <Quel che ci interessa, oggi>, afferma Anna Banti nel 1950, prospettando un drastico quanto discutibile criterio sceverativo dell'essenza del neoreallsmo, <è stabilire ben chiaramente che cinema neorealistico e cinema della Resistenza fanno tutt'uno nello spirito, e che su questa identificazione soltanto noi saremo capaci di ravvisare e distinguere dalle contraffazioni il film cosiddetto neorealistico, nelle sue qualità e nei suoi raggiungimenti >2 • Analogamente la rivista Sequenze, in un editoriale dovuto ad Aristarco, mette l'accento sull'esistenza di questo sempre più grave pericolo di scambio tra neorealismo autentico e «contraffazioni>: <Molti pregiudizi ed equivoci di varia natura permangono sul nostro cinema del dopoguerra, specialmente da noi. La critica cinematografica, abituata com'è sulla scia delle altre e per comodità o per pigrizia a schematizzare, a classificare, a incasellare in appositi compartimenti questa o quell'opera, spesso identifica il cosiddetto 'neorealismo' con la 'formula', inserisce nella nuova corrente certi film soltanto perchè essi si ispirano a fatti autentici, o perchè sono girati nei posti ove si svolgono le azioni, o perchè infine si valgono di attori non professionisti: di 'tipi' >3 • Di fronte a tale situazione. la cautela metodologica suggerita dagli idealisti e il loro ammonimento a distinguere, sulla falsariga di Croce, quanto è artisticamente valido da quanto non lo è, appaiono in questo periodo tutt'altro che ingiustificati, rappresentando anzi forse in assoluto il titolo di maggior merito del contributo da loro dato alla critica del neorealismo. Ma se la linea di questa più consapevole impostazione prospetta forse per la prima volta il tentativo di una presa di contatto con i motivi dello stile (in precedenza elusi o trascurati), essa costringe ugualmente l'indagine, per aggirare la secca della <formula>, ad arenarsi su un'altra e altrettanto grave secca: la pregiudiziale monografica: vale a dire la pregiudiziale di quella <storiografia di tendenza individualizzante > - per
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