giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

I Cfr. RoeERTO BAtt~GLIA, Storia della Resistenza italiana, Torino, 1953, p. 65. Il filone idealistico della critica del neorealismo L'egemonia esercitata dall'idealismo, fino alla sua crisi, sulla cultura italiana del primo cinquantennio del nostro secolo ha determinato naturalmente ripercussioni di enorme importanza anche nel campo della teorica e della critica cinematografica. Chi volesse andar compilando una documentazione in tal senso potrebbe spingersi molto lontano: potrebbe mettere in luce, tra l'altro, quanto un determinato tipo di ricerca - sviluppatosi in armonia con quella situazione egemonica - abbia agito da paradigma sulla comprensione del fatto filmico e ne abbia complessivamente condizionato l'orientamento dal punto di vista della sistemazione critica. Il movimento del neorealismo rientra per qualche verso in questo fenomeno. Tra il 1946 e il 1948, quando esso è in fase ascendente e tocca le punte del massimo rigoglio, il tracollo dell'egemonia idealistica non si appalesa ancora in tutta evidenza. Naturale quindi che l'idealismo venga ad affermarsi prepotentemente, come tendenza, anche nella critica del neorealismo, e che critici ispirati a tale orientamento compiano ogni sforzo per sussumere l'essenza del fenomeno sotto il sistema di categorie dei loro propri presupposti teorici ed estetici. Certe premesse di fatto, si capisce, non possono venir rimesse in discussione. Che l'apparizione del nuovo cinema italiano si determini in stretto rapporto con il sorgere di una società nuova, e il suo aspetto più generale con l'aspetto generale della Resistenza, con il manifestarsi di tendenze da tempo sopite nel nostro popolo, con l'esplosione di un'ansia di libertà e di vita < scaturita dal travaglio del paese> e « sospinta in avanti da un continuo e forte movimento unitario d.l massa>•, è un punto di partenza che rimane saldo anche per l'idealismo. Ma nello stesso tempo, proprio dal riconoscimento che In conseguenza di un tale rapporto il cinema dell'immediato dopoguerra (e in parte la letteratura) riproduce In sè Il lato soprattutto negativo, distruttivo della lotta, il disgusto e l'orrore - 53

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