Processo a Lukacs? 2 CARLO SALINARI, La critica marxista In I pro• blemi di Ulisse n. 47 (numero speciale dedicato a le vie della critica), 1963. Auerbach), negli spunti felici di Plechanov a proposito di Balzac e di Flaubert, nelle intuizioni geniali di Gramsci sparse nei suoi Quaderni (e in particolare le osservazioni sul X Canto dell'Inferno), nella monumentale opera di Lukacs la quale - nonostante le riserve che gli stessi marxisti possono avanzare - si presenta oggi come un complesso di ricerche critiche sull'Ottocento e il Novecento europei che nessun'altra tendenza può vantare, nei saggi assai importanti di un grande critico americano, il Burgum, e in quelli, non meno importanti, di Natalino Sapegno (almeno per il periodo più fervido della sua attività critica, rispecchiata nel volume Ritratto di Manzoni e di altri saggi) > 2 • Ma siamo evidentemente in piena ricerca e sforzo di chiarificazione per merito anche del rigoroso apporto di un Della Volpe concentrato da un ventennio su alcuni problemi nevralgici per un'estetica marxista (la sua polemica antiromantica; la rivalutazione in polemica col Croce della razionalità dell'arte; l'interesse prestato alla tecnica in quanto esteticamente attiva, ecc.). Ogge~to frequente e bersaglio preferito di umori polemici - anche nel campo della critica cinematografica - è il nome, veramente prestigioso, di Lukacs. Resta ancora da fare quella storia, abbozzata alcuni anni fa da Cases, sulle ragioni della mancata assimilazione in profondità della lezione lucacciana in Italia; diffusamente nota e apprezzata ma come magazzino sicuro di citazioni ché quella complessa e ragionatissima metodologia attecchiva solo superficialmente (si pensi all'uso che veniva fatto, quasi a scopo intimidatorio, della nozione lucacciana di avanguardia che escludeva però un confronto con la problematica dell'avanguardia altrettanto rigoroso e da farsi, si badi bene, su un terreno storicamente diverso da quello su cui operava Lukacs). e Era una influenza molto spesso inconfessata. ma evidentissima: qualcuno - lo stesso Salinari - parlò di imminente passaggio al 'realismo', nella letteratura e nelle arti. E veramente si ebbe l'impressione, in quel periodo, che, liquidato definitivamente il neorealismo letterario deteriore, superati o in via di superamento i tenaci residui programmati di tipo naturalistico o avanguardistico, assunto un atteggiamento più consapevole nei confronti della letteratura sovietica, la nozione di 'grande realismo' propria di Lukacs consentisse non solo un ripensamento delle vicende letterarie e critiche italiane del trentennio precedente, per un definitivo distacco dalle radici culturali del nostro decadentismo, ma permettesse di volgersi alla letteratura della borghesia - 37
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