1 Vedi le relazioni introduttive di quel Convegno (Lino Miccichè e Mario Gallo, Claudio Zanchi, Mino Argentieri) in Film Selezione n. 17, 1963. 36 - a ritroso, ci porterebbe nel cuore infiammato della situazione europea tra le due guerre a scandagliare fra le sue molteplici coordinate: il riflusso delle istanze rivoluzionarie del movimento operaio tedesco e italiano; « il socialismo in un paese solo>; lo stalinismo nascente e poi ripercuotentesi sulle strutture organizzatiYe e sui programmi politici dei partiti comunisti europei; la politica dei fronti popolari che dapprima concepita in funzione tattica giunse a invadere gli orizzonti strategici, ecc. Non intendevamo scantonare; ma soltanto riaffermare una premessa di base, e cioè che il discorso sulla critica cinematografica, sui suoi compiti e sulle sue incombenze, è parte di un quadro più generale, ne costituisce la filiazione non meccanica, ne è largamente condizionato e determinato. La discussione, quale che sia stata la piega presa a Porretta e in alcune spiacevoli appendici di essa, è meno che mai processo irriverente a qualche critico o gruppo - per essere franchi: Guido Aristarco e Cinema Nuovo - o ribellione accigliata alla supremazia da questi goduta e non serve a niente, se si vuole ragionare e non pettegolare, affannarsi nello spulciare affermazioni incerte o giudizi discutibili di questo critico per trarne capi d'imputazione contro di lui (e forse è stato questo costume assai provinciale a inasprire, e giustamente, Aristarco a Porretta: non concordiamo con lui però quando indirizza querele ideologiche ai suoi interlocutori specie se questi non difettano certo di passione militante e di rigore morale: e ci riferiamo, ovviamente, a Mino Argentieri). Già a Catania - nel Convegno da noi organizzato sulla « giovane critica> - e poi a Livorno 1 i critici cinematografici si erano riuniti a discutere i vari aspetti di questa circostanza; il certame metodologico era già nelle cose; campanelli d'allarme non ne erano mancati neppure prima, quando, ad esempio, Aristarco aveva proposto la valutazione della terna Visconti-Fellini-Antonioni sulla traccia della distinzione, di ascendenza lucacciana, tra «romanzo> e « antiromanzo > incontrando tra le personalità della cultura italiana da lui consultate molte diffidenze - peraltro non omogenee fra loro - a quello schema di valutazione. E' noto del resto come la situazione della critica letteraria marxista - colla quale numerose sono le convergenze e le affinità della critica cinematografica - sia fluida, estremamente problematica; come presenti un panorama accidentato, in piena ebollizione e fermento. Non già che manchino nomi e acquisizioni Salinari indicava recentemente dove « bisogna trovare il meglio della critica marxistica>: « ... nell'influenza determinante da esso [il modello marxista N. d. R. 1 esercitata su critici non propriamente marxisti (ad esempio
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