giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

7. - Le alleanze: operare a fianco di chi? Come altrove, nel raggio di azione del critico cinematografico marxista entra ad un cerio punto il problema fondamentale dei rapporti con i cattolici. I quali rapporti, a mio parere, vanno impostati rigorosamente. L'esame condotto da una posizione laicista della presenza cattolica nel mondo cinematografico italiano si trova ormai in grado di superare la fase dei resoconti generici, dei sunti parziali o inesatti, della rassegna di particolari episodi e occasioni, di ripicche epidermiche, e deve tendere ad una considerazione complessiva e strutturale che colleghi la pratica alla teoria, il magistero ecclesiastico agli organismi e all'operare quotidiano dei cineasti cattolici. Appare insensato rimproverare alla Chiesa di essere la Chiesa, di negare il primato dell'immanenza sulla trascendenza, di preporre le considerazioni morali a cruelle estetiche. Idem, tuttavia, per i cattolici ( chierici o laici) quando esaminano le posizioni dei " non credenti ": si impone la medesima maturazioo-, di giudizio, la fine della caccia alle streghe, e quel rispetto verso gli altri che rifugge dall'uso dell'anatema. L'impegno pratico ( del cattolico come del marxista, del pragmatista, del mussulmano, ccc.) può vivere una determinata concezione del mondo ad un piano alto o ad un piano basso: secondo tolleranza oppw·e conformismo fazioso, secondo intesa civile o rissa perpetua, ignoranza o conoscenza, apertura morale o chiusura bigotta. La prospettiva politica (ma anche ideologica, estetica ecc.) appare oggi in movimento: e dunque emergono iniziative importanti da affrontare in comune, o almeno con un'utile e distesa conoscenza reciproca. A condizione, si intende, di non giungere ad una con{usione ~pportunistica e ad una perdita di rigore pur di coesistere. Infine, questa convergenza onesta su particolari posizioni omogenee diventa oggigiorno singolarmente calzante, a sostegno del cinema italiano impegnato nella durissima battaglia che lo pone di fronte all'alternativa: o crescere diventando un adulto fatto di cultura e di vita contemporanea ( s,,iocolato da protezioni, sovvenzioni, favori) o retrocedere ad un giuoco puerile, ad una patologia erotica, ad un'evasione nel gusto del colossale prediletta dall'oligarchia produttiva del cinema. Quando di un film si è detto attraverso quali vicende esteriori e intime è stato creato, e come è opportuno e necessario guardarlo, rimane qualche coso ancora, che riguarda la critica. Che cosa dice il film? e quali impressioni, emozioni e riflessioni suscita? e che cosa ha detto nei tempi o dice nel presente? Qui la critica dell'arte confluisce nella critica o storia della cultura. Così soltanto l'arte esce dal suo splendido isolamento, dal suo disinteresse estetico, dalla sua autonomia, e penetra nella vita. Pio Baldelli - 33

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==