un'opera fiacca, anche se non indegna di Chaplin, fiacca e angusta negli esili poetici e nell'incidenza polemjca dei contenuti) e senza « distinguere » nei film di questi «piccoli»? Poniamo Lra Marienbad e Muriel, o tra Robbe-Grillet e Resnais. La parie dello scrillore nel cinema mi pare chiusa dopo il balordo L'im,nortelle ( il cinema smaschera lo « sguardo »). Diversa la parte di Resnais: grande operatore alla macchina da presa e nel lavoro di montaggio, deve definire quale regista un suo mondo interiore. Dipende troppo dagli allri: a disposizione della Duras e deglj altri scrillori: gliene resta appiccicata una pece letteraria, una consuetudine all'artificio letterario, al quale presta le sue immagini. L'immagine in posa, ornamentale, al servizio dello sproloquio verbale, della voce fuori campo o delle carie false del dialogo. E invece egli possiede uno stile personale, individuato proprio da Robbe-Grillet: una composizione concertata, rigorosa, una consistenza un po' cerimoniosa, una certa lentezza, un senso del teatrale, a volte anche una certa fissità di movimenti; quella rigidità dei gesti, delle parole, della scenografia che fa pensare al tempo stesso ad una statua e ad un'opera lirica; e poi il suo tentativo tecnico di costruire uno spazio ed un tempo puramente mentale, senza preoccuparsi troppo deglj schemi tradizic;,nali o della cronologia del particolare. Per Resnais esiste, dunque, questa prospettiva: o maturare il proprio mondo interiore in accordo con tale stile, oppure imparare ad individuare i collaboratori in grado di forrure una materia solida da manipolare con la macchina da presa. Mi pare che, su questa strada, Muriel sia un esito positivo, anche se ancora informe. Il positivo del film sta proprio nello sforzo di dire, con linguaggio adeguato, quanto la Francia si rifiuta dj ascoltare: nessun soldato delle migliafa che tornarono dall'Algeria ha parlato della vicenda algerina: qui nel film si rischia dj parlare, magari a mezze parole, si cercano gli oggetti, si registra come nel contrappunto della testimonianza di Bernard con il documentario ufficiale che presenta i paras bravi e paterni con la popolazione. I protagonisti annaspano Lra presente e passato, non sanno vivere nel presente e non sanno vivere nel passato, tagliati in due dalla guerra: per la donna la guerra del '41, per l'uomo quella d'Algeria: un poco come la città dove agiscono, bilanciata tra il vecchio e il nuovo. Il limite risiede nella combinazione cerebrale, in quegli incaslri insistiti troppo strenuamente, che fiojgcono per smorzare l'amarezza profonda del tema ( il film inlroduce il tema della tortura, ma come un elemento sensazionale: proposto il motivo della tortura, non si poteva invece far altro che dedicargH il film intero, e non parla.re di tante altre cose); nella vernice letteraria delle canzoni e di tanta parte del dialogo; negli espedienti arcinoti che compaiono nella chlusa del film ( il personaggio di Ernest, l'arrivo della moglie Simone). - 29
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