L'autonomia dei valori poetici come integrativa della teodeoziositù. l'annientamento delJ'individuo nel branco, l'idolatria del capo e della schiera dei burocrati. Alla questione se l'esperienza kafkiana possa in qualche modo arricchire il contenuto del realismo, la lesta dura germanica risponde categoricamente di no. La « parabola simbolica » non insegna niente alla « favola realistica », appartiene all'arsenale della decadenza, ecc. E finalmente il dogmatico giunge alla denuncia dei partecipanti al convegno, i quali, in nome della coesistenza ideologica avrebbero abiurato il marxismo. L'impegno per la politica culturale e il punto di vista di una cnt1ca militante hanno il loro naturale limite nei passaggi obbligati della cultura. TI primo dei quali consiste nell'accertamento dei valori, da qualunque parte compaiano. E non giova a niente prescrivere soggetti privilegiati, modelli o alternative fra romanzo cinematografico, affresco, antiromanzo, tra cinema-letterario o cinemadocumento, cinema con intreccio o senza. In altre parole, non proponiamo un rovesciamento o una scelta di argomenti: la fabbrica invece che i campi, le cose presenti invece che il passato, l'aurora con falce e martello invece che l'eclisse, la denuncia invece che la confessioue, la direzione indicata da X o quella indicata da Z. Non si tratta di passare alla precettistica con il suo fanatismo per gli argomenti. Anzi, ci preme proporre la chiusura della diatriba intorno all'antitesi delle formule e dei modi: questo annebbiare, per scarsa cultura e mediocre coscienza storica, valori e disvalori, questo alterare la fisionomia delle opere esautorando il giudizio critico dal suo compito di storicizzare distinguendo. Al quale non si giunge vivendo staccati dal mondo della produzione, ignorando i problemi linguistici e tecnici che stanno dietro la nascita e nell'interno di un film, le circostanze economiche che regolano le imprese di produzione e la questione capitale dell'organizzazione del pubblico. Ma, sopratutto, non vi si giunge indugiando in un tipo di critica cinematografica che evita di scendere all'esame concreto delle opere, preferendo l'applicazione meccanica di formule: quando, invece, le capita di fare i conti con le opere concrete, allora questa critica le giudica positive o negative sulh base del dialogo, della sceneggiatura, delJ'argomento, delle parole pronunciate da un personaggio, della poetica dell'autore. Della quale si limita a compiere una scolastica parafrasi, che ripete monotonamente l'angusta nozione di realismo come mimesi o calco del reale, su cui si dovrebbero misurare le opere e i personaggi, invece che sollevare il termine realismo alJa vita intera ( nota e ignota, sociale e interiore, fantastica e naturale, ecc.): dove la misura realistica nelle opere equivale a consapevolezza razionale nel punto di partenza e nei risultati conoscitivi. - 27
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==