1 Preliminare, comunque - specie sul piano del rapporto con chi non sia particolarmente competente in materia - la questione, per niente pacifica della 11ecessità della critica cinematografica. Inutile preoccuparsi dei problemi della critica se, per esempio, si nutre disislime nei confronti del mezzo cinematografico: quando si sostiene, poniamo, il rapido consumo e l'usura delJa materia cinematografica, incapace d.i reggere non solo come sostanza poetica ma anche come testimonianza ideologica. Parecchi dotti definiscono ancora una pretesa quella di richieder ai film una pienezza ideologica che, invece, si dice, non avranno mai: secondo costoro, i film nascono dal contingente, si « consumano » r.ome articoli di giornale, e quando passano alle ci .. netechc conteno proprio e solo per il sapore dell'anno e del mese che portano con sè, per quel loro « errore » che li rende preziosi al nostro bisogno di comprensione storica. Accogliendo questo punto di vista, mi pare che l'unica preoccupazione della critica finirebbe per essere quella di verificare le oscillazioni del costume espresse nelle forme cinematografiche. La critica cinematografica, ieri e oggi Il dibattito sulla natura e i metodi della critica cinematografica va tenuto distante dal piano inclinato della denuncia per eresia, dagli isterismi e manie di persecuzione, per cui potrebbe sembrare che si combattano guerre quando si tratta di zuffe per una « secchia rapita ». Bisogna evitare la maniera feticistica nella quale le cose della cultura pare debbano risolversi con il voto: peggio, il voto pro-contro tizio o sempronio, questo scomunicare e controscomunicare, con sproporzionate infatuazioni e un allinearsi da seguaci e scudieri di qualche feudatario. Per trattare dei compili della critica cinematografica ci si potrebbe limitare a richiamare il discorso generale sui problemi della critica e della storiografia artistica che da decenni si svolge sul piano della cultura, sopratutto letteraria: i nomi e le opere, italiane o straniere, sono note ( il problema della critica cinematografica in questo non differisce da quello delle altre arti, osservava, fin dal 1952, Fubini: « Credo anzi che se i critici cinematografici considerassero attentamente ciò che si scrive negli altri campi, presto o tardi si accorgerebbero che molti loro ' problemi ' sono già stati discussi e superati in tempi recenti ma sopratutto nel passato »). Si potrebbe anche, proficuamente, tentare una cronistoria della critica cinematografica, per esempio italiana; oppure misurare il peso delle teorie nella concreta verifica dell'esame delle opere cinematografiche: di questo hanno bisogno gli studi cinematografici per uscire dal limbo delle intenzioni e delle logomachie. Fuori di questi accertamenti precisi non rimane che o la predicazione normativa oppure una serie di promemoria in cui si espongono gli elementi che regolano la propria condotta nell'esercizio della critica, senza fanatismi e prescrizioni'. - 21
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