giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

1 ANTONIO GRAMSCI, Gli inte/lelluali e l'organi::a:ione della cultura, Einaudi, 1949, pag. 139. cinematografica italiana, pagando di persona si gettano a capofitto nella fondazione di nuove riviste. Basta vedere il continuo fervore, a livello universitario, che caratterizza certe pubblicazioni u periferiche », rivelanti un impegno critico già maturo ( mi riferisco in particolare ai quaderni del C.U.C. di Catania, o di quello milanese o di altri circoli del cinema); impegno che non tarderà a trasferirsi sulle pubblicazioni « centrali », dandoci così la sensazione che la nostra critica ha possibilità insperate di rinverdimento. E allora? Allora, nonostante queste potenziali energie, la pubblicistica italiana seria attraversa una delle crisi più profonde. U perchè di questa crisi possiamo trovarlo parzialmente in quanto scrive Gramsci a proposito dell'organizzazione delle riviste: « Le redazioni, se non sono legate a un movimento disciplinato di base, tendono, o a diventare conventicole di ' profeti disarmali ' o a scindersi secondo i movimenti incomposti e caotici che si determinano tra i diversi gruppi e strati di lettori. Bisogna quindi riconoscere apertamente che le riviste di per sé sono sterili, se non diventano la forza motrice e formatrice di istituzioni culturali a tipo associativo di massa, cioè non a quadri chiusi. Ciò deve dirsi anche per le riviste di partito; non bisogna credere che il partito costituisco di per sé l" istituzione' culturale di massa della rivista. Il partito è essenzialmente politico e anche la sua attività culturale è attività di politica culturale; le 'istituzioni' culturali devono essere non solo di 'politica culturale', ma di 'tecnica culturale'. Esempio: in un partito vi sono degli analfabeti e la politica culturale del partito è la lotta contro l'analfabetismo. Un gruppo per la lotta contro l'analfabetismo, non è ancora una ' scuola per analfabeti '; in una scuola per analfabeti si insegna a leggere e a scrivere; in un gruppo per la lolla contro l'analfabetismo si predispongono i mezzi più emcaci per estirpare l'analfabetismo dalle grandi masse della popolazione di un paese, eccetera » 1 • La faccenda dei rotocalchi che invadono il margine della povera critica impegnata è allora, sotto questa prospettiva, do buttare presto alle ortiche. Le sei deboli riviste in questione sono organizzativamente e culturalmente deboli per un grosso errore di impostazione. Abbiamo fatto queste riviste affidandoci ad un ragionamento economico-borghese. Abbiamo cercato un editore, siamo diventati editori noi stessi, limitandoci a mettere sul mercato la nostra rivista in concorrenza con le altre, come un qualsiasi prodotto editoriale. Praticamente la nostra organizzazione è stata tutta affidata alle case di distribuzione e ai rivenditori, dai quali siamo considerati quasi degli accattoni della pubblicistica, con le note conseguenze di scarsa capillarità nella distribuzione e nessuna evidenza nelle edicole. Con le loro basse tirature era più che ovvio che le riviste di cinema sarebbero rimaste schiacciate. C'è la eccezione costituita da Filin Selezione cbe - 15

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