giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

L'organizzazione delle riviste e l'editoria cine• matografica. • Dall'inchiesta I critici alla sbarra, in L'i//u. slra;ione ilaliano, n. 1, 1962. alla suggestione alla forza dei detentori del potere. Si asserisce, a parole, di capire questo pericolo, di tenerlo lontano, ma alla fine l'unica difesa possibile è il rifugio comodissimo del giudizio estetico, di poesia - non poesia, di bello e brutto. La « turris eburnea », lo sappiamo, è ostacolo meno che fragile, è un alibi ormai frusto. Sicchè riesce persino troppo facile dar ragione a Pasolini quando afferma che « ora sia nascendo un nuovo tipo di critica: quello presupposto dal neo-capitalismo per le masse consumatrici. Sarà divertente vedere la critica farsi sempre più chiara e accessibile e imporre alle masse quello che le masse sono presupposte di imporre. In questo giro di cultura aprioristica e preordinata i critici si ridurranno ad essere degli inventori di slogans. Per adesso viviamo ancora dei resti della civiltà agricola e commerciale: che spiega quel tanto di classicamente idillico che c'è sempre in tutta la critica letteraria non solo italiana, e anche quel tanto di ferocemente paesano, di provinciale, negli strati bassi » •. Nel gioco degli slogans la critica cinematografica già sta in esercizio. Proprio per il bisogno che ha l'economia filmica di adattare la domanda ad una offerta preesistente, la nostra pubblicistica non poteva che essere all'avanguardia del fenomeno. Restano le riviste periodiche specializzate. Restano gli sparsi, rari volumi sul cinema che ogni tanto editori non so quanto sensibili si arrischiano a pubblicare. Restano quelle pochissime pubblicazioni sellimanali e mensili che per essere la espressione dei movimenti operai sono, o almeno dovrebbero essere, di.rette antagoniste delle pressioni industriali. Dunque una pubblicistica di opposizione, nelle linee generali. Opposizione ad un cinema di semplice distrazione e volgare intrattenimento, per affermare al contrario un cinema d'arte, e, con varie sfumature, socialmente educativo. Distinguiamo subito il gruppo delle riviste specializzate di orientament<1 cattolico da quelle per così dire « laiche ». Cioè da un lato abbiamo: Cinema domani, Cinema nuovo, Cinema '60, Filmcritica, Film Selezione, Il nuovo spettatore cinematografico, e dall'altro Bianco e nero, Cineforum. La rivista del cinematografo. Di quest'ultima converrà sgombrare il campo, in quanto ci sembra troppo legata a interessi categoriali, quelli degli esercenti callolici. La situiamo in buona compagnia, insieme a Il giornale dello spettacolo, settimanale degli esercenti laici, a L'araldo dello spettacolo, quotidiano pubblicitario dei produttori, a Cinemundus, a Cinematografia italiana, etc., tutte pubblicazioni che hanno la sola funzione di fare i portavoce dei padroni del vapore cinematografico, e che ci danno ben poco fastidio. Di tiratura limitala, non hanno distribuzione nelle edicole, e vengono inviate a una ristrella cerchia di tecnici e di persone interessate all'industria del film. - 13

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