giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

114 - quesln concezione infanlile della vita si propongono alla platea varie tutele e provvidenze: )a madre chiesa, la madre patria, il paterno copitalisln, l'oasi familiare, ccc. Si proibisce anche. Iu pubblicazione di certe opere e si inveisce contro gli scrittori i quali osano sperare che il lct• tore se la vcd.rà da solo. Per il terzo punto, lo spettatore viene visto come ~rolla· nauseante, io,ralidn mentalmente. ipnotizzata senza rimedio, priva di autonomia, da nutrire a poltiglia di menzogne, di convenzioni, di luoghi comuni, mescolando In pornog·ra!ia di tipo bigotto con vicende teatrali, televisive e ei.nematograCichc melense, viscerali e sentimentali. Folln, soprattutto, eia scansare, turarsi il naso e tirar via, evitare ogni contaminazione o ricerca di dialogo ». GEOKGESSADOUL, Cinema francese, Parma, Guanda, 1962, pp. 231, L. 1800. La oovità, preseotata dall'editore Guanda nella Piccola Biblioteca del Cioema, porta il pre• stigioso nome di uno dei più importanti storiografi del cinema: Georges Sadoul, già autore di una toria del cinema notissima in I taJia. a<loul inizia la sua monografia dnWepoca dei (< pionieri >>, perchè se i fatti in sè sono noti non è mai sufficiente insistere sui motivi sociali, economici e politici che determinarono la na• scita della te settima arte ». Sadoul conduce In sua analisi inquad.rando ogni volta l'opera artistica nel momento storico rilevando le contraddizioni, le ansie, i fallimenti, le speranze dei faticosi anoi che vanno dagli inizi del secolo sino ai nostri giorni. Noa si tratta di uno studio accentuato sul piano critico ma piuttosto di u.o ampio e informato ragguaglio storico,.informativo. Sadoul esamioa nelle ultime pagioe « il fenomeoo » della nouvelle vague che, secondo il parere dell'autore, non può considerarsi, per l'eterogeneità delle personalità in essa confluenti, una « scuola » ma piuttosto un « movimento», e che non si deve essere tentati di confondere la nouvelle vague col gruppo rcdaziooale dei Cahiers du cinéma cioè Truffaut, Chabrol, Godard, Bazin perchè registi quali Vadim, Rouch, Bonnardot, Resnais provengono da altre esperienze. Sadoul ribadisce qui il giuclizio già da lui frequentemeote espresso secondo cui la nouvelle vague non è soltanto espressione di una cultura preoccupata di una Francia esclusivamente de, dita ai piaceri del lelto o della tavola io castelli o luoghi di villeggiatura. FAUSTOMoNTESANTI, Greta Garbo, Roma, Canesi, 1963, pp. 268, L. 2200. La ricca documentazione fotografico e (iJmografica non riesce a farsi perdonare il tono dioristico e agiografico romanticamente inteso che ispira le pagine di questo volumetto, primo di una serie (oella quale è anouoziato come secondo titolo un libro di T. Chiarelli su T. Bcrgman). Lo scopo del libro ci pare aosiosameote rivolto a rinfocolare il mito Garbo (impareggiabile il ricorrente neologismo (( ga.rbescamente ») piuttosto che a delineare criticamente la fisionomia per molti versi interessante di un fenomeno non solo cinematografico mo in mjsura molto maggiore di gusto e cli costume. Noo facilmcote coodividibile quindi la speraoza dei rcspoosabili della collaoa che nella prefazione si augurano di colmare Nia via « uno lacuna tipica della cultura cinematografica ita• liana », né ci appare reale la possibilità « di fare col tempo una vero e proprio storia del cinema attraverso i suoi interpreti più signiCicativi ». Al lib.ro si può tutt'al più da.re atto de11e serietà della pretesa divulgativa in esso implicito, pretesa che se ne costituisce il pregio ne è anche il limite più evideote.

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