giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

più importante, dell'« industria culturale• è la democrati.zzazione della cultura (anche se bilanciata parallelamente e negativamente dalla «volgarizzazione• di essa): i microsolchj, le col• lane economiche, le riproduzioni a g·rande tiratura moltiplica.no e diffondono i Toscanini, i Sartre, i Picasso, consentendo a strati sempre più cospicui di acquirenti di accedere aUe più alte e significative espressioni cultu.ral.i del nostro tempo. E d'altronde, insiste ben a ragione il ?\forin, <e cosa c'era prima della cultura di massa? lo vita, HOlderlin, Novalis, Rimbaud e.re.no riconosciuti? Jl conformismo borghese, la med.iocrità arrogante non i.mpcravano nelle lettere e nelle arti? Prima dei managers della stampa, dei produttori cinematografici, dei burocrati della radio, non c'erano gli accademici, le personalità in feluca, i salotti lelterari ( ...) ». Due sono gli impulsi d.i fondo, i fattori concomitanti che agiscono suU'« industria cuhu• raie » e sull'organizzazione che la sorregge. Da u.n canto l'es.igenza di accaparrarsi strati sempre più vesti di pubblico, cli allargare il raggio del « mercato •, cli soddisfare le richieste dj consumatori d.iversi per età, sesso, pro,•enienza sociale, con conseguente piani(icazione e standardizza. 1.ione della produzione e « disintegrazione del potere cultu,ale »; dall'aJtio l'esigenza di qualificare e di individualizzare i.I prodotto, di renderlo sempre nuovo e consono ai tempi (pretese inteJ. le1tuali, la firma cli un regista di vaglia, adozione cli un tema scottante, ecc.). Proprio nel fiJm è particolarmente visibile questo equilibrio difficoltoso di originalità e di conformismo, questa routinizzazione della qualità: « U !ilm deve trovare ogni volta il suo pubblico, e soprattutto deve ogni volta tentare una sintesi cli!Cicile dello standard e dell'originale: lo standard beneficia del successo passato e l'originale è il pegno del successo nuovo. Ecco perchè il cinema cerca il clivo (o la diva), che urusce l'archetipo e l'individuale; si comprende perciò come il divo sia il mj. gliore a.ntirisc•hio della cultura di massa, e io particolare del cinema». E basti pensare, a titolo cli verifica, all'andazzo di certa filmografia nostrana, e clivi come Gessman e la Spaak che condj. • scono quanto cli culturalmente «avanzato» c'è in certi (ilm (come La noia, la cw campagna pubblicitaria è tutta imperniata sulle scene in cui Cecilia - la Spaak. appunto - se ne starà con poche vesti addosso: un diluvio cli fotografie e di stelloncin_i che ce.lebrano e popolarizzano l'avvenimento che diviene se non il clou del racconto certo la scena aspettando la quale s.i va a degustare il film). Di a.ltre pagine e indicazioni utili i.I libro è zeppo; assai meno convincenti ci sono parse aJ. cune affermazioni contenute nella seconda parte (specie nell'evanescente capitolo dedicato a la giovine:.z.a) che non rifugge da.I vizio, ravvisato da.I Cantimori i.o molti sociologi, di offri.re una raccolta cli « cocci cli cucine moderni e contemporanei •· Una folta e opportuna bibliografia conclude il volume. GAETANOSTRAZZUt.LA(a cura cli), Cinema italiano, Lugano, Cenobio, 1963, pp. 272, Er. 14. L'unica nota di riserva che Coccia.moal volume Cinema italiano, edito per i tipi di Cenobio, è il ritardo delle pubblicazione avvenuta alcuni mesi addietro mentre negli intenti era prevista per gli inizi del '62, iJ che ha comportato un mancato aggiornamento in alcun_i saggi: pur tutta• via il fine dell'opera resta valido. CiMma italiano è una raccolta di saggi, a cura di Gaetano Strazzulla, nei quali vengono al• frontali i molteplici aspetti della cinematografia italiana dalle origin_i ai giorni nostri. La rac• colta affronta argomenti che Ja pubblicistica cinematografica a volte trascura; e nella varietà di tendenze critiche e cli materia cinematografica, lo scopo del libro, volto a soddisfare le esi• - 111

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