giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

2 Cioè alla politica dei monopoli nel meridione: accaparramento delle ricchezze del sottosuolo, a scanso dell'iniziativa pubblica, creazione di piccoli o medi complessi industriali, attraverso lo sfruttamento della manodopera a basso costo e degli enti fi. nan,iarii pubblici (si vedano gli investimenti della Sofis in icilia). Tutta la politica « delle infrastrutture » di cui si fanno aUieri i cl.e. locali partono dalla necessità d_j rendere ai monopoli la vita molto più , antaggiosa di quanto essa finora in realtà sia, permettendo finanche la prospettiva di una egemonia non solo culturale, ma, quel ch'è più avvilente, economfoa con una politica concordata degli istituti a indirizzo professionale e industriale nel campo scolastico (così carente cli attrezzature nelle scuole elementari e nei licci!). 3 La situazione, vista così, lo è naturalmente dalresterno, tiene cioè conto della eHettiva presenza o rncno nella cittadinanza, presso i lavoratori della ini::.ia1iva politica del PCI. All,interno, tuttavia. e a lutti i livelli, la situazione è in movimento. e l'ultimo Congrc~ provinciale della scorsa estate può ben dirsi ora, non « un compromesso », come è stato aHermato da elementi disgregatori messisi poi al di fuori del partito, ma il punto di partenza di una « svolta ,, che darà presto i suoi frutti alla prova viva dei problemi reali. 106 - neo-capitalistica', ma neanche in campo culturale e propriamente religioso ha prodotto delle personalità di rilievo ( tipo un La Pira) o iniziative di rilievo che vadano oltre le solite prediche e qualche conferenza di nessun interesse vivo, moderno, non seguita da alcun dibattito spregiudicato. Al di fuori di questo isolalo mondo, senza aperture nei confronti di chi « non sia dei loro», qual'è il panorama culturale e politico che resta? Dapprima un panorama deludente: il Piccolo Club, un circolo chiuso, per « gente bene » e professionisti ben accelli, che organizza cc tè danzanti » e veglioni, e in più qualche saltuaria conferenza o concerto, e con un gruppello determinante di cc neofascisti » nel comitato direttivo; poi un Circolo Universitario la cui maggiore occupazione è quella del gioco ( carte, biliardo, tappeto verde nelle feste di Natale, e TV per le partite di calcio) e l'organizzazione sporadica di un Carnevale stereotipato senza nessuno sforzo inventivo, che valga la pena e la fatica; altri Circoli aventi solo carattere ricreativo (gioco e gite); e infine il Circolo di cultura Il Convegno di estrazione radicale. Non si può parlare di quest'ultimo circolo, senza passare a parlare dell'« altro mondo », della sinistra culturale e politica sul quale terreno Il Convegno è nato, ha avuto una sua breve, ma vivace e battagliera vita culturale, fatta di conferenze e dibattiti aperti a tutti, sui più impegnati argomenti della cultura italiana, e oggi, dispersosi il suo gruppo dirigente, vive solo come sede provvisoria di altre due importanti associazioni: il circolo Amici del Cinema e l'Associazione giovanile Nuova Resistenza. La sinistra politica oggi a Ragusa comprende il PCI, il PSI e il PSDI ( che dopo essere stato in passato al rimorchio della politica clericale, ritorna oggi al rimorchio della politica delle sinistre, con le quali esprime i 14 consiglieri dell'opposizione al Consiglio comunale), più alcuni elementi del PRI senza ruolo direttivo e un gruppetto radicale passato già su posizioni socialiste di sinistra. Dopo un periodo di battagliere iniziative e lotte politiche di un certo rilievo, che vanno dalla battaglia autonomistica per la Sicilia alla campagna per l'espropriazione del giacimento petrolifero della Gulf ( presto abbandonata quest'ultima e non portata fino in fondo), il Partito Comunista, che tuttavia ha nella provincia una forza notevole di massa, seguiva improvvisamente le sorti della lenta ma decisa crisi determinatasi nel PCI dopo il XX Congresso del PCUS: crisi di metodi di lavoro, e quindi di organizzazione e di quadri, persino sindacali. Tale crisi ha avuto in questi ultimi tempi qui a Ragusa sbocchi esasperati: con formazione di gruppi disgregatori all'interno del partito e manifestazioni clientelistiche elettorali all'esterno. Da qui la flessione dell'incidenza organizzativa, salvo la mobilitazione del vecchio apparato nell'ultima consultazione elettorale, cui corrispose ovviamente un sensibile aumento di voti. Ma per il resto, la forza della sinistra comunista a Ragusa vive ancora di eredità, cioè del lavoro svolto nel dopoguerra, e naturalmente, di riflesso, della funzione nazionale che il PCI riesce ad esercitare a tutti i livelli '. Bisogna dire infatti che le due uniche esperienze culturali di tipo nuovo sorte a Ragusa, il circolo Amici del Cinema e l'Associazione giovanile (studenti medi) Nuova Resistenza, nascono su un terreno democratico alla cui aratura e alla cui concimazione ha in gran parte contribuito il PCI, nono-

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