giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

104 - non coltivatrici e le categorie lavoratrici prevalenti sono rappresentate da piccoli affittuari, da mezzadri, da coloni, da compartecipanti e da salariati ». La popolazione lavoratrice agricola del ragusano, se si eccettuano le fasce costiere Vittoria - Comiso - Scicli - Santa Croce, è proprio rappresentata per la maggior parte da piccoli affittuari, che con un buon numero di salariati sostengono ancora oggi il peso maggiore della grave crisi che affligge la nostra agricoltura. Mentre la proprietà e la rendita parassitarie, fatte poche eccezioni, restano il vero titolo di gerarchia, di conservazione e di costume del tipico intellettuale piccolo-borghese che, come diremo tra poco, dovo avere fornito il terreno e i quadri al fascismo di vent'anni fa, esprime oggi il blocco clerico-fascista che ha in mano l'Amministrazione comunale da circa quinilici anni. Per completare il quadro diremo che: « il rapporto tra popolazione e territorio, in tutta la provincia di Ragusa, dà un indice di densità tra i più bassi della Sicilia », il che è dovuto « in gran parte all'emjgrazione », anzi ad un continuo, costante flusso migratorio, che solo nel 1954, in seguito alla scoperta di un rilevante giacimento petrolifero nel sottosuolo ragusano, non solo subisce una flessione, ma viene sopravanzato di numero da una straordinaria immigrazione ( immigrati 1954 = 9209, emigrati 1954 = 6031). Quanto da questa immjgrazione si sia avvantaggiata qucll·altra piaga costante che è la disoccupazione a Ragusa ce lo ilice il rapporto ISMAR: « La punta massima della disoccupazione si doveva raggiungere, nella provincia di Ragusa, nell'anno seguente con 8.373 unità ( 1955). Una leggera flessione nel 1956, e poi di nuovo oltre 8.000 persone disoccupate, dal 1958 al 1960. In seguito però, sia per la emigrazione tornata alle 1.200 unità annue di media, sia per un reale miglioramento delle condizioni econo,niche generali della provincia ed in particolare in ragione dell'attivazione delle nuove iniziative industriali connesse all'estrazione del petrolio, la disoccupazione ritornava ai livelli del periodo precedente alla scoperta dei giacimenti petroliferi ( 1952 = = 6511). Nel capoluogo il fenomeno aveva un andamento quasi parallelo». Le « nuove iniziative industriali » di cui si parla nel periodo sottolineato sono semplicemente la fabbrica di polietilene costruita dall'ABCD, la quale, insieme al connesso cementificio e alle miniere d'asfalto, assorbe un totale di circa 1.300 tra operai e impiegati. Poche decine di dipendenti conserva ancora la GOLF-Italia. In conclusione: le due fondamentali fonti di ricchezza da cui solo potrebbe venire una radicale trasformazione delle strutture economiche del ragusano, anche dell'agricoltura, e cioè il petrolio e l'asfalto, rimaste in mano a quella che il deputato democristiano Enrico Spadola chiamava, in un suo discorso alla Camera dei deputati, « sana iniziativa privata », rappresentano oggi più fonti di profitto che di trasformazione economjca e sociale. Per cui, con tutti i pozzi petroliferi della GOLF-Italia, con tutta l'ABCD ( cementificio, politene), filiazione della Bomprini-Parodi-Dcllino, con qualche piccola azienda di trasformazione di prodotti agricoli e qualche altra d'altro tipo, oggi Ragusa resta essenzialmente un paese di piccoli e grossi agricoltori, di commercianti, di impiegati, di professionisti, di artigiani e di nuclei di classe operaia ad un certo livello - all'ABCD e nell'industria edilizia. Una comunità, come dicevamo all'inizio, dalla fisionomia strutturalmente agricola, con tutte le stratificazio1ù, le interferenze, le modificazioni

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