Fine secolo - 2 marzo 1985

FINE SECOLO SABATO 2 MARZO 1985 36 - Poesie di Michael Kriiger Museo di provincia Lo sguardo miope di San Giorgio che abbraccia maldestro il drago: non gli fara nulla. Vivere di tanto in tanto con le immagini, rinuncia alla filosofia, 4uando due merli ti consolano in una lingua segreta che ormai solo un· signore intende nudo a cavallo, lui "pensa nel mondo", con lo stivale. Le colonie come museo di giocattoli di un·epoca che aveva bisogno di giganti e di un'altra che li generò: adesso stanno dietro di te, confrontano i colori, il drappeggio mosso, la pia morbosita del desiderio che riesce ormai appena a respirare del grande, insopportabile guardare. Qui c'è odor di lavoro. La torre di Babele, ultimata dal Comune, smantellata e ricomposta in lunghe file di case: perchè cosi deve finire tutto ciò che era incompiuto? Non so ancora cos'è il mondo, dice un quadro, e una Madonna risponde con un dito sottile. Un fruscio attraversa ora l'infanzia, sogni senza natura, impronte digitali in cui il colore vien meno, e un vecchio scrive instancabile e modesto l'anamnesi dello sguardo. In seguito fu proibito guardare, i quadri si addormentarono, i formati decaddero. Solo in un locale oscurato, dietro i magazzini, un Cristo imbarazzato mendica un nuovo criterio di periodizzazione. (traduzione di Viviana Finzi Vita) Paradiso. Intorno al 1530 Non si salvano: nè con la prospettiva nè con il velo nè con la loro nudita. Nel centro del quadro vive un cuore disabitato sotto gli sguardi incalzanti degli animali. A chi deve regalarsi? Nella cornice fanno il nido uccelli, pazienti attendono di entrare in scena, trattenendo il respiro un. pesce fissa l'angelo. Il paradiso è rotondo e senza limiti: la luce sullo sfondo non conosce sorgente nè oggetto. Indifferente s'illumina da sola il cammino . in un bosco, dove rabbrividendo si acquieta sotto il muschio. E' questo il posto che troppo a lungo cercammo. Qui vivono esperienza, odio, calcolo. Ecco lo specchio di ciò che il futuro prese dalle mani di un angelo autentico. Esseri umani tristi, dicono, abbandonarono il quadro, facendo cenno, nudi, agli animali che restavano .. Nella trappola della tentazione risero. Il loro riso, dicono, s'infranse nel cerchio del quadro che proteggeva questo paradiso, molto piano, ma percettibilmente. 1610 circa Lo studio preliminare è ad Amsterdam: fattoria su una strada di campagna, gessetto ripassato a colore opaco. A destra cespugli di biancospino, dietro una casa che sfuma nell'immenso, in un cielo grigio che severo e mosso controlla i confini. Questo mondo non ha bisogno d'ombra. Prende luce dai fiori di due alberi, che la cedono volentieri. Questo mondo non ha bisogno di un Dio, la carta preparata a fondo grigio parla per sè, per il sentiero nel bosco che si perde scontroso quasi non fosse_mai esistito. Dio non ha posto in questo quadro, solo un uomo ostinato. E' appena arrivato, sfinito per il percorso a piedi della citta. Deve bussare a questa casa di fantasmi, deve restare ove non è il suo posto? Il quadro vero e proprio non c'è piu. Ma dallo studio minuzioso "Inleyding tot de Hooge Schoole der Bilderkonst" sappiamo com'era: l'uomo era sparito, per sempre. Un ramo, nudo e coperto di licheni, fissava chi cerca e faceva storia. In tutti i quadri successivi del maestro il tentativo di seppellire l'Olanda sotto le montagne, anche nei numerosi studi preliminari. 1750 circa Tre mele, due susine, '" utensili da cucina: la verita, indivisa, si è raccolta; come in una vetrina ti sta davanti, intatta e intangibile. Devi distoglierti . . per non impazzire. Come un ladro fuggi e non hai con te piu altro che il silenzio che di continuo ti balza in petto. L.

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