la Fiera Letteraria - XV - n. 51 - 18 dicembre 1960

Domenica 18 dicembre 1960 Jlll, LJlJBHO Dl[ CUJ[ §][ P.H .. RLA * -I • Il Calso innOCente Tra gli scrittori che si sono aUennati nel tre lu– stri di questo dopoguerra, e che, g,tosso modo, Posso– no essere ascritti aHa com– plicata corrente del neorea– lismo narrat.lvo Italiano ?ante Troisi di cui appa~ m questi giorni nelle edi– zioni del veneziano e Soda– lizio del libro •, un nuovo romanzo Innocente delitto può essere considerato i~ una sua prospettiva partico– lare, quella di un suo sca– vo Interiore, di una sua in– quietudine particolare di un assillo che se~ggia nel profondo sedimento vi– tale di tutti i suoi· romanzi e di tutti l suoi racconti, e che non si appalesa sol– tanto di natura psicologi– ca, ma si identifica con una vera e propria proble– matica morale. * di I/EllDl1IIAflDO fllllDIA sentimento di vuoto che nasce appunto da una socie– tà che non conosce ancora la strada interiore della li– bertà, che si adatta ad una sua perenne condizione mi– norile. In Questo suo nuo– vo romanzo tutte queste componenti si integrano e si !on~ono: il problema degli umili e della giustizia, e quello della libertà e co– me si diceva dianzi, Quel– lo della grande noia ita– liana. Ne è protagonista un giovane di questo dopoguer– ria, _Renato Mancini, che ha ucciso un agente durante un conflitto politico, nel quale egli e suo padre si sono tro– vati presenti senza tuttavia partecipare ad esso. della guerra e del dopo guerra un esoso bottegaio che ha sfruttato la lame e paura del suoi compaesa– ni, diventando quasi ricco alle loro spalle? Ma questa giustificazione non è !orse la testimonianza di un suo an lico rancore verso il pa– dre? Invano Renato si di– batte con 15estesso cercan– do aiuto in sua madre, che lo giustifica col pretesto della sua giovinezza, rive– lando tuttavia un antico :rencore verso ll marito; e ln Cesidia la ragazza che lo ama, ma la cui intransigen– za morale vorrebbe im– porgli un comportamento che escludesse ogni possi– bilità di equivoco. terna giovane- donna, di trovare almeno pietà, ma quando con lei e con I suoi !!gli-~ Techerà ar ,uo pae– se e mcontrerà Cesidia che sta per partire portando nel seno li frutto della lo– ro notte d'E:!more e che ora lo respinge e lo giudica, comprenderà che per lui non c'è più scampo. La chiusura del romanzo è forse immotivata e può lasciare nel lettore un so– spetto che la storia di Re– nato rimanga inconclusa; ma non è improbabile che un problema come quello Impostato da Troisl nci suoi personaggi, e nel cli– ma particolare del roman– zo \Stesso, debba restare aperto, com'è aperto, ap- stoeschiano. Ma come di– menticare tutto quello che gran parte della narrativa d'oggi, in ogni paese, deve all'autore di Delitto e ca– stigo? D fatto è che Do– stojevskij è uno di quegli scriltori che hanco vera– mente inventato una di– mensione di un'ampiezza e di una profondità quasi ,lnesauribili. La sua lezio– ne ròorale, direi, é senza limiti e Troisi onche se In ~.to. modo dimostxra di averne subito alcune sol– ledtazioni, non le ha su– bite più di altri, da Mora– via a Pavese, da PasolinJ a VittorinJ. Anche questo ro– manzo rientra, del resto. In un grande e moderno filone della narrativa mon– diale. di una narrativa del– la protesta morale. R. Leomporr1: •Figura• Pag. 5 Canzone a PierPaolo No. non sei certo Inimitabile. Tu, figlio tmpossiblle del vecchio borghese. tu, nuovo borghese reso possibile dal capitale che ha cambiato chiesa, chierico rosso, iriulano e bolognese, romanesco di borgo e di salotto: no,. non sei inimitabile. La lua rima baciata è una n enie go liardica. è l'omelia dell'Italia rettori.ca ch'ebbe già vescovi Gabriele e G!osuè. Ogni goliardo può scriver per te. Non ingiuriare l'anonimo che ancora più di te fu pjer Paolo: 'l'ingrazialo! E' s:mbolo che la tua razza prollftca. Non senti anche tu tonne di pasolini marciare su Roma? La nuova Italia rettorica è tua! Zazzeruta la chioma, at.t!llaU i calzoni ,avanzano i nuovi padronj. N'ota giustificativa L'Unità pubblicò giorni /a una enfatica poesia del Pier Paolo nazionale inneggianle ai deslmi marxisti. Vemte subilo la smentila di Pasolini il quale dichiarò di non esser l'autore. del cam1e e. riconobbe, con grazia, di non essere inimilab1le.. Davvero, l'imitazione era stata più cli.e. perfetta. Da qui lo spunto per questa • cam:one. •· PIETRO CIMATTI Non mi riferisco in que– sto soltanto a una certa oc– casione professionale che e volte determina la sua vo– cazione di scrittore, l'esse-– re egli giudice nel tribu– nale di una piccola città del Sud, e vivere per con"' seguenza quotidianamente il dramma dell'insuf.ticien– za della legge, che è anche un riverbero della insuffi– cienza delle strutture che reggono il nostro paese, il dramma della quotidiana crisi di coscienza del giu– dice di fronte al caso uma– no singolo e collettivo, di– rei l'occasione professiona– le dalla quale è nato il suo bellissimo Diario di un giu– dice; ma anche a qualcosa di più profondo che dalla diffidenza verso la legge scritta, espressione di inte– ressi e di situazioni setto– riali, che sc~ìaccia gli umi- Al processo, i giudici han– no accolto la sua con:fessio– ne come un nobile tenta– tivo di salvare il padre, e hanno condannato quest'ul– timo, nonostante che egli avesse proclamato la sua in– nocenza. Gli stessi compa– gni del morto hanno accusa– to il padre, e più tardi sa– rà uno di essi ad accennar– ne le ragioni. Dopo la sen– tenza che lo assolve e che condanna il padre, in atte– sa det giudizio di appello, Renato cerca di giusU!ica– re in se stesso la sua liber– tà. Egli, sì, ha· rivendicato la sua colpevolezza, ma non è stato creduto, e tuttavia sa di non aver tatto tutto quanto era 1n suo potere af– finché la verità venisse ri– conosciuta. Se anche Inno– cente. il padre, di questo delitto, la pena non è !or– se altrettanto giusta per es– sere stato egli negli anni Invano egli tenta le vie dell'azione col partecipare nella città universitaria do– ve è tornato dopo una bre– ve permanenza nel suo pae– se, ad agltazionl di giova– ni neofascisti: la sua di– sparaz.Ione si !a ogni giorno più assillante a mano a ma– no che si avvicina li giorno del processo di appello, e quando Cesldia, la notte prima, gli si concede qua– si per impegnarlo a rive– lare al giudici tutta la ve– rità, egli promette di far– lo, ma la mattina del pro– cesso non si presenta. Sa– rà invece il padre a ten– tare il riscatto di se stes– so accusandosi di fronte ai giudici, questa volta del delitto non commesso. Or– mai Renato è dannato, la stessa Cesidia si allontana da lui. Egli tenta allora, avvicinando la vedova del– Ì'ucciso, una candida ma- punto !n un paese come il ,--------------------------------------------------- nostro, il problema del rap– porto tra giustizia morale e giustizia legale; ed è inu– tile altresì aggiungere che pressoché tutta la narrati– tlva del nostro neoreali– smo è una narrativa di problemi insoluti, 11 che corrisponde altresl esatta– mente ad una situazione italiana tuttora assai flui– da e tuttora incapace in– quadrare le esigenze della società ln una solida vita morale. Ma è assai impor– tante che esistano roman– zieri come il Troisi che pongono 1 problemi morali della nostra convivenza at– traverso situazioni e perso– naggi, sia pure emblemati– ci, ma ricchi di una loro ir:terna vitalità. li e gli indifesi (contro i quali sostanzialmente mol– ta parte deUe leggi è crea– ta), si estende sino ella manzoniana lotta degli umili contro la storia, an– che se il Trolsi rimane chiuso ad ogni so.luzione [ Notiziario che consenta alle sue crea- Nel quadro della "Detroit Adventure~', la mani/esta:ione ture di evadere dalla es!- annuale recentemente introdotta nella eapitale manifattu- \Slenziale fissità del destino rier~ del _M1e~1ga!1 p_er merito d~ vari enti culturali e pa– umano. troeinaton privati, si sta organiuando una serie di otto Altra componente del eonferel'l2e '.fpeeiali sulla moderna letteratura italiana in Troisi è lo squallore della tradu.:::ione. a seopo preparatorio e introduttivo. La manife– provincia vista nel riverbe- stazione (che nel maggio 196-0 si. imperniò sul tema Milan.o– ro di una realtà merldio- Detroit ed ebbe parteppanti come Levi, Quasimodo, Lo- nale. ma anche, nel tempo dibl~tti~r:urf:1~Att~ c~"ntei:::po~~~~:~mma di conferenze e stesso, in quello _p1ù vasto .. d1 una grande. nola.iia~a-·. na, un dato psiC9logico che.. non va tuttavia contuso con la noia moraviana che * -· UDa • Mostra dcU'Architettura Italiana dal 1945 al 1960 », allestita col materiale fotografico inviato dal Centro Studi della Triennale d'Ane di Milano e con fotografie e plastici fomiti dal lo.iinistero dei Lavori Pubblici ba avuto luogo a Tunisi &i risolve in Wla pura astrazione, nella noia co– me modo di vivere e co– me espressione di una c0ndizione umana La gran– de noia italiana della pro– vincia di Troisi è in quel * La casa Meridfan Press 5ta per pubblicare un t,0lume di sagai .tulla letteratura contemporanea itoliana, di Sergio Pacifici. I INTERVISTEIMMAGINARIE I Non vt na.soondo che la fi– gura di ZattJ era per me fa..– volosa. L'avevo collocata nientemeno ché néll'Olimpo dei maghl. Avevo letto. rilet,.. ~~J°Jalril~tl ~tf1co1 ~~ nino. apparso fra noi mor– ta.Il a lnsegnarcl che le idee potevano liberamente uscire dalla mente e trastorma.rsL di botto. 1n soldoni contanti. Zattl. perciò. circolava nel– lo. mia fantasia come !'erede dlrettJsslmo dl Mfda e. 1n tal modo. mi aiutava a sperare nel minuto 1n cui anch'Io avrei potuto vendere almeno una ·sola volta una Idea a prezzi proiblUvi. Dopo un brevissimo mono– logo rivolto alla luna. e aP– pena bo..nedetta col pensiero la stellina che quella sera stava al suo flanoo destro. m'incamminai verso la mi– dacea casa che ospitava, da vari lu.str1. 11 più fortunato grossista d1 idee e d'immagt– nJ che vanti i l nostro tempo. Prima cU entra.re, tocca1 per scaraJlUWlZia una moneti– na. L'uscio m.J tu aperto da una giovanetta che contJnuò a mangtare avidamente una mela. Ml disse: « Scusi, si– gnore, Lei col maestro ha fissat.o un appuntamento? » - « Sl. - risposi lo. - m.J fu f1ssato circa due mesi fa». « Allora. s.i accomodi ». dis– se la fantesca. MI sedetti e n mio sguar– do fu attratto da un cartel– lino che stava appeso a una porta interna. C'era &erltto: « n Maestro lavora 1. M1 rivolsi aua giovanetta e dlssi subito: « Se U mae– stro lavora. non desidero af– fatto disturbarlo. verrò un altro giorno». « No. stia pure. Il maestro ~r:e. q~!la ni>ilnt;,tiillBfa~~ dare ad a1zars1: è a letto da circa sei ore.> dlsse la gio– vanetta Att.esi una mezz'ora e. men- tre stavo giocherellando con i bottoni dell aglacca. aP– parve Zatti avvolto 1n un aecappatolo roo.so. « Beato chi &1 ved e> escla– mò, venendomi inoontro col suo faccione di piatto cam– pagnolo e coi labbroni com– mossi dall'Idea cli essersi sve– gliato. « Ce n'è voluto di tempo per aver la fortuna d'inco ntrarti proprio qul. a ca.sa mla. dove non cl sono quasi maJ. Dimmi. climmi. come va l'ozio? Hai prova• to la cura che ti constgl!a.1 l'ultima volta? Che sbadigli quella sera! L1 rloordo come delle appariz.ionJ. E II por– tamonet.e come va? C'è nul– la di nuovo nel monde dei blgllettl da mille? ». « Nulla. risposi io. - Tut;.. te le m 1 ') Idee sono sterili. come ~ donne che non fi– glian. Non r:le.soo a pia.z.. zarne mezza. Non 50 proprio come fare,. « VienJ, accomodati nel mio studio e aerea di dlrmJ tutto quello che mi devi dire a stretto giro di frase. ll tempo è oro. sai, e ho qual- ~ee~d~es~e f~!to~e ~~ detto>. disse il maestro. ac– carezzandosi. Entrai e mi sedetU. men– tre Zattf rimase in posizione verticale. « Resto In pledJ. Ho se», perto che stando in piedi mi vengcmo a trovare le idee plù redditizie: quelle che hannO quasi n suono squi!lante dei marenghi. E pol resto in pie– di anche perché voglio cre– scere ancora un po' su me stesso. Occorre tendere ver– so l'alto. Anche questa è un'Idea, non ti pare? La vo– gUo utillzz.are nel ftlm di prossima lavorazione :t. « Ancora un altro film? 1> dissi io. preso da. curiosità. « Sì. ma non un film sol– tanto. Ho già scritto su que– sta idea un arUcolo per un rotocalco, una novella per una rivista. un rotJl8ll20 per 11 mio editore. una poesia per l'antologia degli eplgranuni e un saggio di polJtlca estera. Le parole che mi sono avan-· zate le utilizzerò per un al– manaoco. Come vedi, niente sperperi>. « Bealo te - risposi io - che hai la facoltà d1 far lie-– vlt.nre tutte le Ide e che ti vengono a trova.re. E dire che Io ne ho tante, ma sono tutte superbe, anemiche. ve– getariane. nemiche di ogni uso pratico. mi capLsci? ,. Zatt1 ml gtia.rdò con im– mf>nsa pietà e ml rispose: « Per Il momento U posso da– re .soltanto mille lire; ma ml devi dare 1J resto di tm blglletlo da dlec.l. cosl lo ne terrò novemila e tu dieci, va bene? Non t1 poooo prestare nemmeno un'idea, tu sa.i che non le presto: le vendo. E siccome ne ho poche, le de– vo far !ruttare. Se vuol tJ. posso regalare questo dlse- ~no~~Ì:, ::uto~ !:fi"~ una linea retta. con due pun– ti all'esl:.remità. Te lo firmo, C05l lo potrai vendere: la mia firma è quella che è. Se non ti piace U disegno, cancella– lo e utilizza soltanto la fir– ma. Cl scapperà qualche pranz.etto J>. - « GTazie, grazie. caro Zattf, non t1 disturba.re. per il momento non ne ho biso– gno, Parlami piuttosto del tuo lavoro. dei tuo! 1.ncontrl, del tuol viaggi. del tuol pro– getti dl scrittore e di sogget– ti.sta, dimmi qualcosa sulla crisi finanziaria, degli altri s'intende :t. - « Sei fortunato - dis– se Zattl - ml trovi proprio disposto alle oon!essloni. Sa,– rò. ben inteso, sintetico e fug gitivo. Ecco. ti Ie.ggo qual– che fra.se del mio nuovo ro– ma nr.o: « I poveri sono sag~ g1 ». Lo scrivo In economia. I nomi del personaggi sono brevlssimJ. Le azioni durano poch.f lstnntl. Qualche om– bra di descr:lzione. E' lDl ti– po di na.rra.zfone velocis.slma. quasJ a slngh1ozw. n leggo: e Ro sl abbottonò 11cappotto e ucc.1se la mosca che stava facendo la siesta sulla pun– ta del suo naso. Oscl e vide JI sole. Impugnò la tromba e suonò la diana. D popolo si adunò In tm seoondo e urlò: c Abbasso la ml.seria :t. Za s'era na.,c:()6toIl viso nel bavero del cappotto e stava con gli occhi semJchiust co– me una persiana. Fu l'Un.tao povero che non grtdò abbas– so la miseria. Aveva paura che Il suo vicino vedesse sul– la sua guancia destra la vo– glia: era la grossa vogUa di un biglietto da mille. E si ve– deva bene in tutti t detta– gli. Ma 11 popolo abbagllato dalla voglia si voltò verso za e incominciò a urlare: « Mor– t.e a1 capitalista. linciamolo». A questo punto Ro san sul pocIJo ed esclamò: « Za non e un capltallsta; è un poer.a; è un poverlsslmo. Sentite, vl leggo la &Ua. ultima poe sia,. Mi sono tinto il vi.so colla farina per vedere come sard la mia faccia quando 5arò morto ~ftnitivame.nte, quan– do, i poveri ven-anno al mio capezzai~ a vealtare sulla gTOS!a voglia, colla ~anza che il biglietto da mille si NUOVO COLJ~Doco) Crisi dellospiritodi individuazione Il dramma di Renato, as– sai più che il delitto e la ingiusta condanna del pa– dre, è, come si diceva allo inizio di questa nota, un dramma di libertà morale di cui soffrono essenzial– mente i giovani italiani di oggi costretti a vivere ne– gli schemi di una società incapace di rinnovarsi anche sul piano morale e civile, è il dramma della trustrazlone e dell'impossi– bilità di fare. Nella notte che precede il secondo pro– cesso, durante il loro in– contro nella stanza di Re– nato, quest'ultimo offre delle paste a Cesidia, ma la fanciulla rifiuta perché non ha fame. e Non si trat– ta di aver fare - le dice Renato - ma di tare qual– cosa». Ml sembra sia que– sta la vera chiave del dramma di Renato, di Ce– sldia e di tutti coloro che si muovono attorno a loro. Senza dubbio in questi personaggi non è difficile avvertire un riverbero do- Ecco una puntata del primitivo cColèdoco:», che riesumo nella convinzione che, se era pertinente al– la cronaca letteraria di finqu.e anni or sono, quan– ào la scrissi, oggi lo sia ancora di più; e sempre più possa esserlo col pas– sare dei giorni di questa nostra epoca corrente. nel– la quale ogni gesto di ne– gligenza, appena compiu– to una prima volta, tende a fissarsi subito nel co– stume come regola e prin– cipio di una nuova tra– dizione. Si ha, di volta in volta, l'impressione di es– sere sopraffatti da qual– che cosa che acquisti la potenza schiacciante di un meccanismo; di un conge– gno che, messosi in moto, nessuno potrà più arresta– re, o correggere nel ritmo del suo movimento. Sa– rebbe come sperare che venga il giorno in cui l'oc– chio stanco del giusto non debba--più subire l'oltrag– gio di vedere il trionfo esclusivo del divismo fem– minile internazionale sul– le facciate dei settimana– li d'attualità. E credo che continueremo per l'eterni– tà a sfogliare con difficol– tà quei medesimi per re– perirvi le corrispettive ru– briche letterarie. * di GAETANO ARCANGELI Ma l'occasione di questa nota fu, in quel momento. la risposta del direttore di una rivista (a cui collabo– ravo) di attualità e politi– ca e letteraria:» - con as– soluta prevalenza della letteratura - e tutta de– dicata alla valorizzazione delle nuove opere e dei nuovi autori, all'invio di un volume di liriche che avrebbe dovuto, normal– mente, essere recensito in una sede tanto specializza– ta; risposta che si riassu– meva in questi termini: e la rivista non ha molle occasioni di occuparsi di poesia >. Io replicavo con quanto segue, e a cui ag– giungo ora pochi ritocchi. e Mi sembra che, sotto l'apparenza obbiettiva del– la risposta stia invece, nel– la Sua dichiarazione, una valutazione soggettiva di tale argomento. Quella valutazione che, di esem– pio in esempio, di caso in caso, è venuta a determi– narsi neJ giro di questi anni del dopoguerra, sem– pre più tendendo a fissar– si in una regola abitudina– ria; e per effetto della quale, chi è capitato a tro– varsi con un libro di poe- sia recensibile presso un quotidiano o un settima– nale, si è sentito e si sen– te ripetere, da parte degli eventuali recensori. che i direttori dei suddetti vo– gliono saperne sempre me– no di concedere spazio al– le recensioni di libri del genere. E' tutta\·ia probabile che, a favorire questa di– sposizione negativa, non sia soltanto il prevalere di considerazioni opportuni– stiche neJ senso più bru– talmente pratico; ma che tale atteggiamento impli– chi, fino a un certo segno, un giudizio complessivo e sommario sulla media del– la produzione poetica, un giudizio anch'esso pratico nel suo orientarsi a rite– nere detta produzione po– co utile, poco raccomanda– bile, almeno a un pubbli– co normale nel senso più largo. Perché sarebbe da sottintendere che la poesia sia generalmente un pro– dotto da destinare ad uso specialistico. Si può :forse obiettare che quell'atteg– giamento non trovi una sua parziale giustificazione nel carattere prevalente delJa poesia italiana, che non riesce a liberarsi con sufficiente energia da ten– denze variamente perso– nalistiche ed evasive, irri– ducibili nonostante i pro– cessi intentati dai bandi– tori di poetiche opposte? Tendenze nelle quali sem– bra rivivere l'eterna ar– cadia italiana, magari ca– muffata dalla più trucu– lenta insegna di reali– smo programmatico. (Nel– lo spazio di questi ultimi cinque anni, la recensione giornalistica, in particola– re ebdomadaria, ai libri di versi, mi sembra avere ri– cuperato spazio; ma si trat– terà o di poeti ufficial– mente consacrati, anziani e illustri, o di giovani che definirei cambientali:», im– posti all'attenzione o dal– l'autorità di un editore - vedi oggi Feltrinelli; per cui un libro mediocre. edi– to da Feltrinelli, risulta di necessità rilevante, - o imposti dalla sigla di una corrente riconoscibile e tendente a prevalere nella circolazione del momento; come potrebbe essere il neosperimentalismo). tende che non sarebbe fa– cile costituire un gruppo di recensori organico e ca– pace di assolvere a una !unzione esauriente nei ri– guar_di , del:la produzione poetica nazionale. Oggi. poi, anche l'abitu– dine invalsa di antologiz– zare gruppi e distinguere generazioni, contribuisce a togliere iniziative e mor– dente alla individuazione del caso singolo; e sono indotto a supporre che, in un quadro cosi confuso e pletorico, anche i poeti oggi più anziani e più il– lustri per giusto e natura– le prestigio di originalità, se avessero da affermarsi ora con opere di valore proporzionale a quello per cui già si a!fennarono, in– contrerebbero. oggi. mag– giori difficoltà di allora. Perderebbero figura an– che loro, in questa crisi di quello che crediamo di ~otere definire come lo spi– nto di individuazione. Jlisita a Zatti Le occasioni sostanziali ad occuparsi di poesia, an– che nel settore giornalisti– co in senso largo, dovreb– bero trovare la loro giu– stificazione naturale e ne– cessaria nella vitale sin– golarità e serietà di quelle opere che potessero soste– nere l'incontro di un pub– blico non necessariamente specializzato, ma quasi me– dio Ira la specializzazione e la generalità delle esi– genze e degli interessi pub– blici nei riguardi della letteratura. Un pubblico in via di formazione di evoluzione, attento e ~n- Della quale crisi ogni atto ed ogni gesto dell'at– tuale costume letterario è un segno inequivocabile. Oltre ai riferimenti sin– g?li, ~on c'è panorama, b1Janc10, antologia che og– gi non la dimostri e non la confermi: pur conce– dendo tutte le attenuanti alle insidie e ai rischi fa– tali a imprese del genere. A noi sembra che tutti (tutti per dire: pochissimi esclusi) abbiano portato e portino il personale con– tributo di una loro pietra all'edificazione di questa specie di torre babelica che è, soprattutto, iJ cam– po della poesia, secondo si riflette nel giuoco delle valutazioni e proporzioni critiche più o meno uffi– ciali. D:3-_ chi porta iJ peso della p1u alta responsabi– lità nell'archiviare il pre– sente con intento storiciz– z~~te, _a ~i porta quello, p1u sp1ccJOlo e contingen– te,. ~i orientare secondo un esigenza più immedia– ta_ e contingente, giornali- stacchi dalla mia guancia». gllo mettere a fuoco il dram- D romanzo continua 1n ma dei senza. tetto. Sto pure chla\.-e patetica e fln1sce con lavorando un'oretta al gior– questQ eplgra.mma scritto da no .sul grande soggetto bibU– un personaggio che non st co modem.JM1mo. Sl tratta vede mai. perché è sempre del « Nuovo AdamO ». Inco– nascosto dletro 11 protagoni- mincla oon un monologo di sta. truccato da ombrello. La Adamo, vestito in track. so.. poesia è intitolata cD rUu- p.ra_ un barile. a1 centro di glo >. una forestn dove si vedono Eocola: Ml sOnO costruito soltanto milioni dl togUoll– un Rifugio zincato: è un.a ne volare per l'aria. Adamo cassa da morto/ In caso di si avvicina a un cane barbo– guerra atomica, eviterò d.i• . ne_ e dice:. morire allo scoperto. A que- e .sono l'Adamo di una nuo– sta poes1a del poeta 1n7isibl- va &tl.rpe, Ma Questa volta. le !a eoo un epigramma dJ nJente peccato originale. n Ro. sconvolto dalle notizie di pomo lo lascio intatt.o. AJ una prossima e inesora.bUe posto di Eva ho gtà mesoo guerra nucleare. E' un in- un pulcino :t. Come \.-ed.I s1 terroga.Uvo senza r1sJ)06ta.. tratta di un Adamo goloso ~=~edfD~:d~Cbfi~cg~ ~cfo 11 ::°:~~ ~d~i do dJluvio. se dovessero tro- sono quasi quasJ fo. varm1 anO?ra vivo sotto 1l Se tutto va bene penso di i~~JCQ E cheun pogga~nre~ arrotondare 11 soggetto fra re anche per un soggett.o ct– nematograflco. A proposito di film mi è venuta Wl'fdea. SI tratta di scavare nella vita di un omino che per non tarla.re donnJva. qual– che volta, colle palline di naftalina nelle orecchie. Poi ho in ment:.e un'Idea gros– sa: st tratta delle « Avventu– re della donna cannone :t. Proprio l'altro Ieri sera ulti– mai una novelletta: « Il fi– glio dl tre padri>. In realtà non si tratta di tre padri. ma di uomo con tre nomi e che aveva adottato un cane bas– sotto, Da qualehe tem;,o. in– vece. fra un sonno e l'altro, mi diverto a 6Cl'ivere, dietro le scatole delle sigarette. del– le poesioJe patetloo-tìnanzia- ~:Te« ie 1~0:o~ ~~. dio addobbato·1e pareti del mio sta.nztno oon mille spec– chlettl. Se sventolo. messo al centro, tm solo bigl1etto da mille. vedo 1 milioni ve– nimtl incontro da tutte le pareti». « Se ti piace. la de– dico a te>. « Grazie. zatt1. sei vera.– mente gentile>, risposi io. mentre oor.templavo stupito 11 faccione ad anfora del neopoeta. - « Ma non è tut– to :t - replicò Zattl - L'al– tro giorno. per caso, mi è venuta un'idea. Ho telefo– nato a un produtt.ore e me l'ha subito comprat.a per un milione. E' l'idea per un fUm che s'intlt.olerà: « Speranza. di uno &trattalo>. S1 tratta di un povero uomo che per mesi man gia granturc o per– ché vuole diventa.re un oo- ~m~e~ ~ 5 IF~=– ~<;:~~•~::O~ ~ una dozzina di giomL Il t.em– po ·vola e le Idee sono solcli :t dfsge fellce Zatti. e Hal in progetto qualche viaggio all'estero? :t chledo lo, assediato ormai dalle ldee-mJlloni di Zattl. eSI :t. m1 r ispose, « ho in mente di fa.re un lungo viaggio. ma non a ll'estero: in !talla. Bo detto lungo perché durerà parecchi gtomt. Voglio rt~ prendere un'antica usanza. Andrò a pled.l da Roma al mio paese. Con tutto il trn!– fico che c'è sulle autootrade. penso di farcela prima. cam– minando a piccole tappe, co– me neJ beati tempi della gio– ventù. Voglio vedere che fine ha !atto tutto U paesaggio che va da Roma alla Ro– magna. Chis& à che ma rcian– do non mi venga.no nuove idee e quindi nuovi solcli ». « In questo moment.o di crisL qual'è la. tua opln.!Orle sul ctnema italiano?» - do– mando io. « Per me. dice ZnttL U ci– nema non è affatto 1n crt.sl. 1n crisi SODO gll attori e produttori che guadagnano ~ft'f ;:o~~~J1~o~ esJste più il neo-realismo. Ma ho in mente un.a formu– la nuova: eliminare gU atto– ri (non sanno più interprc- =rian~ ~n:g~ ~~ esempio. al posto della Lo– ren. un bello armadio par– lante. Al J)06to di Edoardo De Filippo un attaocapanni ventrtlOQUO. Totò sl potrebbe sostituire con un imbuto. Mettere al posto di Rascel Il bottone dt un cappotto. e cOSlvia. Questo è l'unico mo– do per cogliere l'anima. della realtà. Per rnocontare un fu– nerale, basta far vedere una croce dl armadio. Una scena d'amore? mettere due sedJe accavallate e vedere cantare un canarino collocato sul se– no di una statua. In tal mo-– do si potranno rappresentare scene ard1t1ssime e la censu– ra non potrà mettere divieto di sorta. Se un armadio vuo– le spogliarsi nudo è libero di farlo: non ha che spalancar– si e mostrare in un tn~tt.o la camicia da notte. 1n un altro le mutandine e all'in– terno, appeso all'uncino. l'amante a.ttaocapanni. J\.{a questa è ancora un'idea allo stato troppo puro. bi sogna Yedere che ne pensa.no 1 ve– ri padroni d el c inema Ita– liano: voglio dire t noleggia.– lori. Applicando questa nuo– va formula. si rlsch.la di ve– dere deserte tu tte le s ale cl- ~=~~ 1 ~irné~ ~~: di né gli OCCh1 in un cinema. Pensa un po': un armadio al ~~el 1 S1 =~ ~~1~ a fare int.ervenire una cen– sura speciale che condanne– rebbe I film per ecoesslva ca– stità. Penso che in Italia que– sta nuova formula provoche– rebbe finanche una crisi po– litJca. ma soprottutto unn crisi lettera.ria,. « A proposito. Zattl. che pensi della nuova narrati– va? :t. « DI nuo\."O,nella nar– rativa. non ci sono che i ti– t.oll dei romanzi e i nomi del personaggi. I fatti. le scene. i paesaggi. gli avvenimenti sono sempre gli stessi di una vo lta. Del resto, 1n polltica è la stes.sa cosa. Lo scrittore It al iano si nasconde. Scrive sotto le coperte o chiuso a chiave. Ha paura delle ideo e le idee si vedono tutte abbandonate: restano a re– spirare fuori del romanzi. l personaggi non fanno mai carriera; e perciò hanno qua,. si tutti le man.I sudate o. net momenti più solenni. s1 par– lano addosso. Nél nostri ,o.. manzi non nccade nulla: es– Si mancano dl sintesi. SI scrive, si scrive. s1 scrive e nessuno legge. legge, legge. Se Dio mi aluta., penso di dare alle stampe, !ra non molto. U primo romarux:, mo- ~~~i ~~to l~~edne~: tervaUo fra due ca!fè. E' la storia di un vecchio impie– gato malretribuito che !n im– pazzire U suo ca.poufficlo sca- :1rioo~~; an~ t~:: sciato aperto 11 forneUo del r:t:'r1~~~àd1;1:~ ~~ gUato e I vigili del fuoco accorrono invece a spegnere l'incendio che divampa al Ministero del Tesoro. incen– clio causato da una cicca la– sclata. Cadere tra le pratiche grl L~ 1 ~1!f tJv~~ ~~ gato Tar. che ignaro di tan– ta catastrofe è t utt.o assorto a comporre una canoonet.ta ded.Jcata a una fotograf ia dl Lollobr1glda. 11 romanzo fi– nisce oon l'internamento del capoufficio e colla promoz!.o– ne a Direttore Generale del MlnJstero del Tesoro di Tar. dl\·enuto famoso nel mondo della ca.nzonetta >. A questo punto Zattl s.I tacque e b evve un s orso d'ac– qua. Poi aggluo.se: e Come Vedi sono semp re fl solito lnstanca.blle trovatore dl t~ vate trovatelle. Bo Idee per tutti: posso considerarmi ormai il Done– ganl delle tdee:t. e si fece una risata. scoprendo I SUOIden– toni e arrtcclando gH OOch.Jet– tl oelest.t sorveglia u. notte e giorno. da due foltlssime sopractg:lle. La. se.la! Zattl e. ancora una voi ta . mi oonvlnsl dl essere un faUJto. Rovistando nelle t.asche, venne fuori. ad un tratto, ll disegno che Zatt1 aveva esetiuito nel bagno e che generosruncnte mi aveva offerto all'Insegna dell'intra.– montabUe filantropia. lPPOGRIFO !ib~~in~t n"o~n l~~~!~~~ conformistico. Possiamo aggiungere che le opere individuali nel senso che sopra si è detto si_ ~durrebbero sempre, e d1re1 per una specie di legge proporzionale della natura e delle facoltà uma• ne, a un ristretto numero anche nel bilancio di una intera annata; a una sola. magari, o, in qualche ca– so, nemmeno a quell'una ~n poeta di grande esIM"– nenza, per valore e pe; età, mi fece un giorno iJ. medesimo rilievo, accen– nando alla collana di 1Jn grande editore italiano. nella. quale si prete.i.deva ancora di archiviart. il me– glio della. nostn. paesia; che pubblicarvi &nche un solo libro all'ano.:, non era troppa poco, pi..r che fosse buono, e che Jl(flcilmente sj poteva trnvare In un anno, più di un buon li– bro. E auo~d, se tutto questo è vero e obiettivo, niente dilazioni e attendismi di– nanzi all'impegno e al do– vere di dare rilievo al l'opera degna e solitari~ nel suo valore, e di° sot– tr:~rla H più possibile. e il P!U .Presto possibile, all'in– d1st_111to,. al confuso, al ge– nenco; m cui calcoli, in– comprensioni ed anche cir– costanze di altra natura non mancheranno di som– mergerla, a lasciarli fare. C~m questo non vogliamo dire che ci si dovesse oc– c1;1pa~ solo di tali opere p1u rilevanti; anzi, scru– po_lo e carità umana ci spmgerebbero, se fosse in potere nostro regolare que– ste faccende, a non esclu– d_erenulla dal raggio di un sta pur ~lnimo _ ma pur sempre in qualche misu– ra motivato - riscontro critico. Si tratterebbe quin– di di proporzionare e gra– duare tale riscontro a se– conda delle opere. S'in- f•~~~ eall~~ft~~~~~~; s~~= brano gareggiare, e sia pu– re anche con la massima buona fede, a confonde– re propan:ioni e valori. E Questo risultato non sarà attribuibile soltanto nll'o~ra di chi, per ecces– so_ d1 co~dialità e di otti– n:11smo, sia portato a mol– tiplicare il numero dei po– teri registrabili, per la cronaca e per la storia, ma anche, e con più gravi d~nnosi effetti. all'opera d1 coloro che, al riparo di u!'la presunta o presumi– bil~ purezza, o impecca– bilità, sotto l'apparenza di cu~todire gelosamente po– c~~ valori più autentici e p1u durevoli, sono invece prontissimi. in definiitva a dilatare gli angoli dell~ loro severe prospettive per inquadrarvi il ragazzi: no dell'ultima leva. per suggestioni ambientali, o per raccomandazioni di– rette. Ma quest'ultimo aspet~o: di assurda con– tr:~dd1z1one interna, della p1u s_olenne ufficialità let– teraria~ meriterà una il– I1;1straz1one ed esemplifica. z1one a parte. g :;:: E' usclfo ~ !; '° ,ns ::. g ELSA DI? GIORGl ~ ; ;: ~ l' INNOCENZA .. :J 0g s~ O j Utu1 SCOttant4 pcrvu,n. ;l _ _ ; t6 "lata ~otto wn tmge- 11 :C N j lu:o vuo a, bambina, pn- .2 ~ 3 i ma ed una iruprensibile ~ < ,.. vua dl donna, poi. 2 i Q ~ 0 SODALIZIODEJ. LIBRO-' o "'~------S~

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