la Fiera Letteraria - XV - n. 48 - 27 novembre 1960

Domenica 27 novembre 1960 t~ FTERA LETTERARTA La poesia einese eontempora1:1ea l(uo Mo-Jo • A mio av\'il:., la poula ~ la voce che un•~ uprlm& attnveno le fibre d.J un uomo. Il lettore che .-1attcndesR da questa raccolta una opera lcttcnrla, corre il rachio di una dcludone; che qU l'accolp dunque co me la voce rtpstrala dl un'epoca• (1957, dalla prefufooe alle edhionl ln 11.ni 'Jestraniere edite a Pechino di LE DEE. 1921). Emozioni del m,attf1~0 Il sole del mattino dai bianchi raggi di luna penetra lo spessore oscuro della foresta. Sulla sabbia d'argento si incrociano ombre indecise. Oltre la pineta un mare di cristallo, e nel mare, lontano, piccole isole avvolte di penombra, quasi ancora accorte ai loro sogni di questa notte. Mentre lentamente conduco il mio bambino, e giunge all'orecchio il canto dei galli e degli uccelli, anche il mio cuore canta con dolcezza. Dalle opere postu,ne ...La strada non è asfaltata con cemento; ma col sangue, sudato, e la vita del popolo che lavora. Sotto le ruote delle carrozze dei ricchi rotolano vite e vite che perdono sangue. Ascoltate fratelliL. _.Amici in tristezza e reclusione; rinchiusi al punto che le restrmoni di questi luoghi appaiono i limiti dell'orizzonte; forse che non stiamo tutti divenendo uomini con una mentalità da carcerati?._ ...così noi siamo muti e non osiamo muoverci! Alziamoci ed andiamo al fronte con i nostri soldati! Stiamo con il nostro popolo! Serve poco ammalarsi delle proprie sofferenze ed anche molte parole non hanno alcuna utilità. (Da Mattino a Sdangai) (Da Gli amid che ,offrort<, il\ prigione) KUO MO-JO. nato nel l892, è fT<t 1" p,TIOnOlitd più ril<t>anti dd mo1tdo politico, ar.orico e culruTale dc!'lla Cino moderna. RiCOJ>Te varie ed alte cariche uOiciali. AutOT'e d.i Le dee e Cielo stellato (poeaie), Tre donne. Jn rivolta e Ciu Yuan (opere teat'Tali.). Studi sull'antica società cinese, Dieci critiche e L'età dJ bronzo (aaggi). Wen 1-To Con lacrime dJ cera fonde la candela - U Sdan-ytn (813-151). Candela rossa! Cosi rossa! Ah, poeta mostra il tuo cuore Candela rossa e si veda chi ha più luce. Candela rossa, chi ha fatto la tua cera - chi ti ha dato forma? Chi ha acceso il fuoco - destato l'anima? Perché la tua cera deve bruciare prima di poter dar luce? Vi è in questo un errore; una contraddizione, un conflitto! Candela rossa, non vi è errore; la tua luce proviene dal •bruciare,, questa è la via della natura. Candela rossa, così fattà, brucia! Brucia ancora e ancora sino a distruggere con la tua fiamma i sogni degli uomini, sino a confondere alla tua fiamma il sangue degli uomini; salva le loro vite, abbatti le mura delle loro prigioni. Candela rossa, quando il fuoco del tuo cuore dà luce, quel giorno, scorrono le tue lacrime. Candela rossa, l'artigiano che ti ha fatta, ti ha fatta per bruciare. Ed ora che bruci, perché piangi lacrime amare? Ah, comprendo, il vento crudele si accompagna alla tua luce, e quando la tua fiamma oscilla tu piangi lacrime di angoscia. Candela rossa, piangi! Piangi ancora! Lascia che la tua cera ricca, copiosa, scorra sino agli uomini, e dia fiori di conforto, ed apporti frutti di gioia. Candela rossa, per ogni lacrima versata tu perdi il cuore, scoramento e pianto sono i tuoi frutti, la creazione della vita la tua causa. Candela rossa, non pensare al raccolto - coltiva il suolo! WEN I~TO nato nel 1899 ed ucd io a Kunmin.g nd 1944, da aoen.ti del Kuomintang. ProteuoTe di letteTatuTa a.ll' Unh:ierritd dl Tsinohuo e Poi d J Kun.m .fng. Gid aimboUsta del gruppo e CTe.«:ent e ,, autoTe di vari aagg{ letterari, cU alcune poeaie. Candela rossa, Acqua st.aRnante. Lu Hsun Jlendicanti (1924) Cammino lungo un alto muro consunto dagli anni, mi trascino nella pol– vere sottile, su di un suolo grigio e petroso. Oltre a me, altri uomini percorrono questa strada ed ognuno di essi cammina solo, per conto proprio. Soffia un vento leggero. Sulla mia testa, con moto lieve, si affacciano i rami degli alti alberi che superano il muro, e vi è un tenue fruscio tra le foglie non ancora appassite. Tutt'intorno, polve.re grigia ... ...Ancora vien e verso di me un ragazzo correndo, mi domanda l'elemosina. Porta una giacca foderata ed il suo volto non tradisce alcun affanno. Stende verso di me le mani, mendica con i gesti. Mi disgusta il suo contegno senza parole. Forse egli non è muto, si serve solo di un raggiro. Io non gli do alcuna elemosina, non ho un cuore pietoso . Sono al di sopra di coloro che danno l'elemosina. Io do solo disgusto, sfiducia e disprezzo. Cammino lungo un muro di argilla in rovina, nei vuoti vi sono cocci di mattoni E dietro il muro nulla. Soffia un vento leggero. La brezza autunnale penetra attraverso la mia giacca foderata. Tutt'intorno, polvere grigia. Penso di quale raggiro usufruirei se chiedessi l'elemosina. Dovrò gridare? E con quale voce? Dovrò fingermi sordo? E con quali gesti? Oltre a me, altri uomini percorrono questa strada ed ognuno di essi cammina solo, per conto proprio. Io non incontrerò alcun benefattore. Nessuno avrà un cuore pietoso. Troverò disgusto, sfiducia, disprezzo in quelli che sono al di sopra iii quanti danno l'elemosina. Mendicherò senza gesti, senza parole._ Infine, mi toccherà il nulla. Soffia un vento leggero. Tutt'intorno, polvere grigia. Oltre a me, altri uomini camminano per conto proprio. Polvere grigia, polvere grigia__ Polvere grigia. LU HSUN: l88l-l936. TN 1 princ:iJ)ali fautori d<lla rioolurlo,u culturat.. c:ine– tt. fu olla teata dei vari movimenti di penaino e cU riJ)Te1a ruuion,cile. La atta va.ate opeTa eomJ)T'endeoari uoium.i cli aagul, roccontf, tTad.uzion.i e pron poetiche. Ai Cing La strada (1989) Una volta abitavo in una strada con quelli che erano stati cacciati dalle loro case dal fuoco della guerra; vecchi che tossivano, vecchie donne che portavano bambini; uomini che vivevano in fretta e nel caos; con tutti quei carri che portavano gente da altri luoghi; sulle strade, si affollavano gli esuli; soldati feriti, studenti che vagabondavano, differenti dialetti, su lingue diverse; ... _.poi un giorno uno stormo di neri aereoplani copri la città e con furia concentrata le esplosioni la squarciarono; i vapori velenosi e le fiamme del bombardamento cinsero la strada; quel giorno mezza città fu ridotta in cenere; si videro case divise in due, tetti scoperchiati, mura in frammenti contorti, pozzi ripieni di mattoni caduti, le travi più grandi bruciate in carbone; disgustata la gente si disperdeva, chi poteva dire dove si sarebbe dileguata? Vidi qualcuno che viveva nel mio cortile, una fanciulla, scendere da un'altra strada, e mi faceva segno con la mano gioiosamente, i capelli tagliati corti, le mollettiere e l'uniforme 'dell'esercito. AI cmG è stato sino a qualche anno fa m~ del Comtta.to NazioM-le delta. .redn-azione Cineae dei CiTColi LetleTari e d ATU atici. AutOTe d! cUtJerte Taccolte di J)Oesie,Verso ll sole, ll nord e Grida di rio.la . Yin Fu • In questa mia parte dc.I mondo, vi IODO nd dmlluf P•1ock che accot10 00 le oua del fandulU morti- S,empllce me:ntc " ·oeUo aeppdllre quutc o.na ammalate, polcM aolo cos\ pouo spera.re dJ costruire O mio co raaik > ,. (Da una nota a U PAGODA DE l BA.\J. BlN.l, 1930). Non 11ianflere per questi nwrti co.♦agyiosi Non piangere per questi morti coraggiosi, il loro sangue non è stato vano; giacciono sorridendo come se annuissero col capo; il loro sangue ha tracciato questa nostra terra, ha dipinto di rosso città e villaggi; sono giunti ad una fine gloriosa e non necessitano delle nostre lacrime; i fucili del nemico ci appostano, non è questo il tempo per il pianto. Non piangere per questi morti coraggiosi, il loro sangue non è stato vano; non è questo il tempo per il dolore o i sospiri, vi è una lunga strada avanti a noi e dobbiamo procedere! Le lacrime ci darebbero al nemico: essi hanno compiuto il loro dovere - e noi dobbiamo lottare! YIN FU nccque nel 1909 e fu ucci.!O a Sciangai. n.el 1931, da.Ile ton.e del Kuomfnro-no. Autore di alC'Une Taccolte di. poe1ie, La pag oda dei bambini, Le onde oscure del Volga. 107 e La madre (racconti). realtà. Dai giornali murali di alcuni villaggi Una parola • Apparvero tn vandc quantità darant.e, e sopratutto dopo la ,uer,-a dl liberulone oaz:ionalc. del signore significherebbe un tormento per il popolo; un ghigno dei suoi cani veloci getterebbe il terrore nei nostri cuori. Abbiamo dato le nostre mani e riavuto il nostro paese: le sue terre sono ritornate al suo popolo; noi stessi ora ci occupiamo dell'aratura, della semina e del raccolto di ciò che ci appartiene; lontana è la necessità di assoggettarsi all'ira degli altri. Gli utensili per la produzione ritornano ai loro legittimi padroni - coloro che li usano; la terra ritorna al popolo che la coltiva; per il popolo si apre un nuovo cammino; la sneranza di anni diviene Nuovo folclore (Dall'antolor!a POESIE DEI LAVORATORI E DEI CONTADINI, 19511). Quest'acqua profonda è oro L'acqua dei nostri canali di irrigazione porta lontano gli affanni e le pene dei contadini. I canall si volgono a destra ed a sinistra, da questa e quella parte, ad irrigare la terra sulle colline. Sorride l'acqua nei canali, ed il riso sulla pianta si accompagna ai suoi sorrisi. E' profonda l'acqua nei canali, e per noi quest'acqua profonda è oro. Operaio tessile di Sciangai Questo vino viene estratto da questo melone questo albero ha questi fiori, ' questa epoca canta questi canti, questa classe del popolo parla questo linguaggio.

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