la Fiera Letteraria - XIV - n. 47 - 22 novembre 1959

Domenica 22 novemb.re 1959 Carlo Ca.rrà al lavoro nel suo studio IL CARRA' DI G GLlELì\JO PACCHJONT * UNA PITTURA UMANA * di GIVSEPPE SCIORTI 110 ~elle Edizioni ~el Milione verso il deteriore prolungar.si merei volentieri Turale. del– (M1lano. 195~) nappare l_a delI'Ouocento; ma s e da u n la vita; un intimo spregio per mo~ogr?fia dt Car~o Carra. canto negat1a il pas,ato. dal- tutto che sia di rapido e fa– scritta 111 due. te~ipi da ~u- l'altro canto si proclamava cile acquisto». Donde quel gltelmo Pacchiom: la _prima ~a..zionalista e imperialista. suo continuo travaglio, e ca– parre a commento di una incappando cori in una con- me creatore e come critico. mostra riassuntiva dall' a11i- traddizione in termini. della II co.tideuo rirorno di s,ta _tenura a Brera durante quale Carrà ben presto fini Carrà al realismo non è af– l ultuna gll:e-rra; la seco!1da con l'accorgersi e quindi col /arto un ritorno: è propria– pa~te . . scritt!'-' dopo circa cercare di superarla nell'at- mente una ricerca d'ordine. Q 1 Utnd1ci a!1~'· quando .ormai to stesso del comporre. vale di misura; il reazionarismo s_era stabiltta una circola- a dire dei creare. è un'altra cosa. Se mai tale Zto~ e eu rop~a delle varie Liberarsene per accettare. ritorno getta una certa· om– !:n en.ze art istich e e. delle sull'esempio di De Chirico, bra .ru quel • Novecemo ,1 ~dee ch e a 1d es.se preuedono: quella pittura metafiiica che che nacque alla Permanente 1 ee. a vo te organa_te come durante sei o sette anni per- di Milano del 1926 col fiero r:t!tt~he. a volte_ c~mse nel- mise ali' arti.un di marnrare propoairo di con.mlidare. dif- ?ito fonnahs-tico delle una wa vis ione dell'arte. fondere e promuovere il « ri- poettche. portandolo 1>ia via verso la torno alla tradizione lii. Con Consid eriamo un « trascor- comprenaione dei valori an- quali esiti? A parte il facto so , 1 fo qua.si) _ I' ad~ione di tichi ed eterni della pittura; che code.tre determinazioni Carr_a al futu r1nno, cioè a uri tanto da sentire il bi.togno. a sono una riprova dell'inconai– rnov1mento .tuperfieialmente un certo punro. di eleggere .uerua futurista. c'è da sot– retorico che negava la fe- a proprio modello etico Pao- tolineare la scoperta di • va– conda influenza della tradi- lo Uccello. Pazienza. tenacia. lari che potremmo chiamare zio~_ per arrenderai ai mec- ostinazione _ è stato detto eterni in quanto propri, m– ca111c1.tmo. che re.tpin11eva - presiedorro alla fatica di soluto.mente. di un dato mo– ogni natale per apparire figlio Carrà: ., Fondo naturale e mento dell'arte ma che ritar– di nessuno. Il movimento. è permanente - scrive il Pac- nano. in aspetti e commist'io– da chiarire. partiva in prima chioni _ era soltanto una ni diversi. negli svolgimenti contro tutto il passato per aspra rudezza. un sen 80 pitì lontani di tempo e di. una repellenza (giustificata) scontroso e schivo. che chia- luogo •1. Il «Novecento» era ,--------------------~ ~;c~•e~s: 11 t:~~~ -~p~ 1 ~f~; DIARIO DI 'U ' PROVJ CIALE * L'erede iDylan Thomas * di A/1 1 6ELO ll'ARDIJCCI Le cronache dei giornali hanno dato largo 5pazio alle strane vicende della fanciullina inglese che, ascol– tando dischi di musica sacra, quasi mvasa da un im– provviso démone, scrive versi di getto, addirittura un ~=m:~t:sl: ~~1;:iem1r~~~~~::~~uns~~~~a~!~~!rtiq~~tt~~ Oylan Thomas e che un editore è già disposto a stam– pare il primo libro della sconcertante bambina. E· torse l"~n1ma dell'inquieto poeta gallese che ispira la sua g:ovane conterranea? E' la domanda che sembra assil– lare certa pubblicistica d'oltre Manica e indubbiamente - bisogna ammetterlo - • esistono tra il cielo e la terra più cose di quante non ne dica la nostra filoso– fia•: ma il problema non è questo, non ci interessa affatto il sapere se il turbolento ed eroico Oylan Tho– mas, l'ubbriaco patetico e rissoso, riesca ancora a comunicare con i vivi in una maniera cosi imprevista. No. davvero: 11 problema proprio non è questo. Se una cosa è doveroso chiedersi dinanzi a fenomeni Jimili è se .sia possibile una qualsiasi forma d'arte che non nasca da una precis a cos ci_enza; se sia possibile scnvere versi senza che es.si siano maturati in anni di sofferenze e di gioie, di e8perieoze comunque; se sia possibile tracciare una llnea su una tela senza che essa nasca da una compiuta visione del mondo, da una tremenda macerazione interiore. Un problema analogo è accennato (con quale forza e persuasione ·maggiore, non c·è neppure bisogno di dirlo) nel primo capitolo di. • Quaderni di Malte Caurids Brigge • di Rilke. Il poeta tedesco scriveva: • Molti versi non 90no nati cosi e perciò versi non sono •, aggtungendo che, forse, dopo una lunga vita, passata a vivere intensamente, è pos– sibile scrivere, • in un attimo di grazia•• poche parole wramente illuminanti. Nessuna ventà c'è sembrata, non solo in questo momento, più necessaria di quella enunciata da Rilke. Dovrebbero meditarla i critici trop– po pronti a gridare al prodigio, gli editori troppo in– clini a stampare. E ognuno di noi dovrebbe meditarla, troppo disposti a mettere penna su carta non appena c1 duole un d~nte o ci tormenta l'insonnia. vittime furono parecchie; ma Carrà e Sironi (e forse anche Tosi) seppero indubbiamente signoreggiarla. LA FIERA LETTERARIA SCRITTORI IN PRIMO GINO GARA: Le stagioni di Caden Valerlo sembrava non avvertJre la triste condizione del proprio tempo da cul. al di qua dell'lntJ.ma sua necessità. era spinto ver– so Caden. Una dura e meschina realtà. Forse ~f=v~·1a~~:~ 0 :~~hi -~~~i :ua~ a mano a mano che egli In essi sl inoltrava, parevano spogliarlo di anni e anni e anni. assai phì di quanti ne contasse; e un poco dlverUto anche, per il modo in cul U ritro– vava. I suol luoghi. Era proprio la guerra che lo scacciava da casa sua, dalla sua cara. un tempo serena. città di antJche pietre e di odorose ooUlne. Non ci pensava. O non vo– leva pen.sa.rcl... Quel mattino. dì buon'ora era salito in bl– clcJett.a. dopo che I moblll migliori di casa eran stati caricali sul carro trainato da due grevi brocchi di pelo rossigno. Ora seguiva 11 carro, che percorreva al piccolo trotto la strada rivierasca al pled.l delle colline. Se la stanchezza Jo prendeva - era appena con- f~~~at\?b~itase~: f~~~~1i ;•P~cJ::: posto a fianco del carretUere. Gliene veniva una sensazione gradevole. dapprincipio stra– na polchè egll non riusciva a Individuarne JI movente: ma. superati I primi paesi e aprendosi la campagna aJ suol occhi cosi oome al suo animo. riconobbe visioni. Imma– gini un giorno consuete. e l'odor della terra. delle flenagionJ, 1 campi ormai secchi e spo– gli del grano trebbiato. 1 campi che presto l'aratro a~bbe dissodati e solcati a fondo. le vaste appezzature di granturco: allora capi di che s1 trattava .... Il sole era appena su dall"otizzonte, l'aria frizzava. Il fogliame mosso splendeva della guazza notturna e Il gallo non aveva finito di cantare stirando il oollo. Impettito. Dal portico della stalla salivano a lui. sprofon– dato nel saccone, le voci dello zio Menic o e del cugino Antonio Intenti ad attacca.re I buoi all'aratro o al carro matio. Mentre zia Adele liberava il pollame dagli abitacoli della barchessa e Impugnando una cannuccia di sambuco. splngeva davanti a sé Il folto drap– pello delle ga11lne faraone slno al capanno sulla passa.Ja dell'uva mar-zamina. in cucina zia Gemma arrostiva Insieme fette di po– lenta e di salame sulle braci del camino pa– triarcale e scodellava Il latte fumante nelle ciotole di terra bianca. Allora Jul saltava giù dal letto, correva aJla finestra spalancan– dola. avido d'aria buona e nuova. si preci– pitava di sotto 1n cucina dove veniva accolto con un'affettuosità sbrigativa: per prima co– sa gU si chiedeva se aveva recitate le devo– zioni del mattino. Antonio. da poco finito Il servizio di leva. andava riacquistando di– mestichezza col lavoro de.i campi nel quale s·era Impratichito assai tardi rispetto agli altri figli di contadini a motivo degli studi, Intrapresi ln Seminario quindi lnterrottt da un tedioso male di crescenza. più avanti ri– presi in un collegio della • bassa •• retto da Salesiani. e mal condotti a fine: abbando– nata dapprima la nebulosa vocazione al sa– cerdozio e poi l'lncerta aspirazione a un diploma, di perito agrario Ed ecco. tntlne. la strana sensazione chia– rirsi: Il carro sovrastato dal moblll si tra– sformava nel sobbalzante carro di quelle fresche dolci mattine. le ruote cerchiate di ferro. le assi ingrumate di terra bigia: egll sedeva sul davanti accanto al cuglno. le gambe nude penzoloni sullo sterzo, attento a scansare I colpi di coda con I quali I buoi tentavano di scacciare t.afanl e mo&00nl. Dal cest o aff idatogli da zia Gemma seJ.iva alle sue na.rf lo sLuzzlca.nt.e lezzo del salame ar– rost it o: egli pregwta,•a il piacere della cola– zione sul campo, quando. n sole ormai alto in cielo. avrebbero preso riposo nell'opera di aratura o di semina. seduti sotto la vigna con la fiasca del vino moro piantata entro un solco tra due zolle. grasse, col verso ap– pena rivolto fatto Uscio e lucente dal vome– ro dell'aratro.• Le stagioni si susseguivano. si accavalla– vano; gli anni parevano eludere la ferrea rn.Lsurn del tempo e. nella sua fantasia e nei mutanti volti di una natura immutata che egli andava ritrovando. le età della sua esistenza correvano 1n lieto disordine all'ap– puntamento del cuore: Valerlo stava riviven– do nelle brevi ore del suo vi aggio d i ritorno forse Il meglio dl sé. ciò che ades.so scopriva - fosse o no illusione - e6,Serstato il meglio, la parte più serena e gloriosa della sua esi– stenza. E infanzia. e pubertà, e adolescenza.. .. gli stavano dinanzi chiare. Importanti: ama– bili figure, quasi creature dolcissime della sua stessa carne: tutte fresche e novelle, co– me se egli vivesse in esse. contemporanea– mente. tnnumert stagioni. Oh. veramente!: l'assalto amoroso delle cento e cento immagini. delle cento e cento figure di sé e di questa natura.. e di questi suoi parenti contadini che formavano per lui una .seconda famiglia. e di questo cugino ammaliatore sopra tutto; oh. veramente vo– leva sommecgerlo. Oppure lo trasportava in alto ln alto. fuori della prigione trista ln cui si era chiuso Il mondo urlando bestemmian– do uccidendo. Era come cambiare pelle. per ritrovare le verdi membra della primavera No. non fosse solamente un sogno. Udiva la voce allarmata dl zia Gemma chiamar dall'aia. dal campo dietro la fatto– ria. dalla barchessa: udiva. esplodere con essa la collera bonaria di zio Menico: Vale– rlo! Valerio! E lui. clnque, sei anni. ridere soffocando al sommo di un pagliaio. li ac– quattato, per balzar .sù d'Improvviso a spa– venta.r tutu con la forca In pugno. O oorrere all'Impazzata. inciampando. stramazzando, rotolando nel fienile sopra la stalla in un fuggi fuggi crocchlante delle galllne ln cova. Antonio lo inseguJva, lo veniva a pescare nei luoghi più impensati, lo trascinava da– vanti a.I misfatti compiuti: l'uovo barlacclo da covata splacclcat-0 contro 11 muro per spandere lntorno U fetore. o i gusci dell'uovo ancor caldo, che nell'aria non s'era manco spento il coccodé, succhiato alla ladra; e 11 pulcino st.ecchJto nella streua dell'mcauta mano. 11gatto legato dentro il sacco e por– tato ln giro. furioso. per i campi. Antonio lo acciuffava, lo sollevava da terra tenendolo stretio alla vita sotto 11 braccio con 11 sedere ln aria, e giù scapaccioni. Valerio infine si liberava scappandosene lontano dal cugino e ripa.rava ln lacrime tra le sottane di zia Gemma. lesto a .schivare. la manata di zio Menico sbuffante: la zia gll affibbiava l'ult1- mo .scapaccione che era come una tenerezza, lo prendeva in braccio dicendogli sbirro. de– monietto e altre affettuosità. magari conden– do 11 tutto con un segno di croce come un esorcismo Più tardi .sarebbe stato di nuovo con An– tonio. a stuzzicarlo e ad esserne ripagato. a correre. a cantare a squarciagola rovescian– do il fieno dal carro tirando sassi all'oche nel canale. Venivano gli mfuocatl meriggi estivi: la Frasséna dall'acque verdJ. lente, il letto mol– le e sfuggente al piede. le sponde erbose. sotto gll Ippocastani rivieraschi. lo vedeva im– mergersi con ti cugino: quando scappar via con un grido, dolente per Il morso di un Insetto bestia nera saettante .sul pelo del• l'acqua. Venivano le sere miti del maggio, quelle placate del settembre: la Frasséna lucida serpe alla luna. I grilll. le rane. l'andare per l'argine ascoltando Antonio rievocare I tempi di scuola e •dire» I suol magri poeti ottocenteschi di quando in quando sostando per riscuotere Il suo consenso. Eran ormai quindici anni e Il ginnasio. Eran quelle. an- da scrivania, quello scafale dove, con I liber– coli di devozioni, le Vite del sanll. la Bibbia in edizione purgata popolare, I te.stl di scuo– la, le dispense dei corsi per corrtspondenu (poiché Antonio, lasciato Il collegio dei Sa– lesiani. aveva per qualche mese manifestata una tardiva voglia di studiare). un'annata delle -c Vfe d'Italia»~. a pOCO a poco. fogliet– ti parrocchiali, partecipazionl d'eventi lieti o di lulto, scatole d :,~ nl dt. ·n p '! polvere da spato, cartoccetti di sementi. foto– gra.fle inglallite. s'eran venuti a tr0vare, chis– sa come e chissà di qual provenlenza, taluni llbrettln1 che. potevan far gola a più d1 un blbUofllo: edlz1oncine t.a.scablll. di carta di grana grossa, di stampatori veneU del Set– tecento, come Il Teojtlo d1 Gautier de Coln– cy o Le avventure di Telemaco di Fané.lon, e persino li Poliuto dl cornellle; poi Sainte G~neviè1,e e il Curato d'Ars. E persino Don Gfoz::anni di Mollère. esso davvero demoma– camente introdotti nel coacervo di carte stampate e di polveI'06e cianfrusaglie. Ion– t.anls.slmi gll ospiti di Caden dal sospettarne il contenuto. tutti. tranne naturalmente An– tonio che era l'unico a metter le mani nello scaffale e a ssper orientarsi fra tanto di– sordine. Su Valerio. I llbrettlni In quesUone, avevan sempre esercitato un fascino particolare che dovevano non poco alla loro e antichità». alla loro qualità letteraria e al trovarsi. so– pra tutto. ln un sito dove nessuno se Il c;a- Ricerca di una verità cli ALBERTO BEl'ILACQIJ_,t Gino Nogara l naia e vive a Vicenza. dc'1'e divide la propria attivitcl tra J'ore• ficeria paterna e gli ittcariclli dei vari quotidia,ii e periodici ai quali collabora (tra questi, ricorderemo • i.A Fiera Ut• teraria "• • Sipario li, e lA Situazione li, e /I Popolo•, • li Ga4z.ettit10 li}. Il lavoro letterario di Nogara si articola, contem• poraneamente, in più direc,iorii ( poetica, cnrica e na rrativa), co n w1a intensità che lo scrittore provve.de a tener viva sulla base del suo autentico entusiasmo e del– la sua onesta misura di ambiilone. Per ;~~:r: : nJ:~~}:f,~:,;,e 0 '':::;~~~ :~rs'::"ia soli!Udine e l'isolamento intenore, non è stata facile per una molteplicitu dt mo tn•i. 1·i;:ntft~;m~s:rr;n~ !f 1fu:'°:!n:c'i~tt~,i aP.parve il pnmo voltmrettr.;idi Nogara (ti titolo era .. NeJ grande srle,r;;10 li." una raccolta di versi e prose). Ma gli inter• venti della critica piit qualificata dove– vano verure molto •più tardi. L'editore Bino Rebellato, mjatti, presenta,•a nel '56 un volumetto di liriche, dal titolo • Ecco, si fa l_uce li, in c ui Nogara raJgiunge,•a una misura lirica origino.le e c11iaramen– te sttscerribile di positivi sviluppi. Due anni dopo, lo scrittore si ripreseutava ai lettori con il suo primo romanzo, • Una douna morbida li, stampato dalfe.ditore r~,7;f;!~ ~c:~:'71;· :;~!'!:'::te. li J~~e:i~:n;~~: ha pubblicato, per i tipi di Sciascia ( • Quaderni di Gallen·a li J una nuova rac– colla di paesie, • Oro di paelia li, pre– miata receutemente al. --Cittadella • con una me.daglia d'oro. · Il brano che pubblichiamo fa parte di un luugo e.d elaboralo romanzo che sarà portato a termine prossimamente e che avrd per titolo .. Una fede sbagliata •· lri merito a questa nuova fatica, diamo la parola allo scrittore stesso: • ... S.i tralta di una storia reale ambientata nella cam- che ie Sere .n cu .. ruho_..... .. _..J queto, appena consumata la cena ... Egli c0- mlnclav!l a conoscere Il dolce male della so– litudine: sedeva fuori. ammaliato e spauri– to Insieme dalla immensità dei campi cele– sti con le mlriacU di stelle; scorgeva davanti a sé le fitte chiome Incupite dei gelsi, le due ploppe giganti all'lngres..c;o sulla provinciale stagliarsi nel blu notturno quasi sovruma– ne presenze tutelari della fattona. Zio Menlco usciva tirandosi appresso una seggiola Impagliata e andava a sedere disco– sto da lul, sotto una delle finestre deila cu– cina aperte sull'ala: la pipa di radica, una due tirate. una lunga acre buffata che ap– pestava l'arta.. a tratti un ciangottare tn– compren.slblle tra I denU. Capitava. di quan– do in quando, che s1 rivolgesse a lui per far– gli osservare quanto umile e sempllce fosse la vita di campagna al confronto con quella cittadina: lavoro, fatica e sonno. Poco gau– dio ma salute molta del corpo e dell'anima._ Più spesso parlava attraverso l'inferriata con le donne In cuclna. del tempo che avreb– be fatto l'lndoman.1. d1 taluna bisogna sui campi. della malattia di una vacca, della vi– tella cresciuta al punto da poter essere ven– duta. Prima di rientrare per andare a letto, si faceva portare dalle donne Il grande cati– no di rame e. rimboccate le brache sui pol– pa.ccl vi metteva a mollo I piedi con 1 qua– li era andato in giro scalzo tutta la giornata. Venivano t giorni festosi della trebbiatura con tutto quell'oro della pula seminato per l'aria, le gole secche, il ridere sveglio delle ragau.e al sacchi e al covoni, le imbeccate burbere di zio MenJco. Zio nt-a avanti e lndletro dalle cantina recando t bottiglioni del clinton, ed ogni riapparire più vispo ed ammlccante dagli occhietti spiritati. In nuno stanzane del primo piano. lungo quanto la fattoria. veniva ammucchiato 1l frumento che non era stato poss.lbile acco– gllere nel granaJo. Per molti c'era stato un letto a due piazze col .sacconi crocchlantJ d1 foglia saracena, dove Valerio spesso aveva dormito; e forse c'era ancora quel banchetto a muro sovrastato da uno 9ea!fale rudimen– tale, quel banchetto che sen•iva ad Antonio pagna ,•enela tra le due guerre, protago– nista una famiglia di contadini, piccoli proprietari abbastan:.a facoltosi ma cl1e coltivano direllamcnte la p ropria terra. Gente ro:za, molto pia, ma sordame.me religiosa. l'e.duca:done che viene impar – tita ad Antonio, ad esempio, l'unico figlio maschio, porta il giovane proprio pe, quelle vie di dolori e di errori, taluni fr. reparabili come la morte di Margherita, dalle quali avrebbe do,-uto invece te11er– lo lontano ... Anche i11questo mio nuovo romanu, esiste un conflitto familiare, d1 genera:.ioui, tullavia non altrettanto ve> /uro e de1ermrnato come in " Una donna morbida". Esso apparircl di riflesso, oscu– rato dalle vicende violente del perso11ag– gio principale, Antonio; confido che ,wn mancherd di conferire al mio libro un impeJ"0 nella ricerca della veritd nella condiu:one umano., cl1e ci fa tutti pecca. tori o per accidia o per tr oppo p resti• mere nella bo11tddella rwstra fe.de... li. .. Le stagioni dt Caden li racchi udono già quelle che saramw le caratteristiche peculiari dell'intero romanzo; cioe un'ap– profo11dita e distesa analisi psicologica. il g1tsto della relrospe.lliva lirica, un com mosso senso del personaggio visto prefe, ribilmente con il zono accorato e, quasi, elegiaco. i.A puntuali:..zailone critica più interessante, co,mmque, è quella che può avanzarsi in merito allo stile di Nogara. Il lettore avrà la sensazione di trovarsi di fronte ad wr testo tradizionale, decan– tato con w, andamento formale che sr potrebbe de/iture, se rwn superato, cerio chiuso in esperien~c apparle,renti a per riodi ormai catalogali in wui storia che, più o meno giustamente, ci appare diffi• cilmente rinnovabile. Nogara h.a corag- ~~~!~~~7t~1a ri=J~1~ 0 s:f':~;e;::;;;,~ il proprio iusto e noi siamo certi clte il romanzo avrà un d«:iso tmtbro di originalità. ALBERTO BEVILACQUA rebbe po~utl pensare; in una casa dO\·e, levato Antonio e sua sorella andata sposa in America, soltanto zia Gemma non aveva per– duio l'Uso della penna. sebbene mal a,·esse appreso l'uso dell'ortografia e t.anto meno quello della grammatica, e 11 poco d1 stam– pato che passava sotto gli occhi lo sl leg– geva compitando, o quasi. Era questo un alUo di quel ricordi che ren– devan dolce U ritorno a Caden: sebbene ora egli sapesse come Antonio non ave55e alcun merito. ché non era stato lul a procacciar Molière e cornellle, o Fenélon. a Caden. Valerio non poteva liberarsi dalla sensazione provata quando. glovlnetto e già cen qualche stravaganza poetlcn i:,,r Il cal)O. aveva faLta la straordinaria scoperta nello scaffale: uno stupore nel quale conglura,,a ormai quella ammirar.ione per Il cugino che Il tempo e le azioni d1 lu1 avrebbero resa ambigua. D piccolo Valerio si divertiva un mondo a scappar di 60pra, di nascosto a tut.t.l, per tuffarsi nell'alto tappeto del grano spulato, affonduvt le braccia sino all'ascelle. spro– fondarvi sino alle ginoochia. con la grossa pala di legno scavare e spargere. se.avare e spargt::re intorno. D giovinetto Valerlo sa– live di sopra. ormai quleto. affondava anco- PER LA VOSTRA CASA Se sui tavoli delle redazioni arrivano Je cose più strane, neUe redazioni letterarie gli arrivi più frequenti sono ovviamente rappresentanti dai hbri. Molti finisco– no direttamente nel cestino, tanto è evidente, a prima lettura, che I versi o il romanzo di cui si tratta non hanno altre giustification1 che quella d1 una _immens~ vanità pari soltanto ana presunzione. In altn casi SI rimane perplessi e non si sa davvero che pesci pigliare. E. quanio c'è accaduto con • Anfoteron •, un libretto di versi di Marica Larocchi. Se l'autrice avesse avuto almeno vent'anni non avremmo conosciuto esitazioni. ma poicbè leggiamo in una nota che la nostra poetessa è iscritta per l'anno in corso al secondo hceo clau1co, che • non ha ancora compiuto i 17 anni di età, ma è già pienamente consapevole del compito rinnovatore della sua mis.sione poetica• (gli accenti non sono no– stri sono nel testo). prima di gettare questo libretto nel' cestino desideriamo chiederci come siano possibili simili fenomeni. Carrà. dunque. continuerà a dipingere superando i dis– sidi teorici in una sobria poesia della composizione e del colore. impegnato a « ca– vare a poco a poco dall'in– forme >1. senza m ai giungere al descrittivo ma fermando.ti all'essenziale, cioè a u na realtd che è anche astrazione. ad atmosfere ipostat·iuate come fuori del tempo, a fi– burazioni emblematiche: un mare. uJa ccua, un albero .,ono il mare. la casa, l'al– bero. Donde opere altamente significative. singolari espres– l'fiorri di un'epoca. come L'at– tesa. n pino sul mare. Il cir– co. Casine sul Sesia. Il Cin– quale, L'estate: • una pittura - dice il Pacchioni - che reagisce non soltanto alle affermazioni impre.uioniste ma che sconfessa tutto l'Otto– cento». Dalle chiacchiere fu– turiste eravamo giunti ai • faui » degli artisti autentici. L'impegno di Carrà-critico. infatti. volto spesso a cono- 8cere e indagare i fenomeni artistici europei. gli giova per liberarsi da ogni suggestione mimetica (al contrario dei nostri astrattisti di oggi che. per voler essere a ogni costo internazionali. a s sumo no istanze straniere a noi non congeniali) e • per rialla.c– ciare il filo interrotto del no– stro secolare percorso storico rimeditandone e facendone rivivere nella propria gradua– le maturazione la vitale ossa– tur~ ». Perciò Carrà. pur es– sendo impegnato nelle pole– miche connesse atrettamente alla sua epoca. va conside- rato - come Casorati, Mo-lr---------·----------------------, le più belle litografie e acqueforti originali degli Impressionisti e dei maestri della pittura moderna: Un libro non si stampa da solo (e la nostra poe– tessa è già al secondo), nè da soli vengono stampati • dei pregiati biglietti da visita • con preghiera di recen– sione•: qui c·e un paàre, o una madre, o una nonna che pagano. Ognuno spende i propri soldi come vuole: ma que– sto ci sembra il modo peggiore. E siccome, oltre ad occuparci di letteratura. siamo padri di famiglia e la educazione dei nostri figh ci sta più a cuore d'un sonetto caudato. ci permettiamo di consigliare i geni– ton della gentile Marica Larocchi a investire meglio i propri risparmi, per.suadendf:l la propria fi~liola che, a diciassette anni (a meno d1 non essere Rimbaud, ma non è p:-oprio il caso) conv_1ene studiare ~ ver~1 degli altri prima d1 stamparne d1 propn. Tomi, qu1nd1, la brava Marica al • Tytire tu patule • che le compete, faccia svolgere • compiti r10novaiori • a c~1 n_e ha_ le qualità; i suoi genitori, infine .. trov~o modi m!ghf?M e diversi di consumar quattnm (c'e tanta nusena a questo mondQ), persuasi, oltre tutto, che, se son rose, fioriranno. ANGELO NARDUCCJ randi. Sironi e qualche altro - decisamente un clauico. La pittura di Carrà. i11ol– tTe, ha sempre impegnato l'uomo-Carrà. attraverso un conttnuo arricchimento e una 1 continua rinunzia che lo fan– no altalenare tra l'eleganza e il primitivismo per attin– gere I' esserizialità cromatica e un maturo valore espressi– vo: il tutto sussunto a una profonda umanità e a un em– pito lirico di ecceziohale pu– rezza. che consente il coor– dinamento dell' « 03trazione di contenuto con una espres– sione formale decorativa ». Perciò le me visioni - co– me nota il Pacchioni - sono solitarie e severe, quasi asce– tiche; c'è in esse un « sognan– te divagare di acque silen– ti. intrise di un lirismo ro– mantico. si. ma per nulla svagato e distratto; costretto. anzi, a una ma pensosa mo- Non privutem della gioia d1 leggere nella lingua originaria La COMMISSIONARIA EDIZIONI INTERNAZIONALI ROMA · Viadi Filomarino. 10 Telefono: 85.26.30 • provvede ad abbonarvi a tutte le riviste del mondo. • vi procura libri in tutte le lingue. 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Una buona giornata. la guerra come non esistesse: da quelle parti non si inoontrava ancora un'Uniforme né apparivan segni evi– denti della trlst.tzla del tempo. I due brocchi prooede,•ano di un p a.MOsostenuto, 11 carret– tiere aveva tira.te sugli occhi la tesa del cappello di p aglia e poco manca,·a che s'ad– dormentasSe. D .sole saliva incontro al carro, sulla destra la strada andava sensibilmente discostand06i dalle colline che mutavan di verde, incupendo. ora aspre, con fonde spac– cature di roocla. ln crescere di quota e d.1- rada r di ca.s.e. La strada correva in mext.0 alle colture tra due .stretti canali. recando sulla sinistra in terrapieno la linea ferrata del trenlno della Veneta. SI profilavano all'orizzonte le alte gibbosltà degli Euganei. azzurrine, mentre a mezzogiorno. enorme cetace0 dal dorso velloso arenatosi in plano da una millenaria alluvione. si presenta\'a U colle eremltale d1 San Pancrazio con 11 convento dei Cappuccini coronato d1 clpres– settl e la sottlle croce sul sommo. Pensieri di pace, fantasie dl settne solitudini, fant~– sle di llete scarrozzate In serpa con zia Gemma con Antonio; felicità delle redini in pugno è delle frustate all'aria. schiocchi., ri– sate; Il nitrire Impertinent e dell'ombrosa Beppa. gli scarti tmprovvl.sl sui garretti ner– vosi e Il trotto veloce . .soomplgllat.t i capelli come l'argentea criniera della bigia cavalla. Il sole ardeva.. l'aria era diventata un poco fosca e la brezza. on:na1 fiaccata. vagava di– spersa calando al bas50 con ftatl di calura estenuata D carrettiere si era spinto 11 cap– pello indietro sulla nuca per tergersi Il sud0- re e. presa tma nasca di vino dalla sporta che teneva sotto cassetta, ne traeVa brevi sorsate sciacquandosi In bocca e schioccan– do le labbra. I brocchi avev1m rallentata !"andatura. Valerio saltò dal carro da.Ila parte in ombra e si m1&e a seguirlo a piedi. Le vigne gravide su entrambi I latJ della strada, le vigne per un'ampia distesa quan~ ne sapevan comprendere I suol occhi tra 1 campi di polenta e trifoglio, delle biete zuc– cherlne. La campagna aveva trovato un nuo– vo oolore. smagliante. Il giallo del ravizzone da cul Il contadino aveva lm))Qrato a estrar– re rollo di guerra. Quando li grano si infit,. tiva di papaveri. tra U rosso festoso di questi e le piantate di ravizzone 1n flore. la cam– pagna dava un gran bel vedere. Adesso era– no le vigne dell'uva mora e bionda. una bel– lezza tutta da scovare nell'lntlmo deUa cam– pagna. di n&.SC06tl lucclchU e segrete iri– descenze. Sarebbe tornato a far ,·endemmla come per gli anni passati sul traballante scalon– cino a triangolo, le grosse cesoie alla cintola e il capace costo appeso all'uncmo di ferro: la voluttà del grappolo strappato, del chicco spremuto tra labbro e labbro .... Ora che la guerra aveva portato via gli uomini ,·alidi e anche quelli meschini, cl sarebbero state più ragazze d"un tempo chiamate ad opra. Gaudio di Antonio, disperazione delle vec– chie zie. Ma sl esagera,•a I Antonio le sue malefatte sapeva compierle con discrez.ione e. sul lavoro. si teneva alla larga dalle donne. lul figlio e nipote del padronl Avrebbe fatta vendemmia e anche lul sa– rebbe sceso entro li tino a piedi nudi. con I calzoni rtmboccatl al di sopra delle ginoc– chia: a pestar l"uve nel tenebroso canti.none. domlnto Incontrastato di zio Tlta. li dol~ cantare sotto la vigna, di quelle canzoni campagnole che mettono ln cuore un pizzico d'ebbrezza e un altro di malinconia. come l'est.ate che langue tra le braccia dell'autun– no avanzante. Il canto in l:bertà si ripercoteva nella son0- ra cantina. le voci si rlmandavano una al– l'altra dalle volte alle botti. e 11 m06to sa– liva. flnchè U vtno nuovo spUlava. Oh mon– do antico di C&den! Avrebbe ritrovato tutto 11 suo bene. nel buono e nel meno buono. nella pace e nella tentazione. Tutto deside– rava. tutto accettava. Si fece calar giù la bicicletta. montò 1n sel– la e la.sciò il carro alle proprie spalle. Le due oloppe dt Caden. le più alte del dintor– ni. erano ln vista. BRAQUE CHAGALL MATISSE MIRO PICASSO E ALTRI GINO NOGARA no in cui sono resi con fe– deltà assoluta li rilievo del– la pennellate e le ricchez– za del colore. * Per rlc:•v•r• 11nuovo cotologo Illustrato elenconl• ollte lOQ tlloll Invio!• un 1ron• cobollo di L 100 allo libreria Schwar1, Via S.. And1eo, 2J • Mllono Notevole è, nella sontuosa I orrispon ente per apo L: (continuo pa.f. 6) _ '------------------------------..J -------------------1

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