la Fiera Letteraria - XII - n. 12 - 24 marzo 1957

D_o_m_e_n_ic_a_2_4_m_~_rz_o_l9~5_7_· _ _ .,-- __________________ .::r.;.:..·A_' _F_TF~~_A~ _ T~!_T_T_F. _R ~~ R_T_'A_' __ _____________ __c _____________ P_a_g._3 · SETTANT'ANNI DI'PIERREJEAN JOUVE Pierre Jean Jouve ha set– tant'a·nni. IL poeta infatti è nato net 1887 ad ATras. Pas de Calais. L'augurio della Fiera Letteraria va oggi aL grande scritto-re francese, ancora trom,o poco cono- ;i;. sciuto da noi, eh.e lavora schivo e appartato neUa ,ma casa silenziosa di Parigi. Net quadro deUa poe– sia f,rancese contempornnea Jouve ci appare come un solita1'io, un grande isolato che si riallaccia att'avven– tu'l'a dello spirito e del lin– guaggio iniziata da Nevai. J ouve è ava-ro di dati bio– grafici: egli pe,tSa clie lo uomo si giustifica con la su.a opera.. E mai opeTa fu più coe1'e-nte, pi.ù fedele a 1Lno strenuo ideale di ve– rità. Le Poesie, presentate da Giuseppe Ungaretti e a C11.– ra di Nelo ,Risi. sono la pTitna Antologia Poetica deU'opeTa di Jouve tTadot– ta in lingua italiana. Le veTsioni · e i testi qui Tiprodotti sono staH gentil– mente concessi dall'Editore Carucci, e fanno parte del volume : .,. PieTTe Jean J ou– ve: Poesie ... , Roma 1957, in corso di stampa per ., La Cotlana del Pttnto ». UNA PAGINA INEDITA. DI Gl!JSEPPE UNGARETTI -MAGIS.TERO DI JOUVE Anch~ quando per il troppo durare l'anima pareva essersi fatta di roccia, mai non ei-a assente « il mattino che ode l'allodola cantare» Il magistero di 1 Pierr~ Jean Jouve è La causa, non l'infanzia e, in romanzi e ' nel suo lungo appassionarsi a farsi testi. in canti, la poesia di Jouve non potrà mone in romanzi e canti dell'oscuro che avere altro tema se non Pamor~, com_e non è mai di vocaboli, ma dell'essere e - ci suggerisce - nel Don Giovanni. del vivere. I vocaboli Ci. paiono oscuri Mozart, come nel Wozzeck, Be_rg. L'amo. - ma realmente ci illuminano - solo re si converte in morte spaccato dal pec– quando nel segreto dell'essere e del vive. cato, l'unità umana per libidine si muti– re s'affondano, riflettendolo poi mitica- lò, si scisse, frantumata va sbriciolandosi mente se ,giungono a esprimere ciò che nel succedersi dellè generazioni lasciando diciamo poesia. Che il vocabolo abbia in eredità al sangue, stratificazioni di percorso 11:lbirinti smarrendovisi, traendo- buio, facendo il buio umano sempre più sene a volte in salvo, occorre si senta, e pesto. occorre si veda che a scrutarli, i labirinti1 Come, a simig1ianzadi sogni se visi. ha, recuperando a Oarlumi ni.emoria, per. tano il sonno, possano affiorare su quella so l'ordinaria vista; se no, è vocabolo notte fonda vocaboli, come divengano pa. falso, vu0to vocabolo, vocabolo senza role di poesia se uno indovina e scorge in realtà, vocabolo ébe 001;1 riesce a farsi essi la pro(1ria lunga responsabilità urna .. parola. na e i connotati veti della propri~ per- « Non dipende la mia poesia t1alla mia sona imparando a dare uno scopo al pro– infanzia - ci avverte - e non mi P0Sso prio drammatico vivere insieme agli altri: pensare se non adulto i>. Altrove: « Se vi ecco la lèzione di Jouve. parE!, l'Arte non è per me legata all'ari. E' un'opera sorta come sotto il segno gine locale: è faccènda di sangue, d'ere- di Niobe. dità )). Oppure « Trovare nell'atto poetico Non c'erano per Niobe che il figliare e una prospettiva religiosa - 4nica rispo- catastrofi, sino dal prin~ipio, ma, mesco. sta al nulla che è il tempo >). Iato alla vicenda anehe q'uando per il .u_na :ftsia tdunque ;~~icat: in una ci- troppo durar; l'anima pareya essersi ~;~~:: 0 ; p~~ ::~p;e: m:~:ae~i=: :: fatta di roçCia, mai non era assente « il può tentare di ritrovarsi se non median. mattino che ode l'allodola cantare. Iddio te il ricor,so tenace à relazione con le non avendo voluto fosse senza aurora». origini o,. dicendo meglio, con il principio. GIUSEPPE UNGARETTI Le Fanconnier: « Ritratto di Jouve » I UNA TERRESTRE FANFARA * C'è la Natura, una terrestre fanfara colorata e fresca con « gli.aromatici monti», con le stagioni felici, gli al– beri, le nuvole e i ghiacci. C'è l'uomo, con la sua colpa, i gridi di dolore, gli slanci, le prime invocazioni a Dio 'f df, 11/EL(J RISI II Paradiso Pe1duto è anatomica, aggettivata in mo- Elena è morta col suo pe- rielaborare temi • impoeti- ancora m1tolog1a, la favola do singolare Hai l?.1mp1es- so di carne, senza più .-ni ci:>. L'Apocalisse, alme!lo ~ul procede con ordine dall'ot- sione di essere di fronte a sein ni spasmes ni larmes ». piano estetico, non puo dir'-: tusa innocenza alla verità una grande vitalità non La tromba dell'angelo spaz- si attraente. Le sue pr:_sant1 triste secondo una linea di spenta, ma bruscamente con- ,za via la regina di Saba. allegorie ci fanno l'ecfetto eleganza classica. E' un eser- gela'ta e che continua a oc- Il sesso ripiomba nell'om- di quelle divinità :nùian~ cizio di bravura lirico, se- cupare lo spazio come in un bra. Si annunzia nella con- brulicanti di braccia ~ d~ reno malgrado tutto e un quadro di figura il gesto è danna della carne il motivo mani molto meno eff1cac1 poco laterale rispetto all'ape- fissato sulla tela. Intorno a della redenzione. con la loro presenza della ~= ~:gi;ix:~s;o~~or~:i~h ~-~~t.:t~atl:oii;;~~~e echi~! ca~~-~~~ apre con una invo- g.:~!.ili~i ~n DJ~v~fi~~~~to.1~ folli ah sciocchi. - Tenere so su uno sfondo di rocce. Pénètre-moi, SeigneuT de Agnello sul trono, e le ca– ascoso Amore? - Ma tosto' Di quell',ordine magico che ma pTopre doule,u-r lamità annunciate clamoro– uscirà fuore - Da la lin- Claude Lorrajn caricava nei è il libro di trapasso. un samente dalle trombe, tutta gua e dagli occhi - Per paesaggi.' (C'è qualcosa da pu1·gatorio. Ma non c'è nien- la complessa simbologia del m~ll~e~fi~i a)~~~·e: confusi ~~~e j~ 11 ~1t/:in!~t_dìct~u1! ~ie~~~~~f:'d~n~n s~fri!~ 0 n~rl' ;:i~~e è di difficile dige- e in embrione, fanno la loro scelta dei nomi è indicati- ancora guarito dalle colpe Jouve ne fa largo uso, a comparsa ne Les Noces. So- va: Lorrain. Piranesi, Dcla- Je .1uis un clésespoi-r aussi rappresentazione della ca– no tanti elementi semplici, croix, Coubert, Balthus sem- sec que te pie-rre - Cest par tastrofe, e proprio a partire accostati con violenza, che brano in vario modo con- le mal que je · me sens tpi- da Kyrie in molti poemi si incominciano a co11oscersi fermare quel gusto l)er- la rituet. avverte uno svolgimento ba– con stupore e la cui presen- composizione pluridimensio- Le accuse sono tanto più rocco. A lato dei motivi di za è qualcosa di incerto, nale, per le architetture spa- forti quanto più il cielo è meditazione, chiese tii vil– emblemi, sensazioni, fram- ziali che ii disegno di que- vicino. E la via verso l'alto !aggio, vergini di pietra nel– menti di idee, voci discordi nell'armonia del mondo gio– vane. C'è la natura, una terre– stre fanfara colorata e fre– sca con e gli aromatici mon– ti>, con le stagiorii felici, gli alberi le nuvole e i ghiacci. C'è l'uomo con la sua colpa, i gridi di dolore, gli slanci, le prime invoca– zioni a Dio; e c'è lo spazio, e la morte, e i simboli di purezza: - Une colombe - Ba– lancée sur te nue brançhe - Par le vent froid - Au sole-il cliaste - ApTès la mort - A vant ta résurrec– tion - Voilà ce q1ti me reste d'espé-rance. Dirà in un altro poema che la colomba, avventuràtasi L~u 8 o~ 0 ~.ta;olin s~if ;ù t!~~~~tt preda ai terrori; l'uomo e la sua compagna, aridi, smarriti, .-due pietre appog– giate al deserto>, caduti co– sì in basso, sono solo ma– teria: Br1He ces coeurs ce sont des silex - Ces &mes des pout-reHe:s d'acier, des billets de banque - Ces person– n,ages ne son pas vrais, brti.– le leurs poupées - J e suis si bas vois-tu que le ciel en est outrage. E' la colpevolezza inco– sciente; siamo nel buio, e coi primi bagliori della co– scienza nasèe l'idea rel.i– giosa. Il clima è reso da un lin– guaggio mozzo, disarticola– to, dall'accostamento di im– magini contrastanti le quali hanno il potere di ripor– tarci nelle tenebre verso il disordine e le contraddizio– ni che l'uomo crede di. leg– gere nella natura. L'uomo non ne ha ancora scoperto , l'armonia, e quell'espn.t de dtvision che lo possiede egli lo attribuisce ali' universo sensibile. Esteriorizza i fan– tasmi che lo divorano. Jouve non si propone di organizzare questa materia Jouve diciannovenne, nel 1906, a Interlaken ~~~ 0 Tc::ào ::;~~o~~n ~~:~ sti _m?estri esprime a_ me- è sba~r!lta_ da_fiammeggiant! la ca~pagn_a ~r':1~cese, sor: zione analitica la vita degli r~v1gl~a- Nella l<?ro p1ttur8: app~1z1om,_ tmta nelle luci ~o~o 1 tE;m1 c1y-1h comp..-es1 istinti. .-Nous avons con- rit1:oy1am_o alcm:u e~ementi dell A~_ahsse 111 quegli anm_ che vanno naissance à présent de mil-· att1.v1 nei poemi; gh spe~- Quat~e"!1-e Cheval t1~ es dalla_ guerra d~ Spagna al liers de mondes à l'intérieur son d1:lle omb_re, la n1:atena un so~~it 3mme. -:;-- S1fir_gitle co_nfhttQ mond!ale. _Ne La du monde de l'homme, que p_art~c1pante, 1 velluti ros- quat:teme' Cheval le pi-re -:-- --Vterge de Paris c'e anche toute l'oeuvre de l'homme s1, 11 sang1:1e, la. lucE: che çeLu~ que la_paro.le humm- 9uesto. Al pe~cato. succe~e avait été de cacher, et de attr':1versa 1 ~orp1, gh og- ne 1!-a pas ~it. _ 11_dolot!e che m ~h1aye. bt– milliers de couches dans la gett~ eloquenti. Qua~to all~ Vien fatto dt pensare a ~bea. proclan;ia l a_nt1cr1sto, géologie de cet ètre terrible musica, sul ~on Giov~nnt, D.H. _ L3:wr_ence, z:io~ tanto 11 disastro, l umamtà n:elle • s dégage a ec obst· Jouve ha scritto un libro. per 11 richiamo b1bhco, mal catacombe, la resurrezione ~~{ione et peut-étr; merceJ: E la VE;rti~alit~ di _certe sue per un.a noncura!lza i~per- dei rp.01:ti. Con_ la guerra 1 us ent (mais sans jamais c_ostr'-!-z10!11_ pohf?mche,_ cer- tur~ab1le verso d c~1dett<? J?uve 5.1vale_ d1 una espe– / bi!::1 parvenir) d'une argile h rec1tat1v1, certi corali fan. c~ttivo _gusto. _Solo a~ poeti n_enza 1mmed1':1~ per rag– et d'un placenta Sanglant. no pensare a un'ar~e del_la d1 ampJO respiro _e di salda gmngere lo sp1r1tuale. Des voies s'ouvrent ùont la fuga tentata sulla smtass1). struttura morale e permesso NELO RISI complexité, la rapidité pour- raìent faire peur. Cet homme n'est pas un personnage en veston ou en rmiforme com– me nous l'avions cru; il. est plutòt un abìme douloureux, fermé,, mais, presque ouvert, Bibliografia essenzi0:le une colonie de forces insa- PO ES I A b YRIQUE. Faris, Editions du WOZZECK OU LE NOUVEL ~ir~:\e~~!i::f~~ ~i~dec~:-~ LE PARAI_:>ISPERDU. Paris, M1{~~~-F~~~ .. ~l~ons OPER'A (en collaboration ~e ~~~~i~rd~edlt~~~j~u~~~~: !:; 9 _ Cabiers Verts, Grasset du Mercure de France. 1957_ . :;:r:ic;l~n~~~~~ Faris, Ll- faèi~::i: f1 ~::r did~a~~~~t LES NOCES. Fans, Gallimard. ROM AN z 1 e RA CC ON TI EN MIROIR, J ournal sans date l'incoscio dà via libera ai 1931. PAULINA 1880 Paris Galli- Fans Ed1tions du Mercure dr~l~ic~:if!· 1 :e 1 ~;;nti 1 :~~= SUEUR DE ~-6,NG.Faris, Gal- mard. 1925. de France, 1954 - ne gli effetti secondo la mo- limard, 1935. LE MONDE DESERT. Paris. V A Rl E rale comune non serve. E' MATIERE CELESTE Paris. Gallimard, 1927. Processionnai de ia. force an- ~in~t~enjo p~ò ~~:ra~~so~~i Gallimard. 19 37 , , RECATE. Par i s. Gallimard. gtaise. Fribourg, Editi o n s bene assoluto. A questo ten- KYRIE. Paris, Gallimard, 1938. 1928. L.U,F.. 1944. de Jouve con un accani- ,LA VIERGE, DE PARIS Edi- VAGADU. Paris. Gal.qmard. L'HOMME DU 18 JUIN _ Fri– ::r~f~necs~~o 'i!b~rt~~~i~u~~ tio~ d'ensemb~e (Glore.' v:rs 1931. bourg, Editions L.U.F. 1945. si a evitare il facile richia- Ma,Jeurs, La V1erge de Paris). HISTOIRES SANGLANTES. mo ai mistici. _ Paris, Editions L.U.F., 1946. Paris, Gallimard, 1932. TRA D U Z 1 ON I CC?!l Su€}'-r de_ Sang_ è_ con HYMNE. Paris, "Editions L.U.F., LA SCENE CAPITALE. Paris, POEMES DE LA FOLIE DE Matie-re Celeste_1 temi g1}m- 1947. Gallimard, 1935 _ HOLDERUN. Encol.laborat.ion iinop:e~~~i~az~~~~~;Jik:~ GENIE. Paris, Editions G.L.M.. A VENTURE DE CA'FHERINE avec Pierre Klossowski. Paris. delle e terre innocenti~ fan- 1948. CRACHAT (Hecatevagadu). Fourcade. 1930 • ~~n;~iior~i~~~r:~~a t~l~~;: DIADEME. Faris, Editions d~ ~,ouVel~~édition limitée. Pa• L~~E!~:~~~~ìs,D!di::~K:~ il cervo, profondo e ambi- Minuit. 1949 r1s. Ed1t1ons L.U.F.. 1947. ·1 t · SAGGI, Sagittaire. 1935. guco~:1a 1 1~ 1 g: ~he 10 investe ODE. Paris, EditiOns de Mi- un cristallo ne ~olora varia- nuit, 1950. LE DON JUAN DE MOZART R~:O c!:p~~~~IEJeTESh~:~: ~e1fe1:z:u~f ~e~~e !a;it~ ;~ LANGUE. Edition d'art: tirage F~~o~~=iti; 9~. L ~ ~ 1 ~!!: speare. II. Paris. Le Club rinfrange sul paesaggio, e limité à 53 exemplaires, dont 1948 . .J,ibrairie Plon, 1953_ , Français du Llore, 1956. ~!wr:i;li a~trf;,eli~d{~c:~a~~. ~Bto~::::::r:ro~n~~h~t:. h~o~~ DEFENSE ET ILLUSTRATION. AN T O LO G I E ciai Il paese di Elena è sen NeuchàteJ, Editions Ides et LE TEMO!NS. Neucb!'l.tel, Les tito· fisicamente, con un;• dré Masso~. Joseph Sima. Calendes. 1943. 2. Edition. Cahiers du Rhòne. Editions sensualità maestosa, anzi fu- Paris Editions de !'Arche l952 Paris. Charlot. 1946. à.e la Baconnière. 1943_ feeb~itecri~ g~~~il~~~o~~l~~: No~velle édit.ion. P.aris: Edi~ COMMENTAIRES. NeucMtel, A VNE SOIE (Prose et Versl. dono e sono fredde; con una tions d.u Mercure de France, Editions de la Baconnière, Fribourg, Editions L. U. F., enumerazione minuziosa, 1954. 1950. 1945. POESIE di P. J. Jouve Paese di Elèna Qui visse incomparabile Elena Antico luogo di verzieri e di galena Le lacrime di roccia le fessure inquiete Un gemito azzurro Le argentee rupi in urto Disumana impensabile neJ.la sua veste lunga Com'era bella ammantata di rocce E agghindata di fiori di prato! Nelle sere Dei palazzi bianchi e spogli in ombra fra le [canne Com'era nuda, e triste! che ardore nelle mani Quanta forza nelle reni del suo incarnato roseo 'Aveva per amare e per esistere! che seno Per nutrire! e le dolci fantasie Dalla sua ombra! e come seppe morir bene In un abbraccio di palme e di vallate. Qui sono custodite le -sue lacrime Nella verde galleria del cimitero Ai piedi di un gran noce immobile nel giorno Stanno le perle colorate delle tombe Quando il noc·e inclina all'altro lato All'abbagliante curva del ghiacciaio Dove l'argento dei cinque denti sghembi Maligno splende, Il golfo è una corrente di calore. Prateria del giorno! con boschi e onde Di magro verde con le rocce celesti La tua purezza è un grido che ferisce - Qui camminava Elena come una morta Amava ghiacciai e noci , Col suo braccio nudo allacciava questi monti Copriva con la veste il prato Negli occhi dell1acerbo amante cercava la [speranza E. questa luce d 1 oro? Lontano, le rocce d'Elena Ritagliate nel sole delle esequi~ Splendevano tra i denti neri e duri E il sole si straziava, rito puro. L.a vièrge de Paris Non vi parlerò dell'ombra nè del giorno Nè della notte altera •Nè del seno della bella giardiniera Nè della guerra sorda dei guerrieri E neppure .delle città colpevoli distrutte Nè di morti lontane ,Nè del vento gonfio di sgomento Quando lasciai le bianche mura Non vi vanto gli ori del tempio Gli angeli dolci di Gerusalemme Dirò solo i due passi che ho fatto Giungendo le mani nell'oscurità. * Il vento urla in morte Di antiche agnelle Che palpavO, e il mio cuore. trattiene Sull'anca del giorno L'orrore della guerra Dà luce alla notte. Ma è il sangue della pietra, oggi Che raccatta il buio: Pastore, l'urn,a d'oro Talento del Signore , Portala lontano Dalla tua dimora. Addio ai monti• blu * Al Libano che ho dentro All'amata. dai seni d'antilope All'affiorosa caccia Subentrano rovina e morte. Abbacinato Non pensavo che ai sommali amati E ricercavo il giorno; ma la folgore Cadde, ·per mano degli angeli, .Ja notte Qua e là, risparmiando i crimÌllali. Langue Da dove? da dove venuti? questi gridi di– stesi dell'aw-ora, queste voci artiçolate di bestia finalmente alla luce. Questi vocaboli scavati nella buriana delle onde, questi neg.romatici accenti per varcare i sogni di spini, e che cercavano da sempre la forza e il modo. Ma - da dove venuti - che non sapranno mai parlare umanamente. Da dove venute queste vere parole del tempo soffianti l'abisso dentro i neri imbuti. Ignoran._ti del nome e del sesso,, testimoni inetti di una carne usata dall'estasi. Che escono dagli antri di rosa e tornano agli antri peggiori. Per' ridiscende,·e in questi cupi sotto i pa– voni verdeggi/mli del r'.so. (Traduzione di Nello Rist)

RkJQdWJsaXNoZXIy