la Fiera Letteraria - XI - n. 36 - 9 settembre 1956

Domenica 9 scttcmhr 1956 Luigi Bal:tollnl • Parlloolarc di Incisione satlric:t •· Amore e cultura di l1ui~i Bartolini * di l;lt S#i,,PPE !IIARClllfiRI Non so come Bartolini abbia scoperto il segreto della mia nascita a Comacchio e della infanzia e gio– vinezza passate tra le valli, cacciando e pescando. Indifferente al gelo, alla calura, al vento e alla pioggia, andavo a pescare di notte le anguille con gli ' ami e la fiocina, e, all'alba, in piccioletta barca, spa– ravo con la spingarda, ai palmipedi e col fucile ai beccaccini fulminei. Data da allora il mio amore per gl'insetti, le erbe, i pesci, gli uccelli; per ogni aspetto della natura. Co– stretto a starmene per lunghe ore in agguato tra le canne palustri o disteso sul barchino per non spa– ventare le anatre, vedevo da vicino il brulichio di una vita nascosta e meravigliosa e ne studiavo il moto e le form~. E le univo idealmente ai disegni lineari e perfet– ti dei vasi attici, che andavo a scavare, di notte, in val Trebbia, nella necropoli di Spina, e che ripu. livo al mattino dal fango antico, Questi furono i testi che m'iniziarono all'arte. Pe– scatore, cacciatore e scavatore di frodo, mi avvicinai ben presto al mondo fantastico che il cacciatore Luigi Bartolini delineava nelle sue stampe con sem– plicità e con naturalezza. Tra i molti miei scdtti sulle incisioni di Bartolini e pubblicati dal '34 al • 4 n, sono rimasti inediti alcuni appunti che l'ex pescal.,re di Comacchio dedica all'ex cacciatore di Cupramontana. (Al quale vorrei chiede– re soltanto perchè ha colorito metà delle stampe espo– ste, come se il bianco e nero delle acqueforti non fosse il colore più vero e più profondo). « Bartolini ha viaggiato, da poeta errante, per vil– laggi romiti e boschi selvatici, per strade solitarie e incolte pianure, per lande e montagne,, lungo fiumi stagni e maremme, curioso d'ogni recesso silvestre: uomo libero e antico, con la felicità di sentirsi solo nella terra aperta al suo sguardo e alla sua fantasia. C'è in lui una rispondenza immediata al senso · segreto delle cose, che si manifesta nella pagina scrit– ta e nella lastra incisa, con mutevoli umori. molto simili alle ombre delle nuvole vaganti sulla terra. E' la naturalezza del respiro o del grano che ma– tura o dell'acqua che zampilla: una verità tranquilla, senza rancore, a portata di mano dei contemplativi, che vanno per i campi quando sveglia è soltanto la cicala e il ole batte a picco sulle strade bianche. La grande solitudine meridiana cancella anche il ri– cordo degli uomini, e avvicina alla realtà delle cose e a parteciparvi con la stessa intensità luminosa del– la pietruzza che brilla sul sentiero tra !'erbe bru– ciate. L'ora estiva imprime alla fantasia un molo conci– tato e ardente di fiamma e le allucinate apparizioni si contorcono in un pulviscolo iridescente. E' il mo– mento in cui il colloquio diventa possesso, in cui la eccitazione dei sensi si trasforma ln visione. Altrimenti Bartolini non potrebbe, nè saprebbe « ve– dere ». E il segno e il chiaroscuro hanno il carattere di questa spontaneità di riflessi: appunto nel ritmo. che è delle incisioni più unitarie, condotte con impe– to senza stanchezza, senza riprese a mente fredda. L'acquaforte diventa in tal modo come un dise– gno. traccialo alla prima.· ma più complesso e più ricco, per via della stampa, Bartolini disegna figure di donne, alla fontana, sdraiate sulle rive dei fossi o in mezzo ai campi, alla finestra dello studio o in radure di boschi: e non tra– scura i nudi. pretesti di agili invenzioni lineari. Bartolini disegna campi di grano e preziosi coleot– teri, fragili farfalle e fiori alpestri. e uccelli in volo e uccelli abbandonati nella goffa immobilità della morte, e topolini, pesci. conchiglie, piante grasse, stel. le marine. Sono le figure, sono gli oggetti della sua scelta di artista nel mondo infinito delle forme. E soltanto quelle entrano nel breve spazio della lastra, accennate o descritte, con linee o tratteggi, con intrecci o svolazzi, con macchie o con punti, in un tessuto grafico ogni volta diver o, dall'impetuoso vi– gore all'agile grazia. Bartolini parla seriamente di « ù1estiere », col gu· sto del letterato, che ama di con-ere delle ricette e dei metodi degli antichi trattati. I differenti modi di incidere s'imparano adoperando la punta sulla lastra. quando in questa si specchi l'urgenza dei dire, la necessità dell'esprimere. Le parole diventano belle. le parole arcaiche, che ,·ogliono descrivere un procedimento, facile a appren· dersi sulla pagina, e invece irto di o tacoli nella pra· tica. Parole e segni si uniscono nella singolarità dello stile, che, nel caso di Bartolini. ha un tono pittore– sco e romantico. L'immagine si precisa attraverso vari stati, non attenuata nella sua vitalità nemmeno da certi trat– teggi scolastici. Bartolint ha una sicura conoscenza delle forme. che dipende da una condizione felice di partecipa– zione spirituale; ogni fattore tecnico. dagli te si di– fetti della lastra, alle macchie, alle sbavature, a1 solchi più forti. aiuta a quella combirrazione di ele– menti positivi e negativi, che il momento della stampa sotto il torchio rivela nella imprevvista ricchezza de· gli effetti. L'attesa dell'incisore è concentrata in que- to istante che decide. E l'esperienza non serve: J'i· stante è sempre nuovo. Quando il foglìo umido esce tampato dal torchio. la sorpresa dell'artista è pari all'amore e all'impegno ch'egli ha posto nell'opera. . Ma :·amore è servito anche dalla cultura. Bartol1n1 è infatti un artista colto, che sa tutto dell'incLione d1 ogni tempo: che si è educato alla cuoia dei grandi maestri. per costruire meglio i suoi sogni. GIUSEPPE MARCHIORI LA F TERA L E T T E R A R J 'A BELLISSIMA MOSTRA COMPLESSIVA DI CORTINA * SCRIPTA M NENT De Pisis con1e un lunao dia • rio Accanto ai censore della poesia, all'ormai ramoso Hof!– man, ceco allinearsi quello della prosa, in partlcolaro dct racconti. I lettori e gli aspi– ranti scrittori mandino pure, saranno trattati onestamente: la loro vanità non sarà lusin– gata, ma neanche si darà il caso che le loro qualità siano misconosciute, se il · censore Minosse saprà scorgerle. Na– turalmente, io sanno tutti, gil on v'erano in lui, nel suo animo, calcoli pazienti, viluppi logici e ragionativi, trapa i inten– zionali dalla pro a alla poe ia. Tutto a surneva in lui l'impronta della miracolo a immediatezza aspiranti scrittori non si sco– raggino se saranno maltrat– tati e non pensino che Mi– nosse possieda UJl acume in– ralllbilc. Ma pensino che, se il mestiere che vorrcl>bcro intraprendere è dl!flclle, duro e faticoso. quello del loro censore, mentre può parere più facile. è amaro e spesso. come una serpe, morde co– di SILVIO BRANZI * Un pittore, che sia artista ve– ro, poeta autentico, riduce sem• pre gli aspetti del mondo a sua somiglianze. Il che non signifi– ca a suo gusto o capriccio o ar– bitrio. Diceva Gaugufa: «L'oau– vre d'un homme c'est l'expU– catlon de cet homme ». E Se• vonarola, nella predica sul sal– mo « Quam bonus», diceva: • Ogni pittore dipinge se me– desimo. Non dipinge già sè co– me uomo, in quanto fa delle immagini di ieoni, di cavalli, uomini e donne che non sono sè: me dipinge sè secondo U suo concetto. E benchè siano zioni di un es(etismo dee<1n- perscrutabile in cui si rivela valore fin da quando l'arte di lui che lo fa. dete e fumoso. ove, se molto sempre la presenza attive e in- De Pisis non veniva apprezza- TE. AN. - Treviso - Il suo giocavano le suggestioni lette- temerata dal genio. ta che da un piccolo gruppo racconto è ~trano; 11011 si capi– rarie, più avevan peso I ghl- Poi, da Parigi a Venezia e di amici. La rassegne dunque, 5ce bene quale $ia il suo m.o– ribizzi e le bizzarrie di una da Venezia a Milano, con pun- in codesto suo vivo e mosso tit:o prtncipale: forse la parte natura precoce e sensibilissi- te frequenti in giro lungo Je allestimento, è bellissima me- centrale. perchè è venuta me- ma, impaziente di rompere le spiagge, nelle campagne e sui ritevole di grande attenzione. glfo. Certamente l'Inizio e la pastoie della sua dorata e ve- monti. la sua storie è note ad E quasi tutte le opere esposte fine sor.-o appiccicati e i! fatto cua schiavitù E. mentre seri- ognuno: una storia segnata da andrebbero ricordate. Ma ac- che servano d'introduzione, se- veva poesie e catturava ferfal- innumerevoli opere, alle qua- contentiamoci di poche cita- condo le sue inte112ioni, non le e raccoglieva erbe rare per IJ, come alle pagine di un li- zioni, lasciando al visitatore la git,,;tifica la loro presenza. C'è le sue collezioni, s'era messo bro segreto, egli affidava. gior- gioie delle maggiori scoperte. un che di tema scolastico, pro– anche davanti al cavalletto no per giorno. le sue con(Ps- Ecco allora, fra i paesaggi, prio nelle descrizioni dell'inizio Non di meno, che capisse già sioni. Sempre uguale e, insie- quella mirabile Chiesa del Re- e della fine, che mostra i! suo la pitture, è impossibile dire. E me. sempre diverso. Uguale, dentore del '36. la quale, per scarso interesse. ed esso si Ti– neanche e Roma. del resto, gli per la coerenza del proprio quanto ci riporti al Guardi, è vela anche nella grammatica. avvenne di comprenderla inte. le.voro che, se aveva momenti pur sempre un quadro che non pitì i1 erto: « Nel mezzo del ramente. In guanto, pur voito di estrema felicità e altri di poteva uscire che dalla meno borgo, proprio di fronte alla da un lato a studiare gli au- stanchezza O di assuefazione, di un De Pisis. Ed ecco la chiesa. la strada s'al!arga e for– tori classici e baroechi, del- s'è pur sempre mantenuto fer- Chiesa di Cortina e il Viadot- ma una piazzola. ch'è il centro l'altro invece era preso d'in- mo dentro le ragioni della to col monte Cristallo, entram- del paese». Pcrchè quell'inuti– ceuto entusiasmo per la grazia pittura, senza che nulla mal Jo bi del '37, che son lavori di- le ripetizione • Borgo ... paese,; tutta esteriore di uno Spadini, travisasse O spostasse verso versi. più fuso il primo ne.I e perchè prima borgo e poi ehe mescolava i ricordi del tutti quegli altri impieghi che rappor i cromatici e il secondo paese? Non è certo la stessa co– Veronese al modi del Renoir, de.Ile pittura finiscono ben pre- invece gremito di segni impul- sa (il titolo, poi. è « Gente del– ma colti questi ultimi dalle ri- sto col negar l'essenza e le sivi e staccati, e tuttavia ugual- la 11ostra periferia•). Non ere– produzioni invece che indagati conquiste. E diverso, per Ja mente sostenuti neil'immagine d-i che la malt.ratti: lei poss!e– direttemente sui testi autografi. prontezza istantanea, rapidissi- lirica. E ancora la Casa a Ri- de alcune qualitct che si r!vela– Tuttavia, anche frequentazioni ma, con cui, variamente, ri~ mini del '40. ove i rossi e i no in. quella eh.e è la parte 1,tù e accostamenti cosi eterogenei spandeva ai segni e agli sti- verdi 5i fondono stupendamen- spedita del suo racconto, quella e aleatori, davan modo a De moli e agli impulsi e ai richia- te nei rose, e la Pastorale del centrale, come ho detto. Ma ab– Pisis di alimentare inconscia- mi delle cose, fondendo di voi- '42, uno dei suol quadri più bia più rispetto per quello che I T NORD N O R D A L I A SUD E CENTRO AMERICA PACIFICO E S U D ,diverse fantasie o figure di dipintori, tuttavia sono tutte secondo li concetto suo». E allora avviene codesto: che cW vive, mettiamo, a Venezia, fi– nisce per guardare molti aspet– ti della città con ali occhi del pittore che gli è più caro. il Veronese, li Canaletto o Fran– cesco Guardi: e chi attraversa le Spagna. sente dappertutto palpitar Goya; e chi da Marsi– glia viaggia verso Alx, s'accor– ge tosto che la campegna che g!i viene incontro, e gli albe– ri, i coli!. le montagne, i paesi son quelli di Cézenne; e so– stando lungo la Senne vede le rive, l'acqua, i battelli, i ca– nottieri come già Il hanno ve– duti Manet, Monet e Renoir, e sulla collina di Montmartre in– contra le stmde e le case che già piacquero ad Utrillo, mente, all'ombra delle sue di- ta in volte Je candide meravi- vasti, in cui all'atmosfera idil- scrive e cerchi di usare le pa– iettanteschc e persistenti infa- glia dello spirito al piacere llc_a e georgica del paesaggio rote giuste. Impari anche ad tuazioni lettemrle, il processo ingordo della vista, lo stupore sovrasta, come nel capolavoro usare le virgole, che paiono di quelle magiche akhimie che, Ingenuo d'una sùbita immagine di Giorgione. le minaccia sparpagliate alla fine, come il in termini di pittura, dovevano alla gioia rapace e quasi cru- drammatica d'un cielo cupo dj cacio sui macch.eroni; 1110 la aprirsi con tutta la loro poten- dele d'averle scoperta. Non ere nubi temporalesche. Fra le fi- di{ferema è che i! cacio si met– za di li a pochi anni, ellorchè, artista, il De Pisis, da ottenere gure, tre teste soprattutto si te a posto da sè e le ,:i rgolè no, cadute le dilazioni, l'urto con- alcuno stacco od oblio di se impongono, il Negro di Harlem FRA. COST. - Come !ei sa– tro la realtà si fece per la pri- stesso, nel senso usuale della del '26, il Vecchio del '33 e lo prd, anclte nei racconti la tra– ma volta rude e violento, e parola. Tutto egli assorbiva e Scaricatore del '40, assai note ma Ila un'importanza relativa; tele da accendergli lmprovvi- assimilava nella rapinose pe- del resto, e la prima anzi fa- l'importante ~ il modo origi– semente ogni 5enso nell'ardo- rentorietà dt un autobiogmfi- mosa, cui va aggiunto iJ Sacri- nnle dello scrittore di co11slde- re avido di una più vera e nuo- smo, capace di trasformare to- ficio di Abramo del '40, che rare la vita e di parteciparlo L 1 LOYD TRIESTINO INDIA-PAKISTAN- ESTREMO ORIENTE-AUSTRALIA SUD AFRICA • AFRICA ORIENTALE EOCCIDENTALE ADRIATICA EGITTO - LIBANO· GRECIA· CIPRO TURCHIA - ISRAELE SIRIA· MARNERO T I R R 'EN I A SICILIA· SARDEGNA - CORSICA TUNISI - MARSIGLIA - SPAGNA MALTA · LIBIA NORD EUROPA va rivelazione. Ciò avvenne a sto qualunque impressione Ja- realizza assai bene in un'ege- agli altri; e per vita sintcnde Parigi, nel '25, quando il plt- bile in attenzione approfondi- vole libertà di fattura l'ambi- tutto: gente, avvenimenti, luo- i---------------------------·• tare vi si trasferl. Fu una pro- ta e sofferta. Non di meno, zione del 5uo impegno com- glli, co,e. eccetera- Le crisi di va dura. che mise a repenta- anche in codesta esa.sperata fa- positivo. Ma è, forse, nelle un giovune, a, he se per lui glia tutto il suo avvenire. 1 coltà trasfiguratrice, J'essolu- nature morte che il De Pisis sono pit't importanti de! mondo rischi che fino alloro aveva tezza individualistica conserva- rende qui la prova migliore intero, sono abbastanza comuni corso, eran nulla in confronto va al paesaggio, alla figura. al- delle sue possibilità. E si ve- ed in se stesse non presentano a quelli che adesso stava cor- la cosa le sua cadenza reale, da, infatti, quella elegante e interesse per gli altri. Così è rendo. E c'era, in vero, da per- ma Ubera,ta d'ogni fisicità e re- quasi estenuata coi Fiori nella del suo Piero e delle sue pic- dersi per sempre, se al fondo sa nello sviluppo fantastico staffa del '30, quella preziosa cole tra11edie. Aggiunga elle in del suo spirito, dietro le neb- soltanto per parvenze e alluci- del '36 col Vaso di fiori, quella due pagine e mezzo è diffi.clle bie crepuscolari, e le megalo- nazioni, di cui il preciso tlm- col Pesci del '37, quelle inten- dare un'idea di m• perso11aggio manie narcisistiche, e gli este- bro croinatico segnava appena sisissime coi Melograni e con e dei suoi affari; aggiunga cltc tismi utili appena appeno a l'orma formale, con un'impron- le Bottiglie del '39, quelle del i" queste due pagine e mezzo scandalizzare in provincia i te di luce O d'ombra vanente '40 con la Frutta e dolci e con .:e n'è almeno una di troppo frequentatori del « salotto bo- nello spazio teso 5 u1 cartoni e le Anitre e, pure del '40, quel- Ma c'è una. frase elle si sai– no », quell'urto che si diceva sulle tele. Per questo, appun- la con la Tavola imbandita, di va, e voglio riportarla: • La ra– non avesse trovato, a resister- to, è dato guardare con i suoi una concitazione cosi veloce e 17azza s'era fermata sulla so• gli, una natura solida d'artista, stessi occhi a quei paesaggi e riassuntiva da farci sentire glia., le frest·he gambe libere nei e siffatta, anzi, da uscirne rin- figure e cose che egli ha toc- persino l'elettrico crepitio del- sandali appena infilati, i liquidi v_igorlta e pronta a manifestar- ceto magicamente con la punta , occl,i di paglia fissi sul gfo- si in G.Ì9 a..:~ ~edllva del pennello, rh>elandoli al no, la µenn~ate. vqne .., "· verament~ d~ certo e di pro. stro sguardo e al nostro uo- SILVIO BRA ZI pno. · ~a-<m>p.reee. 1'&. In•molti luoghi: <!d ,ena Ml O ben presi? guahto attraveMo le qui a Cortina. che il pittore. precedenti pose edonistiche no11 !ra il '37 e il '48, visitò perec– avev!' che confu amente lntui- chic volte e per lunghi perla– to: cioè a dir~ che la presa sul di, lavorando spesso di buona reale de lui perse_guita. _Pllr lena, e dove adesso. per ono– guento fantastica e 1mmag1no- rare la sua memoria è state se. sarebbe risultata ognora ca- allestlta una mostra ct't sessen– d_uta. e gratuita se non fosse te opere, accumtamentc scelte Sopravvivenza * Leggete LA FIERA LETTERARIA di André Gide nusCJta ad affondare e e di- fra le tre o quattrocento che ramar le sue radici nel terre- di lui si conservavano nella (Contlnuazio~alla 1. pag.) ze cd i fattori psicologici che Jean Delay cui nulla sem- Manet in Te» in cui André no di una tradizione autentica, collezione Rimoldi E e codesta l'hanno determinata. Dopo bra sfuggire, ha ricostruito Gide alla fine di una lunga riportata a modernità nei suoi rassegna allogate nella nuova garità Non deve meraviglia- Freud, Jung ed Adler è dif- pezzo per pezzo i periodi più esistenza ha voluto a suo mo– elementi vitali. non per ia spe- sede del' Circolo Artistico, Ro- re troppo. Si tratta del libro flcile ignorare l'importanza importanti degli anni giova- do chiarire uno dei più pe– cios~ e _assurda retorica dei ri- sita Mecenati, che quassù de di un medico, anzi di uno psi- delle esperienze del periodo nili di Gide sottolineando la nasi episodi della sua vita co– torni, sibbene per quello spon- parecchi anni oramai è !'ani- chiatra fra i più giustamente dell'infanzia per lo sviluppo angoscia fondamentale del niugale finendo suo malgrado taneo processo d'osmosi che matrice instancabile di siffat- reputati che conti oggi la della personalità ed il com- bimbo cresciuto in un am- per alterarne i tratti e darne sempre st abilisce fra passato e te manifestazioni, ha dato un Francia, ed esso non è in fon- portamento dell'uomo matu- biente rigido e chiuso, il suo un'impressione nello insieme presente la connessione in cui, ordinamento tanto efficace do destinato ad essere letto ro. Ma Jean Delay es endo spasmodico bisogno d'evasio. errata. se questo condiziona e modifi- quanto geniale. eludendo !'in- od almeno discusso da faci- uno psichiatra serio e di alto ne .« Dall'angoscia all'evasio- Jean Schlumberger è stato ca eternamente quello, è qu!n- conveniente delle pareti quasi Ioni pronti alla gro sa celia valore scientifico ed umano ne» potrebbe essere il motto fin dagli anni giovanili uno di da quello a sua volta eter- tutte di vetro (inconveniente più indicati per fare schia- non abusa del metodo ed ha per tutta la prima parte del- degli amici più intimi, dei n_amente co nd izioneto e modi- si capisce, per quanto riguar~ mazzi in riunioni politiche e anzi scrupolo di non trarre la vita di André Gide. Anche compagni più assidui di An- ticato. Per t<int o. studiando la da le necessità di una mostra d pittura france.se moderna, dal d'arte) col ricorso ad una se- gridare contumelie all'io i- mai affrettate deduzioni. più tardi l'angoscia non lo ha dré Gide. Per la formazione E Filippo De Pisis, uno del tre o quattro artisti itelienJ più validi di questo secolo, dove andremo a trovarlo? La sua opera si distende come un lun– go diario, una fedele autobio– grafia, che cava da une strug– gente necessità umana la per– fetta rispondenza tra il fatto sentimentale e l'espressione ar• Listica. Dc Pisis amava se stes– so ettraverso le cose; ma nel-– l'avvicinare gli oggetti che a– veva d'intorno, anche i più dl– sparati e strani, faceva subito di quell'amore una esaltazione cosmica, ora contemplativa e lieta, tesa sui vertici sottili di una musicalità coloristica di cui conosceva ogni segreto, e ora i:ivece, con maggior fre– quenza, dominate e travolta da una furia predace di possesso che sfiorava l'angoscia, o vi ca– deva addirittura, nel turba– mento di una improvvisa ver• tigine. I suoi temi, se pur ger– minavano de correnti sotter– ranee, non chiedevano l'ausi– lio del tempo per maturare. Nè v'erano in lui, nel suo animo, calcoli pazienti, sviluppo logici e ragionativi, trapassi intenzio– nali dalla prose alla poesia, d'alla sfera della volontà ella sfera della fantasia. Tutto as– sumeva l'impronta dell'imme– diatezza, per dono nativo e non avveniticcio. spontaneo e non ingiusto, quasi l'apparenza di un'estemporaneità miracolos& e cosi sicura da sorprendere'. Tanto che, disegnasse o dipin– g~sc, l'immaginC' gli nasceva nello spirito e gli sorgeva da– vanti agli occhi cupidi, divo– rati da un'inesausta curiosità. rapida e compiuta, da fermar– la tal quale, senza divagazioni o indugi. nel baleno fulmineo intecorrente fra il suo nascere e il suo 1norire. E in quell'at– timo. persino i difetti dell'uo– mo si muffivano in virtù d'ar– tista. E' facile pensare a De Pisis giovanetto. quando nella sua Ferrara incominciava e dipin– gere. Pittore dilettante, e non altro: con l'orecchio (questo è certo) alle discussioni di Car– rà e di De Chirlco; ma con l'occhio attratto dall'estro faci– le, sprizzanle dai primi quadri di Boldini. La città era chiuse dentro le sue mura, una città del silenzio, come sospese, in– cantata nella prospettiva delle lunghissime strade, nel segreto delle case basse e dei suoi giardini. De Pisis. che allora si chiamava Luigi Tibertell!, po– teva spasimarvi di malinconia. e abbandonarsi, per ribellione contro guelia immobilità, quel– la quiescenza. alle manifesta romanticismo all'impressioni- rie di pannelli 8 tinta neutra, rizzo del vero o presunto av- Il primo volume de « La mai lasciato mentre ha sem- della Nouvelle Revu.e Fran– mo,. dal postimpressionismo al sistemati e disposti in modo da versarlo. Libri di studiosi co- Jeunesse d'André Gide » ora pre risentilo fortissimo il bi- çaise da cui è nata più lardi f11uvismo, Dc Pisis potè rein- isolare opportunamente ogni me Jean Delay in bilico ira uscilo segue l'uomo nella sua sogno di evasione. la casa editrice di Gaston ~est~r.e ia sua pittura nella quadro nella sua propria e ben la medicina e la letteratura vita privata dall'anno di na- Tenendo presente che « La Gall1mard egli ha collaborato ,rad1Z1onc nostra. veneta so- definita atmosfere. vanno aperti con serietà e ri- scit.a, studiando anzi In ca- Jeunesse d'André Gide » vuol con Gide avendo una parte prattutto, c_on delle assunzioni Chi pensi alla vastità della spetto non per cercarvi lo pitali preliminari gli antece- essere non una biografia Jet- tanto attiva da indurci a dire che, dal Cinquecento _all'Otto- produzione depisisiana. seosan- aneddoto salace il particolare denti familiari fino alla pub- teraria od uno studio critico che senza di lui Gide molto cento, punta".an_o massimamcn- te opere non sono molte, e si piccante di cui si dilettano i blicazione de « Les Cahiers ma una attenta monografia probabilmente non sarebbe te su Gua:d,1, in un recupero direbbero anzi insufficienti 8 lettori dei settimanali a fu- d'André Walter» il suo pri- dove si tiene soprattutto con- riuscito nel suo intento. An– a!fatto ongmal!! ed ine<:iito. rappresentare il pittore. Ma in metti. mo libro. Mentre 0 in un secon- to dei fattori psichiatrici lo che più tardi divenuti ambo d assoluta a_ttualttà_ C~c poi da realtà. non è vero: poichè se Jean Delay avendo fre- do volume Jean Delay segui- studio di Jean Delay può dir- scrittori di riconoscmto me– contatti e mconh·i di t~I ~o:- la rassegne non intende trac- quentato assidua1:1ei:ite ~~ rà lo sviluppo dell'autore si esemplare nel suo genere. rito Schlumberger si è tro– ~• quella che da prmc1p10 ciarnc l'intera parabola. dalle dré Gide negli _ult11m anni ~1 giovane in questo tono egli Se il secondo volume si rive- vato in ogni evenienza, in :a m?r;va soltanto. un avve:i1tu- prove speranzose di Ferrara a vita. avendo qumd1 potuto, d1- si sofferma sugli incidenti e lerà essere all'altezza del pri- ogni momento difficile accan- s accsse occas10ne _positiva quelle desolate e angoscianti sporre di un voluminoso ma- le circostanze che negli anni mo avremo anche un libro to a Gide. Senza essere come ~i%e~~io~~Pi~~~7tf/ 0 /'~ d~/ 1~ di ~rugherio: fis~a tu_tta,vi~ e!- teri~I': inedito 1:1esso? sua di- dell'infanzia hanno determi- definitivo sull'argomento. Di- Paul Valéry o Roger Martin liana sia dell" e ua is ic~ ! ~ cu~• momenti dei suoi più 1sp1- ·pos1z1one dagli eredi ha vo- nato la formazione di un ca- verso di tono. d'impostazione ~u Gard un amico col quale · •_ngorgo positivi- reti concisi ed al i. Molti di Iulo ricostruire la personali- rattere fra i più singolari: la e d'intenti è, come già si è 11 grande scrittore mantene- Stic~ del vedutism~, e, portai,- code.sii dipinti sono nati nella tà dello scrittore quale più morte prematura del padre detto, il volume di Jean va una assidua corrisponden– do 11 pittore al nse<1tto della conca di Cortina. fra il verde tardi si è manifestata nella l'influenza della madre una Scblumberger « Madeleine et za per scambiare Idee ed opi– sua vena più genuina, stebilis- dei boschi e la luce radiante opera risalendo all'eredità di protestante rigorosa origina- André Gide ». Esso è st.ato nioni, per comment:ire la vita se a poco a poco la tersa mi- delle montagne, e a Mario Ri- famiglia ed al periodo della ria della Normandia, l'amici- provocato come una quasi ne- e le letture Jean Schlumber– sura della sua arte. rimane moldi si deve il merito d'aver- infanzia e della adolescenza zia di Pierre Louys. e natu- cessarla rettifica dal doloroso ger era il fedele compagno nella verità misteriosa e im- li raccoili. comprendendone il per individuare le circostan- ralmente gli anni di scuola. e troppo famoso « Et Nunc cui in. momenti di stanchezza Figura primili\la /Uostre d'arte in Italia * La figura umana nei primitivi bile a Roma, dove è più facile bilo - non ha potuto avere quadro di Cadorin; la tela pre– chc a Como che amatori, stu- un'adeguata attull'l1one. sentata da Seibczzi - questa diosi e stranieri convengano. In Infatti gli a1listi partecipan- volta non tn vena, come in al– parte, poi, si tratta di pezzi di li sono appena venticinque e tre sue opere da noi notate - Alla villa comunale dell'Ol- coccio il cui trasporto è dilli- i grossi nomi sono assenti; ove ha un evidente carattere boz– mo, il cui sontuolso fabbricato cile e potrebbe dare luogo a si pensi che hanno ormai dop- zettistico; Minassian non si centrale si specchia sullE; ac- rotture. Perch é la D irezione piato la cinquantina pittori co- allontana dalla sua solita pit– que sp)end1damente verdi del Generale delle BB.AA. consen- me Campigli, Carrà, Casorali. tura a tinte forti e cupe, Lago di Como. è stat~ allestita te simili spostamenti? Ciarda, De Chirico, Menzio, I nomi degli altri partecipan– un~ mos1.a che s'mt1tola alla Tanto più che - come ci è Rosai, Semeghini, ecc.: tutti ti suonano più o meno nuovi • l".•gura_ umana nell'arte dei stato a,t<icurato _ a Como i assenti dalla piccola mostra del <anche se abbiano superato i prm_ut1v1_,; _e che. presenta al- visitatori sono stati pochi, qua- Lido. . . . ci~quanta annD: Donzelli, Fa– cum .· o~hm,1 pezzi de_I. Museo si nessuno degli intervenuti al F_ra I quadri esposti,. e do- va,, Vtlla. Poni, Trentin con P1ge_1 m1 .d1 Roma d!v1s1 per Festival della canzone ha var- vuh a pitton non ignoti, dob- una • Natura morta• cromati– C<?ntmentJ:_Africa. Asia, Ocea- tata la ooglia dell'appartamen- biamo registrare una piccola camente assai orda: Varagnolo ,na, Amenca. to in cui erano sistemati (in quanto salda tela di Bartolini. sporco di colore. Tonello ge– l Il presentatore. prof. Vinigi verità ottimamente) i docu- un bozzetto senza impegno di •1erico, Bergamini. Colianco di L., Grottanelli, ha pre_messe a! menti di diverse civiltà primi- Saetti, una .• Sacra fa~iglia • 'spirazione tosiana. ca,alogç, una eh1?cch1~rata d1 tive: e ci consta che nemmeno esemplare d1 _Ceracchini. una Anche se questa • mostra del 32_ pagine che spiega 111 parte le famiglie dell'aristocrazia in- comm?ssa e v1bra!'tc 0?era d1 !llezzo secolo • non ha dato i ut1l~1ente alcune cos!! e 11: par- dustriale milanese che in que- Nova ti, un .ten~ativ? d1 Dalla frutti che gli organizzatori si t~ _s, attarda su part1colari 1~u: sta stagione occupa i bel vil- Zorza che mdma 1ml?acc1ata- attendevano, tultDvia essa ha t1h P':"' il profano,_ già noti a1 lini della riviera, ·hanno senti- m~nte a1. mod1 astratti (an~hc un particolare significato: guel– culton della m_atena: 111fioran_-to il bisogno di una visita alla lui conqmstato?), una fantas1<?- lo di portare l'arte (per anto- doh d1 vocaboli greci, francesi. Mostra. sa •_Natura morta• d1 Mano nomasia consolatrice) in am- ecc.: facend?ti infine sap.ere - Tozzi. bienti dove la gente, presa dal come se c10 a_vesse un impor- Pittori del mezzo secolo Sprmgolo, quasi sempre. con~ demone del gioco. si agita e tan_za - che 11.penso è stato trollato, ha un paesaggio 11 cui spesso soffre. Ci auguriamo. s_cntto tra Capn_ e Roma. nel: Al Casinò di Venezia - in sfondo 1nontuoso stride, duro è quindi. che il Casinò voglia non I agosto. 1955 (diremo: gli 0,:1 aggiunta alla Biennale e alla il òipinto di Carpi; Trombadori \imitarsi a ouesta manifasta– d1 Capri). Mostra di Burano - il Comune è presente con uno dei suoi zionc poco felice, ma procedere A prescindere dall'onesta fa- di Venezia ha voluto organizza- meno sensibili auadri cli a,rgo- a una serie di manifestazioni tica del Grottanelli, ci siano re una esposizione a inviti che mento romano (o romanesco): r,rtistiche organizzate con cri– consentite alcune osservll'lion!. comprendesse una cinquantina decorativa e d'importazione hti meno estrinseci Un cata- 1 pezzi di Villa dell'Olmo, come di pittori anziani. scelti ovvia- dr-pisisiana è la "Natura mor- leghino. che documenti la oar· abbiamo detto, appartengono mente fra i più rappresentativi. ta • di Crepet; turistico. come tecipazione degli artisti. nor al romano Museo P1gorini, so- Iniziativa senz'albro lodevole: sempre. Da Venezia; senza vi- in,asterebbe. no patrimonio nazionale visi- ma che - come vedremo su- lelità Romagnoli; esteriore il G. Se. poteva aprire l'animo. La loro amicizia non si li– mitava ad essere letteraria, essa era fondata sull'assidui– tà di rapporti fra le due fa– miglie, sull'Intimità fin dal– l'inizio dei loro matrimoni esistente fra le coppie Gide e Schlumberger. Madeleine Gi– de è stata l'amica affezionata di Suzanne Schlumberger mentre Jean era non meno legato a lei che a suo marito. Se una persona si trovava quindi _nella posizione di po– ter scrivere una testimonian– za valida su quella che è sta– ta l'unione fra Madeleine ed André Gide questi era certa– me~te Jean Schlumberger. Ed egli lo ha fatto con delicatez– za ma anche con fermezza e pertinenz.a da quello scritto– re che è. Al centro della vita di An– dré Gide vi è sempre stata Madeleine. afferma Schlum– berger gettando una luce nu~va sulla figura del grande scrittore. Se gli altri po~sono corrispondere in maggior o n:iinor misura alla personali– la dello scrittore, il ritratto di Jean Schlumberger è cer– tamente il più fedele pe1 quanto riguarda l'uomo nella ~ua vita privata. Assieme al volume di Jean Delay e ri– ferendosi ad un a llro periodo della lunga esistenza dell'au– tore de « La Porte Etroite ,, ns<:o rimarr~ cnmP una vali– 'ia testimonianza di quello 0 he fu unn <lei maggiori scrit– ori del Nnverentn. GLo\COl\10 ANTONINI Il

RkJQdWJsaXNoZXIy