la Fiera Letteraria - XI - n. 6 - 5 febbraio 1956

Domenica 5 febbraio 1956 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 Azzurro e bianco L R-'SSEG~A DI S'l'l'DI CL-'SSICI A CUHA DI E l''l'OHE PAHA'B'OHE .IUJ: * GlàNN.[N(l> ZANELLJl .. .,. l'.. '~:i!i, ;l-• lCj- * LL1 l,1tt11 11olitiea Paolo sta ritornando len. tameate verso casa. Ha la• sciato da poco Livia. Pen• sa. a com'era vestita: un abito di opaca seta azzur. ra, aderente, che rivede co• me avvivato per un attimo da una vibrazione della snella persona gentile. Sui davanti, appena al di sotto della spalla destra, si apre ,·erso l'alto un lucido cali• ce di stoffa bianca. Quan. do Il viso si vòlge da quel• la parte, la sua tinta ca!• da è come esaltata. Il cie 1 o è giallo e rosso di tramonto. Devono esserci nuvole basse dalla parte di occidente; di [fondono un ri• flesso che accende qualche cuspide di campanile e i tetti delle case più alte ffun tratto aumenta la tu: ce; il sole, come i dice, s'è voltato indietro; J'indo• mani sarà un giorno sere• no. Imboccando un lungo viale alberato, Paolo ha di !accia 11 disco dei sole sot. to un arco di nubi che schia::cia la luce contro la terra. Le chiome degli al• beri appaiono trapunte d'o• ro, tra fronda e fronda è un mosso luccichio come di stelle. Sl, il vestito era azzurro. molto semplice. Rosei il collo e il volto, di color nocciola gli occhi. La boe. ca era ro a? o ro ea an– ch'essa, di un tono appe• na più intenso di quello delle guancie. E i capelli? Castani glieli accenna la memoria, morbidi, natural• mente ondulati. Come li accenderebbe di juce l'aria squillante. Desiderio di ti• vederli, di rive:lere lei al• l'aperto. Poter guardarla mentre avanza verso di lui vecchio col passo leggero dei suoi verdi anni e. un poco abbacinata, batte le palpebre, poi !a schermo della mano agii occhi sor• ridenti. Da quanti minuti l'ha lasciata? , on sa. Gli sembra un attimo e tutta. via remoto. Paolo guarda in alto. Il ricordo che lo accompagna si fa lle,·c come il !iato che spinge lassù una piccola nube già viola d·ombra. La immagine della donna si allontana. Sente quanto sia inutile la speranza di rive. derla. Si é !orse dimentica. to che Livia è in procin– to di fare un lungo viag. glo? Non gli scriverà. né egli potrà scriverle; ii nien• te che è fra loro. cioè l'i. neffablle di una simpatia, rimane per lui un dono so• speso. Sente che una !un. ga attesa comincia nella sfumata grazia dell'ora che ha una levità d'incanto. Nei giorni che seguono gli tornano in mente altri particolari della visita a Li– via. Un'ovvia rispondenza di luci si conferma fra le ore che tornano, di poco mutate nei pomeriggi esti• vi, e quelle trascorse con lei. Rivede della stanza in cui si intrattenev,mo, la grande finestra schermata da una tenda leggera, i mo. bili di legno chiaro, un ta• volino da thè coperto da una lastra trasparente, un grande divano posto lungo una parete. Rammenta che avverti d'improvviso lo scorrere dei tempo. Gli si rivelava quale un !ilo di corrente silenziosa, acqua o sabbia, entro una elessi• dra. Era una sensazione misteriosa e soprenden!e, che egli coglieva sentendo• si disarmato, preso eia una apprensione ingenua. TI fluire invisibile e silente gli si traduceva in un avverti• mento molto elementare. Ecco, si diceva senza paro• le, una breve conso!azione ml è concessa; ma fra mez. z'ora dovrò alzarmi, saJu. tare, riprendere contatto con la gente di tutti i gior• nl. li tempo breve della so• sta. come rubato, si stava consumando. Si accorse che tendeva l'orecchio. qua• * no un tono di coniiden. za scherzosa: un fotografo < impertinente• ha colto scrive Livia l'immagine del suo < malvagio spiritel• lo solitario•· on rlspon1e subito per tema di svelar• le una trepidazione esage. rata e la gioia che ha avu. to a sentirsi non dlmenti• cato. la il !atto che rlleg. ge quolle parole e le ripen• sa. gli dà qualche appren. sione. Sente che si abban. dona troppo ai richiamo di quel ricordo. E c'è quaico• sa di ancor più gra,·c: egli interpreta le parole cli lei come una prome~sa cd a.spetta lng<muamentc la fo. tografla, che non arriva. SI decide infine a rispondere. ma si sente impacciato. Le scrive tuttavia che spera abbia pe1xionato al !oto~ra• !o l'indiscrezione. Silcn"zio. Da Livia più nulla. Nel giuoco delle ipotesi, che Paolo continua a svolgere, pensa che quella cli avere sotto gli occhi una piccola istantanea cli lei sarebbe una graziosa variante. Gli sono capitati nei frat. tempo alcuni ratti incresclo. si; comincia a stancarsi ciel caldo da sopportare in cii• tà, evita i contatti con la gente, le stesse ablluclini viene scoprendo ted lose. Anche due libri, di cui ha cominciato la lettura, gli appaiono troppo pieni di cose concrete. pesanti in essi come pietre gli stes i sentimenti. D'altro canto il vagheggiamento della flgu• ra femminile, che ben po• co conserva cli reale, gli i svela insidioso per ambi• gultà, arbitrario in esso an• che il più lieve Impegno della immaginazione. - Eppure, si dice Paolo, avviato lungo un'ascesa di felici anche se tuttora In• certe approssimazioni, cl fu qualcosa di vivo, di In• timo che Livia donò; e !u una sorpresa di cui dovrei ritrovare il segreto. Ne ho già come il presentlmen .. to. La memoria Incerta av. verte un senso di vuoto, una penosa mancanza che l'animo è subito Indotto a tentar di riempire, cercan. do con accostamenti vaghi di sorprendere e cogliere il !rammento disperso. Ec• co, in quella varuità co– minciano ad affiorare i particolari aspettati. Riscn• te ancora una volta la voce di JC'i. quasi si volge, tan– to gli sembra vero e ,·icino il suono dei breve riso. che ritrova in sé. Ciò che egli cerca. gli pare sia una grazia improvvisa, unn soa– vità inconscia, un fresco brivido di luce. Accade ai• cunché di simile allorché si riflette nella nostra casa in penombra un raggio cli sole specchialo dai vetri di una finestra cli faccia e la penombra ne è corsa come da una repentina carez,:a di. velluto. Ecco finalmente chiaro ciò che sapeva e che rltor• na: il passaggio di un'onda lieve che la persona di Li• via fasciata d'anurro rive. iò, come un'ansia lmprov• visa, su bilo placa la. La bel• lezza composta di lei ebbe un palpito fugace; ne tra• pelò come un me ·saggio segreto. Sempre meglio l'a– bito aderiva alla forma cor• porea animata da quel tra• salire che la rendeva più viva e armoniosa. Dall'an- , 1' . .·~~,,._ ·~ ' i~\.-;:-· ca all'omero (il volto re• stava sorridente senza mu– tamento) vibrò la corrente di una morbidezza lumino• sa cui il vestito consenti• va e pareva risponrlere. Quasi allo scoccare cli una mistel'ios,1 scintilla, una fe. llcltù giovane rl\·clò Livia più bella cli prima: un pie• colo prodigio. A Paolo por• tò un turbamento, una gioia ansiosa, che adesso risente; un impulso di am• mirazionc rhe Jo attirava e io mortificava a un tempo. E' vero: si sentiva vecchio come non mal. e respinto dai logcrio degli anni. cli fronte a lei tanto lumino• snmcnte giovane. E gJi ur– geva alle labbra, ricorda, una fra e soltanto In appa. renza lnsensa ta, ma sciocca senz'altro e peggio che scortese. Avrebbe voluto di• re a Li via che gli si era ri– velata bella in modo insop– portabile per lui. Gli riusci di star zitto e di nasconde– re l'astio che provava per averla scoperta cosi dest. clerabiie. Si congedò In fretta. Ora che della mortifica• zione gli è rimasta soltan• to un'eco di rassegnato scoramento, e !orse potreb• be sorrldeme, si domanda come mal gli sia accaduto di no~ rlcotxlare p:,r gran tempo proprio il particola. re che lo aveva colpito di più. E gli sembra di po. tere rispondersi che la smemoratezza dev'essere stata come uno schermo posto non sa come a dife• sa del suo intimo. Ricordi vaghi e approssimazioni hanno da prima sospesa e quindi resa incerta e velata la Juminosa rivelazione che lo aveva tanto turbato. Ma ora? Paolo si accor. ge sempre più. e ne ha qualche ansia. che l'animo col quale attende Livia e vorrebbe affrettare ii mo. mento di rivederla non è sereno come per i'acldiet ro. Un avvertimento di vano e di amaro è venuto a gra. vario. Ci ha pensato a Jun• go un pomeriggio che è rl• mnsto In casa. seduto al ta• ,·oto dello studio se nza riu • sclre a leggere una pa 7.in;i Quan,to ha al1.nto gli '>echi alla finestra. si è accorto d'improvviso che stava ca• lancio la sera. Appena le sette: come s'erano già fat. te corte le gltirnate. i'-i è rallegrato che l'autunno fosse alle porte, si è abban• donato alla gioia cli sentire come ogni pensiero egli de• dicasse a lei che d'autunno sarebbe ritornata. E che cosa accadrà quan• do l'abbia rivista? ulla, s'Intende. Perciò ritiene e:U convenga tenere per s~ i ricordi e ogni sensazione di cui I suoi giorni si so– no nutriti. Non è affatto certo di riuscirvi. ma vor• rebbe davvero non dire e neppure lasciar trapelare a Livia che ha passato i'esta• te ad aspettarla. GIAN INO ZANELLI Dapprima ha sopporta• to l'assenza cli Livia con animo leggero, ora sente che l'attesa è appesantita dall'impazienza. Insistendo nel,l'accare?.zarc I' imma"i– ne di lei. gli sembra cli ri• schiare una sof!eren1.a che nessuno gli ha chiesto di patire. Ma non rinuncia e si domanda che cosa vera. mente gli prema ricordare. Forse il trasalimento della per ona. cli cui ora non gli nesce clt ritrovare l'eviden– za? Que to l'avvio a cono• scere una più Interna e cli· screta luce, una bellezza non diversa ma più profon. da dell'apparente? Aveva scoperto una grazia e l'ha trascurata e smarrita. Gli ritorna vero un remoto av– ,·erlimento: che una don. na non è mal abbastanza apprezzata fino a che non la si scopre come una rive– lazione. VI è sempre un fratto riservato eia coglie• re. Può palesarlo il tono di una parola che risponde a una nostra ignara aspP.t• !azione, od anche ii porge• re la mano, un volgersi re• pentino del capo, un respl. ro interrotto o più profon. do degli altri. JL'EJPJIS11.'0LARJIO J])J[ :E .. A .. POE * Ancora una volta Paolo rivede d'improvviso, me– glio che se lo avesse davan• ti agli occhi, il vestito az– zurro; ed il bianco calice gli sembra ora un'offerta, un omaggio alla bellezza della creatura, più che un ornamento, un luminoso soggòlo. un estroso capric• cio. E tutto l'abito diviene bello soltanto se lo si pen• sa come involucro della leggiadra !orma umana. Poi gli ritorna lentamente. dal ricordo dell'incontro con Livia. cosi distante or• mal nel tempo, il ton0•C0· !ore di quell'ora. Immobile e sorridente la donna in• clinato appena il capo' ver• so la spalla; in quell'attimo il calice bianco Cuna col• lana di bianchi petali sai• dati?) suggerisce una sfu. matura di delicatezza. Non che ii viso si faccia più pallido; anzi ii candore ne rende più intensa la tepida. tinta. di una biondezza che prende lume dagli occhi. Vita umiliata riscattata nell'ar te * Genio e !ollta. genio e srcgo• latezze, genio e perdJzione: con– siderando certe biografie e psi• colog!e di poeti e artisti con– t.cmpornnef. \·icn ratto di con• dlv!clere le note test rcman ti– che sul gcnlo. e mngrui quelle lombros!anc. SI pensi nlln lun– ga serie del poetes maudits: si pensi a Edgnr Allnn Poe. n! suo nbbrutlmcu LO d.isumuno e do• loroso di ulcoollzznto. nlla sua Una realtà allucinante, ossessiva.,ma ,pur sempre ~1~ir!re~~/I.""il~.°8;:",:'!ftàtu!}fudi~ una realtà che lo possedette nelle più intime f i- nante, ossessl\'n llnchè si vuo. . . . . le. ma pur -,cmprc una rea?tà bre, ben oltre il d1lettoso gioco uitellettualzstico che 10 pos.càe_ttc nelle più tn. time fibre, ben oltre il d1let. toso gioco deil'lniclletto. Que• sto autentico br,vtdo di pathos freme In molte pagine de!!"ope• rR sua. Chl vorrà negarlo? * degradazione durata tutta una stlcn che oggi, In vena di de• particolare a quella dell"arte - vita. Eppure E. A. Poe hn rea- magog!co PvPUl!smo letterario è qualcosa d1 palpitante e di• llzznto nrtisUcnmcnte del p:o· c.amuttato di re':llismo. troppo namico che sfugge at canoni e dotti nssni vicini nlla pcr!cz!o- spesso si d~menttcn essere nn- ttgll schemi. Co.si tra gli altri. ne. trn I p:ù nltl ddl'intcra Jet- cora e sempre l"lntlma radice rtzzo cade In un razlonnli:mo terat.ura nnwrknnn, avvlnndo del processo creat.l\lO dcll'nrtc. nssni simile u quelio che impu– - atlra\lerso Bcnudclnlrc e Diciamo cond:z,one. c:oè prc- U\ nl Poe, qunudo :;I tndusLrin Mallnmté. e con un vasto in- supposto: inutile aggiungere di detmlrnc non solo In U!cnl· !lusso su gran parte del poeti che in realtà dell'arte respira e ca e I procedunent! espressivi, europei, non escluso il Pascolt vi\lc esscnzmlmcntc in unn sfe- ma nddirltt.ura tutta la sua nr– - il grande rinnovamento Jet ra etica e chl' arw è p:Jncipal~ te, com e una sort.a di mnt.crln· terarlo che doveva avere le sue mente scverls.slmn disc1pUno lis.mo suggest.!vo. nel quale di· manifestazioni più clnmol'Ose !ornrnle: dunque solo un'alta !etter ebbc del tutto.ciò <he CO· nel '900. coscienza et.tea rd estetica può munrmc!ltC si suol chiomure Longnnrsl ha pubblicato In lmpr,mere nella grezze od evn- lsplrnzlonc. insoinmn ciò che di questi giorni quasi integrai• ncsccnte materia della !anta- meta razionale è nell'arte. Dun• mente !I noto epistolario mc- sin la loggia inimltnblle dell"nr• que. I racconti e le poes:c di collo da Jolm ward Ostrom. te. Ecco !I semp)!cisslino arCRll0 Poe finirebbero con l"essere In• nella eccellente traduzione di di que!!"npparente contrnddltto- t•rpretazlon! di crittogrammi. Henry Furst, che ha opportu- rietn sopru rllcvntn. ;oluzlonl di rebus. tutto ruonhè munente sgombrato Il U!stodel• Stn di !atto che Il tum·11to di arte. O entgmlst!cn e:evata ad l'appararo critico orlginnlc, ma quella<( vita perduta» si decan- nrtc? Troppo poco. l'ha corredato, oltre che d'una la ncll'opcrn del Poe ln un ap- Ci si d m "ntlca la dcrlvn.zlo– ncuta lntroduz!onr. dl note es- pnrC'ntcmentc Creddo distacco ne dlrct.ta drl Poe dal romnnti– scnziail e di brevi biografie òei iuc!dlss!mo rnzlonnllsmo. In cismo europeo. Inglese In parti– prlnclpall pcr.ionaggl menziona- unn nlch~mln che sembra. nd colore: Inserita In questa. chin– ti nelle lctt<.•rc.Allrnvc~o que• uno \'RIUl&.zioneesterna. plttt- mlnmoln. tradlz!one. la suo O· stc Conti. • parte l'!nattcnd!bi• tosto di stregone e illusionista, pera nrquislR una identità me• !tu\ di molte afiennnzlonl del e tale è stnta rlpetut-0.mentc no clamuro5-ft e solitaria nel· Poe. che « mcnth-n c~mc un giudicata. sino alla nota taccia 1'01..loccnt.o lct.tcrnrlo. Ma allo– persiano ». scrive iJ Fur.st. e di « volgarità n attribuitagli da rn anche lo i::p'rito che lo per• t.uttl t biografi sembrano con- A'dous Huxlt•y. Naturalmcntr vndc può \'Cnlre compreso. a.I cordi. a p•rte I b1,1schi salti tnll giudlz! SOM ',i;lustl !)<!rrhè di lii del cinti di mcm tecnica. d"interi aunl. la vita cnoticn superficiali. p...nhe si soficr- Non potrvn c:,..c;cre.non era 11 tonncntata miserabile. perfino mano solo oll'n.3pctto p;ù lm· suo. un semplice lntclllgcntlssl– leggcndarln dello scrittore si di· mediato della scrittura di E. A. mo cserclalo logico. scaltrito e ~gna con sufllclcnt.e compili• Poe trnscuranctonc l'Interno lie- gel~do come una trappola. « Oe– te1,za. v!to Urico. Soprattutto. a~cor monlo ». lo deHnt il Dickcns. Una vita « ubl>letta e male- o~gl si ha it torto di lasciarsi sulla base di certe sue... !nlal– detta »: un eccezional e rlsu l• troppo suggcsttonnre dnlie Idee llblll prrvlsionl: e dcmonincn tato Rrtistico. Vrrrcbbc fnt.to rll rStct.ichc jJrofcssntc dal Poeta. rrn forse ln sua sc.rrntn hm~tmi– pensarc che non solo un trm· che. è vero. teorlz.zava di este- rAntc n·g-~brlcn ra1ionn'ità. Ma peramento ct·cccezlonc mo addl· tira e di mctC'dologin lett"ra:·ln nella sun oprra è onche il suo rltturB un·<.'ccez!onale ed anchr ,...on(ormcmentc al suo tempera- mondo: e non dicinmo li suo abnorme sensibl11tà sia condi- nl'"•ntodf artbta mn occorre ri- mondo« mornir ». sulla cui ron– zione !nd!spcnsRl>lle di quella r1ettere che le Idee troppo spes• slstenza si può pur discutere. !deallzzazionc della reRltà. di ~ sono mPre ast.i-azlonl. men- ma almeno qnrllo del suoi alcg– quella suggcstlonabllltà [anta- tre In realtà - e! riferiamo in giantl !anta mt. che nel suoi O&g1 !-,f µuò frnncrullcnt.c dlrC' che un'hnmrritatn fortuna ha eccompognn to ropera di H. o Weiles, di cui ora Longanesl cl ripropone nlln lettura Il « Me• gllo ». considerando tale, e non n torto. alcuni racconti e tre drl primi 10mnnzi. Penslnmo anche deil'opera di Shaw, che In revisione del t<'mpo portert\ a una notC\'Ole llmltazlone, già In atto del resto. Mn quanto n Wclls Il g:udlz!o non può esse. re che a~cnl più severo: e la pnrabola della sua p .polarità. lui \'iventc appare già probati– va. Il suo grande successo. co– me In pnrte quello di Shaw era do,•ulo a ragioni del tutto lmmn.ctinte. rhr non ln\lestlva.no le qunllt~ della sun arte. o prc• ,unta tnlc. r glustmnf'nte Il P·n1. lo ricoile~o nl d'battlto di Id<",.. corrrntl nl s110 trmpo. Fflblonl f'lltrnmbt. Shrw e Wells. entrrunbi critici della SO· cietà contemporanta, inl?lese tn Pnrtlcolnrr. si c::rrrrcn1.invano orofondrimrntr come teml)<'rR· mrnti, oltre che rl\lClarsl assai dlver.-anH'nlr dotati c0m" ar– tisti. La c1itlca sociale di Wclls 0 rn A.c;.salmrno mordente e In• trll 1 g,..ntc. rrn !umosn e predl– rntorta·. ilnnrnvvtsntn e in de– linltirn ;,•mph c!sticn. L ll do,·e H pnrflòos.'-;O s hnwia.no era lo– gico e dlnlrttlco mn sempre SO· slan.,.into di concrrtczza e 8\1· vivnto spesc.o da uno srhletto Istinto poetico. In Wells de~e– '1rnwn ln un avvcnlrl!-mo ran– 'ac:tnc;(\eh". 1wr ounnto molte \·olte a1V;dpntore dl rvrntl. non t"ra T'erourc;;tomeno artificto..c:o e sorovvisto di calorf' umano. anchf' nei ~1101 moventi di esa– ~perata critica. GIANNI GRANA nel 111ond,1 •111tieo * Ncila precedente puntata e! s,vo affievolimento deila cui• slamo occupati di un'opera tura JaUna netretà successiva che onora la scienza ltallana e qutndt del prog1es.,ivo 5''1lO– del.'1111ttchltà. c!oé del quarto tamento deila p:ù Intima vi• volume della Storta di Roma talltà deil'Impero. Il grande di Luigl Pareti; tndt su que- dueilo, che ebbe In Uom11.lnno sta rivista e :;tut.o o.-pltato un l'irreconclllabile nemico cii urtlcolo sulla rect•nt1Mlma ver- Apollonlo - l'•Jlt\mo t!nerglco slonr !tailana di quelropern I ruppreS<'ntantc d1 una tradl– all.nmcnt.c e \'kriomcntc slgnl• zlone stretLnmL'llLC lntlnn e l· tlcat!va che e In Clrl/La greca tallcn. dc..tlnnw • perpetua ln· del Burckhardt. Mn oggi dob- lamia nel s,•coll nd opera del• biamo Jn:;bt..rrenntorn sutrnt- ronnipotcn7o propagandistico tlvllà storlogra[lca, che spcc,e degll ambienti culturnll greci In lltllln non ha 00:,t.c,, e puo conllzzatl con ropposlzlone se– vantare unn not.l•volc rlcchrz• natorla. riceve co~l un proH• za di risultati 10 molto più n!Ldo e preelro Un gtovnne di cut abbiamo Tuttavia rop,•rn che hn di• gla segnuluto su qucsU>001onne rllt.o più dc-lit• altre n richln• la fervida att!vltà, Franco CBr- mare la nostra attenzione è un rata Thomes, ha conunu.. 1.to ~tanz1080, u.cutl. s.Jmu r-nKgto lo SCO™> nnno ad appro!ondt•' de!!"tnlulicabllc Mnrio Attlllo re ,·art prul>l!-mtdl storia nn• Levi: La lotta Politica nel ttca, sta !ra quellt già allmn- mondo antico <Milano. 1%51. Lati d& lui :;1u.tru q·u• ut nn- 1 St tratta d1 uno dri µ ù 5igni• e-ora non .-.ottopo.'ltl n.tn ~un m- Hcatlvi volumi della B~bllote– da~ine. Fra I pri mi , con 10 ca contemporanea Mondndorl. scritto Per 1a critica dt Marco I In quanto wst:mon:n e!Teul– Aurelto (Torino :955). egl! h a 1· ,·nmente In prc,;enza di una co2:t1nunto !"opportuna m.fu a cullUra v1\·n. verum •nte mo– pornt del Vl'ri caratteri d el dcrna. ncll"csnme det prob.e• principato d<•ll'lmp<•rntore 1i- ml del m mdo antico. Dalle loso!o. s!rondundo la visione I sue ben note ricerche sull& CO· d'lnstenll' da nlcun! pcn;lstcnt! I stltuz!oJtfé e la pol!t!cn Interna prrgludJzl e conducendo que-, ed estera di Roma e dal :,uot st.'opcra di ch;arltttnzlonc mc- reccnl1 studi ~ul problrma df>l· dl~le un acuto rsrune della a: classe dirigente nel mondo p!u rt.'cenu: blbltogrnhn; tra I ant.lco ti Levi rt.~le ora nd &•condi. col volume /I proble-j a!Trontare rtndnglne sul wr• n~a degli et,rl nl'lla monarchia mini stcss! In cui si e conH– d1 Aies,a11dro Magno (Torino. gurnt-11In quel mondo In lolr 1955), egli ha centrato. mc- tn pollt!cn. Sembren•bbe. per dlnnte unn d11ti;cc•n1ennttllsl I la sua st-t:'~,n :-mt~mrntn am• delle testimonianze raccolte plezza, un'lmpo,taz1one er• dal testi storlogrnltcl nnllth:, ronea o per lo mt•no uun per– la retta lntcrpretazlone della I rettamente legittima del pro• struttura cost!tuzlonn!c e ml• blema. E tnvece U Levi 1c ha lltare dello stato mncedonej saputo tro\'nre sub;to la ba.-;c proprio nel m.,mento cruciale ptu solida e rcconda. In que.,to della sun massima espnnslone 11 suo volume. scritto con ml· e dell"adnunm,•nto dei suol or• rablle lucidità e nscluttev:a. dina.menu n1 glgnn c.schl com- tutto te.~ ad .,;nuclrare i mott– p!Ll che Il giov:me monarca vi fondamentali se nza alcuna gl'lmponevn. conces.stone a dtba, t.tl di ca• Dl un nll.1'0giovane molto at,. rattere pnrt.lco1nrt1:Y:'078cita• Uvo Cd acuto. Fulvio Grosso. re li nome di nessun altro stu• debbo scgnnlarc tn ponderosa dloso, viene a corounr~ tutto tnemoria La rita di Apol/onlo un !oncirunentale quindicennio di Ttana come fonte &torica, di rivoluzionari orientnm.,ntt pubb.lcata nel!\tltimo ra.sctco- nel campo degli studi sulla el– io dell'annata 1954 della rivi• vlltt\ cln>.stcn:quelll sorti dalla sta «Acme». mn ef!et tlvamf"n- persua..o;lone. finalmente tr1on• te di!llL<n solo a pRrtlrc dal- !ante. dcll"!nsctndlbtlltà di sto– l'est.ate scorsa. In es.c;a 11 Gros- ria della civiltà orientale an• so, con annll~t di una pr uden. tlca e storta dell• clvlitù gre– zn. dlllgcn1.a e rtcchei .ui. vera- ca e. per conseguenza. dalla mente esemplari. rlrsc e a rl• scoperta del valore !ondamen- ~i~~!,~nr;J,1r!~!lo~el1~ U!J;~~~~ 1 ~I-• :clt~t s~or~~ dr';.l~~i.::t?.; biografia che Ftlostrato scrisse chiave per penetrare nc!!"anl· del santone greco-Orientale cui ma più profonda del mondo In polem!cn pagana avrebbe antico. tributato l'onore di contrnp• Proprio nella prevalenza del• porlo a Gestì come esempio di l'autorità religl~ varium"'nte taumnturglca snggcz.7..ne san- conJ1gurant.esi il Levi scorge il Utà. On!l"nnnllsl oel Gl'06SOr!- cnratt<'re quasi costante detln suita che I rondamentl della vita potltlca nel mondo Rntico bicgrnfia filostrateR poggiano e quindi Il motivo unificatore su basi certe. che essa perciò della sna rlcercn. Nè P da ere– può essere coruldcrnt.n come dcre che questa si riduca ad nolC\'OllS..'\itnn fonte storica per un unlfonne quanto arbitrarlo 1l periodo nrmn,nno e navln- sforzo di rtùurr(' ad un camu– no. che Cassio Olone. uomo ne denominatore la varia e di llngun e cultura greca come r!çcn articolazione dei !eno– Filostrnto e [orse suo cono- meni pol!ticl quale ~ possibile sccnt.c. pre.:,cnla punti di con- ricostruire in Oriente. n Ro– tatto con In vita di Apollonio. ma e soprattutto nella Grecia. e che perciò vn rettificata una cosi pol!edrlcn e spesso con• mia Ipotesi cirrn in comune traddlttoria nelle mnni!esta– derivazlonc d1 Cassio Olone e zion! della sua civiltà !stitu– dl Filostrato da ,m llbello pro. zlonnle: ché anzi U cardine pngnndtstico di V!nd:ce rontro posto dal Levi. Invece di ntro– Nerone, per taluni particolar! ftzznre t contorni e I par !co– roncrrncnt1 npµunto In rlvol• Jarl del quadro. CO$t1tulsce la tn antlneronlnnn. L'Impor- [crvldn spinta a organare la tanza princtpnle dello studio sintesi. saldando con magica del Grosso consiste nell"nddi- scorrevolezza ogni elemento dei tare Il valore non comune del ciclo a quello rhe lo precede nucleo storico ormai ben de• e penetrando [el!cemente. per te11nlnnu, della biografia filo. ciascuno di essi. ti motivo che straten come specchio di tulr lo di!Tcrenzta dngll altri pur L'intero un mondo polltlco e nella sostam.!nle univocità del– culturnle: quello degll Rmblen• respericnz• basilare. Basti ve- ti p:recl. Intrisi di fll"sonco di• dcre come dnlrEp:ltto. In cui sprcn,o \IL'rso I valori su cul le tavole d.1 fondazione dello ern bn.sntn J'autocrnzln impc- stato t.rocrntlco riposano sulla rlale romana. 01 tutto QU<'SI..O ldent1Hcn1,lone del sovrano ron mondo da cui sbocciò la \'CC· In divinità. si passi alle mo– menu~ Antlromn dC'llnflue del narchle del mondo meropota– prlmo secolo e cte'l'lnt<'ro se- mlco ed anntollco in cui li re rondo secolo d. Cr.. nol passe- è solo Il deic~nto e Il predl– de\lnm o finora <a parte 1 ri- letto delln dl\tlnità. munito llcs.st che se ne SCOl"l(0no nella dell"Rppogglo di un·aristocra– pubbll rlstlca ,n..-ca dr,retA an• zia guerriera cui si aggiunge tonlnlann l sono ~Il echi ravvi• non d! rado quella sacerdotale. snbili nella storiounlla lath,a Esemplare al riguardo è la !e• o comunque lloritn nell'Urbe. llcltll con cui il Levi lndlv!du• Ora ranallsi drl Grosso. !so• le cnrnuer!st!che Llpiche de!– lnndo e rhlnrendo quanto nri• In monarchia Ittita, primo e– la blogrnf\a nlo.<trnlra rltnnn• sperunento di grande stato In· tn \lernmcnte agli ambienti doeuropco nel bnclno del Me• coevi ad Apolloolo. cl pone diterranco. e anal!1,1.a poi la sempre mngllo in rillrvo 1' 1 m strut.tura del1"1mpero persiano portnn7.B drlrurto [rn trfldl- come [nUcoso compromcs....~ !ra ztone lntlnn ,.. rultura grrcn eredità etniche e qumdl cui– nell'età drl Flavi. chr. e,sscn- turall diverse. Mtrablle è poi dosi rl•olto con In morte di ti modo con cui L1!11 r!co.stru!• Domlz 1 ano e la consr~nrnte scc tutto lo sviluppo della cl· vittoria del flloson o sedicenti viltà pollt!ca greca dal pieno tnll di tr•d!zione ei:enka. !u della m!swrtos• eta micenea non ultima causa del progrcs• sino ali• [ormldabtlc crtst del au1nto secolo B\'. Cr.: dal m:>n• do omerico è trascelto con s!- cui !I Levi traccia questa fase capitale della storia deila Gre– cia antica: appunto perche !! con!!Jtto non unpegnava l'e.;. senza stessa della civiltà tra• d!ziona!e (cioè rellglosa) del Greci ma rampallava solo dal– le e.slgcnzc economiche d! sin– gole palei,. la nazione greca - checchè abbia voluto !nr ere• dere la succcs.slva tradizione - non vi si trovò integralmen– te Impegnata. e la clttà che veramente cemento la rcsl!\len• za non ru Atene, la celebrata Atene di Maratona e di Sala· mina. ma Sparta, !a polis p,u t:plcamente antlperslana pe! suoi connotati piJitici, socia.– a ed economici. E la prosecu• zione della guerra contro ~a Persia. anche se segnò Il prodi• gloso Incremento della potenza atlenese, !u voluta, In pieno ac– corco con le premes.~. proprio dngll aristocratici atcnlest la• conlzzantl (si peru;! a C1monel. anche se poi dal ciclo emerse 11 trionfo della democrazia in Atene. A quc.sto punto Il determini– smo delle !orze economiche prende un po· la mano al Levt il quale cog:!e ne!!"età di Pe– riclf' eP<'r tnntl aspPtt! para• d!~atlca di ogni Kulturge• acluchte volta sta all'antico ,ta al moderno> l'unico momento. In tutta la cln.s.<icità. ln cui le ragioni di ordine mat.eriale hnnno pre~also sull'orfen a• mento rel!gloro ifplco d•i mon– do antico, colnvol~endo per con~e1ZUenzaanche la struttu– ra morale della società, che per I• prima ed unica volta ha !or• nito a! rivolipmento presuppo– sti PUcl di cara~-ere lmmanrn– t!stlt'O.Qui è evidente che alla rico~truzlone del Levi tiot osta la reCf'nt<'rivalutazione. com• ptuta dal Diano. del pensiero dl Ana.'-.ctngoracome rtvoluzto– natore tn profondo di tutta la coscienza della grecità. Ma lo potrri contrapporre a questo punto di ,·!sia ado t.nto da! Le– vi. QIIPIIOdPI P•tta,,,.on!. rhe ha posro racCE'nto ~ulla r1na– ~lta di un v1vo sentimento re• llaloso detRrm!nata proprio da! rlmrnto dPrt,lvo con ro IAP•r• sia e cosl !orte da neutra lizzare qun,t totalmrntP nt"lle mas.se I'tnC:tL<-sode!rmumtnlsmo a– nR"-,;egoreo t- 50ns tco; potrf'i •nrhe tn vitare il Levi a ri• netterr al ratto che il proces. so di Socrate non tu voluto e conrh!uso dalln reazìonP ari• stocrnt!ca. ma proprio dalla de• mocrM:la re!=.taurata tn Atene da Tra..~ 1 bulo <con la con..c.e– guent,- sfiducia di Platone pn 0l(ll! dem~craz!a) e che ta vit– toria di Sparta su A ene e la sua Pgrmonia fn Oreria nel primo quarto del <; ec.IV sta a slgnlfkare come anche la vera o prrsunta oarPntesl dell'Atene periclea (che del resto edlfica. ca\·a il PartrnonP e l"Er-ett.t-o e a,·rvR la su~ principale roce poetica nell"apolop:eta So!o– cle> era stata ringoiata daila tenacis.c..tma tradizione religio– sa dC'lla 2recirA. almeno suJ piano deile ellett!ve realizza• z!oni politiche di ampio respi– ro. A tal propo.s!to ml sembra sta più prudente ricondursi al• racuto giudizio di Gennaro Perrotta. lumeggiante r!ntrin• seca debolezza delrAtene peri– clen come entità polltica e [or– za real!zzatrtce di valori sto– rici concreti accanto al suo Innegabile. abbagl!ante splen– dore artistico e culturale. si dell'ora che stava pas• sando dovesse sentire an• che la misura di ogni istan• te, scandita dal battito di 1:----------------------------------------------------------------------------:I gnorile sicurezza quanto puo Ineccep!bile è Invece il qua– dro che il Levi traccia della rh·alsa che r Atene periclea. attrn\•erso la trasfigurazione goduu, mercé Il ripen,,ame nto [a•.tone dagll scritton aten, e.ol o attidogra11 del sec. IV. si pre– se sulla coscienza morale e pallt!ca di tutta la Grecia. tor– nata tìnnlmente ad uniticars.i non più su! plano deiis rellgio– sltà tradizionale. ma su quei!o di una koine cui urale e fi1o– softcn. insorta !orse p:-oprio in conseguenza del !atto che con l'egemonia spartana era crol– lata anche la forza mù \"i,·a tra quelle legate aila "tradizio– ne deilo stato oracolare: onde alla sconfitta di Leuttra si do– vrebbe attribuire un"!mportan– za che li Le\•i non b..1scorto. Provvidenziale !u tal~ e\·ento proprio nell '1mm!nenza della conquista di Alessancro; por– che cosi poté verillcarsi ii grand loso fenomeno della coe• si tenza, accanto alle eterne strut1ure teocratiche degll sta– ti orientai> e alla mentalità panrel!giosa delle loro popola• zionl. di una grecità che !n tutto l'Oriente mediterraneo !u li sale della terra, preservando i suoi pur recenti atteggiamenti illumlnl tlc1. SicchÌ' gli ste..ssl monarchi furono plnt! a con– llirurars, sotto due aspetti di• versi, a seconda dell'ethnos (o:reco od orientale> del loro uddltl, e !Zii ste i ordinamen– ti glunclici e ociall dl!!erirono un orologio. Sorrise fra sé e sé. Un momento dopo si sorprendeva ad ascoltare la voce di lei, ma non per seguire il senso delle pa. role, attento piuttosto alle modulazioni, in attesa di riudirle, quando, a tratti, interrompendosi, si tramu. lavano in un fresco riso che faceva pulsare la fon. tanella della gola. Parlavano di cose norma• lissime: del viaggio e dei paesi che ella aveva inten– zione di visitare. Paolo si proponeva di restare In clt· tà, senza muoversi neppure per un giorno. Ci ripensa ora e trova il proposito quasi ridicolo; la lontanan• za. l'attesa di lei non ne sono certo attenuate. E per• ché desidera che Livia non tardi a ritornare? E' una giovane donna molto gca• ziosa, anzi bella; ma di una belle7.za non appari• scen te; non ne è in namo• rato. non crede che l'ame• rà in avvenire. Gli piace: questo si; l'apprezza anche per lo spirito, per la fre. sche1.1.a che non è soltanto dell'epiciermlde. E la ricor• da spesso. Qualche rara volta che si sveglia la not• te, il pensiero di lei è tra i primi ad affiorare. Dopo alcune settimane, arriva inaspettata a Paolo una cartolina da una spiag• gia della Costa Azzurra. Le poche righe di saluto han. Do ''E11ropo,, di Valery Le1.•ba111I VaJery Larbaiu:l (nato il 29 agosto 18 1) è 1tno de• !J/i scrittori francesi che hanno il senso pitì sottile de//-0, propria lingua ed è a11che 11nospil'Ìto essen· zia/mente <europeo•· Infatti hc, rit:elalo in Fra111'ia Sam,wl B11tler, Joyce, Ramon Gomez de la Seni.a e ha fatto co11oscereall'Estero la letteratura francese co11tempora11eacon i suoi articoli de/ New IVeek/y e della Nacio11 scritti direttamente in inglese e in s71a9,wlo. La minuzia che è pre.,e11te nella s11aprosa e nelfr, s11apcJe.~ia 11011 11eesc/11dela grcmdeow. Una /11cedi 1)rofo11.dadolcezza e di t:era forza è dif/11.,a nei s11oi scritti. Vale1-y Barbaità ha 11ortato 11ella voesia moderna 11110 sguardo diretto e vossente, ima conoscenza inwlita di luoghi e di cosr1w1i lont,mi dalla F'ra,icia, e tc·n vero 1)iacere della velocit<ì. Il s110 stile è dii-etto e i s11oiversi vanno come ravi,/.i, ado7Jerc111do egli di continuo lo scorcio, con rara bm· vura. Rapidità, vrecisione di ten11in1, scioltezza di eswessione, 1mite insieme formano la .~7Jecwlemo· demissima wratteristica della sua 7Joesia fcaratle· risticci co11divi8a d,ii suoi co11tempornnei Apolli,wire, Cendrars, Ungaretti). Larbaud ha viaggiato molto e ci parla dei luoglt i dove è stalo pere/tè li ha scnt iti come faces.~ero parte di lui stesso. Kg/i ha sa1mt? cantare la bellezza delle città moderne o quella dei /1t0ghi di pii, remota civiltà co,i estrenw nat11ralezza. Le s11eo1)ere ]lrincipali so,io: Les 11oésie.,de A.O. Bn,mabooth; Enfr111tines; F'ermi,w Marq11ez; Amants heureux amants. IIOMEO L CCHE~E Città e ancora città; Ricordo città come si ricordano amori: A che pro parlarne? Mi avviene talvolta, Di notte, di sognare che sto là, o;,,pure là, E al mattino mi sve,glio bramoso d'un viaggio. Mio Dio, e si deve morire I Bisognerà seguire attraverso le malattie e nena morte Questo co1pa che abbiamo conosciuto solo nel peccato e [nella g1n1a; .G vetrine del negozi deile grandi vie dE>ilecapitai!; Un giorno non rifletterete più U volto di questo passante. Tante corse nelle navi, nei treni di lusso, termineranno allora un giorno nei buco della tomba? Porranno la bestia vagabonda m una. ca&E;a, Chiuderanno li coperchio, e tutto sarà detto. Oh, ml sia dato, ancora una volta Rivedere qualche luogo amato come P:azza del Pacifico, a Siviglia; La GhiaJa fresca e piena di gente; Ne! giardino botanico d1 Napoll La !e-Icearboooenl<!,l'alber.., giovinetta Che amo tanto, e ancora, L'o:nbra lieve deglt alberi dei pepe nel Ccrso di l'eof~i:i La piazza dei Vecchio Faiero, ii porto di Munichia, e ancora Le vigne di Lesbo e I suol begh ulivi Dove incisi U mio nome di poeta; E poi anche Quella spiaggia, Chersonèso, vicina a Sebastòp:>11, Dove c'è li mare lra le rovine, e dove un sapiente M06tra con amore un orribile idolo Chtqrhi,o, Lippù, dal sorriso Idiota suile grc •e gote di pietra. E soprah1tto, ah sopratutto I I<harkow, Dove ho sentito, per la prima volta, Ii sospiro di vergine della Musa sollevare il mio. petto Una città pe,r me: [timoroso: Cupole d'oro in m-= alle solltud!ni. Pale,iii nel d""'Nto, caldo sole ro,so lontano wtla poive-re: E, ne, quartieri poveri, Le mille Insegne del mercanti d'indumentl: Le casse basse, dai bianchi muri coperti Di grossi pupazzi dipinti, senza testa ... E te, Italia, di cut, un giorno, m gmoccbio, Baciai piamente la tepida terra, lo sa,; Regione dei Cielo (non sei di zal!lro, d'azaurro e d'ar– Regione del Cielo, incatenata In mezw al flutti che si ranno, per i'es1liato, Sinllh a un altro Cielo; O mcatenata dalle Nereide, come Andromeda, Col pensiero, dn qui, ancora una volta, Bacio con terrore sacro U tuo venLre E i tuoi bei lianchl fecondati dagli dél... In fondo alla stradina In discesa, riconosco Quel cielo e que,1mare, e quel profumo pure. E, o riva, corro a te. O mia W"lschtand benedetta! Romania solan, I Gloriosi letamai, slracct divini, eccovi; Bimbi nudi, rossi vegliardi fumatori di pipa. [gento?J Vecchie dalle mani nere, adolescenti dalle voci !ori!, E tu. mare! Lasciatemi >0!0, lasc1ateml solo coi mare I Abbiamo tnnte cooe da dirci, nevvero? Egli a I mie! vlaggt, le avventure, le speranze mie; Di tutto questo 1111 parla frangendosl Su! cubi di granito e di cemento dei molo; E' la mia gioventù oh'egh declama m Italiano. Pe-r un momento cantiamo e ndlamo insieme; Ma è gill la storia d'un altro ch'esso racconta. Gettiamo sabbia e sassi all'immèmore, E andlàmocene ! (Traduzione di Ro,neo Lucchese) YALERY LARBAl'U essere lnquadrnto. senza tema di smentite. In uno del due mo• menti storici essmzlall che sot– tostanno ad e.sso. quello mice– neo cui si rlport.a la sostanza degli eventi cantati e quello più tardi in cui I canti furono rielaborati: sempre unpeccabi• le è la dlnletttca mediante In quale 1a tras!onu111.!one socia– le ed eronomicn che porta In Grecia dalle monnrclue delre– tà micenea alle orgqntzznzlonl olìgarchiehe precedenti Il sec. VI e poi Ril"etll delle tlrnnnldl è pero rlst retlA nel suo! lim!tl effetth 1 i che non ron~nt no un radicale mutamento della essenza delln civUtll greca co– me protìlo. sin pure approssl• math•o. di u1rnoommutù st.nta• le conscia di sè. Il [ondamento oracolare d<•iln ,·,t• a,soci•ta d! tutte le ,tirp! greche. culmi• n•nte neila particolare !unzlo• ne dcll"oracolo drltlco e nei ri– tuale det giochi panellenici. to• glie per sccoH ai rivoìg menti sociali un ,,a1ore determinante ai Hn! di un'eJTrttiva tra<for• maz.one deilo tnto. Peculiare conscgurma di questo muta• mrnto di angolo ,·!•u•le e rn!– francamrnto. operato dal Le· ,,;_dal domma della polis come cellula co.stltutlrn driln vltn p~lit!ca del Grcei: le po/et, non erano clnscuna un m:1ndo con– chiuso ma erano awerlite dal loro stessi nbt:utorl •,JJne una specie di<( rant'lnl » di un!l ,.,.11 ampia c'ln[••drra1ione. Cl~ sule~• anche pereh/> rrspcrirn• zs delle tirannidi si in C&\11· rlta quasi S<.'n?.9 lasciar trnctr. salvo un ~~nrralr ~rnc;o d: condanna nrll\1plninn" d1'i po– stnrl: ciò aiuta anche I\ pene trarP tn"«zllo il contr)è'.'10rrtn pie Ivo ds le stirpi ~r'<he nl I momento deile guerre pen:a '!...-----------------------------------------------------------------------------' ne. Mag strale è Il modo con neeh stati ellenlstlc0-0rienta1f per t due ceppi etnici. Pene: trante, pur nella ua somma,.. r!età, è at riguardo la ricostru– zione del Levi per quanto con– cerne la ,·,ta sociale delle co– munità di lingua e civiltà gre– ca tn tutto l'ambito geopohh– co postale sandr!no. Acutissimo è anche Il con• cetto In cui Il Levi accentra re\"Olttzione di tutta la vita poli tic a romana. ser\lendosene subito per rhinrire come que– sta si svolga parallela n quel• in deila grecità. analoga ma non Identica ad essa: Il con– cetto della sacralih\. da cui prendono origine tutte te !stl• tuzionl. gli ordinamenti e gi! usi. Trattasi dt tm concetto di nnturn religiosa Infinita• mente più dinnm\co di quello rhe cnrattrrln.n tutta la vita rel'glosa e politica del Greci: il carnttere misterioso. tnco– nosc,blle de!rintervcnto dJYi– no negi! eventi terreni. quale appariva nella religiosità l•ti– na arcolra. prPdl~neva i Ro• mnni n unn infinitamente mao:g!ore duttilità nella conce– z!nne di tutti I rapporti !rn i'umnno e Il divino sia rlgu•r– do nlln struttura r Rllr [umlo• nl dello stato sia rlgu•nio al– la ronvl\·•nza ron gh altri po– poli. Oi qui. nella loro civiltà. « li disgiungimento del con– cetto di pr,,tnz n•tr divina da un leeame d'rPtl0 fra le divi– nità e u.,R pPrt'colRrc romu• ETTORE P..\RATOKE (Continua. a DO!l. 7)

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