Fiera Letteraria - Anno VI - n. 21 - 27 maggio 1951

Dom enica 2i Maggio 1951 ERNST wm cn F.R1' personaUt.à di ~rn st N ELLA STORIA della Wlechert, spentosi pocl1! mesi fa, 11. sessantatrf anni, è davvero nurab!Je ht progress iva n.scesn verw un vertice che sfolgora nell'armo– nica sinte si dell'elem ento eti– co- rell11ioso e di quello este– tico. La splrlt uailhl. (lei poet a pruss iano si rn.11ino mnn mn– no auro.verso una intima co11- ver,io11e sulla qual e, uclln Ilnz lone rnnta sllca di nlcum suol personn1:a:1, lll0<1cll6 pu1 quella che es:H eh.I.un :\ la loro Verwa11dl1111g \trn snrntuzlone , metamor1o s1,. L'am bito :.peclflco. In cui s1 svolse l'esperienza pcrsonulc, di questo n voJ1,:llnc1Ho, è se– gnuto dal trapat-s.o da unn concczlone gcnnan1co-odln 1c1t dell'odio e della vcndeun n quella delln cllar1ta i crlstlnnn . La prlm,\ Wc:Ua11schauu110 ~ ancora viva e 1remc1ue nelle opere gtovanlH Der Wald (L.'\ selva, 1922J e Der 1'ol.e11100IJ (1924'. che mirano a combnt• tere e li dio dell'amore e del– la misericord ia, il dio che hn lnses:nat-o nd amo.re Il nemi– co>, dottrina questo.. che l'nu• tore considerava qunnto mn! nociva e ta tale all'a111111a te• desca. Anche In questn fase fa!e~"n';en 1 ~ : e:1~1c::a. ~~~~!~ sto egli la supera, e g1à Il protas:onls t:i. del roma nzo Der Knecht Gotle3 AndreaJ: NJI· la11d (Il servo di Dlo Andren Nyland, 1926) crede nel verbo di Cristo e ricono sce la sun opera di redenzione. A questo punt-O 1'huma11ita i dello scrlt · tore pru ssiano si evolve verso !orme sempre più pure, In cui espressione artl stlc11. è nssntft in una serie di opere nnrrn– tlve e drammatic he, le qunll vanno - per citarn e solo al– cune - do. Jederma11n (Ognu– no. 1931), a Maod dei Jiirg en Doskocil (La sern di JUrgen DoskocU, 1932), a Die ltta io– rin (La moglie del maggiore, tradotta In ltnllano col titol o La Signora, 1934), a Das elt1- faclie Leben CLa vlto. sempll • ce. 1940). a Die Jerom in-K i11- der (I figli Jeromln . 1946). La Ver wa11dlung di Wlechcrt non si compi ent ro schermi astratto -letternt1. ma attrn– verso le crisi vissute dall'uo– mo e dal clltad lno tedesco che, per difend ere In verlt.à e la giustizi a contro I soprusi e le sopraffazioni di unn prepo– tente e violenta oligarch ia. af– frontò cora ggiosamente le ter– ribili persecuzioni e torture. di cui abbiamo un' lcnstlcn rnp– presenta zlone In Der Tote11- wald (La selva del morti . 1946). Tutta l'opera wlechert!nnn è aut obiografia fnnta st!cnmen te tra sposta e sublimat a. Lo scritt ore sboccia dall 'uomo : l'uno Implica e potenzia l'al– tro. pur riman endo, !'uno e l'altro , saldi e puri neli'nmbi– to della loro nccessnrln auto– nomia. L'asplr nzlone dell'aut-O· re al valori n.soolutl e unh'er – sall è cosi sincer a e profonda, che non avverti mnl ti minimo tentenn amento che accenn i alla trahi,o n des clercs. L'esi– genza adombr:itn dalla denun– cia di J ullen Benda, conser– va. se rett amen te Intesa, tut– ta la sua !or,.n, anche dopo I sofistici equivoci a cui hann o dato luogo gli sforzi . vani per qunnt o spesso nobili e sinceri. di chi - come da noi Il Grnm– scl - si è Illuso di mostrnrne l'lnfondntezz.n.L'imperati vo C3· tegor lco dell'apo liticità dello scritto re vernme nte slgnlflc n– tlvo e la necessità che la cul– tu ra trasce nda lit vicend a st rettamente politica scaturi– scono. come unn logica Illa– zione. dall a stessn lmm1menle precariet à delle situazioni che si deter minano nel rnpportl esteriori trn gli uomini. Chiun– que consideri In fluldlt:\, l'In– coerenza e la contrnd lttorlet:'I degli eventi che costi tuiscon o, per esempio, la breve stor\s di questo dopaguerrR, rimane a!1oSal scettico sulla possibilità di Inferire da ques to ,•olubt– le e capriccioso gluoco poli– tico un criterio qualunque di verità superiore, In virtù del quale lo scriuore possa p!lr– lar e Il suo linguaggio che è. per defini zione, unh •ersnle. perchè. corrispondendo alle aspirazioni del sln~olo, corri • !fo°~d~I 1 1:~f.t~ L: 1 !er! sp~: sia - dice Goothe - è unl– versnle, perchl: si adegua nl– l'un1,•ersnlltà de 11 a no.tura umuna >. Lo scrittore che scn– ta questa esl1;nem::1l non può. nell'.itl.o in cui assolve Il suo vero compito, ncceltnre questa o quella ldeoiogìa Polltlcn. uc– Cod!\rsl a que!'ìtO e quel grup • 1>0di uomini In lottn, Ciò In• hrmn subito la sun pnrol n, otfende suo1to la sua dignità. La quJle non fulc:e dnlla spe• e!OM\ mn inutile aureola del leuerato che si chiud e nella sua torre d'Avorio, mn brllln sulln fronte dell'nut.ore che è consnpevole della rC5Ponsnbl– lità Inerente al !)UOalto ulf1cio. I N sop~~mzn,rr~~;n!!ib~/ii\ fu cosi \'Ivo come nel ro• m:tnr.lcre J)rus!dano. Egli subi qu:int ':tltrl mal In suimestlone della stor1a contemporanea, e pnrt cc\J>òcon 1 1).,;10;-,n trepldn– zlone nlla tr:tglcn renllà di questi ultimi decenni, constn– tnndo che runrnnit:\, 1>ur scon– voltn, come è ormai suitn. da due guerre mondlnll. non si ro.vvede nè rlns:wlscc, ma nnz'. si ostlnn nellR folle protervln, che la condurrà al tcn,0 con– flitto e !orse alla sua totnle rovlnn . Ora che fanno I go• verirnntl, gli uomini politici, I mlllt,nrl, I ra1>presenta nt1 del diversi Istituti civili e, persino. religiosi? Dividono 1·uman lt1\ In gru1>1>l, foment ano l'odio e In dLc;cordla. Non dl qui vcrrt\, dunque. la snh•e7.1.a: nessuno di costoro sa porsi veramente • nus-des.•m., de la mclée >. Polchè lit poesia (O l':trle in gener e) è torse l'un ica manl – festn?.!one eHettivnment e unl– vers.'\le. lo scriuor e che non cerca di promuovere la soli– darietà fra gli uomini, trndl– sce la sua missione. In ciò consiste proprlnmen t.e Il tradi– mento del letterati : la 1>01\tl– ca ciel • clercs > che non tra – discono Il loro com1>lto è pro• prlo quella di su1Jernre U mo– mento strettam ente politico. Un monito In ntto ngll scrit– tori dl tuLto ti mond o si può considerar e, In questo senso, l'ultimo ·rOllll\117.0del WlecherL, dnl simbolico titolo MiS$a ai11e nomi 11e (Eugell RenL<;eh Ver– lAg, Erlenbach - Zllrlch, 1950). Già nel precedente volume Jahre 1rnd Zeit 1'11, Erlnnenm– gen (Ann i ed epoche: Ricord i. Eugen Rentsch Verlng, Erlen– bnch - Zilrlch , 19~9) - un libro di ecceziunnle lmportamo:n su cui dovremo torn are In queste colonne per la luce che esso ~ettn sullo. pcrsonnlltà e sul– l'opern wlechertlnna - l'aut o– re ave\'1\ notat o: e L'nrte ha I suol doveri... essi trnsce nd o• no la sfern peroon ale e priva– ta per nttl ngere quella di una legge superiore. Anche nclhi vita dell'artista che r,bbln \'o– cnzlone, c'è unn \'OCe a cui bi– sogni\ obbedire plìt che a quel– la di chi è minncclnto nei suol averi, o almeno nlt rettant o. pcrchè seguir quella voce si– gnifica vh•ere non solo per sè, ma per tutti coloro che da CO· desta obbesllen7-ll att endono spernn?.Osi Il cibo per la pro• prln nnimrt ,. Su questo ar– gomento Wlechert tor1m nu– che In M issa si11e 11oml11tpo– nendo sulle lnbqra di un perso– nn11glo le sCjucntl parole: e Oflgl In tutto li mond o po– che mimi sono rlmsste \·erll– men te pure tnnt-o frn l vinci– tori qunnto fra I vinti. Nè s1 tratta solo delle m:tnl del sol– dntl e degli uomini polll!cl, bcnsl di quell e di tanti e tnntl nltrl... A proposito del libri lo ml domnndo f.empre. se la sente che li scrive dlventn ml• gllore nello scr!vcr ll. SI. forse tutti questi nutorl sono felici nelrntto In c)1I pongono flnt' :td un!l grande opcrn dn CUI trnrr:rnno glori a e quntt rlnl. M~ divengono ph) puri I loro volti, I loro cuori. le loro mnnl . che è npp1111toquello che es..~\ dovrebbero conf.el( 'ulre scr iven– do un buon libro? lo penso che qunndo Claudlus o Bruck – ner o Mozart depon evano In penna. avevano Il \•olto rag– giante di bellc7.zn, n guisa di angeli che, ratte le loro am– basclnte . nprono le ali per rl- sp~:~1ò.11ce~~ :·nche )a fron• te del nobile poetn quand'egli. scritta poco primo. della su11 morte, l'ulllma pagina di Missa sfne nomine, lntul che tale opera rappresentava for• LA F I ERA LETT E RAR I A Pag. 3 UN ARTISTA CHE OBBEDIVAALLA VOCEDELLA PROPRIA VOCAZIONE L'ultitno Ernst Wieehert se l'estremo suo mcssngglo o.I• In lrrcq uletll e smarrita umn• nll:\. Il vnlore universale del simbolismo cli Miss a sine 110- 11i11c ern goethlrmnmente a(– fldntn solo all'lcastlci tt\ ddln r:tJ)resentnzlo ne. Wlcchcrt non cerca evnslonl, non ricorre :id lnrlngi mentl. Pu r consn1>evo1e delle colpe ciel suo J)Opolo, egli non esltn a 1>0rre nnche Il suo ultimo rncconto In un am– biente tedesc o, a scel':llere I personnggl, In cui deve com– l>lersl la gra nde eo11versionc che si isplrn al ser mone delln monl :tgnu, proprio fra que1 J1111ker prussl nnl, Il cui spiri– to si considera di sol!lo assai restio al verbo di Cristo. L' ~~1 1 1~g~j~n ~~~ 1 !r~t~ut~~~ ra ben cumpllttn h, vnrm e nrmonl cn tram a del ro• mani.o. è costituito dalln cri– si che si opera nel pili g!O• v:me del tre fratelli baron i L!ljenc ronas. Essi si chiama– no rlspcttlvnm ente Ern.smus. Agldlus e /unad eus. e Il J)Opo– lino avevn sorriso nota ndo In loro somlgl!nmo·.n: quel capelli che avvolge\•ano Il loro capo br1111I e sorrtcl come Il pelam e ~lou:!.~~~>néh~u~lt;!~ sopfn\~{~~ torbiere, le cui sugge~tlve e misteriose forme e voci sono evocnte da W!echert In now di sincero lirismo. • Amadew, unda\'a, e aveva l'imprelì.mone di !!plngersi nel regno della eternità. Non si snrebbc ma1 st:mcato di cnmmlnnre sopra quella Lerrn soffice e silenzio• sn, mal fin qua ndo cl fossero le erl>e e gll uccelli, la !leve aurn e Il vnl)to ciclo. mnl nn L'ope1·a pm rec ent e del significati vo ro ma nzi er e tedesco h a il· valore di un Doktor Faust di T. Mann . Wlechert non ama qut$t-O ce– rebralismo astratto. nè ama Il complicato psicologismo e le abissali lntroepc zlonl. alla problematica Intellettua – listica. ma di • scaldare I cuo– ri, (dle Hcrzen Wilrmen ) e accendere la fan ta.&ll. A que– sto fine giova anche e la soave potenza delle fiabe , Cbellls• so lenne testamento spit-itual e e artis tico L' 0 ii~t~ IT: 'd~:n m~ngfr n!~: ::;h~~eli1e /l'e!cJ~ 0 fe\a t?ah~: tamente distinti, quello del sco > esercita una suggestione dotti a cui è riservata la sclen- persino eeces.s!va iullo splrlt-o za e quello degli Ignoranti a di Wlechert che non rle6Ce cul è precluso ogni segreto che qualche volta a saldare Il rea– DJC GIOVANNI N:ECCO quando rlnmn essero lontim l di che è ancora di più, ciò che è lì gli uomin i, fossero essi vin- 11.ncora peggio. è Il fatto che lo citorl o \'Inti. Gli uomini \'O• uccldt:rel ancora> . A chi lo lev1mo sempre qunlche cosa \'Uole confortare, rammentan- ~~rcec/;!~r n~lse:~~; li i3n~~::. ~~~ ~n~1inte ~e;~t ~?i u~~o ~~= Le erbe e gli uccelll. Invece. sto vlolent-0, egli o~rv a: e E non volevnno null a dn lui. Es- sei tu veramente sicuro che si si rimnn evnno nel loro mondo I possa salvnre una vita, sacrifi – egli J)OLeva nndnre In mezzo n cnndone un 'nltra? ,. Perchè loro come si va sull'acqun. egli Intuisce che, se al lume L'Rcqua si richiud eva alle sue della saggeZZR mondana l'ln– spalle senza lasclnr alcunA segnnm ento proclamato nel trnccln , ... • Le due voci nel discorso della montagna è, co– buio della stn nza avevnno me dice San Pnolo. follia (pa – qunlcosn di Irreal e come se ranolnJ, solo quest a follia può, dietro ad esse non palp!tns• In realtà, sciogliere I nodi ln se un cuore vivente. ma risa- cui Il male avviluppa e com– llssero dnlle profonde late bre plica la vita. della terra che si stendeva si- Se non si compie questa lenzlosu nu orno nlln casa . So· Umwe rtun g aller Werfe (tra– prn Il Moor si perceplvnno svaluta zione di tutti ! v11.lorl. \'ocl simili, voci cosi cupe e la cui esigenza fu 11.vvertlta profond e. e Il tardo viandan te anch e da chi. pur nella dell– trat tenevn Il passo e si met • rante presunzione di abbattere teva In ascolto, rnbbrlvldendo I pri ncipi! del cristianesimo, all'a litar della nebbia che gli non ebbe mal Il coraggio di sflornva In front e>. rinnegare il sermon e della mon tagn a) , il mondo s·avvla verso la sua rovina. Amadeus. già sul camm ino della sua In– tima e totale tr amutaz.lone. è pur sempre turbat-0 dal ricor – do ango.scloso che anch'egli è I L CASTELLO del L\IJencro– nrui s·erge au·orlo del Moor , nel lembo estremo rngglunt-0, nellR loro avanzatft. dagli Americani. Al di là si stendo- di estra rre la pistola per spa – rare contro I fuggiaschi. A quest-0 punto , però. una !orzH. superio re lo Ispira e, come toccato dalla grazia che lo Il– lumina e gli addita l'alto de– stino a cui è chiamato, ruomo che ormnl da tempo persevera nella e pazienza e nella fede del santi>, con n pldo ma con– sapevole gesto. devia la plst-Ola e spara a vuot-0. Ora egli sa che non è più In balla della maledizione che pesa sull'omlcldn. La slcurez. za della sua Verwandlung lll avrà. però, soltanto di li a poco. Ment re egli giace dolo• rante a t.erra, ecco accostar – glisi Barbara che gli confessa beffardamente d'essere venu – ta. attratta dalla sadica vo– luttà di assister ~ alla sua mort.e. Ma proprio durante li colloquio che si svolge ora tra Il ferito e la ragazza, si com– pie li secondo miracolo . Bar– bara, finalmente Illuminata dall a superiore umanlt.à di Amadeus. compie Il primo atto di ravvedimento, correndo ad avvisare Chrl stoph che li suo 1ndr one Riace. gravemente ferito, In mezzo al Moor. Ca- che sta alla base della trage- trascen da la vita vegetativa . le e l'Irreale ln una unità fan • dia attuale è cosi pr05pettat-0 Il dono della • seconda viti\ >, ta.stlca compatta. Comunque :i~e u1:io~~~a:~~ 1:1i:::!!~ ~~l~dld~:;itiÀ , 1 èt~l~l 0 ~n:~ !g~vne~~r~~~~::d~jf~~l~e !~~ s!one che si sia dimenticato o propri o agli umili, per esempio do germanico , con le sue u.– dlsimparato a pensare all'uo - alla vecchia ancella Orlta. che ghe, tra dizioni e consuetu di– mo singolarmente preso, quasi canta le e dalnos > della natia nl. Solo che In Missa .tlne no – che si possa ragiona re sol1 Lituania ed enuncia le sue mine (che è, cert-0, uria delle per schemi astratti e concetti solenni sentenze primord iali ., pili notevoli opere della Welt • generali... Forse Il mondo e o a Christoph, l'isplrat-O ve- literatur contemporanea) Wl~ divenuto tanto vQ..5toche non gllnrdo, In cui sopravvive, In• chcrt tutto Idealizza alla luce esistono più I singoli Indi- sterne al talent-0 nnrratlvo, Il della. verlt.A evangelica , che è vldul? ,. senso divinatorio e profet ico anche luce di poesia unl - Wlechert vuol essere, Invece. degli antichi v9itl. Per li ro• versale. concreto e preciso in ogni suo manzle re prussia no le grandi E questo rivolgimento è cosl rlferl mcnt-0, pur elevando tut• passioni sono quelle elemen - profondo che riesce peni no a t-0 a quel caratterist ico tono tari ed eterne. Erdmuthe Do· rompere la tradlz.!onale, com• lirico. che potenz ia la. realtà nelaitls. fuggita al di qua della pllcata struttura sintattic a ~~c~n~oce~~~tazl~ne rl~~~~ i 0 d~ 1 ~:. d~!e~~o c;~:s:~~1::. ';, ~ g~la n 1 !rir1a~~~ia c~;,l~~~i! chistlca . Egli fonde verità e lo scrupolo che ha Wlechert di periodi brevi. vivaci e ar- . !lnilone In una sintesi poetica di nol tra dire mal la &ertna mon!osl. nel quali si sente una superiore , rllutta specialme nte Imparzialità dello scrlttore che ultima eco del libro famllla– al mondo libresco, alla Pa- si pone • al di sopra della ml- risslmo al Wlechert: la Bibbia. ple rwelt. Le d!squls1zlonl sot- schla ,>. è colta dopo un po' Qualcosa di slmlle accadev a t!.ll che hanno risonanza solo di tempo da una nostalgia cosi nelle mirabili opere <cito qui In un ristretto ambiente di profonda della sua lont11.na sopratutto Hfob. Roman el11e.t lnlzlntl ed eruditi. denunc!lmo terra nata.le . che un giorno si einfachen Manne, - Giobbe. un·ar!dltà di cuore la quale èl 11.vventuraad un viaggio pieno romanro d'un uomo semplice Il grave difetto di opere con- di rischi mortali a cui proba - - 1930) di un altro orlglnalls– ceplte senza l'ingenuftd cl\e bilmente soccomberà. L'ufficio simo scrltt-ore ted esco. p~– amma sempr e l'ispirazion e ge- del poeta e dell'artista, se- maturan}ente scomparso: Jo• n!ale . Tale difetto è, per esem- condo questo nobile scritt-Ore. seph Roth . pio, assnl appariscente nel non è già quello d! Indulgere GIOVANNI NECCO un 1>0· n sghembo sul loro vol– to sottil e. E gll nitri avevnno sorriso cli fronte nlln com!cn serietà con cui I tre nccogl!e– vnno gli scherzi e i dispetti. avevnno sorr iso di fronte al– l'espressione di Impassibilità che dnvn al loro giovani vls1 un che di strano, ;uasl recas• sero sulla frescn e angustR fronte hl lnnlterablle fissità d!lr-- ------------------------------------------------------ , giovnnl mnrUrl e di glovam snntl. Un argu to vicino Il nvcvn chiamati li trittico , e l'impr es~lone che fnccvnno era ,•er:\mente tal e per chi Il os– scrv:i.~~edlstrnttn mente. Pare– va cla\'vcro che le due tavole c~treme di un tritti co si npr!s– scro, e a,•anz:tssero d'un tra t• to, um, accanto nll'11ltrn, tr e figure di glov:rnettl bnlzntt fuori d:t un punt o dello spa– zio sltunto nl di I:\ del mondo conosciuto: cd ecco Il primo che teneva fra le lunghe ma– ni afflln te un liuto nntlco. ll secondo un violino, Il ter,.o. qualco sn che era certo ser– vito ad nccompa Jl'nnre I can– tici dell':mtlco Testamento >. Quest'nrla uustera e stranita e li temp ernmento contempla– Uvu che si profonde ed esulta I nella musica, I LllJencronn s li hanno dal padre, un origi nale solltnrlo e sllcnzlOLSO che, vis– suto a lungo tra e libri, globi, stnimenti e raccolte di mone– te. pietre e fnrfnll e , , un bel giorno esce di cnsa per una 1,:issegglat 11,e scompare senZ'11 lasclnr trn ccia di sé. nll'ln!uo– rl di un bh;l!etto su cui ha scrltt-0: cSl~•uorc. rn mi hai con– vinto ed lo ml sono lnsciato Indurre a-,Del tre lrntclll Ama ~ deus è quello nel cui spir ito riaffiora ph) e\'ldente l'nflinl– tà col padre. Snrà , dunque, lui li 1>rcclestlnnto alla We r– ~~~f1rng, nlla ~rand e f<lnver• Anche nelln crisi dei bnron e Anmdeus Wlcchert trn spon c fantasticamente un caso auto– biografico. Nel citato libro • Anni ed epoche > l'nutore dlchlnrnvn: e Io ho molto er– rnto, mn ha sempre ·avuto Il coraggio di ricono scere Il mio errore e nnch e di confessarl o cspllcltnmen te >. } Ntr:~Jt!zl;~"e esi 1 '3~~:~ ~~ me si è detto. in un di– scende nte di quel duri e i~lt~n~\ Jv~;~ke; ~:r:!a~~r:11 servi della gleba n loro :.og• getti. Con felice Intu ito Wlc– chert 1>0tenzln, nel protagonl- f!n rl~~~l~~}~~T ~~~.u:~~n~~: Quale saggio dl • MISS A SlNE NO– MINE > diamo QUI Lradotto uno del puml più alù e drammatici del roman– zo. Per poter Inquadrare ti br11.no ne.I conu.11to del racconto ba.stano I cenni cont.enutl nelle pr~ edentl note criti– che. Il P.'\ S.SO Lraootto corrisponde alle pagine 273-279 deU·orlglnaie tedesco nell'ed izione curata dlii Verlq Eugcn Renu ch, Erlenbach-ZUrlch, 19:)0. T Oll NA1'0 in .1e, non ri11~iva a cnpire f/lWIII O lt!III/W /oue trllM;Or.to. N<m J~ ren,tc u,. ,m::i IU!!/1/lllr, Cut i/O .te il ICI/I• 110 e.tii.teu e a11c,u11, e .11twa la di.11e.10 cume /11ori 1/el 1e111110 e ,/elio ,111:io. La nmrn slfo delle ,w bi 1emport1/csd1 e 11011 1111e :o comi– mwto o Mtlire. E,M1 ,mdr11;,11, 1111:i, 1/irllffontfo~i e ,c re: i11mlo~i di 111111;cl ie gi11llicce, come ~• lt, 11io&Bi" Ji /on e ormoi c11lu10 (li di lii 1lelfo lar1<la11cr111i1rino;W. l'uria ai ero /olla 1,i1i Jre• JCU. e sii uli1nuu 111/le tempi e, t.·sli sirò lemam e111e lii 1eMfl ,lo 11n loto . per co11tem11fore il bu.<1<:o e Joltunlo ora i suoi oet·hi Ji f'o,11ru11u s11lfo rosa::fl ... - Che fui1' - 1lom1111rlò 11ll11 Jille con 1111 mMu im11trce11ibile 1/elle fobbra. Ma 111 riJ/IOMfl che 1:enne lo riempi ,li 1t11pore. - Sru qui nrl ou enmre come lei mu ore. - e,cfomò lo r11ga::t1, e 1liue ciQ con In .){l!Jkf m1ll/rule:• :o come ,i 1/ice che il ,ole 1rn11101111. A q11eJlt1 riJ11od11 l'1101r10 ri1111ue 1/apprim a , bi1011i10, ,,oi ebbe 1111 molo di J~vm e1110, "'" 11011 per fo fra se che lei nue,m pro111111cit1IO, dii: il ~, uo (/i quelle parole 11011 erfl n11cora l!,ÌUlllu d1for11me11l e /i11v a /lii. Egli non 01•e• n, 11r.111111r ,,e,.~1111 clie J(!r,.e 1,u11w11 morir li, 11elfo r1nlu1lc; m11 era 1s1m1l'IIIQ t•rup rio 11er il f111to che lei .,te,<,e lì come 11110 J/1Pf• /ntrice .,olo i11tent11od ou ervare tu 11111morie, ern .tj{omento che 11m1 raga:z11, fo r111ale /JOr• t1w1i i11~e110 11n lmmbino . eri er11 lei 11e, ~ ,m– cor11 1111n b11mbfon, 110/PJ•e rimuner li o ilue /HIU Ì, Jtlrainta ,11/l't.riro fotriJ11 ,/i s111gue, in nlte,a clM egli t.;§llln'u e il 1110 11llin10 re1piro, ,,er poi rie11mre nella connme uila rii os11i 8iur110, 1>roprio come Jfl fosJC andato lii ,em• r,licemem e u rncco11fiere bacd1e, e nueu e or– m11i colmlllo il et.Mino.' l penJieri ,i Jorm 11•n110 nella 111a mente co11 le11te::t1. fon e ,perchi: ave1m perd1110 mo/• to ;§llll811e. Ettli capi1:a, 11111avia, che Jtava 11cco,le111lo q11nlcos11 ili terribil e. Di terribile, 11011 &iii per chi: 11re11w10 ,pnra to con1ro di foi e lo avevano col11i10, ma perchi: probabil – mente era J11ln la • i iovnne ,tonna > a coma 11. 1fore e n dirisf're /'impr esa. Ora, ficen: in1i i jlWi uomini, ,Ila Je 11e Jtava lì lrnnquilla n crinlf'mplar e ci-O che uvevn,10 /0110. Parevo che eu·i 11'1!.S. tf'ro ereuo, per orili11e J//0, 1111palco, e lei ,,,,,,1111.V!'. e, li ,e,/u1n, che la ropp re.sen• 111: im•e comi11ci11ue . E lo rappre ,e n10:ione eon.,i~fet:11 11ella m orte 1/i 11n uomo, in un ntO• ,wlogo ~olit11rio chf' 11011nvev n olcun oliro 1esti111011io a//' i11fuorì, 11111mn10. ,li q11t.lfq •• f(io– ran e tlom1n >, /Un /orJe era Jftlla In terrn ll t.,. ·"'· fo rerrn e malata> - come In cliinm a11a (;l1ri#op h - /'m,tri ce di 11,tto ciò. /.,(I terrn 1n e1 u 1·011110 111111 .t1,rcie ,li rivincilo. per chi: DALLA ''MISS.A SINE NOMINE,, * itlra 1e1111tn Ji Jgo::av111rn le bt.,tie, ri man · dni:0110 ,,in. M io p111/re 11011 po1e 1•a JuJlrire clie noi rrutouimo /i,. Ern.110anrora i recc/1i te11111i. e ora 10110 ormai 1111sMti. mo ancl ,e og1:i non Ji ,Jot,r,l,be /are dirennmcnle. Sn· rebf>r come mnle,lir r la rrenl11r11 eh,. /11 port i in ,:rembo. e 111 11n,1 do,•rt'itli farlo . F.JJa e pura com,. il ~ole r•er te, cnmc il 1nlr rhe i,t>r te li ~ ancl ,c ,-i,i Jpen10. Ma non 1i 1/f'l'f' Delitto e Redenzione in n1ezzo agli acquitrini mai 111dNlirlo . il •ole! • I.a m,:n :: n .,i cn, 11/:nM, '!: lo ,11ar,lnt11 eon Jlli occhi fi$ci: il ~110, ,·n/lo si rro tulln al,in11cnto. - Sorebbt /nei/e JIPr te - l"O · Je1I11i Amnde11a co11 tonn sntJrnu•.•m f' pacmo - il paJJato foue cancclfoto ,lui pre,ent e. Q11i, ili me::o 11i tlue «~·pugli, era J/11tc, coll ut11/o e sillJti:ia to 1111 1101110, e1l oro /o 1errn fo. M:IIWU clui .)I! Il e c11tl1irf/J~e e giu~li: iu~Je u, 1 11/1ro, pcrd,e lu flf1Tllt11 ve11iue 1mregg111tJ, e lei, /la 1err1,, Ji ri.1:cmiue 1mri fica1a e rico11• :wcra1u. l ì nel mo11du che ~i oJlre ,0110 lfl rad ici, unche il nwle che w rbn i cuori ,i ,a. rebbe - ,eco111lo le parole di ChriPop l1 - re,rlemo. Non lo Jf>arentat >o, q11imli, giù ciO elle avev 1 111bito lui e ciò d 1e li lllntm OCC(l1fontlu , m11, invece, il /lf!ll,•·•ero che Jopr11u11iueue q1wl. ca~, che no11 1we1,a 1111coro ri1ggi11n10 la JIM 111irificn:io11 e, r11111lco,a che 111110 lì solo 11 go• ,t, n i lo J/>etfa co/o 1/elft, ,110 mort e. Chè f es• sere che rimnnec,1 li com_., Jemplice spe/111• tore, eri, uncora 1d 1/i là della re1le,1:io11e. la 1err11 11011 /o ,,01e1•11 ne com 11re11dere ni: ol• 1orb ire ~iii sili /ino olle r11dici. C:011mo/111ctm lel1 A111111le ,, 11/l1111gò fo J c. 11ra,•e tirò /lwri 111w 1ig11rell11 elle 11or1i, rdl e lal,brn. - Accemlimi fo 1ig(lre11a! - lo 1ire• gò. ilfo lei 1e111en110 il cupo. C:i volle 1111 cerio 1em1w prim11 che egli ri11ciue II levur rii ta ,l\'.:ff i ffomm ifer i e Ml ncce111/er,1e uno. Q,ie• Jlo JeMo 110,1!lii prouocò fa /ohe ; il ,,olmo• rie 11an ero Jtalo, d1irH1ue, col11ito . Mn 11011 ern giir q11eJl11 la Jlla preocc,,,111:ion e 11iù Ìm• ,,orf()Flle in quel mome1110. • - Jlai giii vi 110 morir q1111lc1111nllro? - dum nndi,, come H la rago::11 aveu e 11ro111111ciato solo ora la ,ma prima JraJe. Ello tentennò tli nu ovo il cnpn. Amml e111 1e!l11iva co11 lo ig 11nrdo il f11mo a::ur rogt1olo che wliu n nell'aria trtmq11illa. - lo ho a,siJlil o 1a11te volle olla morte di q11alc111rn - so;rgiu11e lui - tant e, tonte 1:ofl ,.f Non è 11na prova /acile: ci v11ole u11 c11ore molto fermo! t e be.ctie Ji ri1iro110 nel /olio della macchia per non m!er alc11110spe/• tarore. 50110 U1gge, le l,c.11ie! - lo 11011 ho bisogno d 'usere S68Bia, - rliu e la rngo::a co11 t11ta poc11fc::11. - iHn 111 dev i a11vici11ar1i tli piti! - ripre– se lui dopo 1111a bre 1:e pauM . - E' iroppo co modo riman ere 1pellator i 1ranquill 11menl e ~etluti . Hi,o~n a s1111rdar ben bene rin vicino per rironoscere i carnurri ,!ella morie m ell• ire Krive In ·"'" se,11,n:11. I.a 111a, è uno M;rillura 111in11.5eo/a. molto minu1eo ln! - S10 nbb1111or1:1111icilln! - rep ticò In rn• ,:11:::n. 1:1101110$Cn11e In leJlll 11in.n piano. - 8i Jognt1 euere co,ì uicilli - co11ti1111Q - topffor mi /,i pi<1nla e Jrr,ldnrmi. /, 0 min m 11. eia poter ,li.stini, iere il luc11lo grigior e che nn ;. rlPbo'c, e drl rr,10 in 11nn mi ,li/ endere i ,ce 11de /tllt;fi o~:cl,i come In 11ri111111ebbin tiella ne111,ure. Ma è mf',:lin c/1, 111nnn lo /acrfo . ~·era Juf/a 1111/mle. ::io/o co.•i Ji 1111 111U1lo 1/i JJPrc/1f: ,.·e m1chf' /n ,,,,, crrntr1rn. ,. ,wfrebb ,. rico mu cere fo 1111110 e/te f/CCC1mo rlnlf of di lit. 11110. Ora tu 11or1 de, ,i comprnm"lll'r lll: fl - t11 110:u.o tlOQIW.ccere anche ,li I/lii - J'm1icn ,:01 11 che ti re.dn nnrorn. A l1rime111i soggi11nJe fo mgfl :: a. Il buro ne al: ò gli occhi nnn ti rimnrri, più n11lln dopo q11e.,1n ,ern. ver10 il cielo veJ1>ert ino. e/te si ruulai:n le11• Pr r.,i11n il 1 110 0 ,/fo e Jromp,ir.•o: lo ,•etio ,lai wmente ra.<Jerenmulo e 1el1i11rendo, e lo /iJJ-0 tuoi occlii. ,.,,,. .•ono .cnlt11111n pirni di paura ; a lu 11go. li . Jr, rrd() b, ,.,., F. ini-f't'P primn lii non - No n ho pili bisog110 di cercarfo, la Je• ai:ed mni paura . - /,a rnpn:zn ro/crn parlnr e. n,- e,cfomò. - E' J//1to cosi /flcile irovnrla . in1·,c, continuò a fi•<:nre n/lrn 1,m,en1r l'uomo, W it1lrnpp lin tenia/o 11110 via trOp/10 dil/ ici lo come a, nrl ,,alto di fui life,.ce comp icmlo~ i per conto ,110. 1111 11rn.nn11111tntl'nl0. A111e11n il fem1mrnle ,i dife111ò, ,t i 11ccelli si - Ci ,0110 co.ce suprrior i nlt ,- 110<,re /nr• ri,regl illro110. J_.'nllOflola clcll11 bru, hiern ri• :e , - pro lf'!ll•i il barn11e. - Noi /nrcinmo we,e n cml/are; ,lol sr embo pr o/oncia del i no#ri proJI,elli. mentrr. il c11nre 111m11ftua boJco si 11,li 1111cora il ricl,iom o del 11icd1io anrorn confu camt.11/e; 11111 q11nndo Ji rratla di 11ero. olfm1rli, r:i nccorJI,inmo eh, 111p,rano le nostre Il barone Jtt!lle in aJcolto. C/iiJlit .te n11che t:apacilù. T.n 11a/1irn è pi1ì /ortt dr/ nn.dr o la • gio1·11t1e ,/o,rno > perce11iva r111ei Juoni! cuore. K•j(I 11ro1r1, e ,rnrl,t! le rrl'lll11rr inn o• Era 111111 co~ che avrebbe tanlo cle1i1lera10 ~111i. q11a11dole mndri nnn l'nJI,fionn piii "'1· tli $tl/>ete, 11111 no11 fece alcuno do mn11da. pr rne di loro . E' un rrro peccato . ,,rrrhì, llt'e• D0110 alc11ni i<tanli alzò la deJtra che 11ueuo ,·o f11110il prop a, ito ,li pr1w1·,rfrre io nl 111n rinJJerr1110 la flÌlloln e, - 1·11 sai - diue , - boml ,itio. EJI,li ri urìr nel la mi,,.rin, nrlla pili clie non mi co,terobbe alc1111( fatica a me t• · 1r,11allid11 mi,,ria . come 11n bim bn che .ti Jin termi i11 gr111lo di essere io spt.llfltore della 1mnrrito e debba s11cchia re il falle di 11111 tll a mor ie, e 110n giit /Il $peltll trice dello m in. lupa. - S0110 Jicurn. che lei non lo frrriì, - con• S11/1111111,ln ncm1i1rinosll 1i lerò il ro,so ere. 1in11ò la rogu:: u. - 111quut o hai piennme111e p11•coln dell a $Prn. F.rn cop ie un'a mpia por la, raJI,io11e, - riJpose Amadeiu - r1oichè In 10J/mn di 1.•nmpe .,emp rf' pi,ì civ r. per In Jl'•/10110/a do~,rebbo trapan are le e lo w a q11al~ e11trr,rnno man m'lnn ,:li airani. Sul creattira . m()ndo rf'Jllarn fin prod itlio.co si/en:io. eh, Per la 1,rimn voll o la fro11e riel/a raga: :n r, n,lr L•a oJI,ni paro la Jll~ r f/1111 ,. srn :a .CPIIJII. ebbe 1111'ol1era: ione : ella non credeva che il Pare i•a q11n.ti rhl! nfcu ne ,/id ni1,ì .•i er, euero baro ne snpt>Ue q1mlco so. Unn tmmpatn rii ros- la1IFi1ì ,oprn l'ori::nnl,i remo10 e .,r>in1c,ro, 1 0 • JOre le .tfior ò il t•o/Jo. Ma fu u11nttimo, tanto citurne, q11nntn ncc"'le,m .ten: a In lor o vo-- cl1e il barone non riu,ccì a capire H il rouor e lont,i. di r,e11tle.t~-e ,folla 1•crJ{ogn11o tfolfira . - r, orn 1•11 pur,. - dine i/ baro ne chr - LP;inon è C(lfHICI! di ucciflrre uno crenlll• le,•ò lo ~,11nr,fn dnlln ra,:11::11,. lo fiu ò la..,ù rn i11noerr1e/ - J1roscg11i In n,111::::11 col uolto ,,,./ ciefo p11rpurrn. I 111Qi otthi f'rnno colmi rnl,b11ia10. ,fi q11rl/11 p,,rala l11r,i rn•sn.,1ra. - I.li m i,:linr li barone ann11i col cnpo. - E' vero, non rn.1111 ;. rhe 111 '"'da rin Cri$1npl ,. F:irli ;. il più JOrio c11111ce! E' anche già troJJpo clie ,ia 1ra11q11il/Q ed il pi,ì intelli1e111e ,li 11111i: SII• CllffflCP tu... pr?r me,:lin ,fo,li nitri ciò cl,e •i de,·e /are. - No, 11nn sono cnpnce! - 11rlò In rago: :n, Snpri1 ar1d1r me,:/in ,li 111 medieo, .te vnlJI,n e 11/Jonrli, lo mllni neff ericn pw 11andole, come anro r In pena di Jar, q11alcnJn p,r me. Epli Je voleu r Jpiccare 111 bnl:o. ;. in ,:radn ,li ,1,dere In morie. In ,·e:ra morie. - Eppure Ji, che Jei capace ,li farlo - n i~fi 10ft, ,fnt•e mi l1 1i tro,•alo, nient'nllro . tli$$6 Amndt"u1. - Nrm .tci 1olo /u 1petto• Ora ,lr ri prn,care ~oltnn tn al loambìno. , /are trice, qui, mn Insci che n11che il tllo bimho in mndo d111 e~!i ,lim,. ,.,;,.hi ,.;;, rh ,. 1m uedn 11110... No n semi che lui è lì con gli ved11to... ERNST WIECHERT orrhi $brirra1i rhr /lllardn? Q_11nmlonella 110• (Tr.,d11ti,,11e: ,li ~h ri:1 Ner('o) glnnndo lo mos.w dnlla forza vlvl!lcntrle e insita nen·eJemen• to cnvnllere sco conglunt-0 a quello cristlnno. Ogni volta che questi du e stlmoll hnnn o agito concordi sull'nn lma te• de..~ a. lu suggestione operat a è statn qunnto mni benefica . Per rimanere nel cnmpo dellR letteratu ra bnstl pcnsnre l\l Mhrn esa ng, nU'eplc:\ cort ese. nl profondo rivolgimento etl– CO•estctlco che si nota passan– do dal Nibehmgl (spcdalm en- te nella seconda parte del L---------------------------- --------- ---------------------' poema) nlla Gud nrn , sulln qunle nleggla un nuovo spirito sollt-cltato, :tppunto. da esl– gemi.c csvnllcref.CO•c rlstlan e. Wlechert nccenna più volte cspllcltnmcn te nll'cf!ett o posl– th•o dcll'cduenzlone slgnorlle – C!lVl\llere!)Ca.e Per la gente vc– rumen te nobile - notn unn \'Olla - In povert:\ non è nè un peso nè una vergognn >. In un momento di crisi e prostrn– :r.lone p:enera!e umili donne gut1rdano con devozione e cie– ca fiducia nd Amndeus, qu:tn– tunque nnch'egl! sia ornrnl J)O– vero e reietto al pl rl d! loro. e Anrndeus J)rovò liii SCU.'10 di :-marrl mento nel co1istatnrc che egli cont! nu.wn nd essere per quelle donn e Il signore dal– le num i fntatc, cnpacl di sol– le"nrle dalla maledettn situa – zione In cui le anvn scagllnte Il destino,. M:1 la Verwandhmg del pro– tagonlstn di Missa slne 110- mi,ic si compirà solo qunndo. J>er una f.J)ecle di contrnppas· ~CafJ 11 d~f1 1 ~e J:.l~~lterf~à epuJ!i cristlam•s!mo che hnnno mnn mnno lnch•lllll e mitigati I suol pronvl) dovrà rivivere. In virtù d! una nemesi vlndlcl' e redentrice. l'orribile situa– zione dello schlnvo nbbando – nnto al d!s1>otlco capriccio di nomini crudeli che lo consl– derernnno un semplice nume • ro od oggetto . Ciò accade Il giorno In cui. denunciato dnl suo guardAbo– schl alle nutorltà naziste. Il bnro ne LHJcncronn s viene cac• cfato In un cnmpo di conccn• trn mento. e pili ancorn. quan– do, trnd ito uno. se<:onda voi• tn dopo Il tentativo di una fu• ga. passa nlla e compngnln di 1nmlzlone >, n quclln che è ehlumatn eia 1>0rtn dell'lnfer• no>. Soprnvvissuto mlrncolosn. mente n tante tr:\versle, poco prlmn delln llbcra1.lone, In un Impeto di generoso sdegno. egli snlvn una \'lttlma Innocent e (che sta J>er essere sncrltka• tn nd una morte atroc e) , ucci– dendo Il suo carnefice. Alln nne della guerra Amadeu!) t-0rna. angosciato ed Inquieto, al cast.elio avito che si trova al margin e del & Moor ,, la landa acquitrinosa e ricca di no quelle terre della Prussia orientale , su cui -pende un pauroso mistero, perché vivo• no ormnl più solo nel nostnl – glco ricordo del fuggiaschi so• prnvvi ssutl nd una trcmend11 deportndone . che nelle pnglne del roman zo è rlevocnt.a solo di t.anto In tanto come l'eco di una Immane tragedia or• mnl lontana . In un'atm osfera direi qunsl. di serena e tutta • vin lnesornblle giustizia supe• rlore clic nglsce scnzn nstio e risentim ento , rlecheggin tuu o Il cupo mondo di questo dopo• guerra senza p:1ce. sul qua.Il' Incombe l'Incubo di tm prossi– mo nvvenlr e nncorn pli1 CUJ)O Amndeus Llljcncrono.s nvverte che con In cessnzlone delle ostili tà null a è sostnnzlnlmen• te cnmb,ato, e che gli antichi nrnli perclurnno In tutt n In lo• ro oscura poteni.n. • Orn egli notava - solo un po· pili nit! • dnmente - qunnt-0 avevn già intuito dentro di sè in unn ~C:. 1 ech: 1 co1~1!"~\~ior1~ 0 ':e~~ nrrnl niente o ben poco si ern otte nu to. Oli acrobntl. I gioco• !Ieri e J prestigiatori continu a. \'Ano a restare alla rJbalta , co– me probnbllmen te vi era no resLntl ormai per qunlche se– colo: gli acrol:ntl, glQCOl!erle prestlglntorl della politi ca, dell'arte, delle concezlonl filo• soflche e delle parole, si, spe• clnlmente quelli delle parol e L'Immenso abisso trn le parole e In vita non era stnto colma• to. I giocolieri continuavano a far le loro gherminelle con le parole per convincere gli spcttntorl che le paro le erano In vltn ,, );;::;t~!o ~u~;';ni tiiJ~~~ cronns : il loro castello è OC· cup11to, le loro terre pure. Amndeus trova ricetto, dRP· prima col frat elli. poi da solo nello squallido stambugio del pecoraio: ma non è glà questa umile vita che lo spavent11. bensl Il pensiero che il male si perpetua. che esso è radi– cato !n tutti. che nessuno rie– sce a superarlo. e Anch'Io ho ucclso con que– sta mano - esclama - e ciò stat-0 un omicida, e dal cupo dendo al piedi del vecchio ser– presentlm ento ch'egli potràl vlt-Ore. la ragazza è sopra ffa t– ancor a e~ rlo. Eppure egli è ta da una crisi violenta che le prede stinato a toccare • l'ultl- scom•olge- tutto l'organl&mo e ma mèta >. a vivere fino ln le ottunde alla fine 111. ragione. fondo ·la sua Verwandlu11g . . ~J::~ 0 d: l~e~ !tt~~~~- p~ov~~ A. M; 0 !Vi!· :~!vaf~rlre ,rt~ ~~; dalle più gravi sciagure. cerca a ter mine l'opera sua. confor– di rinno vare nella SUA vita le tato dalle sagge parole di Wltt • forme del cristiane simo primi- kopp e dalla luminosa fede di ttvo; glielo c0n(erma Crlstop h Chrls toph. Vincendo l'ultima Il vecchio servitore ll!ette rat-0. rlpugnanzR che osta alla sua che ha li dono di quell11.e se- piena rinascita, egli seconda conda vista ,. Ja quale pene• rill uslone delln ragazzA. nella tra olt re I veli che n11.scond ono cut memorl11. si sovrkppongono le verit à eter ne e universali . immagini tani.<> confus e da Nè essi erran o. La. tra mutaz.lo• Indur la, durante la sua crisi, ne di Amadeus è. \n(att\ , lega- a credere che II barone sia 11 ta a quella ancora più stra - plldre della creat ura che lei ordln11.rlache avverrà nella ti• porta In seno. Da tale stato glia del guardabo.schl. Questll sonnambolico Barbara si ri– Bnrbara e a cui s11.rebbe conve • svegllR 11giorno In cui dà allll nuto Il nome di Brunilde>, hR luce una bambina. Solo 8; que• sub\t-0 Il nefasto f11.sclnoche sto punto la pruden za e Iamo• esercita spesso sugli spiriti de• re di Amndeus possono sple- ~~~n~o 111ft~~g: ~ :o~ lab~~. l~~~ t;~~ta Jabe~~!ficae~~:~lea: lenza trRmont a. e col suol ves- stlone la coscienza titubante sllH ed emblemi cadono pure I e trepidante della don,na si fa~l simboli, ella si macer a eleva ~ an mano fino all altez· nella rabbia e nell'a stio. An- za del! evento che le ha con- zlchè pentirs i d'RVer tradlt-o : f.~~~o u~:l e~t~o:a a:~ 1 ;!gn! denunziato Amadeu.s. lo odi con affett-0 lglle e paziente ancora di pili e si j lleA i~ ul~ questo trapa~. flnchè Bar- ~\?i1s:0a~nd~11t:rrl~~fuJ/ nà~1 ::;;: ! 1 ~~1~~i~ ~1~\~~: lade~le~ quale e:SSRnvrà un figlio. Il sua maternità . ~~o ,!~=~l~o l~na5if:'~eas~~~~; In Missa iine nomine 11\Vie• nera (der Dunkle), viene cat - f~!r~erl~B~~~B~~~~f1til e~i~: turat-0 e giustiziato. In quest 3 tlche, polchè, pur nella pre• circostanza Amad eus spiega elsa concretezza del personag – tutt a la sua magnani mi!. se• gl, del paesaggio e delle voci di nerooltà, coprendo con lntel • un'epoca. liricamente ricreati, llirente tntt o le responsabilità . n romanzo configu ra casi e della raga7.zn . Ma neppure a problemi di risonan za unlver– questo atto di erolcn bontà s11.le. T utte le questio ni lnso– Bnrba ra si mostra sensibile, Iute di quest-0 tragico dopo– anzi propr io ora II suo odio guerra (rapporti tra vincitor i trabocca. Assold11.tlalcuni de• e vinti, fra persecutori e vtt– llnquent l. ella 11.ttenta un'altra time, governnntl e suddi\1. volta alla vita del barone . giudici e giudicanti. società. e Mentre egli si AR:glra.come di Individui. ecc.) sono qui, In– consueto. nel Moo r t malAn• fatti. agitate .sub specie artls. drlnl da lei pre7.1.olatl gli ten · Secondo 11 grande roma nziere dono un'lmboscRta nello StC$.SOrumanltà non avrà pnce e be– luogo In cui venne clltturato nessere fin quand o le relazio ni l'uomo dalla maschera nera fra ili uomini non sar ann o Spnratl alcuni colpi. che at- rette d11.lla charilas che San terr ano ti barone , g:11uomini Paolo es11.lta nel tredicesimo fuggono . Amadeus, bcnchè fe• capitolo della · prima epistola rito, ha ancora la possibilità al Corlntl. Il fata.le equivoco CARAVAGG IO - e Chiesa di S. Maria. del Popolo - " Cadu la di S. Paolo" > iblioteca 10 Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy