Fiera Letteraria - Anno II - n. 30 - 24 luglio 1947

FIEH,\ LE'rl'lm.AHIA 7 Nuove • • vers1on1 del Vangelo Secondo Matteo Dal Discorso liell;i 111011t11g11a Allu vi:;ta della molti1m.line CC6ù :;ali sul monle, Do110 che si fu tetlu10, i discepoli gli i;i a,·viciuorono; allora. ad tunmncs1rarli, 11arlò c'osi: 1< Beati i 1,0,,eri iu ispirito: perchè di lo– ro è il regno dei cieli, Benti i mn111111cti; J>Crdae erediteranno la lCrTU. Ululi gli 11frli11i; pcrchè saranno oouso– lati. Beati gli 11ITm11ati c .a~tuti di giustizia; perchè saranno saziati. Beali i mi:;er t·ordiosi: perl'!1è 011Crranno tnis.::ricordiu. Ucuti i J)Uri di t•uore; Jterche ,·edr:mno lddio. Benti i oucifiri; J>erchè saranno ch;Qmali fi11li d'Iddio. Beali i pcri;egui1a1i per causa della giu· stizia; 1.erchè di loro è U regno dei cieli. lleati sarete voi, tiuuntlo vi oltroggcranno o vi J>Cri,cguiterauno, e mentendo tlirannu d voi up1i malo J>t:r causa mia. Rallcgra1.:vi cd e,.uhate; perchè gronde è hi vostra ricom. pensu ,u.:i cieli: co:;i 1•rr-seguitaro110 i Pro· feti, prima di Yoi. Voi ilic1e il 11alc (ltlln terru;; .1>cil sale <liYenla scipito con ehe co5a gli 11i renderà saJ>0re? A null'ahro -M:rYe,che ad cs,s·re bu11a10 Yin e 1:a·pcs1a10 dagli uomini. Voi sicle la luce del mondo. Unu cinù sulla e.i· ma del mon1e non J>UÙrimanere 1Hh,C01:,l11. Jlion si aeeendo una lucerna per metterla i!OIIO il moggio, ma sul candeliere; e fo lume 11 1u11i di casa. C<>sì la vostra luce s1llcndu dimmzi agli uom'ni, affinchtl. ve– dendo le YO:;lre buone 01wrc. tliano gloria nl Pndre vo~tru nei cicli. Non credi1llt che io ~ia venuto ad abro• ,garo le Lcgjfe o i Profeti: non son ,enu:o :•ti uhrogur.:, ma 11••011111iere. In v,·rilit vi dico che fìno n CfUUntlo 11011 pa~•c1a11110 il ("iclo e la lerru. un io1<1 o un «olo acrcnto della Leggc 11011 pa~ri,. 1•rima che tulio iia adcmJJÌuto. Chi dunc1ue v·olerà untt solo di c1u~ti minimi precetti. e cosi i11:;cg11.:rit ~gli uomini, minimo sarà chiamato nel re– gno dei cieU; chi invece li mcltt.'1'Ìt in pr:1• tira e li insegnerà. gr:uule sarù eh umato nel rt~no de.i dcli. Perchè, vi dico, se la vo:,lrn Jiusti1ju 11011supcrcrù c1uella 11egli Scr:hi 1· ilei Fari!Ci. non cntrere10 nel re• i;no dei riel i, Udiste. che fu di:110 agli antichi: Non 11c -cicler>r: chi ucciclcrù sarà reo 1n i;iud::i:io. Ma iu ,•i 1lieo che chiunque si adireri1 col fr!llello. sari'1 reo in g)ufo,;io; e chiu1u111e 11irì1 :il frareilo: « R11c1.1 >, sari1 reo nel Sin e· drio; e chi d.iri,: « S1oho », Mrì, reo uel fnrco dell'inferno. Se du111111c rechi rorr.:rtu alrohorc. e ti ricordi che il tuo frnt Ilo ha rancore con te. lascia roffcno d:"•anti ulruhore n va' 11rironeilinrti r.ol frotcllo; 1,oi tornn e 1>orgirorrcn.:a. Accordali col tuo av,•cr~urio. mentre sci con lui per via: 1wr rhè 11011 Ii ron~ci;ni al giutlif'e, il gitulic :1ll0 11,tumliee tu 1<iagennto in care:re. In vtrità ti dico rho non ne u9cirai 8("m:o IIYer 111tu11·0 ~no u11'1dti1110f'Cnte;imo. Udiste d1e fu dello og1i antichi: /\'O,i com· mCll<'re ml11ll rio. Ma io vi dico rhe chlm•. <111egunrda unn donna con desiderio, già ha com111css.1mlulterio nd 6110 euore. Se <lu1111uel'occhio destro ti t'!Candal'nu, cu· vnlo e geualo ,•io da le: meglio Il ri~ca una delle tne membra. che l'in1tro luo cor- 1•0 iEa gctlnto nell'inferno. Fu nnche ,lcno: Cl,i rimamlu fo j11t1 dori. m,. fo dia il libdlo del ripudio. Mn io ,,i dico cl1e chiunque rima1ula la sua dorma, fuord1i· per rllll:;:i Ji fomiC":azione, la e:;JJO. ne ull'oduhcrio: e chì SJJOHIla 1lon11a ri· pu,lin111 ra adulterio. Udisle ancoi-a che fu dello agli nnlichi: Non sfH!.rl!)11rnre e mantif'ni i giuram:mi al 1110 5:gnorc, Ma 'o ,i dico di non giurnrc in modo alcuno: nè per il cielo d1e è trono tli Dio, nè J;H;r In 1err11che è agabo'lo a' 6'110i11ieJi, nè per Cerus:1le111me t'lie è h ("itlà ,lel ~ron Hc, nè JJCr il tuo cn110. po:· -<:hè non 1moi for b:Snco u nero 1111 tuo c111>Cllo. Sin il ,•oslro 1>-1rl11rc: EÌ, c1unn1lo è $Ì; no, (lmuulo è uo. Il di più vitne dal 111ali11:110. Udhtc .... hc ru tlcuo: Occl,io per occl1io e <ll'me per ,I 111e.M:1 io ,,i d·co: non re– $iSlcle al male. Chi ti Jlcrcuoterù In gunrr citi tlc~tra 11orgi lo sinistra; n chi ti nmo– ,,crù lite ucr 101dierti In tunira ltN'IU on· che il manre 1 1o. Se alcuno ti obblii;hcrit a correre 1w:r un miglio. &eguilo Jh.'r ,lue. A chi ti chiede, da'; a chi li domand11 un prest'10 non ,•oli;cre le 6Jlfllle. Udiste rhe fu detto: Amcrni il t110 /JrQS• ,simo II odic.rni il tuo nemico. l\Ja io vi dico: nmnte i ,•os1r, nc.mi, :i e preg111eper i ,,~1ri IH!"r~cutori, af1l11chèsiate figli dtl Pudre vo– iflro che è nei cieli, il tpmle (11 l'Orgcrc il sole sui huoni e tiUÌ cani,•i e mandn la J>iog. gin ai giuHi e ntt'i iniqui. Pcrchè be umnle quelli cl1e ,·i umano, qual merito a\•ele? Non fonno lo .stesso i Pubblicani? E &e u· lut.ate soltDIIIO i voslri fru1elli, cl1e cosn fate da più tleglì ahri? Non u!Rno lo ste&~o i Ccn1il.? Sinio Ju1u1ue J>erf,:lli, com'è p·r reuo il \'0~1ro Padre celtstc. Baflatc di non (..ire lt, opere di giu~1i1ti11 per e:-scre comidcrati dagli uomini, ohri• lllCnli non ue a,rc1c merito 11rcsso il P:iilre \'OS!ro cht è nei cicli. Qu11111lo 1lunt111efai l'c,lemo~na. non far 61N)1Hhazz.1re.Ja,•anti a te come usano gli i1>0CTÌIÌnelle siuag:ogh· e nelle strade 11cr east!re !od111idagli uomi. ni. In \'t.-rilà ,i doco che hnnno riec,•uto !:i loro ricompensa. Ma quondo fai l'demo~iiur. non aappia L1 tua s.inistra quello che fa la tua des.ra . affint·h\! In tun clonotina riman, gn 111ei;rern: e il Padre 1uo, <'ho vede nzl se,11:relo,le ne dnrir la riw1111>ensn. Qua,ulo pregate non fate come i;.li i1>0• -<:riti che. per eSéerc ,eduli, pregano, finn• do in p;e<li, nelle si1111goghee ugli angoli delle 1,iazzc. lu ,•crita vi dico che 11011110 ricevuto la loro ricomJ)Cnia. Ma tu entro neUa tua stant.n e, chiusa la pona, 1,rega il Padre tuo hl segreto, o il Padre tuo, eh~ ,·edo nel segreto, le no darà il merito. E nou fate como i. Ccnr'.ili, che 1•ensa110e86Crc esauditi llnlJ'o.hbondnnx.u di purolc, percbè il Paòre ,·ostro sa di the a,•eto bisogno 1>ri– ma che do1lla11dia1e. Voi. 1lnnc1ue, J)regatc così: Padre nostro. che sei nei cicli; bia saw 1ifica1q il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia feua la tua volontà, come in cielo cosi in terTa. Dacci oggi il nostro 1xine quotillia no. Rimeni a noi i nostri d.hiti, co111e noi li ri111ettin1110'ai nostri debitori. E 0011 c'indurrc iu ten111r.io11e, 11111 liberaci dal male. Pcrchè se voi 1>erdoncre1e agli uomini lo loro mnnc11nzc, anche a voi le 11trdo– n.erà il Padre vo~tro cele111e; ma se 11011 lo perdonercle agli uomini. ncmm 110 il Padre , ·061.ro le perdonerà a \'Oi, Qu.ando d'giunttle non ratcvi malinconi– ci, come gli ipocriti, i t1uaH dull'ayvi!i. menlo del volto vogliono 1110€lt'llre 11g.li uomini chi: digiuno.no. li \·trità, vi dico che hanno ricevuto la loro ricompensa. Ma tu invece profumati il capo . e lavnt, la faccia, perchè il tuo digiuno non app41.ri · sca, ngJi uomini. mu ul J't"dre luo nel se· greto; e il Pni.lre tuo, che vede nel 15Cgr:– to. te ue darà la rico1111.e11,a. Non accumulate tesori sulla terra, do,•e la tignola e il tarlo disranno, e tlo,•e i ladri ~cavano e rubano; JllB accumulale un tesoro uel ciclo, dO\'O nè 1ignolu nè tarlo Wdù. e dove i ladri non 4;cavano nè ru, bano, Percbè dov'è il 11101esoro. là C aw che il luo cuore. La lucerna del coq10 è l'occhio. Quan– do il tuo occhio è puro, 1111che il tuo cor– Po s.arù lucenle; mu quando il tuo or.chio è torbjdo. nncl1e il tuo corpo sari1 nel buio. Se dum1ue il lume che t: iu ·te i;i fo tenebra, grautli sarnn110 le tend,r 1, den~ lro di 10. Nusu~o 11uò t.ervire a due padroni; JK!r• ché odierà l'uno e amerà 1",ll1ro, u ~ .arft.,. z.ioncrù all'uno e disprez.1.crà l'altro. Non potete sen•ire a Dio e alla ricehena. Per– ciò vi dico: non curatevi, per 111 vos1ra vita, di che maugerCte o ili che berrete; né, per lu vostro persona. tli ebe ,•cstiretc. La Yita nop ,•alo for,e più dd cibo e il corpo del vcst110? Cunrdute gli uccelli del ciclo. clic 11011f.Cminnno né mieiooo, né raccolgono uei granai, e come il , ostro Pu. dre cele&te li nutre. Non siete da Jtiù di loro? E chi Ji voi, per c1ua1110 si arfanni, !lUÒ numcnlnre la propriu ~tatura,? E per– rhC prcoccupnrvi del ,•es1ito 0 ? 066ervlllc co– me cr;cscouo i gigli nti campi. che non la. ,•orano....né filano. lo ,•i dico cho nc.nuneno Salomone. in 1ut111In nrne,,1à. ern vc!':ito come uno di essi. Se Dio rivel!l.c così l'tr• ba del cam1l0, 1•ho oggi è e domani vi:ne RCtlatn nel fuoco, qunnlo più penserà a Hi. gente di poca rcde! Non vi oHliJ!:~ete d1111que. il:cendo: - O,e mnngcremo. e-be berremo, di rhe ,·cEtircmo? - Qu,·~to Ì! l'a1111illodei Gentili; poicM il P11dre ce– les1e ..n chi,. a\·tte l,isogno di tulfo (1ucs1e c.osc. Cercalo! prima il regno di Dio e la 1ua Riustizia 1 e tulle q11e~1ecOEe vi !!arnn· no d.1tc di giunto. Non vi i11q11ie1n1e dull' 1111e tk:r il domun:; perché il 1lomn11iavnì • lo sue im111ietudiui. A ciascun giorno e coi miEi di.sccpolt?'' Ed. esli. 11i nwurcni suClic1cnto 1n tiUII pcnu. u11 cenacolo gn1111lc flJJ/Klrecchfoto c1.mve11e· i\un g:1u<1ica,eaffinchtl non s:ato giudi· volmcme; -e 1111iprepartll per noi". Cosi cati. Con lo stCMO giudizio col t1unle gìu 1111darono i discepoli. e arrivarono in ciuà diCllte, 53rete giudicai,: con la ntisura che e 1rooo10110 como 1weva delto loro, e pre· misurate. sarete misurati. r~rcbé o'llèervi la 1111r11ro11o la Pan1uu. 1,ai;liuz.:i:onell'occhio de.I 1u 0 fratello o non J,; f11ttusi ~rtt, 11i 1uuW coi 1/odici. f: me11- 111,nsialla truvc che h111ucl 1uo orch10? tre sUHHIIIO " me11..,a 111m1giwulo, Gesù <li.s- 0 come dirai al fr:itello: - Lascia clie se: ''/11 1;eritù vi dico che Uflr, di. voi mi tolga la 1Kigl111:u.a d:il tuo occhio, - mln- tr11diri,, uno che mangia con me". Comitr• tre una 1rn,i, è ne,l'occhio tuo? l1,oeri1a, I ciflrQ110 <Jd 11//li,rsersi e a dirgli II u110 n lc\•1111rima 111 lra,•o dal tuo occhio, e alloru ,mo: "lo /orse?'' E,l egli cline, l0ro: ''Urio nYr.1i la vi1:,ta Clll)Oce 1w:r togl.Lre la pn· dei timi ci, clie mette con me la r111moriel gliu~za Jalroc.chio. del frutelio. Non 15cttate piallo. Cosi il figlio dell'uomt1 se ne va, le coPC snnle ai cani e le JJCrle oi 1101ci. come era stato scritto cli lui; 111,1 gu11i a ptrchC uon le mc11ano sollo i piedi ~ vi ,,uelfuomo Jler il q11alc il /·glir• dei, .,i· ,•òl!Ìnn0 rontro pej. !ihraunrvi. l'uomu surU trmliw. Meglio surebbc 1,cr 'Chiedete e vi HrÙ duto'; et:rc:,to e trovc- <1uelt·uomo 11011 essere nwi ,iato". rete; buseate e vi sarà Df)Cfto.Pcrchl: chiurr E memre es.,: 111a11gim:o,1u pre5e il pa11e quo chiede ricevi·: chi ccrcu tro,•a; e 11 chi lo s~;;Ò l>e11edict11dolc, e lo deu.e li lurr, buua tiarit apcno. Chi Cra voi, se il figlio dicem/o: "Prt,rdete, q11rut11 è il m:o cor– gli chiedo un 11unc, gli darà un 88860? E /IO. " E 11rl?$0 il colice rendendo Jml%ie lie d1iede un 11c61.le . una ief]1c? So Jum1ue lo dierle ud essi, e 11i be,:vero tlltli. ~ voi, che ~iele cauivi, ·supclc <1ua,i doni di.~e loro: "Quc.sto è it mio S(Jllgue ti, duro ai ,•os1ri figli, 101110lliù il PJtlr& ve• tc:,tamemo cl,e saru sparsa per moli,. In stro, che è nei cieli, a l."hi glieli doman· IJ('ri1à vi tlico che non berrò più di <1uff" dcrù. Fute agli nhri tutto tiuel,lo che vo• Mo frutto 1/elfo vita fi,w a ,,uel siorno i,i !cte itli alri facchno a voi, perchè tale è cui lo berrò 111wvttmcr1.t1: 11el res11-0 di Dio". la Legge e i Profeti. E detl~ fi11110 muforn110 ul monte ,fogli Trad. di Nicola Lisi ?c~,~;Ù1li~ui~.s 1 ~ 0 :';;:se è to;~11;•: T,;t!'.,eS:t'',~ 1mitoro 8 lo pecore ~i d1s1,erdorn11110. Ma ·secon"do )l,t'arco 1/IH.1.,(losarò riJorto vi ,,rece<lerò i11 Ct1li- lfl.1 fo.a ". Allora Pietro gli d.i»c: "Si scaw ,foli.:uit10 pure. 111ui ma io rio. " E sii ili,,. Je Cesiì: " fo verità ti dico eh" tu oui JtCSJ(ì, (f/lC$l41 JICS.Sa /IOiie, prima r.h,: j.., XIV. - /rum,, 0 La l'<1.w11w e sii iuimi gallo ribbiii Cfmt.11t.o due 1,"0/M, mi mmii vt:11iL.YJ110 fr11 d11e giorni. E cercavm10 gli ri1111eg<1to ,re." Ma quegli cosi i,uisteva e arci.sucerd04i o gli .scribi come 110te&SffO p11rlac:w: "Anche ,se .r11rù nece$S(lfio mo• prwderlo per ingt111110e 11cci1lerlo. Può rire con te 11011 ti rinneg/,erò. " E wtti pu· diccua,w: "Non di /est,, ptrcl1è 1wr1ci sia re p11rlat1anr> allo sle,s,so ,nodo. chiauo fra iJ 1w1wlo". E <1rrÌt11mo i11 un cnm,,o di nome Cet· E Jrovtuulosi egli in lle11i11i11 i,1 casa d1 séma11i. dici' 11i suoi d.~rce110/i: "SedeLiJ Si11w11e il lcbbrosr,, m.e111r 6 egli slaua 11 11110 finché 11011 uvrò presaw. '' E.. ,i prenr mC11S<1 entrò 1111adunn11 cl,e 11vet.'tl 1111 ala· de con sé Pirtru e Ciflcomo e Gi0t..wmi, e bnstro di 1mgue,1tu .11,igomirdo pre:ioso; co111i11ciè, u sb'go11ire e 11 cuere i1u111ieco. IIJlfQ l'alalnistro lo s1x1r.,e s11l, c11110 di lui. E dice loro: "L'uuima mia è Dll11iQ&ei1t1:a lmnflto alc1111icl,e v'ert11w prute.,tavtmo fm fi11a 11/la mr>rle, restate 1111i e vigila.le. ,. c/1 loro: "A cl,. 6 scOJ>Q .•preaire quego u,t,. I:: a11da10 un poc.o a mi cadde in tena., g11cmo? Que,s1'1111guento si 1w1e1,'flalm~110 e prcgai:a cl1e se fosse. pou bifP ~i allm1• 1Jt>t11lerlo 11i1l di tre«mo dowri e dnre ai ta11aJJe tl11 lui •1uelfor11, l' tlisse: "Abba po1H•ri": e br<mtoilllJ(IIIO cotl/ro di lei. M11 11mlre, tutto a te è pos.,ibik; allo11lann 00 Ces,i disse: "l~Mciaie swre. l'ercl1é la iw mc tJUl!JIQcalici•; 11011Jet.'0111lo lai mia vo· /ustilbe? Ila com11iuto 1,er me. 1m'ope.r1J lot1uì. ma seé.mclo 1t, tua. " E tor11u e buo,111. Perché I poteri li t111rcle wmpre tm1,•a ,111ellimltlormenwti, -e di$.ie a Pietro: fra voi, e 11w111,lo11orr1•tef>Otrete be11e/i- '' Si,mmc, ,lormi? Non luri potuto veglia– c11rli, me i11uec:o ,w,i mi 1wrete .sempre. r" 1m'ora? Vegliale e 1,reg<IICper 11011 ew J,;Jlt, h11 fallo ffllmlto poteoo: htt, (mlicipato tr<tre i11 1et11~iorie; lo &1,irito è pronlo n 1111ger" il 111:0 corpo per la S("poltura. fo m11 "1 ernie ;. i11/erri1<1. ·• E alloniwaamlosi i,.._,rilil d dico, 1lovm1t111e ~1rtì ,i~licau, 1111ov11111uue 11regò1lice111lo1111elfoJle.•.w /roc c11U!-Sl:a buo11u 11ovellu in tolto il mondo, .1i se. E I\Jf'flOIO111Hll.'.t1mer1tc lrfJL'Òquelli addor– r11cr:u111erà puro a ricordo tli lei ciò clic me,wdi: <1uev1mo gli oecl1i tmuo ap,, 5(1 r• clln /ace''. E Ci11d11lsooriOt. 11110 dei 110- 1 ti1i du 110,i sapere che co.co rispo11rlergli. dici, amlò ,la,;li nrcisacndoti co11 lo scopo E ritornò l" trr:u ,:olta ;, diue loro: " An– tli t,'011~g1111rgfi1•/o.Questi ,~ 111/irfo si ral· cora dormir.e tnmquilli: bas111. l'ortt e ue– lcgr,uu,10 e gli promi.W!.ro ,li elargii ,kn<1- rwta che il /igFo 1/ell'uomo .cani dato in ri. lf cercava l.'(JCcasionc pee ,rmlirlo. mano lii fJCCc11tlJri. tc-1,'tltl'l 1 i, 11ntliamo: 1<; 11l'l ,,rimo giomu ,leyli IÌ;;im"i. 1111amlo Cao Ili uv11i,:i,,,, rl1i mi tratli.sce. " s'i 11 !mo/a1,'.' I~. l'a.sfJua. clfcmro i .su~i di,sca. Trad. di Corrado Alvaro 1101, a lc11: 001,•c vuo, rhe a111l111maad IJp/Hl~hiare perché tu co,w1111i lt, f'a.– !lf/1111?''.E 1r1tmdt1 ,lue ,l.ej ~/Qi discepoli " (1 1 cc 11•1 essi: ·•A11d111e iii dttit. e v'imb11ttc.· reto i11 wt uomo cbe 1torta wu, Jeed1i11 di 11e<1m1:!leg11i1elo, e Joi,>e emrerò dite al p(l(/ro,1e di c11~1 che il mrre.stro 1lomarula: ''/Joriè ch'io riJJOJi e comoimi kl P11sqm1 \,. . . ~··· Secondo Luca 31iracoJI Qutuul'ebbe fniti ,,ucsti ,suoi disconi al populo in t1scol10. e111rò i11 Cafar11aum. Quivi il .sert10 di 1111 oe11lruio11e molto malato e a lui 1we:::ioso, S.lflt'O JH!r 1110- r;re. Auendo 11di10 di Ges,i, inviò a foi alcuni a11:ia11i dei giudei, 11/!rpresarlo (Ji v'll;re e saloore il suo servo, V,mwi co.go. ro a Cest.i, lo 11rcsaro110 ardememehte, 1li· concio: "Egli è ben dfg110 che. tu gli Juc• eia ,,uesto dono: fJ(!rcnè 11m1 il no.t:ro pw polo, e /u lui II fabbricarci la siuasoga. ·• Crull ,lrtm11ie a11daua co,1 /oro; ed era 1iw1- to nei prrusi 1letln et1S1i, ,,uando il cr11111· rione gli 1111mdò i11co11ir'o gli 11111ici per ,lirgli: " Signore. no• darli pt: 1111 di venir", ,,ere/ii! io 110,1 son ,lcg,w clic tu e11tri sotto iL mio ICllo. Per~c;ò ,stes• JO. non ho OJfllO di venire a te; mo tu, comlltuln con u,111 pirola. e il mio seruo <mi1 ,cuariio. &110 onch 'io uomo sogge110 a w1 potere. e l,o, o mia t,'(H/a, sotto di me ,lei so"1ati; e se (I uno ,beo: "Vii", t/llt>IJli oo: e .se ,Iico o 1111 altro: •• Vie11i ", <1m!,cli ,àme: e 111 mio servo: •• Fa' que· sto". e lui fa. " Udite (flleM,e co,se, C,e.st.i ii m'!.rat:igliò, r. vohosi 0ll11 /olla cli.: lo .eguii:a. tliss~: •· I, vi dico elle neppure i11 Israele Ilo ,rormo tale /etlc. " E i me.,. 110ggeri 1nr1111Ji ,rnlln casa, tro1,·aro110 il ,scr– •:n riJllfltUO. Il giorno SCJlllCrtl.eegli si avviò a una cit1i1 cJ,iamata Naim.; e co11 lui at1elauw10 i ,s11oi 1fiscoJ)Oli e molt.'t1llr(l gc,ue Orn. q1um,lo /u. JIN!.SJO tilla 1111rlfl tle!Ia ci1Ìù. cc– Co c/1p <;_i porwcn 11$epolt11rfl :t figlio 1111ico ,li Jllll matlre e lei era 1,v:,,lora: ,. con lei rr,, ,,.,,, moT1i11ulin" di c;t1111/i11i. Ve,fotala, il Sig11orc n'ebbe compa.ssinnc. ~ le dille: •· l\'011 vim,gu•. '' H. 11m111:~wi;i. fermò i vorwtori e toccò la bara, e ,IUJe: "O gì<r t·inetto. io ii 1/ico: léuati." Si levò il morto. e prese u l'orlare.; (' CeW lo con.• ses11ù alici matlrc s11a. 1'1111ifurono .110• mr11ti: e lodammo ltl,lio. 1/ic('Tt<fo: "Un gra11tle pro/eta è sorto fro noi; lclllio ha risit1110 il suo 1,op<1lo. " E lu fama di lui. J,er <111esto/auo. .,; propasò in r,,ua 11? Ciwlefl e nelle terre d'inturno. 'l'racl. di Diego Va/eri Secondo Giovanni RC~lll'l'Czioucili Lazznro ,._,.._~•-c ... --•----•••iiilliJ- <2ls ... : pa~~r~,i ~;:~~\ 1~;11:;: 2 ~:o s~~e~:{~li:~1/~ Maria che 1105,. di miTTn il Signore o gli asciugò i 1•iedi con In sua d1io11w; Laz1m· ro. il 111111010. era euo fratello). Le &0rello mamlarono a clirc u CeclJ: « Signore, c«:o, Felice Ca110rati • lllustra:io11e al Va11gelo 11udlo elle tu ami è malato.» Ciò u1lcudo. CeaU di5se: "Que.stu malattia nou 1>0rt.a a morte ma a ~.oria di Dio, perchè per eua .il figlio di D.o sin c,sultaro ". Ce.&ù ,,ole,•a bene a Marta, a &ue .sorel'a. e a Laz:i:oro. Saputo dunt1ue che 1111~11eia 1111111110. s_i 1ra11enne lii due giorni. Poi di-.&eiai discepoli: "Torniamo iu Giutleu .. E i discc1,oli a lui: " Rabbi, poco fa • Giudei 1en1avano di la1,idani e rnoi Wr" narci? ". Risponde Cci,ù; '' J.\on ;;o110d1.. dici le ore clel giorno? •e uno Wt in ~iru di giorno non i11ci111111rn perf'l1è vede la luce di que,-to mondo, tn!I se ,·a. di noue inciampa 1>erchi: io lui 11011 è Iure·• Cosi porlò. JlOi di~~o anl."ora: .. La:uaro, l'ami· co nostro tlorme, ma ,·ado a s,•egl:urlo ". I djsrc1>0lj a lui: •• Signore, 5c dorme. gu11. rirù ". Gesù a,•c,•a parlato dell:i aua mor te. loro invere nvenn creduto dices,e tlel– l'a,;tiOPir6i nel ~OllllO. Perciò C..:sù di~e lo– ro cbiurumente: •· Luzznro è morto, e ~o· no contento ,,er ,oi d~ non Ctl&ere ,·ato là, co~i crederete, Aud!11111oc1 ·•. Disse al• loro Tomaso. dello Didimo. oi comli'-CCJIO– U: "Andlamo anche noi II morire con lui". Arrinto Ccsi1. tnnò L.11.z:iru gii1 du 11u1111ro giorni nella tomho (Betania era a uu 1)() 1 meno di ire chilometri llo Ceru– salemme). Molti Giudei erano ,enuti da Moria e Moriu a condolcr!i per la morte del fr111cllo Come àb'r-111 udì ché arri~na Ge.u, ili andO incontro; Maria 1ota,·a .cduta entro cosa. Di~ Maria u Cctìù: "Signore, se cri qui, mio fratello non mori,•a. l\la tu che qualunque cosu chicdcrui a Dio, le lu conrcderit;''. 1.-c dice Gesù: "Tuo fr11ello risoqr;er.i •·. E Mana a lui: ·• Lo ~ cbe risor~crà nella ResUTTt1ione dclJ'ul.:mo ~iorno ·•. ~: Ct..,.Ù: "10 1()110la rCliUrrnio ue c. la ,·itu; chi crede iu me anche, te C morto \ inà, E ogni vivo e credente in me 11011 moririii in eterno. Credi lu ·que· sto?". Cli rispoode: "Si, o Signore, l'ho c.r,.'duto, che lu sei il Cri:,io, il figlio di Dio venuto sul mondo ''. Dello queuo andò a ebiumure la .orclla Maria, diccnJole di na..eo~to: " C'C il Mae~tro, e ti chiama··. A quCl'ìlo parolr i'.\larin flllhito ,,'alzò e andò Il lui; Ce.,ù non era arri\'uto in p11c~ 11111 si 1ro, AV.i .a1wora uel luogo ove Murta era undata a incontrarlo. I Giudei 1•he crnno in casa coo l6 a eonfortnrl;i, ,edcndo Muri11 alza~i in (1et· 1a e u~circ. In 1:,eguirono: immagina·onu d1e amfa~ a 11.iangcrosullu 1omha. Quan· do fu arrivata dov era Ct':iiiù,àlar•a vede11- do!o cadJe ni ,.uoi piedi e gli d1Slle: ·• Si• gnorc. se eri qui, mio frate.'.lo non mo-. riva". Ce8U allorn vedendola Jlfangc.re, e cosi piauKcre i Cimlei che con lei erano ve11u· Li. freme in tuore e ai. 1urbò e dia.e: " Dove 1'a,•ete posto? " Gli dicono: "Vicui,e \'e<li". E Cee"ia Lacrimò. Onde i Giudei dict-,,.'nuo: "Vedi quanto ,1i ,•o• liwu bcnc... Ma alcuni di loro d1s,;ero: " l\'ou pot•v<1 costui, che ha apeno gli or– chi ul ciet:o, rure che quc,ti noo 1110, riSAc? ". Ccsù, di DUO\'Ofrenuindo dentro. urrh·ù al f!Cl)Olcro. Era. uno. grollu, e y'era aopra Ulta pictrn. Oi,·e CCflù: "l..e,a!c lu pie– tra·• Dice ti lui Mocta, soro 1 1n del ira· 11aMOto: ·• O ignore, già manda odore. è ,li 11uuttro giorni ". Gesù u le.i: " Non ti ho dello l'lu; se crederai vedrai 111110- ria di Dio?". Tohcro duut1Ue 111t>ietra. Gesti le\ ò gli oct·hi 11.Icielo e di&.C: "Ti rendo grnaie, Padre che m'hai esaudito, Lo 611J>CYO, che &em1•ro mj ucohi, ma parlo per la folla qui intorno 11crrhè abb1.11n r\."<ie che lu m'b11i mauda10 ", Dette queste c06e, con voce anaodr: gridò: ·• Laz.z.aro, vieni fuo• ri. '', E usci il morto. legati i piedi o le muni con bende, e il viso cinlo Intorno con u.11.sudario. CeEt'1 dice: "Scioslietelo e lllst".ia.lelo andare •·. Mo!ti alloru di quei GiuJei ,·cnuti d11 Murin e pc11111oridi 11uanto Cetiù UTcva fallo. ebbero fede in lui. MJ. ulruni di e!fiÌ undnrnuo dai Fad~i e raccontaroo Jo. ro c.iò che Ccsù avcn compiu10. Allora i 5".immi Suce.rdoti e i Farisci roduonro1110 il Sinedrio, e Jisgcro: "Che facciamo? perc-hè que&t'uomo h 1110 11 1i 1111· racol.i. Se lo lasciamo cot1i, tutti cred ~r.in · no in lui. e ,·erranno i Romoni a dimug:– gerci, città e 1101,ione ''. Uno di 101;.o.Cai. ~~an~::. ~i:sc~ 0 ~ 1 ' 11 N~/·:;;~ 1 ;1~icn!';,r uo:! 11 ;!: 11i10 d1e conviene a voi che un uomo muoia l>er il JJOpolo. e non pcri5C11 l'in– tera nazione". Qucifo non lo Jisse di te• U:t sua: ma c115e11do Sommo Sacenlo1.c 11cr quell'armo, profotò che Ccsù snrchhe mor. to per il popolo, 0 non !0h11n10 per tuo. ma JJCrcbè tuui i figli di Dio chi; !'rum, dis1.en1.i si raccogliCMero in un.i1ù <.:o,i c1ucl ,;ioruo tli:cre:nrono di farlo IJIQrirt•. Ora dun11ue GC!!ù non circoln,•u tn, i Ciuclci palesemente, m:i di Jù. tiC n"umlò in una regione 1•rt:SE0 il de: ;e.no, in una ci1tà chia_ma1a Efraim. e ,•i ri.mnse ron i i,uoi <lillCCJ)(lli. S'an•icin:i,·n In Pasqua dei Giudei, e mol– li di ID Alirono a Ceru•alcmmc pri11H1 della PnS<1uuper 1,urifiCOtii, Cercavano Cv sù e stando nel te11111>io ~i domnndu, n:l l'un l'ahi;o: ,, Che ne dite che non ;. v,•. nuto ulla festa? " E i 1111ccrdotj e i F,,. risci :n-evnno emanato ordini che chi NI l)CSSe JO\''era lo tlenuncias~.-. per poh•rlo prcntlere. Trad. di Massimo HonLempelli T~c 1,,tr~ior,i .~0110 stute cont!oue s,.,l 1ei,;to greco M!C<H1dq l'etli:io,,,. c,i,icc, 1/i A150-– ,q-it10 Mer~- S. ). l'e(li::ione dal V11ngelo .~i compo11e di 100(1 esem1Ho.ri a lire 6000 fe.~mplorl'. N~ri Po1.'l!.at.•djrorc in \'enf":i:in. 19-17.

RkJQdWJsaXNoZXIy