Fiera Letteraria - Anno I - n. 28 - 17 ottobre 1946

t"IERA U:.TIERARIA 5 HOFFMANN TRADOTTO DA VIGOLO La Fiaba di Maestro Pulce il magico microcosmo che Pellegrino vede, I cvmpie Pellegrino e non per oo~iglio di in perpetua trasforamzione da pensieri a una pulce saggia, ma 1>er risoluzione CO· fiori, da Hori a figure umane ·e da questo ra~giosa dello stesso cuore umano. Quando a pietre e metalli, nel cervello di una don- Pellegrino s'innamora non. più <li ~n;a na - ]a bravura di Vigolo si mQ6tra io creatura smuia, che era poi la penomf1- tutta )a sua gamma: si tralta di una u"bra- cuione di un fiore, ma di una bella ra– vura », in quelle pagine, un JJOco esterna I sazza in carne ed 0568 che sarà guu mo: 0 decorativa ma appun10 perciò, in tal glie e la madre dei suoi l,ambini, è lu 1 caso, aderentissima al rnsto. stesso, Pel1egrino, che getta via la lente Si son (:mc di,•ersc accuse, in quct.li ul– timi !Inni, nlb noslra lcueratura del ven· tcnnio fascista ... Ma uon vorrei che si esa– gernssc c. si disconoscessero i meriti - non lievi e non superficiali - di <1uel periodo lellcrnrio a cui tutti abbiamo J)rcso parte. C'è per lo meno un cnm1>0 - ve ne sono uhri, mu •1ui ci interessiamo 6pecial.mente di uno - per il quale non si può disco– nosccce un sos1unziale progreSBo. Non cre– do che mi si possa accusare di infa1ua– ~ione nazionalista se oso affermare d1c Corse mui, come in questi ultimi vcntici11- <1uc imni, si i· tradotto così bene e con tanta allcrwionc, in Jtalia, dalle lingue t.trnnicre. Dico, naturnlrncnte, <li un ce1ro livello di traduzioni: non Ji quelle « co– merciali » o del basso mercato librario. realtit, Cra vita quotidiana e mondo so-1 insieme di fantasie, cho sono 1,roprie del– pran!1ntur~le, tiene eem1>re, e volutamente. l'auto'.e <lel Kozcr Murr. E' stato detto al 1ucde m due stnHe: da una parte ha che Eloffmann è uno scrittore musicale, l'aria d'irridere « le cose malie e fon10-1 pensando soprattullo alla eua attività di stiche » col buon senso del J>hilister, del com1>0$itore e di direttore d'orcheslra. Ma o. bor~hese»; dall'altra irride apena.mente quest'espressione è 1ropp0 vaga e non ba– chi non sa vedere un palmo in là del sta a definire lo ,1ile cii Boffmonn. Direi naso. 1>iuttos10 che vi sono momennti in cui lo Ma in Hofhuann c'è unche ultro: e la miracolosa, per paura di non _veder lNlP~? suo singolarità suJla <iuole j critici tede• anche nel cuore della t;ua fidanzuto. G111 schi Bpe.5$o no~ hanno messo l'accento, è un'altra volta, nel « Vaso d'or::! »., Hoff che in Jui, accanto olle fantasie più pazze mann a,•e,·a detto che « non ce 1 a1~1,ore e nel groviglio degli intrecci p:ù compii- i;enza lo fod_e » e che « _fede_eom<>r~ (d~-a:~ cati, c'è anche una conoscenza acuia O ap- b_en und I:1ebe) sono 1 Mli che 81 an passionalfl del cuore umano, un desideri-O I ~rk~,i11~ms. la conoscenza _d·el.mon~lo. :: di liberazione e di poesia. In questo « Mae• cb1av1 d oro. che 6011 c11pac1 d1 apr!re . stro Pulce» splende Ja tro\•ata della mi. porta del_ mister? del mondo», che _e po,_: nui:cola lente che Pellegrino può me:tere secondo ,I J)ens1ero fondamentale <11 tulll nell'occhio e altraverso la <iuale vede il i romanti_ci_. il mister? dell'un_ione. fra 111- « fonldo dei pensieri e dei sentimenti uma- tu~a e fp1~1t_o-Come in Nov~l1s e, m Cha– ni »; •e c'è il consiglio, pieno di 6 aggezza, ~1ss~. cosi 111 !loffmann In fiaba ~ la poe– dello s1esso « Maestro Pulce», il donatore sia, e la (ede tn un mond? _6upe:1~n,. della lente, d·i togliere ogni tunto d1tll'oc- . DHteronn~ ques_te se_mpl1c1 not_m~, !!J)C· ehio quello urumento di ecoperta e di ri- r~amo, per rnvogl1are 11 l~11ore 11al1ano a ric,.sione, perchè altrimenti lo spettacolo rile~eere Ho_ffmann e spec1almc~te_ In bel– Jel mondo dh•entcrebbe troppo 11marv·. Ma 111~rnba Jl-!e,$:e-r Floh nellA helhS!mrn tra– c'è. nella Haba. un gesto ancor piì 1 &i- duz1one d1 Vigolo. Questo progresso non è soltanto per r uc• nesciuta allenzione ulla parola, al valore della parola ~ingoia; non è soltanto <1ue– t11 ione di tecnira (che sarebbe giì1, per se Etesso, acquisto importante e da non Jasc.iar cadere), ma è un risultato di tutto un mo– vimento di gusti di una « società lettera– ria » la <1ualc, J>ur e<attraverso certe sue debolezze e certe evidenti inanità» rappre– senta oggi « uno stadio assai J)rogrcd110 )) della nostra civihi1. Queste parole virgo– late non fìono mie, sono di Giaime Pin– tor: di un giovane cioè - morto, come si i.a, in una :1rdi1u impresa dici.la guerra purligiuna ·- il <1uale ben sentiva, per l'es– senza ~lessa del sue. temperamenlo e dt,lla 111111 formazionl' spirituale, (< certe debolez– ze e certe e,·identi inanità» ma pur riven– dicavu, non a to:-to, il valore della tecnica, i meriti di u uno stadio assai progredito » tiella no:<lra attuale lcllcratura. Basteranno questi accenni 1>er far ca- strano groviglio di rrnlirn10 e di fantasia, pire <1uanto è complesso il mondo e lo di precisioni. quasi le<'nicbe io di liumor, stile di Hoffmann: giù l'eeigcnza di de- si apre; in cui ,e il modo Etretto » del suo scri,•ere con parlicolari realistici, minuti, stile si gcioglie, si .distende, s'avvia al 1necisi, tutti in rilievo, le fonia.si- e piu conto. Soro i momen1i in cui Roffmann strane, i 1,ersonaggi più strampalati, im- parla della poesia, della fede nella poes:a, pon 0 uu grnviglio serrato, una densità di che per lui era fede nell"uui1à nel mondo !!tile in cui lucenteza:t! intellelluafotiche e dello spirito e di quello della natura; gli lampi d'estro genuino 5 j mischiano e s'ac- unici cho il suo complicalo lmmor, In sua cavaUano. Ma come se questo 11011basrns- ironia intellettuali1i1ica non morde e non i:e, è da nggiungcre che in Hoffmann, nel j;i~~•·i 5 1~ 110 6 • 11~f~n~eV~!!s;i;:o :d~ ni:m:;~; guificativo: è <1ucllo che. ver,,,o In rine. BONAVEI\'TURA TECCI-II mez;,o delln sloria più inverosimile, nel- l'intreccio delle vicende più slrane, ~boe' del meraviglioso cespuglio e intende l'amo– eia :dl"impro\·viso un pensiero, una ,,i- r~ cli Serpentina; nella (< f,"'idaazn•a del re •> 1-ione della vitJ che non sono nè i!lrani nè le pagine, sul corteo de~lt gnomi e spe- &uperficiali. E come se non bns1asse nep• ~::;~n~:~te 0 ~;~!;:rr~::arl~l';;.:\d 0 ~ ~:~!. g~:j ri~ia <iJ:;::• s~~~ni:: l!~!' 1 :a 1 ~;c:;n 0 ~:~1t~lO~ (< Nanf"I Zaccarin )), In descrizione d,eJ eor• di tutti i teell antichi e meilioevoli del- ~:oB~:~ 1 7;~ 1~ 0 ».All!t~:o,cede:~~~:i:nfr~~~i~::: IL GRANDE ARTISTA l'astrologia e dell'alchimia, ma unche la lei carnevaleschi e la poginu ~ulla danzit conoscenza non supcrficiul.e delle scicni.e " sulla musi<'a (a proposito èella 11 Prin– et:t11te e del loro vo1'.iibolario: asl.ronoruia c:p~sa llrambilla » devo segnalare ]a fa. nel pensiero di J. Burckhardt JJ nome di Giaime Pintor traduttore (ed ~gli ~tesso, in una Jettern-l-estamento al fratello, pubblicnta in quf:sti giorni, rico– nosceva d'essere <• un ottimo traduttore :o: ('()me dimostrano evidentissimamente le sue versioni da Rilke, da Trakl, da Hesse e, forse ancor più, quella del Kiitcllcn tion. lleilbro1111 di Kleist) mi bCJ"VC nssa1 bene per parlare di un altro 1.raduttoré che, per età, per formazione lcttcrnria, mentalità, tei1denza di gusti, è fon;e al polo Ot)(>OflO di Giaime Pintor ma che, non meno di Pintor, è da considerare, Ira i. nostri più ~evcri, &c11hriti e fclici tra• duttori: Giorgio Vigolo. ------- r 1ica di un altro traduttore: Alberto Spni• E' u,cita recentemente la traduzione ita• nel campo pral'lco non siano nello eteem ni, che è ,•enuto sempre più nrrinand\) liana delle G:>n~deraricmi aull.a. Storia del .cnao • grandi uotD:ni •: poichè, per quan• la 8Ull man_o e di Q?eBta (ioba ci ha dato Mondo, del Burclt,.hardt, a cura di Antonio to le loro 8COJ)Crlesi diffondano \n tutto il una traduzione aS6a1 P'.egevole) ecc- A'!· Banfi, presso l'editore Bompiani. Sebbene mondo. CMO non hanno portata cosmica. c~e «: _Maestro ~ulce »_ nsplende, qua e_ la, ,ia tutt'altro che pe,.-/eUa, .n primo luogo Quei che ha.ttno acopeirt.o, sarebbe .iato, di tah momenti « alti »: tutta la.« prima I per non easer ,tata /alla ,ul tedo originole, prealo o tardi, acopcrto anche da altri. ln– ~v~entura », quella della. notte. da naiale'. ma ,ulla tradudone francese appar,a alcuni vece ogm grande artia a, pceta o fi a.ofo, r. ltl questa atmosfera di poe~ia e qua st j · / :e d J" conseg.uenza quel ,o- è aasolutamente ineostituibile, p<ichè la lo- di conto. ~ Vigolo l'ha in1erJlret~ta, nella ~:n~st~;t,: :t.: sfa:lo I che hanno sempre te tahtà cosmica è le1ata -:21 un:one .ndiNC>- 8~a traduzione, da poeta; che 1111 s:unbra traduzioni di lradurioni; e non euendo :noi- lubile colla sua peraonalità, e l'unione, pu1 dir tutto. C~me ha reso con mano :er tre# anche come tradu:::ione dal france.e, es:atendo aoio una volta così. ha valore uni.– g~r~ e qua~i t."St~ <!•~el momento e 1 • pr.l.ìa di impreci,ioni, e,ron· e al.ìiste d'o- n.raale. c1ss1_mo ,Teli um~r,smo. d~ Bofrmn~n _quan- gni genere, potit) tuftat>ia inl.ìQf~li:ne gli ita· Degli aoopntori di nuovi continenti eal.a do_ 1 ~ue severi _sc~nziati_ e _maghi, _rnven• liani a leggere questa opera capitale dello considera gronde solo Colombo; po"ch~ ton d1 cunnocchiah e d1 micrO"OCpa, alla alorico ba,ileae tnva ancor oggi a quasi • egli impeJnÒ la Vita e un enorme sforu. porta dtlla bella DOrtje &'arrabbufCano e oUanJ'anni dal'~ sua alesura e r ~ca di in- di volontà per un pi.ltulrto che lo mette t1gambennno e «i picchiano a suon di ean- cilamenti alla medilarion• ,'torica e c ,it.ca, sul pK\no dei grandi f.losofi, La certena ! nocchiolote. come poche altre opere deJl'çt.o-cento. Gio- della formo •fer:.C.a della terra e una pre– j . Ma _int.e_rr11~antc. è ancho. seguire_ la (a- va inlanlo ,perare che in una nuova edi- meNa di Lutto ~! penaicro aucceHivo; e 'aJ i llCa d1 Vigolo nei momenti ," ball81• del- :::ione la traduzione ,ia tutla riued.t.ta , o che penmero succeNivo, n quanto solo p<»a• I lo 5tile di Poffmonn. E' stato detto. a pro• ,i proceda magari - e sarebbe /orN ~iù bile pi., tale premeasa ai riflette inevitab 1- . posito di Hoff'mann, che io lui non vi ,emp/"ce - a una nuoc.>a di,•11a lraduÌfo- 1 mente aÙ Co:ombo atc•so. E tuttavia s~ ~ ! '!Orto preoccupazioni moralistiche, che in ne dall'oris.nale. trcb~ eoetenere che anche ,b Colombo ai : lui vive t,,0protlullo il piacere di raccon- poteva fnre a meno. • L•America sarebbe . lare, che la sua preoccupazione principale Va un sruppo di .tudi che intendo pro•• •tata presto ac.operta anche se Colombo ; i: la rappresentazione artistica, il dare cor- ,imamen!e pubblicare •u que•i'o,:>era 'pro-- fo.e morto 'm fasce, fu deno da taluno, 1 po. con quella visività e plasticità cui ab- duco qui alcune osaerll)Qzioni riguardanti ,J ma lo ateaso non si ,potrebbe affermare di biamo accennato, al rr.ondo dei fantasm.i. capitolo V, ,ul grande pcreonw.1gio •lori..::u. Eschilo, <h Fidia, di Platone. Se Rnftfeello Tutto <1ucs10 è sostonz:olmente vero·. Ma e più ,peciofmente quanto il B. dice •ulla fosse morto i.n loac<;, 1a T ra,Jigura:::ione R@:KÌungerti subito c.hc in CJUetil.O « piacere figu r a del grande art sta. (A. J.). non sarebbe ceno stata dipinta,. di rarron1are » per fC fìtesso è la forza e Il capi\tolo , Il grande peraonagiio .iori• Tra )11 filosofia e le arti 6gure1:ve, ~n ~ Per parlure esaurientemente <li Vigoh, traduttore bis<>gnercbbe rifarsi alle sue tra– duzioni in versi dall,e liriche di BOlderlin, J"JUbblicate qua e lii e non ancora raccolte in volume; ma <1ui vogliamo parlare di una sua traduzione in prosa da K T. A. Hoffmonn, di nn:1 fiaba di Hoffmann: ,.,Maestro Pulce» (Mcister f'loh), Perrel– la, 1946. HOlderJ;n e Hoffmann: cioè, <1ua- 1i a dire il più duro a truduri.i nella no• •tra lincua poeta tedesco con quel tuo la debolczq di Hoffmann. Cè in Hoff. co,, atud.ia l'influenza che sul coieo degli airionc intenncd·1a il 8. pone la poesia. • Al Di~eguo di Seordia. mano una fonte inesuuribile di fnniuia, eventii e sul dest"rno del mondo può uvere il 61oeofo è solo dato vedere la verità, perciò come di un'acqua che sempre torni a zam. 11 :ngolo tndividuo. la 11ua fama com:ancia a riplendere dopo la roccioso s1>leudorc drll'aha parolµ J)()eticu, e matematica, bou..nica e fi,iea, eicchè in emiucntcmen1e lirica: BOWcrlin; il più Hoffmann assistiamo ulla straordinaria nv– .arduo, o uno dei più ardui scritlori tede- ventura di un linguagKio che dà l'assaho t1chi, per la 6traordinaria complessità del alb roccn delle fun1t1.sie più invcrollhnilj jjuo mondo e del suo ftile: Boffmann, e lltrane 1..on espressioni di una esattezza Ln oomplesstià dello stile di L-loffmann rcoliE-ticu e quu1ii « tecnica 11. Senza pen– "" e, i<lcnle ud ogni upertura di pagina: sare che quando Hoffmann parla di mu– tomo nei <i racconti famastici » <1uunto nel- sica, lo fa con quella perizia che egli, com• le t( fiabe», tanto nei coside1ti romanzi positorc e direttore d'orcbe,etra, aveva "del– (Katcr Murr e soprattutto, per il uos1ro la tecnica di quell'arte. ca~o, f?i~ E~ixi~~c,!es TeufelsJ quanto ne• I _Tutta questa ~omplc!sità_ òi !"?n~i ili di gli scritta d1 piu aperto r1ferunento auto-. s1tle, se è vera m tutti gh senili d1 llof(. biogrnfico. Ma credo che ad intendere mie I mano, è tanto più vera in « Maestro Pul– -eomplcs~ità contribuisca anche la posizione I ce», o. la più strana », per propria defi• di Hoffmann nel cam1>o della fiab:a romeo- nizione, e la più oomplica1a delle sue (ia– ti~ 1edesc:1, tonto più che d'una fial~t be. Si pensi che nell'intricatiMimo intrec• <C'.jui,e<Maestro Pulce», vogliamo parlare. cio gi rincorrono 1(1 Ei accavallano JlCr lo Non so 6C sia stato per primo Ridrnrd meno tre o <1uatt.ro storie diverse, le quali Bcnz in un &uo hotissimo libro Miirchen- giuocnno su tre o quauro piani differenti: .diclllw1g der Homantiker, uscito nel )908, l'idillio borghese di Pellegrino e Rosetta; a pari.are di « foiba dello realtà»; cerio l'amore di Pellegrino per una misteriosa ora si J>!lrl11 correntemente di un w·irklich- fanciulla OOrtje, che ha almeno dne o tre kcim11iirc/1en (di una fiaba della realtà) 1lersonificnzioni diverse e insieme l'amore di Hoffm:mn, uccanlo e in confronto al I di una pulce (Mt-'i~ter F1oh) per la Sle8€a Naturmiirchen (fiaba di natura) di Tieck, ragazza; l'idil_lio _flor_eale della principeesa .ella u fìaho J>OJ>Olarefca » di Drcnlano, Gn_maheh ~ ~h G1org10 ~epusrh (che son~ .allo « fìab:1 al)egorica » di Novalis, ccc. poi ~ue fior~); _le ~elos1e ~ I? con1~se d1 Ma per intendere quest::i espressione (<'he due anveru_on ~• ?"11cr<H::cop1, ,uali s~n~ in "è sarebbe unn c<mtraddizione in 1er- due maghi e insieme due ,•eri sccnziat1 mini:. r·ealtii e finba) bisoJ?,n:: non 1anto che viSEero qualcho eccolo prima di pensare al fntro clic Hoffnrnnn ron modo Hoffm:mn.- ... i>iÙ strcllo e forse con maggior flisinvol- Come Vigolo s-e l'è cavota in questo tura di .1ltri romantici innesla J'elemcnlo groviglio di ,dirricoltà? Se l'è cavata assai toprannaturale (ciò che ,w, 1 ienc anche ne 1 1-.ene. con mano precisa e leggera a un • racconli fontastici ») nel bel mezzo della d:~!':• /css;;~!o JfmJ::rn~:n~:c:;:n l~us~~\~ ,·ita reale, <1uando al fallo che egli descri- ve con atlenla minuzia d·i i>artioolari reo- slrRTÙ accoppiamenti di vi6ivi1à, di pla$ti– Jistid, con evidenza tulta plastica, pitto• cità e insieme di complicazioni inlellet• rica, con rilie,•i alle volte perfino carica- tualistid1e, di pensi.'.eri o pseudo-pen.5..ieri e turali, le pili matte cd es:trose e inrredi- bili e invcrosimil,i cose del mondo. Afler- lei tolles Zeug, dice lui Elesso, Uoffmanr:, pillare e che in certi momenti ci dà l'im- Ne·1 capitoli precedenti il 8. aveva inda~ morte; ai poeti e agli ort'.sli è dot 0 creare pressione kli <tuel giuoco perenne e ine- gato J".nfiuenza dc altri ta\tori: le recip10- l')nvita.nte serena belleu.a: e.si •i e9J)r mo– snusto che è la vita stcs8a. Ma e'è in Jui che rclaz.ion· 1 fra le ue grandi polenzc de1· no aimbollcam(tnte per meno di quesla •· unche un abuso di questa qualitM; prrchè la ltOcietà umana: Stato, Relig:one e Cui• lndu;Ja i-no11eguitoper qual ragione ai p_&– a un certo punto. portato soltanto dal pia- tura, e le situarion, che ne nascono; poi ti e agli arf1sfi ven,1a ricon◊-e.iuta la gran• cere di raccontare, la « trovata JJ diventa i non i:nfrequent.i proccui acccler..11) d'evo• dez:zn: , lnsodd •fatto del 101 0 upcre, che troppo facile, il giuoco è quaei meccanico luzione, comunemenle chic.mal. r1voluz:oni è affare del!e Ki~nze Bpecial'i, della cono– o gratuito. non ha pili una ,ua « nt!ceesi- 0 cri,:. Noi rivolgeremo la nottra allenuo- ecenza che è affate de1 hloeofi. cosciente tà J): e non, si badi, una neceS6ità lop:ica, ne a quel che il ti. dice della hg-ura e dc;llo della proµMa molteplice e m stcrioaa euen– chc earebbo i11ciocooeSiP'.ere in un artista efficacia cul!urale del g-rande art1ata, aia C9· za, lo epltilo intu·1ace che vi. 110noahre po– e soprattullo in tm arrista quale Hoff. '° poeta, pittore, scultore, arch. lctto o mu- tcnze con:.Ponde.nti alle proprie m stem-..e mann, ma neppure una neceS6ità fan1nsti• si-ciso. Ci, sarà facile rilevare Guanlo questo forze. Allora scopre che grandi mondi lo c11. in quanto chi, la « trovala » e la serie avizzcro ddl'Ot:occnto •:a vidno, nei auoi c'ncondano, che solo per ~mmagini parlano delle « trovate» non aggiungono più nul. g udizi wtoriCJ cd eetelio:, al peMicro e quel che ru lui è intuizione: le orti. lne– ln nll'interc-f:Se del rauonlo O al senso di cril':co i1aliano: a quello del Machiavcl.i per V:tab"1lmente attribui1à grandezza ai creatori esso. Si tralln, per cosi <lire, di una « (an- gli avven menti storic' 1 e pol..ittci, a quel;o d' quelle, perchè ad eHi deve l'arricchi-– tasia n c:mnocchiale », nr.lla quale uno del De Sa.nctia e del Croce per L. crcaLu- mento del .suo inl'1mo e delle sue capacità. 1modamento porta meccanicamente un al- ne artisOca. Easi aono in grado d';ittirare nd proprio tro pezzo n sn,odarsi. Sono i momenti Nulla vi è più, nel auo a:"udi:zio aull"opc· cerd,·o, 111 qunnto superi l"esperienz11 gior• (f hn"fìi » della (ontosia -di Hoffmann e, ra d"arte, ddl"cstet'.ca dell'Idea t"1pico della naliera, qu.aai tutto il suo ea11erc: d1 espri• come eempre succede, an"11e del 5UO stile. h!mofia tedeaca del tempo; nu'la del p$.co- mere quel che aenle )n mod.o molto p'.ù al– Tllli momt'nli non m 11ncano nenpure in lo.,1iamo b:ografico della critica francese. to di que.\ che non e,ie a lui concesso; di « Maestro Pul,ce •• e l'ecce~o dcll'inlrec• Lonlanjas)mo poi dalle corrcnbi miatiche procurargli una immagine del mondo, che, cio è in questa narro:r.ione . ('Ome in tnn- della critica rom:mt:ca, fiori•a in Germanio libcr11 dai detriti de,l"ac<id:n·nlità, 1acc0Jlic t'ahri c:omponimcnti di Hoffmann, il di- poco prima. e rinnovata in Frnmia. dal Ner- -,1,o quel che è grande, . signficat.vo e bello retto J)ÌÌI npnariscente. Ma mrntre in al- val, dal Baudela:re, dal Rimbaud, proprio in un°a.ppnrcnw trasfigurata: perfino 41 tra– tre fiabe tn1i momenti meno fonunati in quegli onni. Non è certo ·11B. che ovreb- gico diventa consolante. Le orti .on 0 un M· dànno uno 6tilc qualche voha un po' trOJ)· be p~nsato esser la poesia una forma su- per esprimersi; sono potcnz.a e crea21'.one . po corrente e dis<'orsivo {tipic:a. per es'"m• pcr!ore di concscenza, come è ~I aogno, l'u- La loro più int'1ma foru propulsiva è la pio. quasi tutta la bt!COnda nane delta mone mist,u e perhno la folla. Conce7..iO· fanta&ia, che fu tempre consdersla divina,. n. Fidonzatn del re :e e parrcchi brani dct ne c.he doveva condurre alle posizioni fie- Abbiomo qu· 1 una delle pagine più eHic.a– «- Nano Zacr,aria u}, in « Maestro Pulce u rnmentc an1iS111<:lleuualisticha del surrcah- c-.i del B. sullo poesia e !'orte ~n gentrale; invece anrb'eSlli ~on.o imbrigliati e serrati amo. Il B., che i.nsiste invece sul -:arattcrc ""ch'egli corno iii De Sanctis, riconosce nel· in uno stile stranamenle .denso e 6Ì, anche rappresentor1v 0 dcll"arle, su) 'IUO valore co• la fanljl.f a l'organ centrale della prcduz·o– in questi <'llSi, mmicalc. Ma si tratta di 'lrnico, r:corda enunc ati del O! S.ncfa e Ni artiM.ita. una mu!licalità assai diverfa da quella a del Crnce: e dai po~s1 che verremo tradu- lnlut»ce il B. anche i rapporti frn poelr.a <'Ui abbi11mo arccnnato prima• E'. si di- ,:endo e llustrando (rinunciamo alla tradu- ~ relio,ione: eh~ l"E,!ebni, lirico ha stretta r"fbbe. unn musica di te<;ta. In qjuesti mo- z:.One del fanfi per una pi.ù vic'lna, anche 1'ffin'l:à col sentire religioso. menli - e ,•al~a per lo.lii quel peuo del- oic più for1ata, dt-1 tr11'0 crig"nale) òoacuno e lnohre noi abb"omo sempre imparato a la u avventura quarta» in cui i• descriuo 'IC ne potrà faci!me-nle convsm<:cre. conoscere arti•ti e poeta in grand.osa e so- Ora è inlereMante rilevare che il B. co- lenne rt;laz.ione colJa relig: one e colla cultu. nobbe e frequentò per qualche tempo il ra; ~) più potente ,aentimcnto e la p'.ù po– De Sanc1i11,a~lorchè furono collcgh'l per un tcnte volon!Ìl dei lempi pas!ilti parla per anno. nel '56-"57, alla Scuola Poli1ecnka d1 la lor bocca, se Si è fatti propra 'fllerpreti. Zur·go: m:., i c<>n'atti non fur=no che su,per- Essi eoli sanno interpretare e tramondarc )n· ficill.h, e--s!cndosi il moderato e conservotore tatto il scn&O della bellezza; quunto nella B. certo spaventato di &copl" 0 re nel collega ·rita passa mnanz~ agli occhi, rapidamente ?taliano un autentico r'1voluziona1':o. C.ò raramente e in modo vario, vien da loro gli dovcvn sp.iacevolmcnte ricordare propr'1 accolto e fissalo i'II un mondo da poesia, di attegziamcnti di qualche decennio prima, imrnn·,. c•ogm,nci, ,','nel ,cccoolon,dco, npc\lu' • apltioet•n•:onndc,o •,uco,·_ di quand 0 cm ancoro studente in Cerma- , nÌA e s'1 en1 a sua volta entusiasmato pt:1 reno nell'architettura e nella musica poi, quelle idee; m11 ae n'era poi defin·t:vamen- :il Bello ci a'. r'lvela &0l0 per mezzo dell'Ar– te dit'ltanr1Mo, rompendo rnchc care amici- te~ senza la quale non sapremmo della sua z·e. LA somigliflnza del pcnaiero crÙ'1co non es:aten:z.a•· .-lipt-nde quindi da poH'.b)I: reciproci influa• Distingue ,j ver'I grandi mnestri: si, ma solo da naturali affin-i'à. di. ap·u,·to, e Fra i poeti e gli ortisl'a si le.1iu:mano Il B. i.nizia :I suo e.some considerando i grandi per il dom)~·o, che talvolta già da dappr:TT\4 il grande i.nd1vi:Juo in quanto è vivi e&ercilnno -aulla prop?\.a arie aiutando. sc.ienz.iato, scopritore di nuovi veri o di nuo- come do. per tutto. iii riconoacit~ento O la vi mondi •. artista o poeta. Ques11, di fronte tac'lta conY':nzione che il gronde ingegno è al gronde uomo portico e al fondatore d. ohrcmodo r.iro. Naace il 11enlimcnto che un relig'on: che studjerà in seguito, sono \ puri certo mecstro sin asaolulamonte ìnaoatitui– rappresenlllnti dello sp)tilo. bile, che il mondo ~rcbbe incompleto. non Scrive r.l B. • Art:>st:ipoeti e filoeofì ha11 più pensabi'.c, aenza di lui"· nel suo t<Vaw d'oro :o. E non a caS() il riferimento con1inuo, l'ideale d'ane e, &i di1·ebhe quasi, Ji s1ile per Hoffrnann nelJ~ EUt" prime prove di nnrraliva (ma vi torno ,•er~o la fine, nel 1821, con ln Prin:e.,si,, Brambillo) è il pittore e incisore francese Jacqucs Cnilo1, sono i quadri e soprattutto le maschere di Cullot con quel che ,li rea– li.,lioo, di incisivo, anzi di caricatur?le hanno f'Cmprn i visi delle maschere e m- 6ieme con quel tanto di misterioso. <li 1;.confinante oltre il n'91e che forse nasce. neU'o"!ìf'f\'nrt• una maschera. l>roprio dal– l'esagerazione della realtà, dalla carir,ntura della renltia.... Diciamo ~uhito che <1uesta <ll'scrizione realistica dei partit.~lari man– ca del, tutto ( e non a cuso) negli ahri ro– mani ici specie nei cosi detti primi romnn- 1ici dej cenacolo di Jena, nei qnali c'è invece H•mpre una vaghezza, un'indetrr• minate2:U1 nei contorni dei paesaggi e dei caratteri, corri~pondente alla vaghe~za. J)U~ profondamente bCnlita, dei ,;ogni degli 6 cri11ori romantici e dci Joro fognanti pcr– fiOllOggi. Aggiungiamo che l:loffm:ann nel J~crh 1 ere il contraHo rnde fra &ogno r GIULIO TURCATO: Dioegno no una doppia f-unt.1onc: di rappreaentare E da questi veri grandi maostri dist°•npc idcnlm,ente il contenuto del te-mpo e del poi i maestri secondari che ne continuano mondo, e di tramandarne mess.a,1gio impe- lo stile: da quelli cli ten.o ordine che ci ri– nturo ai ,poatert •· velano quel che de!lu prod.uUone dei grandi Di.mostra poi come inven~ori e scopritori l.n un certo momen'o attira, e quali n11pctti B bl"oteca G' Bianco

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