Fiera Letteraria - Anno I - n. 28 - 17 ottobre 1946

FIERA · LETTERAR .L N N O l • N. 28 ESCE IL GIOVEDÌ SOMMAJ?IO ROMA . 17 Ottob,e 1946 UNA COPIA L. 20 Direttore : G. B. Angioletti Direz.ione, Amministrazione e Pubblicitéi Piazza Madama, 8 - Telef. 50.919 ROMA G. Trombatore, G. B. Angioletti, L: Piccioni: Polemica sul "ventennio,, - G. Ungaretti: Della metrica e del tradurre - E. Lo Gatto: Autobiografia - G. Caproni: Racconto - P. Eluard: Poesia - V. Bodini: Prosa - L. 8igiaretti: G. Stuparich - B. Tecchi: Hoffman tradotto - A. Janner: J. Burckhardt - F. de Pisis: Facilità pericolosa - Note e rassegne di: E. de Zuani, A. G. Ferrara, A. Corpora, R. Musatti, G. Puccini, ecc. Abbonamenti: annuo L 940 - eemeetrale L 490 - trimeetrale L. 250 . E.tero: ao.ooo L. 2000 - Avvisi econcmi.ci : al rigo L SO Pubblicitd: al mm. L 20 tino a 500; L 18 Spedlaio11i la 1bbon .. 1;1ea10 ro,•de (Gruppo Il) LIBERTA' 1-NDIVIDUALE • prima condizione dell'arte ---- (certo ama\'i} altri le1terati - e come loro Cecchi - nitri e.ari maestri che non fecero mai poli1ica in vemi anni, che presero solo auenzione a folli letternri, che eegui- ron-0 uun loro traccia di fecondo lavoro, per lasciarci fertili insegnamenti, essendo tunavia esempio di \'ila umana e sociale Di Cecchi, io credo, <1uando si è detto <1neUo d1e tu dici (che, cioè, fu « 1'anlote di ccr1i c,1pitoli decisivi nella noslrn for• mazione mentale e vorrei dire fisica :o - . . . , . . « uno dei maggiori scrittori del suo lCtn· Per fatto personale '1U11Clala c0r.. Corducc, ~- 0 ~,mu_nzio, ~' cl~ es~eticlll,.e rum s~ial.e~ 11~11 mor(r/.e; per- 1>0 ») non occorre aggiungere altro. Qunl• ~uamo non lo fossero g.. J scnlton uoslrl!' c,o e, stupisce cltc ,l Caillou, ceclendo an• cosn ~,ircbbc titato e 6 è sincero <iucllo C A . 1 . _::,embraa, me che lo '' sli.L11!e11.o" lame~,- ch'egli al Jasci,10 dell'oru, chieda tJtwsi 1111a <'he icrivi ~arcbbe' stato emoho. mollissimo . aro ng,o etti, . , . toto da Trombaz'!re s, s_ia u~vec~ p~oprio limitazione alla libertà cli que1;li scrittori. Vuoi anci'te pretendete eternità di preseu: 01~ vedo costrelto n chiederle ~n po d1 Jerm_aio_per ,~1ertto dcgl, ~cntt_on prn ~e- Noi cl,i~liamo libertà per l'artista, al %ti e di durnta? spazio per- fotto pcn;onale. Trnlasciando per ce11u: , quah furono scrittori sul serio, d' r d' og,· 1 I o· 1 I.e l'b · I E' · 1,o 5 · · · J ora la sosrnnza del suo articolo Scrittori del nori piccoli dileJtanti e sa ,e 00110 il loro I a 1 • '' . em ~r•za. . 1 • a I erta go- per1c·o so, caro erom, e peraco oso l • l t l . ' 1 . . dettero gli scrittori che pw amlar011..> con- legare un presente, lelterario ad un pa~salo "e,1 em110 e et e~atura popo ,ire, apparso rnc..,!iere, e ~c~ivevarw cori_ coscie11.:a, n- tro le corwe1Jzioni e i compromessi del l . oliti _ . f . . , ~ s~ nel n. 26 della F,era, e llassando sopra al- vulll alla venta, ali<, serie:a dei sem1mcn• ro ,iempo· d Rtb 1 . J d 1 ° P . co, ? co~ie 10 31 -:-"" vace~ersa_. ~ lo strano travisamento che in esso ha 6U· ti, alla fantasia, e distru.sscro la rettorica, di a Bat;de/'. l ~ais; l °!ce, aFf"ootar•: tu difendi e _porli a~ esemJl 1 ? de_ll_oggi, cl, bìto tutto ciò di cui io avevo ragi-0nato nel o: scmpli/icaro110 il Jrnguoggro, e avversa- d l B . mre, a . 0 ta,_re a . "~' ert, 1 contro ad uu Ceccht, un Vattoruu, scusa, mio ur~icolo Le1!erldura d~l popolo del ron~ il pr,..vincialismo itatia 110, il regio- s.° 56 :~;:: 1 :,,:ie~: st !~~ 1 1k~"'~: n~·/' rsc~: me 1 do,·resti almeno p_recisarc - coi~~ fece o. 24 d1 questo g10rnale nu soffenno solo I nal1smo, il bozzctt~, 11 o, e tante altre cose l . • . . O_ • l ~~ "''-' al ~usseml!u~go un tllustre b?lscc, 1co - su due particolari ehe 'i.anno bisogno di /ccero che a11dm;ano iaite e delle quali a r~igwne e evulellte: gl, uo,rurn pw <h• j che llrcfcr1sc1 Q un fascista di,•enuto de· esser! r~ttificati •. ' . . trupp/ giov:'1ti <l~oggi, ahi;nè, s!UIIIIO cli• ~:;,:' rfve:,,J~;;;:.:,: 11 1:'i:i~c~lt~r Jor;;aziot1~, m~c.ratico ad un ~emocrat.ico. ~attosi fa. Lei dice che 10 nconosco, « con fasu- sperdcmlo , frulli: presi come sono dallo l . i J esp mere il l S~tsle ». E dell;i pruna prc1>0s1z. 1 one sono djo », che l'arte non è un fenomeno socia- urge11ze sociali e dai nebulosi populismi. I oro mot1 d o, <iunle smgo.armet1tc lo ~e• j ' 1~~ro ~ ~rovato, della s~onda no, affatto. le. Nessun rastidio da parie mia. Codesto, O forse Trombat.orc preferisce, che so io, :~'t•ca~: 1 /:;;:: l:itavedevr un parhw_ ~ lu ,dici: te ".J>tmdo,.oggi, opere e pa1'?1c io non lo rjconosco affatto· e non so quale la "Freccia 11el Jia 11 c 0 " alle ,, Sorelle 11 . s • 0 a st_essa societa per J affermazione da una letteratura rm– period.o O <1uale frasf' di q 1 uel mio articolo Materassi."? 0 trovt1 minor "slittamen- ! ~~ ·d qralo v,v~vano~. Lo SCl&JWrc è in- novula »; C da dne anni, ormai, le s1ares1i pos,sa autorizzare una tale interpretazione• to" nelle "Veglie ,li Neri" eh.e ne!l.e 1 /~n:~~; s '';; ahnmet1ti_,w! 1 ~ ~critt~re, no~ 1 l!J>endend~. Mn, proprio - come non v11oi Secondo me, delle due l'una: e, l'arte è un ·•Corse· al trotto"? O magginr impeto f d • '!el propno mdiv,duahsmo fl,. - per difendere una teoria, senza indi• prodotto del1a ~ocietà oppure essa è fatta di vita 11elle .. Poosio scritte col lapi~ '' j e/ e anche ,l P 0 P_ 0 l~:. che cliveritaigregge care, mai, degli esempi. Che io ricordi dallo spirito sonLO. P~droniss1mo chiunque j che m:l ,. Scmimemo del tempo,. ? O /or• so tanto quando gli si m,po11e di diventar-1 l!o _visi? r_cceni,iti du le due soli libri uJ– di sceglierf'. Io sto per la società. se scopre un'umanità piiì proforufo riel 10• . ll~m (iibrt da pubblico): « Leuera aire• Lei afferma inoltre che tullo il mio arti- .. T~ue,ue dei lancieri" che non in ·• Gen-1 . Il discorso potrebl,o a J1111e:1 con" datore» e « Uomini _e no»: per il primo colo « 6i potrebbe riassumere in una richie. te i11 Àspromonte " ? Nori credo; 11 è crr.-1 tl~11~re; ma <1uelche ci premeva, oggi, era n?n . trovn mutato di_ molto il tuo punto sta oggi molto diffusa: uscire, dalla le~tera- do che il nostro amico sarebbe di.~J)osto, di ri?fl_ern_rnre che dava,1ti alla minaccia di d! visto esp~f'~So anni fa in_ un altro gng– tura »· La prego, non mi rttribuisca co• in veste ,cli critico almeno. ad includere cos1r,z,o,u colle1tive, o almeno di. "oriet1- g10: era un attenzione di stile che ti por. 1ali eresie. E dove entrMebbero i poveri ncUa "fiacca letteratura 1:el ve11lfen11io •• tatT~tmti" ~erso "11uovi comeuuti", gli scrit- rn,•a u co~t'.lud_ere, non altro, E davvero per 6Cl'ittori, una volta usciti dalla letternratu• i. ,iomi di Moravia, di Pio-vene, di Vitto• ton,. lungi dtll fermarsi a sogmirc inesi- tante pos1z1oni, per tante convinzioni, per ra? Lei dice, e Io fa dire anche a me: - ri,!i, di Pavese, e di tanti dtri che pro- s~em, Arcadi.e, i11te,ido110 di rcsiMere. Es- t~nli scritti e saggi e lihri. che ora senti nella vita. E che cosa, domando ora io, pno nel ventennio apparirono ed opera. si. sa~r,o d1e il loro coraggio spirituale CO· da dover mettere d.i parte, ti può confor• che cosa farebbero gH scrittori nella vita, rono. mmcio ,love finisce l'ossetJuio alle ri.cliie- lare ~•f'sernpio concreto di un Vittorini? una volta che avessero rinunziato alla let• Siamo d'accorcio, c11ro Trombatore, sul Slt: esterne. In 1111 non e.arebhe accademia? O non 11 a. teratui .. 't t:erto, non JlOlrebhcro fare altro, /011do del suo arti.colo: sulla neces~ità che G. B. A~GJOLETfl rcbbe proprio il tipico caso di quegli scrit- t"he scegliersi un altro mesliere. ogni poeUt, grande o piccolo, pro 11 unci il 1ori che 1< trovata - o rubala - la cifra No. caro Angioletti. li mio non era un proprio appassionar.o gitulizio sul mondo. R · non se ne vo~liono distaccare»? Fate bene invito u uscire dalla let1eru1urn. Era inv,e- Ma. appumo, tmesto giudizio i poeti lo 1,SpOSta ll Un amÌCO a peusnre all'arte @ociale, al libro per il <'e un invito ad abban1d.onare un certo ti- esprimono meglio con la poesia che con po1>0l0, ma ._crÌ\'ere come Vi1torini. sep:ui• po di letteratnra, un certo indirizzo lette• l'oratoria. Ammiriamo Eoscofo per la sua ~o pe~ Vt"nturn, e <:omo io &pero e vor- le un puro gioco di accademico formula, rario; era un invito a uscire, non dalla lct- elo,,ue,rza, ma il suo giudizio ,( 11( mOndo rei. Adriano Seroni mi ha in <.."<>nlo di ami- vuol dire allontanare il popolo. V0Je1e rea• leratura, ma dall'Arcadia novella del ven• lo trovfomo piuttos'o nella "Ser<t" clic 110 ,1 co. potrà essere giustifica1a questa rispo- gire agli atteggiamenti in1ellet1uali con i 1ennio; era un ~plicito i1wi10 a ricosti• nell'« Ora%ione a 80,1n:l(Jrte >>; ammiriamo st~ all~ ~ua « 1.el !era ad un amico» (t< Cam- 1es1i più intellettuali che si conosc~no 1uire la sintesi di leueraturn e popolo, sin- lo "Zifmltlo11e ", ma per scnlire clie cosa P 1 El 1 s 1 » 4-5), poicbè J1el contrasto di Vi ei chiedono dunque dei testi a~en– tesi oggi dissolta, <1nando non addirittura Leopardi f}ensava del momlo leggfomn "Lll idee., 1ieJla djver::ità di posizioni e di ca- cloci i;;iù stancali la ll!oria. Tl"Ovat'eti nel, spregiata. E ripeto ancora « popolo ~1, co~1 ser(/ dPl ,n di festa "; ammiriamo (ma rlOn rattere, un sentimento d'amicizia cres('e• 1>assnto, ahneno, menlre aspettate i futuri, In ,tt~er~n7n ch_e 1e pcrS>Onecolre ,e inteli 1: troppo) le p<r2i11era::iottative clella "Mo- rebbe, già ad ascohare. gli « exemJ>la » Ma neppure i,I passato vi fii olTrf\ !le tu gcnlt 81 guardino dal cadere nell errore dt raie cattolica". ma preferiamo, per wpcre omerici fomosi. Scroni dunque enuncia il nmi documentarti con citnzioni del Manzo. identificRr~ il popolo con questa o quella come Mai1zo11i imemleva la relirione, ri- mutare di una sua I>O~izione dt fronte :ii I ni, <!ne.I Manzoni che un comune maes1ro dnsse sol'inle. . . . ,, leg1tl're l'i11co11trotra il Cardinal Borromeo fotti le1tcr..:ri, e la difende: chi può t'Oll lrn r1tro_va10per In ~ua apolitica via, quel • Gralo della pubbhc: 1z1~ne, ntt credo co e l'l,rnomiriato• Tutte cose. caro Trnmba- traddirc un fallo umano che trova certo Manzoni d1e altri Dddi1ava oppressore del I usata nffeltnosa cord1alitit, , torc. clic lei S(l meglio di me; ma allora. radica in umani eventi? 1 oi vogLlumo 1,olo I popolo. Quunte c-~se d?vremmo mutare, GAETAJ'\'O 1 RO!\tBATORE perchè 11~garcai " ~iccoli •~ di_~i::g\ quel- difendere la noi,lrn posizione, di quelli che <1uan1e p 1 erdere, prima da darvi rn_gione sul ln che si c<mccde ai gra,ul1 dt ,err. Per• non hunno mutalo O non cosi radicalmen• concreto. Nel mondo, nella nazione, nel Non fu Arcadia cliè,,non verlerc l~tta "com·ezionc d~l mori• te. ln Jclleratura' dei venli anni, Seroni po1>0l0,. in noi, in. voi 6tessi. Perchè la– clo ben. detern11nata,. e clalorosa. ~lole11tP, I ci dice, 11011 tanto fu in fiè accademia, mcnlar!l1 tanto 6C 1I 1)01>0l0 non eonosc~ ,,,._Htra .. 1hspera•a (altro cho Arc1r.<I.~!) ne: 1 quanto ri,,ela di esserlo Slato, oggi· non Cecchi o Cnrdarelli_ - e darne a loro la Per Trombotore, dunque, l'(lrte 11011 è gli scr~tton_ d~ ru,stro tempo_..<1uegli_stes.~, ha retto al mutare dei tempi, al di~enire colpa -, ed essere rndiffcrenli al fotto <'he altro clic "" prodott.o della societiL E fil• cl,e ncost.,tmrono una veritn po;t1cn e cd alla nuova slrnltura sociale che si an· "?11 ~conosca ~è Pctrarc~, nè Tass-o liricu, lora, percliè lia scritto nel suo ,irticolo: ""'""" (ll'gga Pea, _legga Bucch~ll,, l~'lg€1 nunda rtel, nostro !tiondo. Soltanto due ne Fo!colo ne. Leopardi? . . ,. Lcttcraturo popolare significa i110/1rc Mo·italc, lc~gc, Com_uso, _e Teccltr. ~ Sulm. J)Oeli avtebbcr resisti o cd •i · I um - ~ per ~mr~ - <1ua11~0 al cattohcei;•• le1tercztura fanti dal popolo. E tJui qual- o Cardarell1. e ve,,t, altri) sulle rovme del . . . 0 . t • ogg ' 1 .c · mo d1 Francia, fita consentito ad un cnllO• clre irigc.riuo sc,ruerù a rimbeccare clrV cnrd11ccia11esimodeteriore e del da11n11 11 zill• n~iova << boieottall l> sorgono. lo vo~r~• rn· lico il dire che invidio alla Franci:i cer1i l'arle letteraria, cioè Ja pc,esia, 11011 è mai ,10.~imo ad 11s(Jdegli csllltari epigoni? ~JIIO. le~a.cemcnte. temere del c 0nd •~tomir<' suoi i:,crillori cnttolici, ma che preferiscu crea.ziotie anonima ,li massa, ma è .cempre o •alt.ra parte, t1011 1JOlevo nel mio ar• il g_iud_,zio f~ d, un. fotto le1teran? alle il no~tro SCJ1So di religiosità al 1.oro. Vedi creazione illdividuale, e cosi. 1,ia: come se ticofo ,;nle:ermi so'tallfo co11•ro le afferma- renziom cd at rapporh che esso ubbia t'Ott ahr;1 contraddizione ----o tu spregi il nostro questo cose non le sni>essimo tulli da 1111 zioni del nostro m11ico. Molte altre voci il << tempo politico». Quesrn è la via de'lc ca11olicesimo perchè lo trovi poco « m pezzo ..·". Ilo sottolineato t'uùima frase, si levano qua e là, co11t,rro la TIO(rralc"o- n!Tcrmazioni graluite, non del @ettarismo o tcllettualc » - c lo constatai, così tom'(', 11011_soltanto percliè ili essa si rivela , 1 u.et mtum. Si legga, qui di .,cguito. lo scritto delJa partigianeria 1,olitica, ma della de- 1c popolare» e « 6 ociale ». "fastidio" .:li. cui parlavo ,rella mia ri- di u11 giovane, Leone Pier.ioni, c!•e. bra: mogogi:1 lette.raria, che porrebbe essere una Ma sari't staio tempo perso il mio: un c.u• sposta, ma percliè mi sembra abbastariza vamente rintuzza certe af1erma~w• 11 di nuova forma menlale. pericolosa quan10 rio~o dul,bio mi prende u pro1>0sito dc.i vo– probatoria. M, dica, per favore, Tromba· A. Seroni, analoghe a queUe <~i Trom,ba- per un buon per cento. &nohislica. • stri, chiaminrnuli così, « corrieri di intor· ,ore, se tra arte crenz1one individuale e tore• Ma il fatto più 11otevole _e ~lie l 0 1: Davvero che il l'Orso ed il vnlore di un mazioni ». Diceva Valéry: << j'ai connu un ~rte fenomeno sociale c'è per/ella 1dat• Jemiva contro gli ~crittori di 1er1 non s, Cecchi si es1e11de.rebbero da una s'>llintco:a ;:Ire bizzarre <1ui l'royait luul ce qn'il lisait lilli; e allor~ es_li_~~rà r~gio11e_ di pr~t.~-1sca~ena _sol!anto in _lta~ia. ma ~n mol 1 i "l·: <tribclli~nc ». alla si~m:zio1_1cpoli1ica d~I dans un cerl11in joun_t?l,_et rien ~le_ ce qu·H 8lare co,uro , ,,11e1 stra,1, travisamenti • tri paes,; rn Frc.ric,a, rn America (dove ~, ventennio, de1 « PP.sc1 Ro~s1ll, al t·o111r11110 ol d:mi:: un nutre. C ctall un on1w111l; en- Quan!o all'invito a(I "usci.re dalla let- cliicrle {tgli scrittori ,d'i essere piacci,oh, della prefazione ad « Americnna ll? Sci i-i• f1•n111'.: de1wi~ ». ieralura ", esso era implicito ir1 tutto l'ar- ottimisti. aderenti ai /atti, cill·. cronaca, curo di 11ues10? O non Mnosci r non umi LEONE P1cCTONI ticolo. Appr<!"Zzo l'ir011ia sullo "scegliersi ccc.) in Russia (dove si prendono, come un altro mestiere"; ma 11orrei chiedere altutti sanno, "provvedimcnti'' contro i_ le, 1 • -----------------------------– Trombatore che cosa intendeva ,ielle ul- ter«ti che co,~ si ade2uano). E pro;,rro 111 time righe del suo scriuo, /ccenclo c<Tro quc.tti. giomi mi è cnpitmo di leggere sulla ,dia ge11toche gri~la da tarlte parti: " Usci• rivista francese Lcs cahiers de la Pléiade te dalla vostra solitudine. Mescolatevi al un orticaio cli. Roger Caillois, dove l'tmto· popolo, ecc ". Quest.e sono, io credo, ri• re lamenta l'eccessiva libertà godura dflgli I cl1ies1e molto precise: e non vale disrin• scrittori negli ultimi. ve11t'a1111i (et·ide1tte-1 guere clic esse si rivolgo110 aliti letteratura mente 11011 si 1ratta del vet1tcn11io /ascista ...)· di "!' cerio t!p~, allo ~eueratura ~lei ven- L'articolista afferma cose che a me sembra• I ~enmo; pcrc~te e proprio_ ~,~e$fo il pu11t~ no assai giuste, e clre io sleJso dissi alc1111i 111 contesta:,orte: fa val1d1tn o meno dr. a,uri or sorw con sca'ndalo ,li alcwu giova• tale letteratura. 11 j lett.erati, iru, i quali, se ben ricordo, il Tlo sostenuto. o sempre sostengo, che la succitato Seroni. "Gli scrittori - osser- l letteratura ita!ia11adi questi u/JimÌ decenni va Caillois - sce11dcva1io di preferenza è buona. onesta letteratura (se non è nelle zone inferiori della coscie11za, laddo– ,, gran~e •~. che colpa vu'?l cla_rcene ,_Trom• 1 ve si aDolla e pullula rutto il popolo di I bmore~ S, fa_ qul'~ che si puo ... I,, 1 !" 1PO:• fantasmi co(1/usi e avidi che ogni uomo, I tante e_ c~•o ~1 /ac~,a tullo que_l ç!1e_si puo, se rifiuta cli diver1tare loro preda e se nu– ~n:a 111/111g,me11ti, senza devrnz1on&, sen.za I la minima ambizione mantiene nel loro concpstio11_i). Se hn ri5po:,Jo all'a~ticolo d~} ::isso origi1tario. Ma ai romanzieri piace– noszro ottimo co~fob~rat~rc. 11011. e stato g,a vo preselltare personaggi che evocavano co11 P_Cr uri va,,~ dPs1d:'rio lit P?lemrz:ar~, be?·· compiacenza quei lividi spettri e che, /un-, " per rea81re nlf'accusa rwol~a _'!_gl, _scr_,t• gi dal respingerli nelle tenebre, si affret• ton de! 1:cnt~1!r110:Aca.ua., ripeto, rngm• tavano ad abdicare, per essere il loro tra. sta e mg,ust1/1cabil<-• Perche Trombatore, 11 1 . 1 . I r ad · r ·t · · che /in le aualità per farlo, invece di trin• st11 • 0 < oc, e~ in e ic~. ogm 'igm at ogm 1 ccrar$i nelle• a/fermazÌoni generiche. non ~ag10,1e,. ogm_ cora~g!o: Parevano ch1':'ler~ ci dimostra d," i libri usciti i, 1 quegli m presfllo m mcd1c1 , loro ammalati e , anni furono tutt: Arcadia? PercT1;. 11011 ci loro pa.zzi• Si sare~be dt!ito. ':',~volta. tlie dimo(tra. 5 en:a sc<n1iodfTTeFoscolo. Leo- 11011co11osceva110 mtrtr ummuw . Giu.sto. ptrrdi, Manzoni. e neppure Verga. e/re [Zii Ma in Italia tali eccessi Jur~,_,o scar~i. '-' ~~1 scrittori del vPntennio precedente al fasci-i nostra letteratura appari pw ampw, pm / smo Juron,, pi,ì tollerabili, _pi,ì umani. 0 pietosa, più disi11tcres~ata. Comunque,_ 1111e• meno "sfi1tanfi " verso la àecnden:a co- ste tc11de11ze w111110 liiscusse solta11to in Je• Lec ino Bianc Pica@~o ulla Mo< lt.ra d·urte frnn..-t•qc a Homo da SOi a 1000; L 15 da 1001 a 2-000 Della metrica e del tradurre di G. UNGARETTI SONO grato a Pelli:zi della aua nofa aulla mia traduzione dei Son~Ui di ShaJc-., •peate. Specia:rnen'e gliene Kno gr-a!o per~ chè essa prooa che iutlora da noi •i e•er• cita la critica letteraria in modo da condur· re a d .teu.Hioni proficue. E enlriuno in ballo. •c.;[j sleui argomen'i cui il mio amico ri~ corre, 30n 0 quelli ch'io avevo invccalo cer• cando di giusti/ìcare ne:la nota introdutti• va, i criteri da me xeuiti netl' impostare il mio lavoro. Certo non mi •ono mai illu,o che la mia arma non mi dcve•te prcdurre qualche tagl:o, o//i!ata a quel punto, e pc quanto t' usaui con osni cautela. Con osni cautela; ma non dico che me ne f)Oleaai servire anche con un minimo di /urbi.z:a, poichè in poe.i"a, e sopraJll:o traducendo un poeta che si prova a esprimere come fo .)halt_espcare, moli delt'on mo nella loro piega aulent:ca, tulio sarà acrnpre da rea. mindare. Un peeta di fronte al proprio la• i:oro .i lrocerà umpre ne.I' a tegeiamenlo delt' iscnoranle, o g à glt ai a(lrà eaau,ita la acirililla sacra, d·ecoduto a ri/orai il veno, già dannato a galleggiare nel mare idiolo che chiamaoano pomp ·e ,i.mo. qa.mdo ero giovarue. Vicevo dunque, come anche Pelli.ui J;... ce, che non pouono essere 111e non tre i nM> di di r;o/:are in alb-a l.nguo una poea"o: uno è di/atti la proaa; un alfro, la libera riela. bora.rione; il terzo, ceco il terzo oorrebbe euere ,t ponia, ucondo c;ua'.che regolo del conto, ma a~ndo di mira nel fempo meduimo il _ri,pe to, alla lettera, parola per parola, del argn.fica!o originale. Dicevo dzgli inconvenienti della troduz;a. ne in prosa, e •ia quella di Rebo,a pure co.si utile, aio quella del Darchini.' del:e quali m'accadeùa d'oocuparmi, - mi d mo• In 3' pagina I risultati del nostro Primo Co11corso Permane11te .slr<ivano bene che, <i ometlere una ricerca di lono e quindi di riimo, f inconeL>O nella conseguenza di non a6errcre •JJeHO il aen• so inaeguit 0 dal,'autore, rid.ucendo coaì a fmili troppo ns/rcUi t utili à del!a bropria latica. La rielaborazione libera mi rime!let>a in mente il N.onaard, al qu~e eta •ucceuo di chiedere al Pelrarca ques.o o quel tema, o que.sfo o quel mctivo, o c;u,,:a o quella lo-– cuzione, e poi di farne del p.:iro 1-<on,a,d. 11 Ronsard, che credeoa nell'imilazione, che su tale credenza /orà scuola, poleoa arr:oo– rc lungo quella l)ia, da:e le sue particolari doti. od UJere puramenle Rcnsard e a di– oenire poi, a ,ua volta, a lungo oggetto d'i. milaz:ione. Vorrei caare agg,angcre che nor1 sarebbe •fato per me il mare da bere " avessi cccolto il ghribi::.z.o di ron.ard.zzare nei riguardi dello Shalt_eapeare, lraducendo. lo in cndecaa:llabi e con le rime preacr-lle dal sonetto ita:iano. Ne .sarebbe /orse po'u. lo risultare per me la /orluna di scrivere co– •~ d'un'armonia più paleM: di quella rag– siunla nelle lraduzioni quali ho credu!o d, doverle fare; ma, ncce.s1a,iamente~ avrzi do– vulo anteriormente rinunziare a riferire, al· ;;:o d~n te:7o ~:;~::r/' ec::::;~a~!'zz::"J: gli il d.scorso, rimanere fedeli a .un poeta. che neSJun vocabolo uaa senz-a cau!a e tutti con ecce,.s.t)a pa,•imonia) Sic-mo ar,iooti al blank verse. E' indub. bio, se non è un'op1'nione l'ariimetica che in media, nei .sonetti di Shalc,espeare, 'esso, come a6ermaoo, corrisponde nel senao a cir– ca aed.ci .sillabe italiane. Ci saranno r;erai che a lradurli lellera.m.nte suoneranno an• che piìl_ cori~ ~e/_ no• ro endecasillabo; ma, .sommai, tulh rna eme 1 si arrivo preu'a po– co a quel numero. Net lra:lurre, come nel comporre la m,o stessa poeaia, mi sono sempre principa 1 • men:e preoccupalo, cd era nduralc, de! acn. ao delle co.,e, da eaprimere con somma es<il· tezza. Il mio desiderio e la m ·a oolonlà non son.o nè di correre nè di oolare, ma di c.,. sere l)Cro, e quando, qualche vcl'.a, l'arte mi ha /.aoo,ito, ci sono /orae c::rr:oalo. E' co,. sa di/alti d,f/ìcili.s.s:ma, ,ara, - dei podi .sommi. Ma è assurdo r."tcnere che il tonu il ritmo, la coloritura aillabica, o, come al: tri la chiama, i valori /onici, - cl,c poNO lutto c:ò introdursi in un d fC'Orao, doli' ester– no. E' auu:do rilenere che po.stono infro– dursi i oo/ori di IXX!•:a Jall'esterno d'una prosa che li abbia tra.curati. li oofore dello P<>e•ia è intrinseco alla sosfan:o l)erbale. E' come la oirlù d'un'anima che nasce e d.,,..

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