La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 21 - 19 novembre 1

ROMAIN ROLLANO Ha avuto il premio Nobel per la lette– ratura. Ma noi ripetiamo il nostro augurio che gli sia assegnato anche quello· per la P.ace ! LA GRAZIA - Madonnina mi.a, vergine santissima , tu che sai le angoscie e i patiment i, tu che vedi tutto e poi tutt o, abbi pietà, abb i misericordia; Maria bella, rendimi il mio Augusto, tammi questa grazia, tu che conosci il mio amore per lui, tu che sai come eg!i sia tutto per me che non ho al mondo nè genitori. nè parenti; fammi que– sta grazia, Madonnina bella, Madonnina bianca:. Tra sportat a dal suo mistico fervore, Concetta pregava ad alta voce, senza accorgersi che don Car lo. ritto dietro le sue spalle. 1·ascoltava con 1.:no strano sorriso su lle labbra . - E non prometti nulla alla Madont'a perchè ella ti faccia la grazia? Concetta si volse : - Che debbo promett ere , don Carlo ? Sono così povera ! - Appunto perchè lo sei ; non si ,ha alcun dir itto ad una grazi a dell a vergine, se , per ot– tenerla , non si è disposti a compiere qualche sacrificio. - Non ho in se rbo che una trentina di lire e le tengo per lui. perchè egli possa rimettersi in forze. quando term inar..a la guerra, mi sarà finalmente restituito. - E non sarà forse per merito della ma– donna che la guer ra terminerà , non sarà sta ta lei a restituirti il tuo caro? disse don Carlo se– veramente , Oh ! quante cOf,e avre~be potuto replicare Concetta se non avesse avuto la ment e offu– scata dal dolore tr.);>po vivo, annebbiata ciai pre– giudizi troppo profondi, troppo saldament e ra– dicati ! Invece la povera creatura trova va che don Ca rlo avev a rag ioni da vende re; soltanto che ti attenuta da qu ell3 pre videnza un po ' avar a delle contadine , ella promise , ma per 1 'avve nire . - Dopo la guerra , don Carlo , se il mio Au– gusto mi sarà resti tui to, saprò ben io ricompen– sue la vergine; un cuore d'argento le voglio comperare . un bel cuore d 'argento portante la dicitura : Per grazia ricevura. - Va bene, vedremo, disse il prete ruvida– mente, e ne anj ò. Con cetta pu re. dopo essersi fatto divotamente il segno della croce. usci, e si avviò verso casa sua lentamente. ripensando con tristezza alla sua vita passata, al presente cosi pieno d 'angoscia e d 'incubi , ali 'avvenire incerto, avvolto nelle te– nebre più fitte . Era nata vent'anni prima , e la sua nascita era costata !a viia a sua madre, sposa da un anno soltanto ad un contadino rozzo e brutale che aveva accolta la bimba con un se ne-o di indifferenza e di fastidio. Anche quella ,piccola ci vdeva: Che ne avrebbe fatto di lei? Almeno sua madre ) 'avesse presa con sè, quella crea– tura che lo annoiav a coi suoi str illi di bimba sem~re affamata. Ma fu lui invece ad andar– sene. e !a bimba, orfana cosi dall'infanzia. creb– be più abbandonata a sè stessa che. ali~ bontà, alle cure dei vicini, che a stento nu sc1vano a curar ~i dei loro figli. Ancora giovanissima si era sposa ta ad Au– gcsto, orfano e solo come lei, ed Augus~~• buo– no innamorato. onest0, aveva preso 1. posto deÌla famiglia che non aveva conosciuto, ed aveva tenuto luogo di tutto, dei genitori, dei frntelli, degli amici . . Oh ! con quanto dolore, con quanta disper a– zione l'avev a veduto partire per la guerra, e come da quel giorno erano passati lenti, ango– sci~i i giorni e le notti insonni, popolate d '!n– cu bi orrendi e di ansie tormentose! Solo riu– sc ivano a calmarla le lettere di lui, lettere che dice vano tutto il suo amo;-e e tutte le sue _spe– ranze , lettere che ella att~ndeva con ansia ~ rileg e:eva nei momenti di oziù , sembrandole cos1 di udire la voce ca rezzevole del suo adora~o. O ra da molto tempo Autusto non scnvev a l,A flll'ESA f)E L{E l,AVORATn!CJ più e Conc etta si disperav a nel timore che egli' non ritornasse, eh 'eg li fos~e perduto per setn- i pre .. ~ Ma Egli non era ,perduto e tornò; tornò in una be lla giornata di sole, ma il sole non gli re– cava nè gioia, nè ifastitlio chè gli occh i erano spe nti per se mpre. Qu ando Concetta l'avev a vedu to così disgra · ziato, vivo al dolore , ma morto alla luce, era piombata a terra dibatte ndosi in una crisi acuta, di angoscia, di disperazio ne . Poi si era calmata; · aveva pen sa to eh 'e lla faceva male ad accresce– re, coi suo i .µianti e colle sue inutili ,recrimi– r.azioni, il dblore ,di quel suo caro così dura– n,e nte colpito. Affeuuosamente, con tutta la te– nera dolcezza di cui era capace la sua anima di donna, aveva cerca to ,di consolarlo colle sue paro le buone, che scendevano come un balsamo nel! 'anima esu!cerata dell'infelic e. - Non teme re - gli mormorava - non te– ;11ere, io ti vorrò sempre bene anche così , e non ti mancherà nulla , e saremo ~elici ancora, ve– t'r ai, Augusto , vedrai! Cullato · da quella tene rez za viva, Augusto di– mentic : 'l.va il suo stato , riviveva lentamente nel ~cgno dei suo i pover i occhi chiusi alla réaltà. e ringraz iava il destino che, pur togJiend 0,gli la vista. gli aveva conservato quella donnina dolce e buona che trovava per lui slanc i di amore e esp ressi oni ardenti. Venne ·un giorno don Carlo a visita re i due s.posi, e, dopo aver parlato di tutto si volse im– provv isamen te alla donna : - E il tuo voto Con cetta? Que sta impalli-dì, lo guardò diuramente, col viso su bitament e rabbuiato , con un lampo ostile negli occhi buoni. - Che ne fa la vergin e d'un cuore d'arg ento? I miei pochi risparmi debb ono ~.ervire ad Au– gusto che 1ha bisogno ,di tutto, men tre la ma– donna non ha bisogno di nulla . - E ' male, male, Concetta - replicò ,don Carlo - la vergine ti ha pur fatto la grazia rendendoti .il tuo Augusto. - Sì, ma in quale stato? - si lasciò sf ug– gire la donna , e subito, pentiJa, gu.ardò il ma– rito temendo di aver riacutizzato con quel!a fra– se il suo vivo tormento. Ma il cieco era rima sto tranquillo, il capo chino sul petto, senza che un muscolo solo del suo viso si fosse contratto. Forse non aveva udito, fors 'an che non aveva capito. - Molti sono più disgraziati ,di re; - tornò a dire il prete - chè non vedono ipiù i loro cari nè viv i, nè mort i. Ancora sa liva alle labbra della donna una risposta ipiena di rancore verso la v,ergine che le aveva fatto una grazia così incompleta e così dolorosa .. · la vergine? Ma esisteva ella dav– vero? E se esis teva .perchè era 1stata così spie– tata con lei che l'aveva pregata con tanta fede, con tanto ferVore? Oh! no, •no, non era vero nu!la; mentisce il prete mentiva la chi-esa, men – tivano tutti ; di vero, di veramente vero non c'era che una cosa : il dolore. - Sapete che vi debbo dire , don Carlo? --'– mor morò a denti stretti. Che io non credo più :i. nulla, nè alla vergine , .nè ai san ti, nè a voi; so no tutte fandonie e voi dovre ste vergognarv i .. Non potè con tinuar e, un sin gh iozzare con– vulso, lacera nte l'interruppe. - Che hai , Augusto mio, che hai? Dalla bocca dolorosa uscì per la prima volta una frase piena di sconfortante verità? - Megl io I.a mort e, Concetta mia. - Non dir questo , cattiv o. cattivo - !o rim- prove rò la mog lie con dolcezza. Ma egli non s,'illuaeva più orma i, ormai era in lui la nozione esatta della sua orr ibil e sve n– tura; nelle parole sco nsolant i della mog'.ie egli aveva intuito la di.:Sperazione. che l'amore per quanto intenso non poteva sop ire .. - Megl io la morte -- con tinu ava lam entosa– men te . La Conquista deli'Elefante C 'era una volta, lonta no lonta no, in un de– serto del centro dell 'Asia, runa ~ lendid a, mera– viglio sa oasi. L'a cqua vi zampil\a ,va trasparente come l 'aria, fresc a come la brezza notturna , a fonta nelle chiacchierine, ombr egg iate dal capel– venere e dalla Jelce. Qu ell'angolo del izioso era il paradiso terrestre di numero se famiglie di gaz– zelle, di prolifich e tribù di conigl i, e di 1un 'in– finità di a!tri ,paci fici an imali. Viveva in una selva, proprio confinante col deserto, una compagnia di sciaca lli che, da lun– go tempo, aveva riyo lti' desideri e speranze su quella terra do.ve la preda prometteva d 'esse re facile ed abbondant e. Il difficile, però, stava nel conqui starla: padrona e sovrana dell'oasi era una magn ifica e ferocissi;11a tigre real e che, cer– t!!.mente, non av1rebbe ceduto di buon grado il suo ·possess o. Che cosa fare ? 1affrontare ess i la ifiera? Non era neppure discut ibile la cosa! Allora uno di loro, più a,vido de l lupo , più furbo della volpe, ftte una proposta che fu ac:o lta con entu siasmo da tut ta l 'o;da · spi ngere al combattimento qu al– che altro iper sbarazzare l'oasi ~:!alla propr ieta– ria, e poi. a guenra finit:i, ne a,vrebbero ,preso il ,possesso. Abit ava nella foresta un enorme elefa nte di una forza prodigiosa, che a colpi di proboscide, solamente per semplice diletto, a volte, sra di– cava alberi secolari. Nel complesso , però, era un buon bes tione ingenuo che, di pro.posito, non ave va mai fatto male ad una mosca. Un giorno ,dunque , una commissione di scia– calli si recò a farg li vis.ila : l'enorme animal e s~ ne stava pacilìcamente sdraiato a far la siesta ali 'omb-ra di un ,palmiziJ . Stupito rper quell 'in– solito onore che gli rendevano, si alzò, poi. sem – pre bonaccione, fece gli onori di casa. Pre se la parola uno dei visita tori e, dopo i preliminari d'uso, comi nciò le lodi della forza · st:aordinaria dell'ospite che ora chiamava il suo buon amico; fece gli elogi del suo coraggio de– plorando che, fino allora, non si fosse mai of– ferta una degna occ.asione per esercitarlo, fi– nalmente con fine astuzia, condusse il discorso s1..'lla fertilità del suo lo in gen erale, e poi, come occasiona lmente venne a parlare della famosa oasi, ne descri sse la fer.a.cità meravigliosa; parlò di erbe dall'aroma inebriant e e più dolci del miele che là, appunto, crescevano .più folte del mufc,o, più alte dei canneti. Infine , tutto ad un tratto. come se l'idea gli fosse balenata nel cer– vel!o proprio in quell'istante, all ' imp.ro, vviso pro– pose .ali 'e lefante la conquista di quella terra pro– messa. La bestia, -presa così alla sp~ovvista, non ebbe tCJJlpo di pensare al pr oprio tornaconto e ,per– ciò espresse i! sentimento impulsivo della su:a anima : - No, no : quella, secondo lui. non era un 'impr esa onesta, era ·un vero a.tto di prepo– tenza da lupo, perchè queHa terra apparteneva alla tigre. Del resto, che bisogno c'era d'andare . ne11 'oasi? La se lva non poteva forse nutrire tutti a sazietà? - L'altro , allora, pacatamente. con , tono ,persuas ivo, gli fece oss ervare ·che i suoi scrupoli, riguardo alla tigre, erano inutili : t2nto, se non andava lui 1a conquistare l'oa si, vi .andrebbe il leone loro vicino , opp,ure qualche tri– bù di leopa rdi; dunque la sca pietà era inutile: la tigre era ugualmente destinata a soccom bere . Egli poi ne avrebbe avuto il danno e le beffe; sicuro , -oltre alla perdita della terra fecond a avrebbe figurato, di front e a tutt i gli anima li dei dintorni. come la bestia più pus illan ime . Que st' ultima ragione seppe meraviglios::imen– te pungere la vanità dell 'e!efante e rides ta.re in lui un latente istinto sanguinario dhe sembrava compl eta mente sopito. Il grosso bestione mandò un fiero barrito e, immediatamente, ecc itato co"m 'era dagli applau – si frenetici de,:?lisciacalli . f,i dires se alla famo sa oasi . La lotta fu breve ma, come al solito. fe- r:.,ce : la tigre, feriu mor talmente dovetre ab– . :rndonare il suo cantuc cio di terra deliziosa- 1....sli scincal:i invasero al'.ora coraggio samente ! ·cas i e incominciarnno r..:n~ ca: cia spietata, ter– rib ile a tutt a la selva,g,gina. E l'elef ante ? I 'in– genuo bes tione .fece un giro di esplorazi one nel– la terra conqu istata e si acc orse che es.sa non ci.ava· nulla di migli ore di ciò che cresceva nella sua selva nati va. Osse rvò invece la vorac ità dei su oi sed ice nti amici ed ammiratori che ormai, inte nti com 'e rano a far bottino, non si cura– vano più di lui : comprese solame nte allora che infine , eg li, aveva comb attuto, es posta la sua vita a profitto esclusivo di quegli sx::altri ! Scosse !a lunga proboscide in un 'espressione di amara delusione, ma, orm ai, tutto era inutile: non gli :·imancva altro che curarsi le profonde graffia· t.ire riportate nella lotta. Giuseppina Moro Landoni. ESAURITI! Abbiumo pubblicato in qualche num ero un:1 lista di opuscol i di propaganda femminile , editi dalla Librer ia d'ell 'Avanti! o in depos ito press o di essa. Le nost,re lettri -;i non vedranno più quel– ! 'e lenco- In poche se ttim ane, tutti sono stati e– sauriti. La diffus ione del movimento soc ialista in mezzo alle donn e ha fatt o si che le richieste fosse ro superio ri alla disponibilità. Parrebbe che si dovesse subito 1provvedere all a compilazione di nuo vi opuscoli. Ma vi sono v~rie difficoltà; una di esse principal iss ima : la censura , che non permetter ebbe libertà di pa– rnla, se nza contare ipoi il prezzo della carta e della stampa. La Ubreria Editrice Avanti! provvederà se n– za dubbio a colmare questa lacuna; non sappia– mo ,però dire se questo avverrà presto. LeSezioni Femminili Socialiste Provincia di Milano: Miìano - Monza . Provincia di Torino: Torin o (Due Sezioni) - Pinerolo. Provincia di Novara: Cossato - Me zza.n-a Novarese - B,iella - Valle San Nicolao Paiazzolo Vercell ese - l\losso S. Maria Sagliano Micca - Cam.andona - Carisio Lessona - Castelle rto Cer vo - Vigliano Cas tellengo e Mottalciata - Pra lungo - Chia– vazza - Strona - Veglio Mosso - Gattinara - Canàe!o - Santhià - Tricerro. Provincia di Alessandria : Alessandria - Ca– sale Popolo. - Balzola. Provincia.di Pavia: Zeme Lomellina -Valle Lomellina - Canneto Pavese. Provincia di Cremona: Soresina . Provincia di Mantova: Suzzara. Provincia di Genova: Sestri Ponente. Provincia di Porto Maurizio: Oneglia. Provincia di Parma: Soragna. Provincia di Reggio Emilia: Reggio Emilia - Rio Saliceto - Cogru zzo - Poviglio Rubiera - Prato - Bagnolo in Piano. Provincia di Modena: Molini Nuovi. Provincia di Bologna: Bologna - Molinella (Due sezioni, :adulta e giovanile) - Sesto Imo– les e - Corticella. Provincia di Ravenna: Ravenna (Due Sezio– ni: - Alfonsine . Provincia di Firenze : Fir enze (Due Sezioni) - Ca ste lfìcrentino - Rifredi - Montecalvoli - Prato Provincia di Pisa : Piombino. Provincia di Ferrara: Coronella - Bondeno. Provincia di Livorno: Ardenza. Provincia di Grosseto: Grosseto - Tatt i - Sasso d 'Om brone - Follonica - Montepe ~ ali - Giuncarico - Montemassi - Roccatederi– ghi - Massa Marittima. Provincia di Arezzo : San Giovanni Valdarno. TOTALE N- 73, - Tu non sa i ciò che dici - disse il prete seve ramen te. Tu osi ribellarti alla volont à di dio, che 'ha vo!uto che tu vives si 'Per espiazione dei tuoi pecca ti . - E perchè non dei vostri, o preti? - gridò il cieco rizzand osi terr;b ile. minaccioso col volto con tratto in cui le occh iaie vuo te agg iungevano qualche cosa di spaven tevo le . Fra me, che ho semp re v:ssu to del mio lavoro, cercando di com– piere il mio dovere e di esser giusto con tutti, e voi, chi è più onest~? Non voi, non voi che vivete alle spa lle della povera gente sfruttando ](f loro credulità e facendo della dottrina di Cri · sro un odioso mercato ..- Non voi che sapete ti ar profìtto dalla guerra, che non avete cercato d 'imp edire, e del terribi le flagello vi se rvite co– me di una nuova e~ca per attirare i gonz i.. COI~I-xISPONDENZE - Augusto - interruppe Concetta, spaven– tata da quel! 'esplos ione di collera. ~ Vattene o prete - continuò il cieco - e non ricomparire ma più se non vuoi esse re sca c– ciato un 'altra volta! Don Carlo non se lo fece ripetere ed usci mogio, mogio, segna ndosi div:>tamente per sal– varsi dal demon io che, seco nd<, lui, aveva in– vaso lo spiri to del ciecJ. Maria Savarè Cerri. Il giornale esce la 1 8 e la aa Dome– nica di ognJ inese, ma per eslgen:ze d'lrapa"lnazlone, gli scritti debbono pervenirci rlspettlvam.ente prtmk dell ' ult'lma e della 2 a Domenica d'o– gni mese. MILANO Scc.ondo gli acco rdi pr esi nell'asscmJ )lea del Gruppo fem1,1inil e socia lista, con le rap 1Jre– se nt.anze della Camera de l Lavo ro e ,della Se– zione soc ialista,, si tenn e alla Cam era de l L tL– voro un a riunione a cui 1H·cse ,parte un a più comp let a raprpi-esentanza deg li o.rganisni i po – liti ci ed economici, per tratta re della questio– ne ci.egli internam enti e delle con<lizioni di la– voro dei non rn.ilitari (uomi ni e donne ) neg li st:thili mcnt i ausi liari. L' on. Tu rati port ò al convegno inf orma zio– ni importa nti ss ime su l ,primo argomento. Si ad di venne, dopo ampia d iscuss ione, alla de– liberazione di prepa rare il proletariato ed i compagni soc ialisti a flanchegigiare efficace– niente L'azione parlamentare ohe sa rà viva– ,111entc ripre sa in di fesa dei colpit i che soffro– no ingiustamente dei rigor i di provvedimenti i111ronclerati o reaziona rii. Sulla secon da questione .-poTtar ono luce spe– cialmente i ra1Jpresenta n.ti de ll'org anizzazione metallur gica. Venne nomin ata una. Comm.issione di studio e d'a gitazion e con rappr esenta nze del Gruppo ~~~ i ~\e•L~~~~o s~zi~~~ ,i,~!a1:if:.}~~i~:: u:ef;1: lll rgic-:1. Ta le Commissione si ri un ì la prima volta la sera el 2.1-, con l'intervento del segretario idella Fed erazioni rncta llu.rgica compagn o Bu ozzi che fa parte del Comitato d i mobilit..a..– .zione. Riconfermati i deliberati di domenica sulla quesLlon e degli inte rn ati e presi accord i sulle ~nOOalità. di ag itazi one, udit e le in,fo1mazioni di Buozzi sull e ultime concess ioni otte nute a vantaggio dei lavorato 1i deg 1i stabilime nti ausiliari, si delLberò per prim o atto di diffon– <lere tra i la,·o rato ri in te ressati , specia lment e fra le donne acklet.te alla fabb ri caz ione dei p roietti li, dei manifesti ove siano ben chia riti diri tti, obb lighj e sa nzi oni penali rigu ard anti il lavoro in dett i staJ>ilimenti , affi.nchè sian o ris,par.iniate vittime J)er inconsapevo lezza dei regolam en ti e delle disposiz ioJ'].i più recenti in merito. Di in t,ensfirare l'ope l'a diretta delle or– gan izzazioni econo mi che e l'ag itaz ione tra il pro leta1iaio per ottene re le gara nzie conte nut e nel memoriale già qu i 1pubblicato da lla Confe– idern.zione del La.voro , spec ialmente il 1·iprist i– no d.e.ll' Isp,ettorato del lavo ro, la disciplin a -del reclutamento operaio, un tr iplice tUJrno di ot– to ore , senza ricatti, per le donn e. In oltre si d eliberò di ag ita re la questione ,più grave: quella d elle punizi oni , affi.nchè i lavo ra.tori fuori servizio milit: ir e e le donn e non ~iano giudicate dal cod ice militare. L'atti vità della Commissione contin uerà per la mig-lior soluzione dei grav i pro blem i in di– scussione. La compagna Tnes Rolfini ha. av'llto la sve n– tu ra di perdere in questi g;iorni il suo frate llo, cad ut o in gue rr a.. Alla ca ri,ss i·ma Rolfini, pTO– vata da ta nto dolore, la gioventù soc ia.li.sta mil anese esprime il suo sincero cO!TXlogli o.

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