La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 13 - 16 luglio 191

LA DIFESA DEL.LE ,:,AVORATIUCi 1\lla Fonte. Sotto _i raggi del so le la. splendid a. cillil da i . mrna.re, ti merarigliosi , dall e candide giughe <h marmo. dall e pagode fiammanti di porfido e di corallo aveva 1iflessi d'oro e cb ~€Jl1Ille . mentre negli argent ei silenzi delle nott i di pleniluni o i suoi misteriosi gi<..u'dini '.we ,·ano prof umi ir.ebrianii . dolci mom10a-ii 1 plac idi zampilli . e malin coniche serenate ~li usign uoli. .. Era. il tri onfo de lla. natura. e delr ai1e : ma t·rncubo pauroso , terr ibile era. il fiume. ,-,correya. g,i gio limac cioso nel mezzo della ..plendida cittù . Le sue onde ora si !era ,·ano furibond e fl?~ell~t.ndo le arca~ e dei ponti . mina cdan do d rngoia.re come in un im mane del irio d i di– str uzior .e tutti quei tTionfi c1·a.rte, tutt e quel– te mera\i glie della natura. ma, i1wece. :.correvano plac ide. lambendo le ba.si dei 01a.i:-morei palazzi sui quali lasciaYano trac– ce mdelebili di fang0: era. un lhune miste- 1io>0 e terri bile : nelle furie le sue onde ri– ~uonaYnno come miglia ia di ye,ci impr ecan– i, m me cupi singhiozzi. disp erati! nelle L~l~ e ~Yevano monnorii cli pianti sommes– " d, smg;ulti soffocati . Invano i~al zaYano dighe di granito e di fe1To per oontene1e le sue ire , invan o spar– ~enl!!lo il suo lette- cli ghiaie cand ide per da– re un po· di limpidezza alle sue acque. Qual– che volta. i flutti scor revano per qua lche tempo più IJ•anquilli . meno t-0rbicli. ma ad un tla.tlo un ·ond ata lima cciooa che veniva ..:·hissà da do,·e. intorb idirn. quelle acque , le ,,Fp rnge,,a con ur,a furia devastatrice . Cn,giorno nella sp lend ida cit.tà dei sogni. capito un Ye.ghardo.. aveva la barba e i ca– pelli di nere, gli occhi azzurri profondi pie– ni di pe:isi ero. Lo dice,·ano un sant o . lo dice Ya.no un sa.- 1:i-:nte. Tutti eo:se1-o a lui e gli na1Tarono della kwo sventura. Egli guard ò quelle gigar; tesche digh e re– press ive. quelJe candide ghiaie rip arat rici. poi sc.os.c::e il capo melanco!"lic.arnen~f'si1sur– rando: È Yano.. è rano'. 1, Coru:luss;; t-utta quella. gente lonta,no lon– nu. n sa.lendo la conent e della fiumana , ar- 1i,·arooo così alla fonte materna . Sasc.m il fiume dalla terra madre limpido tras par ente come un ouris simo cri staJlo dia– mar;tino. ma siccome nulla proteggeva le sue sorgenti, così bloccI,j di terri ccio. cli eri,e decomposte cadevano in esse corr om– pendooo la purezza.. torren1 i torbidi, Yeni – ·0.0 -a wnfondere nelle sue acque le loro onde limacciose intor bidendole inesora bil– mente. ingrossando le. sospi ngendo le con fu– ria disa.strosa . li grar; ,·egliardo dagli occh i azzunri e dai r:appe lli di n~re >eomparrn dil~anclosi nel– J"orizzoote IOC1tano. ma. gli abitan ti della ,;-plenclida città dei sogni e dell"arte a,·ern– -no ormai c,,~o.-.ciuto il segreto della lorn sah·ezza. GrcSE PPI.~A }!ORO LISDOX!. Gli uomini di carattere sono non solo la co– ,.f;ien ::.a Mlla societii, ma in oam stato ben (Jo– i.• ~nw.to la sua maggiore cagione di possan ::.a, p~rchè sono le qualitit. mornli dPlla massa chP JIJ1'"rna no U mr.mM. S;i,.1n.r.s. Il pri.r,w biso(/110 d'llalia P f"'•e .n /orrrnn o italiani drAati d~alti e fieri caratteri ; purtr op– ;,r,. s'P f ri.ttn l' It alia, ma nQn si f anno gl'ilo– hani. Y!ASSI)!O D'AZF.G LIO. UNA MISSIONE Gli occhi. pieni di lagrime, sì chinarono con– fusi, la voce stanca , velata di pianto, ohe aveva narr.r.to tutta una st ori.a d 'amo re e di dolore , tacque improvvisamente come se un se nso i..rn– pro vviso di vergogna, di pentimento, avesse af– ferrato l'anima della donna. La giovane signora che aveva •asco ltato dap– prima con indifferenza. e poi con cres cente in– ter esse, chiese con dolcezza: - Perc hè non proseguite? La voce rip rese più sran-ca, più triste , rotta trat to tratto da un doloroso sing ulto . - Che dirle o signora? Lei sa come la guer– ra mi 1abbia tolto -il compag no del 1 la mia v.ita lasc iandom i sulle brsc cia qllattro pioooli da man– tenere ... Io non ho alcun diritto al sussid io per– chè ,mio marito non è tale dinanzi alla legge .. Ho lottato finchè ho potuto, ho portato tutto, an– che il necessario ial Monte di Pi età, ,po-i quando non è rimasto più nulla ed i bimbi si ~\l!gna,v,ano di aver fame , ed io non avevo pane da dar ~oro, nella mia cupa disperazione non ho veduto che un mezzo per s.fn.iggire,almeno per un poco, ai morsi deli'a fame e.. ho rubato. - Ma perchè non avete parlat o? Vi a'.vrem• mo aiutato. La donna ebbe un amaro sorriso. - Nessuno rn~ avrebbe creduto , nessuno a– vrebbe sentito pietà di me, perchè, secondo la morale dei signori , io merito la mia sorte. E poi, vede , La m ia miseria , se non la mia stor ia, ,assomtglia a quella delle mie compagne di la– voro. Per questo, per far ~alere ,il nostro diritto ad un più equo compenso noi abbiamo sciope– roto l 'anno scorso; lei sa come suo marito ab– bia acc o!to le nostre richiest ,e e come si,a finito in un disastro per noi quel disgraziato scio– pero. Ora I 'accusar:a si mutava in accusatnice, la giovane signora lo capì ed una v,ampa di ros– sore le salì alle guancie. La donna diceva delle cose vere, con un sen– timento di rimorso ·1a signora ne conveniva e ricorda va come al te.mpo dello sciopero ella aves– se osato dire al marit o : - Queste richies te mi sembrano rag,ionevoli, perchè non le accetti? Ed eg.li sempre così buono , così <iolce con lei i 'aveva trattata con insolita asprezza, intiman– dole di disinteressarsi di simili questiohi. Ed eila umiJi,ata, conf,usa non a.vev,a replicato , persua sa di aver mancato al suo dovere di mo– glie scJ ie-randosi dalla parte operaia. egoist'!ica– mente si era r.ituffara nei pi-aceri e nel lusso non pensando quante sofferenze, quanti sacrifìci. quanti sudori, costa-va il suo superfluo a chi rnançava del necessario. E fra quella donna che 2.veva ru bato per isfamare ·i suoi piccoli , e ·lei che rendendosi complice inconsap evole d'un in– degno sfruttament o, aveva aiutato a spìngerla al furt o, la ladra non era la più colpevole. Eppure la signorar non era cattiva, e quando •cinque anni prima , realizzato il suo sogno d 'a– more, era entrata in un mondo nuovo al brac– cio dell'uomo amato , ella nQn si e,ra iadagiaca mol~emente, egoist~camente come ·,e ·altre nella sua felicità, nob i!mente aveva pensato che ella non aveva il diritt o di godere mentre altri sof– frivano ed aveva cercato miserie da alleviare , infelici da socco rrere. Ma .Ja sua opera filantro– pica era stata vana e dann osa chè ella cero.ando lontano ciò che le era vicino , aveva cercato ma– le e socco rso peggio. Aveva conosciuto, avvi– cinato ia miser ia qualche vol.ta colpevole, qua si semp re viziosa di chi vive d'ac catton aggio e si abbrutisce neEe bettole e disgu stata, nauseata da tutto quel fango , ella se ne era ritratta se nza app;rofomlire, risalire alle cause di quella degra– dazione mora le, davvero scoraggiante. APPEND ICE LA GUERRA RO~!A:SZO DI VSEVOLOD n·. u,:;n,,,sT1. fJ~,r; uu :-:i ,. detto 1·lie pr·esto ehiarnf!ranrio ;j, te1Titorialé:: fnP l'aspfttavo, r non ne fui · rrJJI!)() f-(fff,,,I'€R'J. :\::rei pr.,tato e\.·itare Ja. sorte chf• mi inquii:-• • :.1. ~ sù1.i.J::cdta.ndoqualchr- protezione far~ il .,.-:n:izio a Pi e-troburgo. :~ravnbhero ben tro– vato una rLi(;l:hia. in qualcl1ec ufficio. ~fa n,;n mi pia.ce :ricorrere a questi S/Jtterfu;:ri, r- poi in non ~o che ,J'ind eflni biJe mi proibisce di ...,Jltranni :d dover~ militari. Xon ;, 11nrt b<·Jla ,.,-,_"-:1, rrd 7Ti-<l:1 ,,n 1nt1m:1 vQr.P Succede un a.vvenimento inatteYJ. Questa mattina ero andato a t.r,stit11in:: :\fa,– ria P etrovna al caJJezzaJe di Kr>u~ma; 1a trovai ->ul1a. ~ogna., pallida, sp<Jssaia. <la!la. n~ttR, in– i,,Onne, i -c:uojoeeh.i erano gonfi di lacr1m1;:. - Ch" c'è Mar ia P etrovna? - Sc,tu,vc,."e, ~ottovoce ,per rarità. morrnorù - tutto è ftnito. - Cbe <lit&? E morto? - ~ on a.ne -ora, ma non c'è più ~peranza. J fru-e dottori, .perchE:: ne abbiamo chiamato un a.Itro ... e }P 12..crim" le soffocavano Ja voce. Ma •.'Pnitf' a H-<le-.r1o.andiamo da lui. GARTSCHIN Asciuga,tR, prim:t le lacri m e che non vi ve– da gli o ~d.ti rossi, e bevete un sorso di acqua. Fm-~ ch'egli stec:so non conosce U suo sttJ..to? :-ce n'? bene accorto quando ch iese lo specehio ... ~li man,..ava cosi poco alla lanr ea. .. L'n g-,·t-H> (>d.ore <la.sala anatomica era <li/ – fuso nella. ca.mera dell fof enno. Av -e.vn.no spin– to il lett.,-,nel mtzw della camera. I suoi pie– di , il CIJJT><J volnmjn()so, le braccia elisie~ si dlv-,;:.rnav,mo .,,otto le co,perte, i s11<.,i oc.chi er a– no c:hiusi; la respir:.1.¼ione r•ra lenta e fa1.foosa.. ~li c.,Ambra.va dimagrito in una notte; aver>·a il viso te-rrec, e bag nato dj sui/ore. Che ha. dunquf::? chiesi a bas sa voce Ve· lo dirà lui stes~o; rest:ite, io n on posso. Ed ua.ei rn.1..~or1rJendonelle mani il viso con– tr:.1tlo da sin;rhiùzzi repprnc.,si · r.1.ttesi rhf' Kùusro:.1. ~i svegliasse. Heg-navh nelfa. stan za una ra1ma fnnerca: ~r>lt:t..ntoJ'orùlrJgi<J posto su11a tavola, rompeva ,·ol suo pulsare monotono la n:~pirazir,ne bre– \·e e affannosa. del ma.lato. JJ volt.i) <li Krrn&mn, mi sembrava muta.io; non J)(~roh~ la maln.tLia ne ave~<:ie altJ>rati j lin~amenti, ma perchè non J'an~·.·o mai pen.c..ato in quf'stl> estremità! Lo 1;:11nùseévr1 da un JJezw bc•nchC fr;1 noi n,Jn ei ~ia ma.i stata una .grand" intimità, mn non mi ero mai avvicinato a. Juj come in quel giùrno. Hirostrui vo la. sua Yita, 1e sue gioie, Jp .•me r,PnP. romr avn•i rir,vocato le mie. Così la miseri.a vera e dignitosa di chi lavo– rand o, non chiede p0he il suo diritto e lo chiede quasi se mpre invan o, aveva , spasimato, J.ottando vicino \3 -.~ei, senza eh 'ella se ne i.fosse accorta, acciecata com 'ero dall 'adorazione 1insensata per suo mar ito, ado razion e che lo .poneva così al di– sopra di tutt o e di tutti, da non darle, nemmeno per 1un istante , il sospe tto eh 'eg li potesse essere un ingiusto ed uno sfruttatore. Ora ila benda cadeva dai suo i occhi. ed ella g·uardava la donna non ,più con un senso di di– sprezzo, ma di umiltà come se avess e vpluto chie der le :perdono di quell 'ego ismo ohe aveva lasciato compiere p!aSSivamente tante ingiustiz ie. - State tranquilla povera Magda , mio marito non vi denun cierà, ve ~ 'ass icuro ... - Grazie signora. . intenruppe !a donna-. - Non posso promettervi che egli v,i riam - metterà nello stab ilimento perchè dopo.. (stav a per dire (( il vostro fur to >1 JTua la tratt enne un sentimento nuovo ch e no!1 era la solita steri,le pietà) dopo .ciò che è accaduto , la vostra riam– mission e è diventata impossibile . - M,a i miei figli signora? - I vostri figli non mancheranno di nulla, vi procurerò del lavoro ben r,etribuito , guadagne– rete molto più di prima, vedrete. --.. Oh! signora come ringraziarvi? gridò la donna e in un impeto di riconoscenza fece 6 'atto di gettarsi alle sue ginocchia. •La signora la trattenne. - Non ringrazi ate,m-i; io noll! rfaccio che com– piere un atto di giustizi-a.. ,Era vero, ma quanti disgra2ri! 3.ti da redimere , da salvare! Quanti infelici scontavano nelle car– ceri e neg:!i osp,eda\i .colpe e delitti i cui ,primi, veri responsabili sfugg ivano al meri nato castigo! Con 1 1.rn senso quasi di gioi-a e di liberazion e la signora vedeva segna ·ta I-a sua missione; non er-3: più quella della carità arida ;,Che abbrutisce ed 1umi 1 ~iLachi la riceve, era una missiOJle di fra– tellanza vera, <li vera -giustizia. Marta Savarè Cerri. IL RITORNO Per uno di quei sentieri ripidi e tortuosi ag– girantesi a spirale sui fì.anchi scosces i della mon– tagna, un solda to saliva faticosamente, penosa– mente, fermandosi tratto tratto per riprender fia· to e per abbracciare collÒ sgu-::irdo lo spl-endido panorama di quei monti da cui era partito pochi mesi prima coJ.la disperazione nell 'animo, ma forte e vigoroso, e ai q,uali ritornava malandato , più vicino alla morte che alla vita . Vestiva da militare , ma non lo era più. Un vizio di cuore contratto al ,fronte, gli aveva fatto ottm"!er-e le. riforma ; ora spernva di ristabilirsi , di riacquistare coll'aria balsamica cieli.a monta– gna e coHe cure vigili affettuose della mamma , la pace dell 'anima e la salute de1 corpo. Sua ma– dre ignorava il suo ritorno , il giovane sorrideva di compiacenza pregustando la gioia di rivederla , di stringer e fra le sue braccia la dolce , cara vec– chietta. In gioventù sua madr e era s-tata bellissima, d ',una bellezza meravig •!~osa, quasi zingaresca. Ma « come i bei denti rovrinano gli occhi >> ella aweva pagato assai caro il tribut o alla s ua bel– lezza . Sedotta , abbandonata vilmente ella aNieVa subìto le cons eguenze della sua colpa, e corag– giosam ente aveva sfidato i predi ,udizi , le dicerie del paese ,non nasc.onde ndo il frutt o del suo er· rore giov::mile. ma tenendolo pr esso di sè. cre– sce ndolo a costo d 'innum erevo li sacr ifìci. La sua caduta e quel!,a sua be llezza strana , che la m.3.tern ità non aveva distrutt o, nè sciu– pato, aveva crea to intorno a lei una rete sottile d'insidie e di malig nità. Ma ella tutta dedit-a al Fin allora non aveva ri.levat.o che il lato co– mico del suo amore ;per Maria P,et1:ovna, ora. CJillJ)iiv·o qua li -clover.-ano esse re le sue sofferenze. P oi mi <licevo che il suo stato non potev a essere cos i _gllaTma.nt e; che non si m uore di uno stupi do mal dj de.nti; non è possibil e e i\Jaria P etrov na si lascerebbe aJla fine imp ie– tOffire e tutto finirebbe nel mi glio1· rnodo. Ero a <rueslo p-unto ùe11e mie 1·ifle.ssionj, quando ap,er~e gl i occhi e mi \·i<lc. - Buongi orno, mi disse, senui che .I suo volt.o s'n n imn.sse ed indugia nd o su ogni pa ro– la. Tu vedi a. che pu nto ~ono... è In fì.ne. . la. mode s'è insinuata ... :t: stup ido, ma ... - Inwmrna.'Kourona, dimmi cosa ha.i? Non 1mò rsse:re cosa tanto seria .. - Non tanto grave?.. n o, ca ro: non ,posso ingannarmi in 1in raso rosì eleme ntar e: guor– da..... E scosto lcntamPnte, .con ogn i cur a., il collo d:tlla camic ia.. Ne u~iva un insopportabi le fe– tore. Tutto il la.to destro del 1 p,etto, dal coJlo in giù era nero come il velluto , ed n.l som mo si vedpva, unn. Murnatu ro. t,"l·igia. Er a la can. crena. Da quattro giorni non chiudo occhi0, srm– /Jl'e al efL'J')~zzaJe dell 'in fermo o con Maria Pr– trovna o con ~110 fratello. L:.1.vita thr gli sfugge. rrn.r trattenuta dal suo <·0qJo robusto. Gli ha,nno asportato un pe•zzo di carne nerastra, che buitairono come uno straccio e il dotto re ci <liss,e di lava re og-ni ora hL ferita. Ci ntc:ttiamo <lunquP in due o tre, solJeviia– rno il suo corpo gigantesco, e d<rpo aver m~a a nudo la piaga rn.ecn,prl.cclant e, con llJl tubo dJ t,'l.lt.taperca. 1'ina.ffiomo d 'acqua fen icata. L'acq ua scorre sulla ferita, e l<ousma ta-ova figlio, orgo gliosa <li lui, forte per lui aveva sa– puto mantener si rigi-Oamente onesta , così che le amni dell.a sed uzione e del.Ja maldicenza avevan• finito col,'.,o spu ntarsi contro quella sua onestà fiera e incorruttibile. CoSì erano passati g.li anni , così era sfiorita la sua bruna bellezza, che per u■ prodi-gio di natura, -era. passata nel figlio che ave– va della madre il volto abbronzato dalle linee perfe tte ed i grandi occhi ,pieni di ,f.uoco e di malia. Nella casetta modesta ed isolata sul monte, oome 1 una pecora smarrita, quei due esser i ave– vano vissuto l'uno per l'altro ed erano sit.ati fe– li~i. Ma la guerra stna,ppando jl figlio daNe brao– cia della madr e dolorante, aveva distrutto la loro ifelicità. Egli si ,era distaccato piangendo da ~ei e dal ,p::iese natio , ma ne.fla1sua disperazione non v'era a!oun sen so di sgome nto. Non conoscendo la guerra eg li non fa temeva ; egli sogn,arva una vita strana, avventurosa, non senza pericoli (ll1'8 piena di remoz ioni. Ed invece! delusione ,per la sua anima mite ed ingenua.. Lo spe ttacolo orrendo di tante s.offe– rer.ze aveva influito su, di lui lìno ad -arrecargli una grave affezione cardi3ca; era stato portato prima '11'ospedale da rampo, poi in quello di un• •grande città, e così di ospedale in ospedale t.a via cruci s era finita colla riforma. Ora toroova.. Persino il ritorno g.li sembr ava un sogno.. Non più al suo orecchio sarebbero pervenuti i gemiti , le grida laceranti dei ,feriti , dei morenti, :il boato assordante del cannone , il fragor.e delle armi e oo:.1a micidiale m,i.traglia– trice. . non più i suoi occhi avrebbero assistìto alla strage di tante povere esistenze ... La guer– ra era finita per lui, ma per gli altri? Fino a quando sarebbero durati quegli orrori , fino a quando g~i uomini avrebbero continuato a straziare, strazi-and9si? - La, domanda dolorosa martoriava la sua anima buona e non trovava ri– sposta. Ora volgendo intorno lo sguardo, egli scorse uno di quei rozzi altari scawati nella roc– cia viva; dei fiori freschiss imi ornavano il qua– dro della vergine , dei ceri ardevano intorno 11 lei ... Quante donne avevano portato quei fiori. quante donne avevano acceso quei ceri? Quiante sventurate erano venute a pregare la vergine in– sensibile per la salvezza dei toro cari, o ad im– plorare la forza di sopportare passivamente, su· pinamente, altri dolori , altre ingiustizie? II giovane scosse il ca.po mestamente in segno di pietoso compatimento, e lo assali il ricordo dì un giovane sacerdote, soldato come lui che u• giorno rimproverandolo pel suo ateismo glie ne raNeva chiesto la ra,gione. Con un gesto ampio, eloquente ,egli aveva mostra to al prete il campo di battaglia seminato di morti e di feriti. - Come credere? Il sacerdote non aveva replicato , ma pochi giorni dopo, quando un colpo di mirtnaglia avev.t mietuto le esis,tenze più balde , più vigorose, gli aveva susurrato esalando l'estremo respiro : - Forse ,hai ragione tu! Quante rimembranze suscitavano in lui quei luoghi. Ecco: a quei medesimo posto eg,Ji ve– niva fanciullo ai cogliere le more selvatiche, più su, dove iL sentiero si divideva in due viottoli , ·uno dei quali conduceva a casa sua, egli era caduto un giorno fratturandosi una gamba , e la madre era iaccorsa al suo grido di dolore , l'ave– va raccolto fra le sue braccia, lo aveva portato in casa., assistendo!!o ass i~uament e fin-0 a com– pleta guarigione. Ora se avesse gridato nessuno avrebbe udito , chè l 'abit.ato era fontano anco.ra ed il paese tutto se mbrava immerso nel sonno. Eppure aveva bisogno d'aiuto ... con indicibile sgomento senti va avvic inarsi una delle sue solite ancora la fo.rl< a di rid ere, perchè , dice, gli fa solletic o. Come tutti quelld che non fur ono m ai malati, si comp iace di essere vezzeggiato come u• bambino. I la Par ia particolarmente beata quand 'è Maria P etrov na che tiene u le r eclini de llo Sta to n, oioè i1 tubo di gomma eon cui inaffia la ferita. Dice che nessuno sa fa.re con maggior ,garbo, e tuttavia la m,ano dell a giovi– netta t.1•ema EU)<lSS-0 inondando il letto. I loro raJ}porLi, sono ben mu tat i: Maria P e– trovna, un tempo tanto indifferent e, così inac. ccss ibiJe a lui e sull t:Lqual e eglJ. non osa va al– zare gl i occhi, ade ss o, quand'egli si add or– menta.. pia.nge al suo ca.pezza.le, lo ciroonda deHe più assi du e cur e, e qu este cure eg1i ri– ceve -com-0 •::,e gh fossero dov:ut.-e.,parlandole come un pa.<L1·e alla sua ftgliu ola. Talvolta. sofrt·e mo1to: la p iaga lo divora e la febbre gili dà i bri v idi. Mi pa...~ano nella te– sta strane idee. Vedo in ·Kousma una <li quel– le u.ni !à che compongo no cmeJle decine e quel – le nti gliaia 'iscritte nei ru o1i dell 'esercito , e ve.. de.ndo le sue soffercrize cerco di farmi un'idea della calamità dell a gue.rr a. Quanto male, che n.ngoscie, che tiristez.ze, in un a came ra, in un }_etto, in un cor,po wnano l E non è - e.ho una gocc ia nell'oceano <li doloN sop1)ortato <I.ale masse che si fanno ,procedere . che si fanno ind.iet ra.ggin.re por lasci arl i final– mente stesi sul crumJpo di battag li a, dorve am – mucc hi ati. inerti, geme.rn ,nn o di S'J)asim o e &i. dibattioranno nel sang ue. (Continua ). oxoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxo)l[Qx lbbona111ento annao alb "Difesa,, Lt,50

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