Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949

270 CRITICA SOCIALÈ facevano parte gli elementi della tendenza Jouhaux. Per ottenere questi acconti, per l'indispensabile rivalorizzazione dei salari e trattamenti e la loro revisione periodica contro il rialzo speculativo dei prezzi, per un miglior rifornimento, per una discussione e per una azione decisive e d'insieme con_ tro l'inflazio1.e il C.C.N. fa appello alla consultazione de– mocratica, all'unione. e all'azione disciplinata di tutte le or– ganizzazioni confederate e di tutti i lavoratori. Così .i,ppare chiaro che per ùa riuscita delle rivendicazioni poste, una consultazione preventiva di tutti i lavoratori - affiliati o non ai sindacati - è indispensabile. Ma leggiamo il seguito della risoluzione che apporta mag– giori précisazioni: « Il C.C.N. decide a questo scopo di in– dirizzare un manifesto a tutti i lavoratori di Francia, di renderli edotti delle proposte e- rivendicazioni suesposte, di consultanli entro il 15 dicembre sui mezzi da porre ;n Jpera per far riuscire queste proposte e risoluzioni conformi alla volontà dei lavoratori e alle necessità della situazione». Nessun equivoco è possibile. Per chi capisce e legge c-or– rentemente il francese, ciò significa che è il C.C.N., con– vocato eccezionalmente che, iii 19 dicembre, deve prendere « tutte le decisioni conformi alla volo.ntà dei lavoratori e alle necessità della situazione>. Ma se questi testi non sembrano sufficientemente espliciti, andiamo più in .là e r.iferiamoci a un uomo di cui nessuno contesterà l'autorità. Lo stesso Benoit Frachon - in rispo– sta alla dichiarazione fatta da Léon Jouhaux - precisa e fissa per Oa storia la sua posizione e quella di coloro che lo seguono : « La decisione presa di tenere una nuova riunio– ne del C.C.N. il 19 dicembre ,per prendere tutte le decisioni utili, dopo consultazione dei lavoratori e decisione '.!elle or– ganizzazioni sindacali regolari, rispetta del tutto gli statuti. Nelile masse operaie. Il C.C.N. invita le federazioni, unioni– e sindacati a organizzare rapidamente delle riunioni delle loro commissioni esecutive, dei loro comitati generali ! ···elle assemblee generali per esaminare le decisioni del C.C.N. e prendere le disposizioni necessarie alla loro applicazione. Esso li invita anche a consuttare, come è norma, i loro -:o– mitati esecutivi e i loro comitati generali, di .farli precedere da assemblee generali dei sindacati perchè i loro rlel.egati siano regolarmente accreditati presso il C.C.N. del 19 di– cembre, solo abilitato a prendere· decisioni di ordine gene– rale». Noi non abbiamo detto mai nulla che fosse contrario a questa dichiarazione. E' una delle ragioni della nostra po– sizione, che si basa esclusivamente sul rispetto della de:no– crazia sindacale alla quale restiamo più che mai risoluta– mente attaccati. Ma ·ci si permetterà, di porre in conclusio– ne· la domanda seguente: - Perchè e in qual modo degli e ordini» stranieri al movimento sindacale sono deliberata– mente venuti a violare decisioni sovrane di un organismo quale il C.C.N. il quale, ai termini stessi dei nostri statuti, determina la legge confederale nell'intervallo dei congre,si? In verità, dal 15 novembre assistiamo allo scatenamento generalizzato di scioperi nei settori - più importanti della nostra economia. Questi scioperi, ne abbiamo la pr-ova, non venivano dalla C.G.O. nè dalle federazioni e neppure dai sin– dacati, ma, andando in fondo alle ricerche, si arrivava do– vunque a stabilire che esse erano l'opera delle cellule comuni– ste di impresa e di fabbrica e talvolta Jenz'altro delle ce.lule politiche. -Era venuto da Mosca· l'ordine di appoggia,e la diplomazia russa nel colpire l'economia francese per ubbi– dire alle ingiunzioni del Cominform riguardo al piano Mar– shall, e, con una docilità inconcepibiile, ben sapendo che di– struggevano l'unità sindacale, i capi comunisti deJ.la politica e del sindacalismo ubbidirono senza altre considerazioni. E _oggi? La conferenza dell'O.N.U., questa volta, si tiene a Pa– rigi. La tensione internazionale, col blocco di Berlino, è al suo culmine. La Russia si ingerisce negli affari delle altre nazioni, con l'intermediario dei partiti comunisti e con sc.opi che si precisano meglio di giorno in giorno. Bisogna .:'istrug– gere gli effetti del piano Marshall, dis!plstare l'America dal venire in aiuto àll'Europa occidentale, dimostrarle la vanità del suo sforzo e nello stesso tempo annientare una prepa– razione di difesa contro l'espansione -russa. E allora, per BibliotecaGino Bianco ottenere questo risultato, una quinta colonna agisce in Fran– cia e in Italia. Un direttore di orchestra occulto alza .a sua bacchetta e tutto l'apparato di delitto e di distruzione si mette in opera. Così si è scatenato uno sciopero illimitato nel settore più importante dell'economia - le miniere - settore per il cjuale nel Paese i salari sono i più alti. Non avendo motivi seri di rivendicazione, si -porta lo sforzo di propaganda sul ritiro di tre decreti del Ministro della uro– duzione industriale, ai quali si dà tutto a un tratto un'im– portanza straordinaria e una nocività diabolica. Con questo cavallo di battaglia, si provoca l'arresto del lavoro in un settore che può da solo paralizzare l'insieme dell'attività in– dustriale del Paese. La C.G.T., che ha ottenuto l'acquiscenza con un referendum truccato, sentendo cedere le masse ope– raie •poco convinte del valore della loro posizione di ri v<en– dicazione, ordina agi: scioperanti di abbandonare il servi– zio di manutenzione e di sicurezza dei pozzi. Mai, nella sto– -ria del movimento operaio, si era arrivati a comandare ai lavoratnri la distruzione dei loro strumenti di lavoro. Pei> soddisfare le prescrizioni del Cominform, i comunisti <lella C.G.T. sono arrivati fino a questo punto. Essi hanno ,1gito come neppure i tedeschi avevano fatto durante l'occupa~1one. E' così che si può dire che il partito della rinascita francese, malgrado le sue pretese, agisce da nemico della patria. Que– sta dimostrazione, nell'eccesso stesso della sua azione, avrà risultati utili nel rischiarare innumerevoli francesi che non potevano supporre fino a qua]· punto il partito comunista è infeudato, piedi e mani legate, al Cominform. Questi fatti, nelle loro tragiche conseguenze, possono alzare il velo ,li c,m– fusione che pesa sullo spirito di numerosi affiliati ai smda– cati e avvertirli· tie! pericolo della loro passività. AucusTit GAr..r..ors Antifascisti vecchi e nuovi Con questa risposta del compagno Grimaldi all'articolo del compagno Caleffi, riprendiamo la -libera discussione sulla questione dei giovani sulla quale auguriamo che - intervengano uo. mini di tutte le generazioni, ai quali apriamo le nostre colonne, sì che ne venga ·una chiari– ficazione che contribuisca ad avvicinare mag– giormente tutti i compagni, i quali per avere avuto nel passato esperienze diverse e spesso discor<lanti, non sono meno uniti oggi tiella fe– de del socialismo e deHa libertà. LA CRITICA SOCIALI> L'articolo « I giovani non sono fascisti», che Piero Ca– lef fi ha scritto sul n. 8 della Critica Sociale, deve aver fatto molto piacere non soltanto a me (che nella classificazione delle generazioni fatta dal compagno Caleffi mi trovo ina– spettatamente ricollocato tra i «giovani», malgrado i 'lri- · mi capelli bianchi che cominciano a far capolino), ma a 1ut– ti coloro che come me fanno parte della « generazione per– duta». Parole bÙone, nobilisaime, che essendo scritte da un antifascista di antica fede come Piero Caleffi acquistano un valore incomparabile. Sul problema dei giovani che, essendo cresciuti nel clima del lbttorio, furono naturaliler fascisti ed indossarono la ca– micia nera, sono stati versati fiumi di inchiostro ma non è ancora stata detta una cosa importante, ed è questa: che se si desidera veramente comprendere le ragioni per cui c'è una frattura tra i vecchi ed i nuovi antifascisti - cioè tra coloro che furono gempre al di qua dell'esperienza fascista, e coloro che la vita spinse al <li là di. quell'esperienza;· tra chi chiuse la porta al fascismo e chi lo ha necessariamente attraversatÒ - e se sì vuole veramente superare dette ra– gioni per acqn:gtare stahilmente quel prezioso materiale u– mano alla democrazia, bisogna che i « vecchi » cerchino <li rendersi conto dell'esperienza che noi abbiamo fatto, e dei sedimenti che inevitabilmente essa ha lasciato nell'animo di ciascheduno di noi. E per far questo bisogna riproporsi il

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