Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948

5(14 CRITICA SOCIALE Cultura e bolscevismo Viviamo in un tempo strano: non ci si meraviglia più di niente; anzi, . più assurdi sono gli avvenimenti e pm ci sembrano « moderni ». Al Voltaire chi perseguitava un uomo sembrava « un ~ostro », per noi è cosa appena appena discutibile, ·dal punto di vista << progressivo ». Al Voltaire sembrava ridicolo che, nel campo della cultura, ci dovesse essere e,une cuisine dominant~: celle dn roi »; noi leggiamo distrattament,e che in Russia un musicista è stato scomunicato perchè faceva della musica non con• formata ai dettami leninisti e che uno scienziato è stato espulso dall'Accademia per scarso _senso leninista nelle sue ricerche biologiche, le quali tuttavia gli avevano dato fama mondiale. Di questo passo, acconciamoci ad appren-· dere domani che, nei paesi « progressivi », le cose sono state semplificate in modo meraviglioso, sì che, per ot– tenere il diploma di primo viÒli1,1ista o d'avvocato o di insegnante o di chimico, sarà sufficientè studiare e com-. mentare l'universale libro « Materialismo ed empiriocri– ticismo » di V. Ilijn, noto col nome di N. Lenin. « Basta il Coràno >), disse Omar pascià, quando sdegnosamente diede, àlle fiamme la ricca Biblioteca di Alessandria. Non occorre pensare, se c'è chi pensa per noi; e .così po– tremmo « progressivamente» sostituiFe l'autonomia con l'automatismo e preparare quelle città di marionette, che Anatole France ironicamente suppone felici, appunto per– chè sono misericordiosamente « senza pensiero ». Già! E' presto detto; quand.o tuttavia si spieghi come potrà ,esserci uno solo che pensi in una società priva di pensiero, priva di « dialogo >) ed incapaee di ogni pro– gresso, appunto perchè non mossa, non agitata dalla cu– riosità, dalla discussiòne, dalla ricerca, dal dubbio, da quell'-ansia di conoscere che ri,on è prerogativa d'un solo uomo, ma è di ogni uomo in quanto uomo. Ghe questa ansia di conoscere, o « filosofia », debba es• sere non meditazione solitaria, ma ·tentativo di risolvere i pFoblemi fondamenta-li della vita· umana, è principio cui s'ispirò l'umanità nei suoi periodi più luminosi; quando si ricordò che la filosofia doveva insegnare al• l'uomo il <( ben-vivere », non solo il « viver"e », scopo suf-· ficiente per gli animali. In questi periodi di primaven ,umana si capì che la filosofia doveva educare uomini con– sapevoli della loro dignità, gelosi della loro Ubertà in• teriore, uomini di carattere e di giudizio, atti a divenire quindi ottimi cit'.adini, pronti ad obbedire ed a criticare, . militi coscienti di partiti' illuminati da idee e non da in– teressi, ispirati alla solidarietà ed aspiranti all'eguaglianza nelfa giustizia. ·Ma a questi periodi ccapollinei » sùccedono quelli di transizione, in cui si avverte- la frattura fra due epòche, in cui insorgono nuovi bisogni e, hell'imprecis.ione delle nuove finalità, s'impongono dapp,ima gli istinti tellurici, perchè ci legano alla trrra e sconvolgono il ritlJlO della vita; allora la filosofia viene concepita come ·arte d'un vivere speciale, non serve più ·a formare l'uomo, ma ii niilite d'una fede .gelosa e ri1rnhiusa in se ste~sa. Così accadde nei ,primi secoli del Cristianesimo, quando si attendeva il regno del Cristo trionfante s~ questa terra e fu 'ripudiato tutto 'il passato come frutto del peccato, la cuhura fu condannata come ·ostacolo dannoso, si in- . neggiò alla ccsanta tenebria >Y, alla semplice ignoranza che Il movimento socialista, il solo ché sia interessato, per motivi ideologici quanto politici, a gara0.tire all'Europa un tenor di v-ita conveniente deve dunque iottare, nell'America latina,· contro il .sabotaggio comunista e contro lo spirito del mercato nero ufficiale di alcuni govetni dittatoriali. E' qu~sto ·un compito gravoso/ che sorpassa foFse- la ca- , pacità dei quadri operai liberi dell'America latina, ma che può anche dar loro uno slancio, una potenza alla lotta ed ,m rafforzamento. ideologico di c,ui il mondo intero, ed in pt;ifl\o Jqogo,l'Europa, sarebbero alla lunga i beneficiari. VrCTOR ALBA BibliotecaGino Bianco ci avv1cmava a Dio meglio di quel che potesse la filosofia, ritenendo più sapiente chi si affidava al Cristo di chi ragionasse attorno al Cristo. Le invettive di Lat'.anzio con– tro i filosofi dell'antichità, inutili e dannosi a chi voglia vivere la parola divina, restano esempio di' quanto possa consigliare il misti~ fanatismo dei neofiti. *** Oggi v1vrnmo in un periodo simile e si ripete un uguale fenomeno, non fra noi, resi tolleranti e di!fidenti per l'antica cultu,a, ma in Russia, ove d'un lato la grande · massa è rimasta per secoli soffocata dal despotismo ed esclusa da ogni libertà d'indagine, e dall'altro lato l'in– tellettualità,. svolt.isi sotto l'influenza mistica della tradi– zione hizantina e dell'indirizzo slavofilo, s'è adattata len– tamente all'opinione che la filosofia debba servire ·ad (< uno >) scopo particolare: ai trionfo della concezione slava, e debba perciò essere « partitaria >). E' qnesto il ritornello cui, più G meno rudemente, si richiama,:io appunto tutti i pensatori che oggi in Russia svolgono i loro sistemi a sostegno solo del partito comunista, come prima erano svolti solo a vantaggìo del misticismo ortodosso. Scorrendo le pagine di questi zelatori - da Dehorin a Mitin, a Lenin - si scorgono le giustificazioni teoriche di quella pratica spaventosamente fanatica che ci è narrata dal Kra– vcenko e... e dalle cronache quotidiane. Si comprende così qual'è la differenza fra l'inumanità del fascismo e quella del bolscevismo: la prima era bruta regola .di guerra, .di pred.qminio seriza · un fine trasc\in– dènte, ,senza una fede; me11tre · 1a seconda è ·espressio.ne d'un C( sacr,o furore >l, ehe rende ciechi e spiétati ·gli ese– cntol'i appunto perchè li giustifica dinanzi alla loro cp– scienza e li convince ,;l,i coll)piere un dovere per la felicità fotnra deJl'uma11ità. Il guaio si è che - co"1e osserva il pubblicista bolsce• vico Ehrmburg - i poveri lavoratori, sentendo per ora sul loro corpo i colpi del ba,tòne, come li sentivano s.oµo gli zar, senza •·avere il sia pnre ~llusorio conforto d'una sper.anza religio 0 a, come aveva,:io ailora, ma udendo par– lane solo' di felicità terrena proprio mentre essa è tra– d.ita e deri~a dal lavoro forzat.o t' ·dall'adulazione forzata; i poveri lavqnaiori, non godendo il promesso benessere solo per la scomparsa della classe privilegiata, soffrc;mo con la disperazio.ne in .cuore ed anelano qggi, come ieri, ad u1.1a vita in mi siano rispettati come uomini. Tutto l'apparato tè.orfoo è volto a sostegno di ques~~ macchina. sociale, che dall'indiri~w slavofilo ha ereditato i,l fanatismo e da quello hegeliap.o il più f~eddo disprezZo · ·per la persona umana. E' un do-gmatismo, ehe della re– ligionè ha Ja fa1.1atica sicurezz.a di possedere la verità,, ccla chiave per ·spiegare tutti i pr.oblemi », .ma non ha Dio peDchè la materia è sufficiente a se stessa e tutto è ~ateFia; nè ha m;,zione delf ccio », perchè" la oo~cienza, frutto della materia, è priva d'autonomia, • un elemento del moto universale, sperduta nella massa sociale c<im., u~a 'goccia d'acqua nelle ·onde del ma~e. Tutto è materia, la quale esiste di per sè e Cl da sem– pre >), non ha avuto causa alcuna, anzi è essa causa. di moto e di vita, perchè mossa dall'opposizione; dalla con– traddizione degli elementi onde è composta. Nell'inqnieta vita universale non vi è mai la reqnie della sintesi, ma l'àntite~i conti.nua che spiega il mutamento, il supera– mento,- il passaggio dal. regno inorganico a quello orga– nico, a quello animale ed infine, a quello superiore della coscienza. L'uomo quindi è un prodotto della evoluzione naturale, che. non è ad onda continua, ma ccdialettica », ove-. l'effetto reagisce sulla causa., producendo così nno stadio superiore, che 1 è diverso per quantità e per qùalità da quello preredente. Così l'uomo reagisce sull'ambiente da cui trae la sua .vita, sempre come forza· naturale. più che finale, perchè i ccsuoi >l fini, i <J suoi >) pensi~d sone un dflesso dell'estei'no·; di 111odo che egli « fa >l. la storia come ;e può » farla, senza alcuna autonomia ed efficienza propria, senza valore, o dignità speciale. . L'indi-viduo agisce eome un UO!DO d,i classe e, siccome oggi' il lavontore ha dalla ccsua >) situazione appreso il ccsuo >) coT11,Jfi.to di classe, deve .igire in coerenza a questa,, sna consapevolezza, sentir&i cccollettivo >), rinunziare al-

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