Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948

CRITICA SOCIALE 187 niflcata, dovran110 essere organizzati. La gara tra i paesi beneficiati dal .Plano Marshall per acquistare sui mercati mondiali le merci scarse condurrebbe al dlsàstro. Que,ti pae~I dovranno organizzare di comune accordo i loro àcqui– sti e ·dovranno ricorrere in larga misura al sistema del con– tratti a lunga scadenza allo scopo di ottenere le merci desi– derate a prezzi equi e non speculativi. A tal fine essi do– vr11nno organizzare sistemi collettivi .di vendita, specialmente sotto forma di accordi commerciali sul tipo del recimte ac– cordo anglo-sovietico, in base al quale certi pradoiti vengano effettivamente barattati l'er altri prodotti al prezzo convenuto , e }la~ando preventivamente la data di consegna. 1\1tto ciò richfede la creazione di organi internazionali del tipo che la guerra ha reso familiare tra gli alleati >. e Questa è un'unione europea Che può essere realizzata » - conclude il Cole, con caratteristico empirismo inglese. « Ed è ançhe, qualunque sia il nome che le si voglia dare, la via migliore per stabilire il socialismo democratico su òJ UD,:t l>ase super-nazionale ». Dopogli operai an~heI contad:nl colpitiin Russia. Riproduciamo una nota sulla polltlca finanziaria russa, pubblicata da Socialis.me et Liberté. Il-4ecreto de] 13 diçembr~.'47, çhe prescriveva il catnbio d.!'_i riiblf in circorazione · e sopprimeva li razionamerito 0 I! il co– ronamento di una serie di misure prese ùal Cremlino dopo la guerra per riassorbire l'inflazione e 'stabilizzare i prezzi al livello scelto nel settembre 1946. Al1ora il governo non aveva esitato, per diminuire lo 9carto considerevole tra i prezzi dei prodotti razionati e quelli del mercato libero (utilizzato dal Cremlino per ricuperare il de– naro· liquido di cui disponevano gli strati sociaili pr-ivile– glati), ad aumentare dal 200 al 300 per cento i primi e a rlduhe sensibilmente i secondi. Per compensare una cosi brutale riduzione del potere di acquisto degli operai, il governb aumentò i salari dal 10 al 35 per cento, secondo una scala che andava da 300 a 900 rubli al mes,. Cosi un operaio che _guadagnava 300 rubli vide n suo salario portato a 400 rublf. Ma i prodotti razio– nati, i fOli che In grande massa degli operai poteva acqui– . stare con i suoi guadagni erano tripldcati o quadruplicati e quindi molti lavoratori industriali si videro neHa impos– sibilità di acquistare la totalità delle derrate, pur ridotte al– Pessenziale, che il tesseramento assegnava loro. In questo modo, e facendo stringere di parecchi buchi la cinghia di ogni operaio, il Cremlino . intendeva <1bbllgare i l'nvoratori dell'industria ad allun·gare la giornata• lavorativa e ad aumentare il rendimento, ciò che· costituisce la preoc– cupazione maggiore degli uomini di Stato sovietici. Lo· stesso obettivo è quello cui mira inc1dentalmente il de– creto di dicembre, ma questa volta sono sacrificati i' conta .. dini, e non tanto a vantaggio degli operai, il cui potere di acquisto non• sarà molto aumentato dal r!.basso del prezzi del ~ercato Ii15ero Che per loro resta inaccessibile, quanto a vantaggio degli strati sociali privtleglat_i (quadri, tecnici, al– cuni lavoratori intellettuali, alti funzionari del partito e dello :Stat'>) che godono di lauti trattamenti. U decreto del 13 dicembre è draconiano. Esso fa restituire ii denaro guadagnalo durante la guerra e gli anni seguenti a quelli che non lo hanno speso: Colpisce I detentori delle obbligazioni emesse per il finanziamento del tre piani quin– quennali f ecl è noto che nessun lavoratore può sfuggire in Russia alla sottoscrizione « volontaria » a questi prestiti), i titolari di depositi in banca, e i' detentori di biglietti. I contudiui dei Kolkoz erano in Russia .quasi i soli lavo– rabri che avevano potuto mettere da parte qualche biglietto durante questi anni di scarsità, e lo Stato, con un colpo di penna. li spoglia della quasi totalità del loro danaro. Molti detentori di biglietti, che avevano esitato a presentarsi agli sportelli ufficiali Per timore di conseguenze amministrative, sono stati addirittura messi nell'impossibilità di cambiare i l11ro rubli, poichè il Cremlino ha bruscamente abbr.eviato il termine accordato per il cambio stessci. Lo Stato sovietico ha cosi realizzato una fruttuosa opera• zlone, che è ben difficile valutare. Nessullo sa, in effetti, a qu&.nlo si elevasse in Russia la circolazione fiduciaria, con– slrlernta come un segreto di Stato. Essa ha permesso di col– mare il deficit di bilancio di finanziare le nuove industrie, di colmare i buchi nelle i'mprese dello Stato mal gestite, · di so:,tl'nere le spese di gt,terra, in modo eh~, al momento del can.bio, i biglietti in circolazione dovevano raggiungere cifre aatroqpmlche. Spogliando i contadini del Kolkhoz, il Cremlino ha otte– nut_p dµe _risult~ti .con un colpo solo: ha risanato, con una ppe.r~on~ mon~taria puramente arbitr~ria, la situazione fi– nanziarla, e ha soppressQ in gran parte il . potere d'ac- iblioteca_GinoBianco --------- qulsto delle campagne, già mutllato dalla scomparsa del mercato parallelo in oul i Kolk!'oz Qranò finora ammessi, insieme allo Stato,. a vendere I prodotti che erano lasciati loro dall'ammasso ufficiale. I portavoce del pnrtito, nelle officine come alla radio e sulla stampa, hanno u::1ato· i soliti superlativi per vantare queste misure di risanamento. A creder a loro, anche le In– numerevoli vittime di 'lueste manipolazioni monetarie lode– rerebbero lo Stato ed Il partito per la saggezza della lor~ politica. Ora nessuno contesterà che l'apparato coercitivo dì cui dispone Il partltQ abbia la possibilità di prendere a1 cHtadlni sovietici i loro beni ed . il loro denaro. Ma questo potere illimitato, che è proprio della natura dittatoriale del regime, non deve Illudere. La passività con la quale le p6- polazionl sovietiche hanno accòlto le mbure attuali tradisce sentimenti che sonii ben lontani dal corrispondere alle .,,_ fermazioni ufficiali. Nuova fase dell'E.R.P. « Comincia proprio ora la fase delicata del Plano Mar– sQall » - osserva un articolo redazionale di « Mondo eco– nqm ic•o :e,, commen.tando le deliberazioni del Congresso Ame– ricano e la Conferenza parigina del 16. L'appllcazfone degli aiuti dell'E.R.P. deve diventare moU– v& di coesione e non di attrito t•ra le 16 nazioni, conge– gnando il meccanismo del piano in modo da evitare la « corsa selvaggia » delle •·lngole nazioni candidale agli aiuti. Si tratta ora di sostituire alle· belle parole ed alle belle pro– messe di cooperazione economica reCiprO""ca tra i 16 paesi, fatti concreti ed effettive dispoaizioni ad agire nel senso giusto. Lo stesso Times si rendeva recentemente interprete di questa esigenza di organizzata e solidale attività scriven– do: « La prima preoccupazione economica per l'Europa deve essere quella di fare il mlgli(!r usu di ogni spazio da respi– rare che viene offerlQ per rest-aurare l'indipendenza econo– nìica, per equilibrar il bilancio europeo nel suo più vasto senso, per portare i tenori di v'ita, la capacità produttiva ed i metodi relativi in Hnea l'uno con l'altro, per sfuggire al pericolo di vivere sul pl'QvvisoriQ 7>. Per realizzare tutto ciò devono essere fatti pass·i in comune con tutt~ i paesi che rientrano nel Piano Manball. Le pqlitiche regionali de– vono integrarsi in un più vasto progetto; devono essere c:on– cepite CO,.!µC" contributi ad un permanente allentamento dei vincoli poati ~Ila libertà di commercio entro l'Europa, con uno sforzo cosciente per trarre i maggiori possibili vantaggi dalle capacità complementari e dalle risorse di tutti i paesi, sia in Europa, sia in Africa, sia altrove, come una espres– sione della volontà di promuovere l'esPansione economica, mentre si sta notevolmente attenuando la instabilità econo– mica che ha rallentato la espansione nel passato >. Il problema più attuale e più arduo concerne la formazio– ne di un organismo europeo di controllo e di coordinamen– to a cui spetti di esaminare le necessità dei singoli paes'J e di' adattarle alla politica produttiva e di investimenti in atto. Le delibere del Congresso americano presuppongono la co– stituzione di tale organo: ma viene anche riconosciuto che questo problema deve essere in concreto risolto dagli euro– pei, giacchè i rappresentanti degli Stati Uniti in quest'or– gano non avrebbero che funzioni di « osservatori :e,. Si tratta di creare veramente un equilibrato, spedito e competente strumento co1lettivo. ~ Non mancano certo attriti, frizioni-;, particolarismi tra le 16 nazioni, ciascuna delle quali cerca di assicurarsi la più gran fetta nella torta del Piano Marshall. Se dall'estate 1947 ad oggi non solo è svanita la speran– za di un'armonica collaborazione tra _paesi del « gruppo o– rientale » e quelli del « gruppo occidental,e », ma esistono, circa l'esecuzione del piano :Marshall, potenziali motivi di dissenso, sono stati fatti d'altra parte dei passi innanzi. Il principio delle unioni doganali sta dimostrando esigenze sempre più concrete di collaborazioni e di intese sul terreno economico, e comincia a presentarsi come un fatto già acqui– sito quello della in1postazione della unione doganale Fran– cia-Italia. E' ormai sul tappeto la grossa questione, econo– mica oltre che politica, della Unione Occidentale. E' stato infine trovato un minimum d'intesa, nç,n solo tra paesi eu– ropei, ma anche da parte degli Stati Uniti per quanto ri– guarda l'essenziale p~ob1ema tedesco è si parla orm~i aper– tamente della inserzione della « trizona > nello schema po– litico ed economico occidentale. Di,.,-t1ore: UGO GUIDO VONDOLFO ______ R_e_d_a_l_to_r_e_re,pons.: ANTONIO GREPPI ____ _ Autorlzz.: Alli,d Publication• B. C. N. ·2ss - 10-3-1945 Tipografia· Plnelll. _ IÌÙàno _ VÌ~ Farnetl 8

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