Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

CRITICA SOCIALE colgono il princ1p10 di distinguere i popoli in eletti e col– pevoli e di condannare con ciò aI:a miséria o alla umilia– zione i lavoratori di altri paesi. Se vogliamo mantenere ferma la speranza che un gior– no il_problema tedesco, e con esso il problema generale del– la vinta Europa, potrà essere riesaminato secondo altri pri~ip\, ~ccorre che fin_ da ora i partiti socialisti <;liEuro– pa md1chm? la vera via deJla salvezza e parlino un lin– guaggio chiaro ed onesto, senza timore di incorrere nella impopolarità momefltanea. Se il mondo poi dovesse nono– stante ciò, cadere nuovamente nel baratro andremo 'almeno mondi da colpa. Se il mondo per contro trovasse la sal– vezza, noi saremo stati i primi alfieri della nuova idea d1 resurrezione. I confini orientali tedesc~i come problema dell'avvenire eu o peo Secondo. ogni apparenza, la linea di confine che· separa l~ Germ~ma dalla Polonia' è ·chi_amata a giocare nei pros– s1m1 anm una parte gravida di destino, analoga a quella che, in un ormai lontano passato, giocò il confine tra Ger– mania e Francia, ossia un'eterna lotta per !'A.sazia-Lorena-. Entram_be le ragion, di lotta, quel.a in Oriente come quella 1~ Occ1de?te, sono la onerosa eredità di un passato irto d, confhttl, che nel caso dell'Alsazia-Lorena rimonta a più di un millennio : dai successori di Carlo Magno che nel, trattato di Verdun divi•sero la· grande Francia in 'tre -parti, delle quali la terza, la «Lotaringia.», divenne continuamen– te ogi~etto di cont:csa da parte delle altre due e non ha cessato mai, da Luigi XIV a Bismark, da Versailles a· Hi– tler ed ai uostri giorni, il continuo passaggio al domi~ib degli Stati di là del Reno. Di fronte ad una simile ipoteca del passato non si può sicuramente profetare che i1 con– fine natura'.e, il Reno, possa in eterno adempiere la sua naturale funzione_ Ma in Oriente la situazione è ancora più complicata. Il vasto altopiano, che dalla Germania del Nor?, quasi senza interruzioni, si espande sin nel– la Polonia e nella Russia, è di per sè inadatto a linee di con~in!! naturali e stabi!i. Trasmigrazioni di popoli, coloniz– zaz10?1 ~ guerre ,provocarono un continuo afflusso di po- · polaz10m, che confusero e sovrapposero le loro stratif:ca– zioni sociali, nazionali e religiose tra la Warthe ed il Weich– sel. Nella sua storia i,l vecclùo regn_o di Polonia non co– nobbe...p1ai dei conf.ni sicuri, nè all'est nè al!'ovest. Le tre sparti~:oni del paese, a lla fine çlel XVIII secolo, tra Russ,ia, Prussia ed Austria non fecero, nella infelice storia della: Polonia, che accentuare questa situazione e da quel tempo s; è accesa anche nella Prussia Orienta:e tedesca una ipo– teca che da più di un secolo gtava· sulla storià europea e che palesemente.oggi non è stata cancellata: anzi, oggi for- se meno che mai. · · Non si può infatti contestare che gli attuali confini te- ' desco-polacchi non hanll-0 definitivamente risolto il pro– blema nè trovato per esso un modo di transa2:one. Quando 1 < Tre Grandi» a Potsdam fissarono la linea Oder-Neisse come nuovo confine della Polonia, ciò fu fatto, come oggi è noto, senza 'alcun entusiasmo t con rammarico, almeno da parte del'.e due potenze· anglosa·ssoni: ma si doveva e si voleva dare· un compenso alla Polonia per la perdita dei suoi terr· tori ad Oriente, al di là di quella « Linea Curzon » progettata già un quarto di secolo fa. Tuttavia si limitò l'intero regolamento, che intanto veniva· espressamente ri– conosciuto come «provvisorio», per il fatto ·che l'u'.tima pa– rola sarebbe stata riservata alla conferi~nza della pace. Va tuttavia osservato, per inciso, che· un equ;voco appa-re aver dominato le discussioni a proposito dell'intero problema, giacchè nella S'.esia vi sono due diversi fiumi che hanno nome Neisse, e Russi e Polacchi pensavanb al Neisse oc– cidentale, g'.i Anglosassoni al N eisse orientale. La linea Oder-Neisse come confine tedesco-polacco non si giustifica nè storicamente, nè etnograficamente, nè eco– nomicamente. TI governo polacco, che intraprese questo ten– tativo,. si vede costretto a rifarsi alla grigia preistoria, quando i;ffettivamente tutto il territorio era abitato da· Sla– vi, e a nvederc decisamente la storia più recente, da circa 700 anni in qua, nel cui corso le provincie in questione ebbero un più spic cato o, addirittura, preminente carattere tedesco, D 'altrçn.de è certo che il confine Oder-Neisse, ibliotecaGinoBianco considerato da·! pu11to di vista Jlplitico e _strategico, è il miglior confine che la Polonia potesse des·derare per sè: l'attuale confine tedesco-polacco è lungo circa un quarto di quèllo de: 1939 ed è costi'tuito, per tutto il suo percorso, da fumi, cosicchè è ridotto al minimo per il futuro il pericolo tli incidenti di frontiera per sconfinaml!nto. Lndub– biamente ciò costituisce un vantagir~o· per il nuovo con– fine, e non lo si può 11egare,,benchè questo argomznto' pu– ramente politico-strategico s·-mbri megl o attagliarsi ai re– quisiti della p0litica di Gabipetto 'dei seco·i passati che al– l'epoca degj Stati nazionali e del diritto di autodecisione dei popoli. In ogni, caso il governo· di Varsavia, dall'epoca della con– ferenza· di Potsdam, ha adottato i nuovi confini per il suo nuovo Stato rapidam~nte e radica·mente, senza badare m;nimamente all'aggettivo «provvisorio». La storia della non ancora compiuta espulsiqn·" in massa della popolazione tedesca· dai territori, neo-po·acchi è nota. come pure oggi s\ sa che sinora non è ancor molto progredita la sostitu– z10ne di queste popolazioni espu ·se con contadini polacchi ; per il mç,mento vast2 zone della Pomerania e della Slesia Inferiore sono ancora uno « spazio senza popolo», nono– stante gli infi,niti sforz_i del governo d; Varsavia per collo- , care c 0· à, come coloni e lavoratori del"a terra, soldati smo– bilita.ti e redu.ci dalla Pqlonià Oq-ntale o dall'estero. Sem– bra ch e in Polo n· a vi si.a quasi· un timore di insediarsi, in questi territori ex-tedeschi, forse perchè si teme di dive– nire colà le prime vittime di, una. futura politica tedesca di vendetta e di rivincita; anzi, secondo le voci riferite nèg!i ultimi mesi, in Polonia vi sarebbe numerosa gente che fondamentalmente avversa 'a!_nuovo governo oppure nemi~ ca della poli,tica espansionistica sin qui seguita, .ha negato il SIJO cçmsenso alla f;ssazione dei confini occid~ntali. . Tutti questi fattori, messi insieme, formano un quadro ·non J;eto ed una· situazione politica nella quale gli elementi di insicurezza e di ma·Icontento devono trionfaTe su tutti i propositi di ottimismo. II. sensazionale discorso di, Stoc- . carda del Segretario di Stato americ 4 no Byrries ha dato chiara esl:'ressione a questo malessere. Certo, sarebbe trop– iòJO semplice voler scorgere nelle dichiarazioni di Byrnes soltanto un temtativo di, gi0care I& carta anti-russa, di fare della Germania un ba 1uardo contro il « pericolo russo » e di voler risospingere quanto più possibile verso oriente l'in– fluenza russo-po'acca. Ma si può riten·ere tranquillamente: r) che Byrnes ha effeftivamente pensato ad un risanamen– to e ad una stabilizzazione dei- rapporti tedesco-polacchi, ciò che del resto è n._ell'interessegenerale; 2) che egli si sforza sin da oggi di <:stirpare ancora in ~erme il formarsi di· un p9tente « comp 1 esso di· Danzica», ancor più ingrossato e potenziato del primo. Ma l'eco del discreto sondaggio di Byrnes a Mosca ed a Varsavia fu aspramente respinta; il confine Oder-Neisse dov~va considerarsi « provv;sorio » solo in quaAlo richiedeva la ratifica del'a Conferenza della pace, ma non gi_ànel -·senso che questo confine si potesse o si dovesse modi,ficare. Molotov ha anzi smentito chiara•· mente tutte •]e voci, che prospettavano un p'ù conciliante atteggiament9 di Mosca in qùestò .problema, e l'adozione di un revisionismo del!e frontiere a beneficio di un'ami-· cizia a lunga scadenza con la Germani-a futura. Apparen– temente il Cremlino preferisce avere il pass~ro in pugt)o che ·i· colombi su.'..tetto, ossia per lui l'incondizionata simpatia della Polonia ha maggior valore de!la dubbia grat'tudine di un futuro governo centrale tedesc;. L'opin:one pubblica tedesca per ·Mosca appare come una quantité négligeable, al contrario della tendenza manifestatasi poco tempo fa, quando Molotov, con la sua proposta di un nuovo cen– tralismo tedesco, si attirò. il_ rifiuto ddl'Europa ,occiden– tale, ma ebbe il consenso di una parte dell'opinione pub– bJ:ca tedesca. In tutta la questione della determinazione dei confini tedesco-polac'chi non si è posta finora -alcuna attenzione alla posizione dei tedeschi. Di• fronte all'elenco dei delitti di Hit'er nell'Europa or;entale e al presente esautoramento, della Ge,rmania ciò non desta meraviglia, ma• ogni uomo -di Stato sa che questo un giorno muterà. Invero, tra gli ex-al:eati una « corsa ad accaparrarsi il favore dei .tede– schi » non si lascia ancora intravvedere, mentre la Ger– mania vede già la poss'bilità di trovarsi un cantuccio sulla carrozza o di essere il « tertiwm gauaMJns »; ma pure, len– tamente, comincia lo sviluppo di uq_a po 1 itica ;nterna. tede– sca intesa a giocare la sua parte sul grande teatro· del mondo. In tutta la Germania si sono avute, negli ult:mi mesi, le elezioni, e se queste elezioni comunali. in consi– derazione dei fatt'.).ri di natura psicologica, politica e So-' cia-'e, possono essere considerate anche ester_ior':'enle e yi– sibilmente çqme un barometro del)e opi,ntom, s1 deve dire

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