Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

,, ---~---------"""c_CR __ !!_ICA_~ptIA!,E ____________ ~_s congresso a Firenze _il 13 aprile prossimo venturo e nei ·Invist~del, Congresso del I.aC.O ..1.-L. giqrni seguenti_ _ , , E' da notai·e' che questo' nu0,.lo Ente il quale, 'tolne ··dice · i,l suo statuto, assume « la direzion-2 centrale• di tutti i Sin– dacati», ,non, mira soltapto a· raccogliere nel suo ·seno tut– ti i lavoratori, inclipe,ÌJ.@entementedalla _\oro fede ·po,itica o religiosa ma bénanco" tutte le ,categ.o,rie dei produttori (op'erai, te~nici, pr0f,essionisti, artisti, ·impiega-ti, ecc.) « _del- 1'.industria, dell'agric0ltura-, del commercio,_ della previden– za, del cr-edito e dei servizi pubblici e pr1vati, senza nes– ,suna eccezione». Ciò costituisce una innovazione, giacchè, come è noto, una. volta le Leghe di mestiere non ammet– te'(ano nel loro seno c0loro che avevano. funz.oni di co– mando o di sorveglianza negli stabi:_imenti, cm,siderandoli eome compart'ecipi' del padr,on<}to, men-tre, d'altra parte, i Le mozion-i formulate da/te concenti sinda,ali socialiste e comuniste iu preparazione deJ Congresso- della' C.G1.L. che si Jerrà nel prossimo aprite, ci sono s~mbrate d.egne di con– .ricferazione, sopratti,tto perchè m,anifestano l'intenzione di esami1,are in fo·rma. conerreta i pr-obiemi che i-nteressano la elass,e lavoratric,e e insieme, e pregiudizialmente., l'intenzÌq~ ne di sottrarre _,◄a CG.I.b. ad_ogn,i sudditanza verso -i par-. titi pot1tid e ad ogni f-orma d-i patrotUJto che questi· inten– dessero di e.N!'r'citar~. In realtà questo pr9-posito (come ap- . paris.,e anche da/l'articoòo ·che' segue, inviatoci, su nos/ra · richiesta, dal compagno Rigo-la) era già .stato formulato• sin d-al tri>1io momR11Join ciii si era. ricostituifa la Confedera– zione Ge-n-erale deJ Lavoro; ma 110n fi, mai osS'e ,rvato , come posso- testimon-iare tutti co-loro eh-e in qi,alsias,i.mo– do hanno s.eguito gli avvenimienti d;elia p,o/itica sir,da6ale:– G1à il fatto stesso che à capo della Confederazione, Gene– rate dpJ Lavoro e delle singole -Camere del Lavoro fos– .rero stati posti tre rappr.esentanti rispett-ivam<entedef Parti– to comimista, del Partito s.ocialùta, del Partito democra– tico-.;ristiww, -era una ifl'/Plicita, ma cliiarissirna, violazione del prrincipio di aparti ticità delle o rga.11izzazioni sindacalì, eh-e a, parolie era stato co n:v.enuto é dlichia,rato. Di questa ingerenza es ercitata dai Partiti n,oi avewmo più voJ~e den,u1nciatu i.I danno r. il pericolr•, e 111/ìim-amente la '!Jen,unciaianche it Manifesto con cui -il P.S.L.I. ha enun– ciat,o ai proleta,riato e al PaeS'e te <f:Ì,riettive ddla, si,a a– zione. In esso abbiamo d,etto ,;he l'imerven-to dei Parti,ti, .s:e in un primo momento parve. necessario a creare, wel'cè un accordo, l'i,mtà s-indaca,/e,a limgo andar.e finirebbe per rom_; pron:,,e.tterJa.Appun,lo- per questa noi siamo liet·i che i• Par titi socialista e =comunista_dichiarino' oggi di voi.e-i tornar~ a quel p_rincipio di indipJendenza defie or,ga,,,izzazion·i · si-nda-. call dai Partiti politfri; e vogliamo sperare che questa 7!0/ta il ,proj,.o-siio_sia fatio con sinc.era intenzione di man- tenerlo.. · LA C. s. La veccliia Confederazione Generale del"Lavoro' si sciol– se nel 1926, dopo che il governo fascista rese. impossibile l'esistenza delle libere associaz:oni professionali, sostituendo ad esse un sindacalismo di Stato, destinato a sostenere la dittatura. Ma dopo che il colpo di mano· compiuto da'.la monarchia il 25 iuglio 1943 ebbe ro'lesciato il fascismo, ~l popolo riconqu:stò la libertà d'iniziativa· in materia d'as– sociazione, nei limiti segnati dalla vecchia Costituzione. I lavoratori italiani n<;>nperdettero tempo e si posero im– mediatamente al:'operà- per _ricostru;re le loro libere asso-· ciazioni cii classe. A misura che il territorio nazionale ve– niva liberato dalla presenza dei nazi-fascisti, si ricompone– vano i _sindacati, le cooperative è le Ca~ere del Lavoro. Fu in quel momento che i tre « partili di massa» (sociali– sta, comunista e democristiano) facenti patte dei Comitati di Liberazione Nazionale strinsero un patto col quale si impegnavano a rea'_izzare in_ Italia l'unità sindacale. Trop– po av~va sofferto il proletariato ital.iano, e con esso tutta la nazione, a causa' delle discordie dei partiti,. perchè si potesse pensare a ricostruire sui vecchi schemi ideolog'ci. Se prima, de;_la comparsa del fascismo le cenl:'rali sindacali in Italia era'no tre, per 'non contare che le maggiori, ora bisognava fame una sola. E poichè le due centrali più im– portanti e,rano state la Confederazione Generale del La– voro, di indirizzo socialista (socialisti e comunisti rima– sero uniti fino all'ultimo sul terreno sindacale) e la Con-. federazion~ Italiana de! Lavoro, democristiana, si provvide a fonderle insieme, dando così vita all'unica Confederazio– ne Generale Italiana del I.,avoro, che terrà il suo prin:io Nessuno· può nascondersi gli ostacoli che s_idovreb– bero v-incere per arrivare a tali risultati, nè gl,i in– convenienti ché questi recano còn sè. :\\'fas.ono dif– ficoltà - ripeto - che si debbono affrontare; e se per la via accennata non apparè possibile pro– cedere sino in fondo, si d0v-rà cercarne altre ·per sollevare la vita pubblica da quel pantano in cui può correre il rischio di -affogare. U. G. M. ibl-ìotecaGino Bianc,o . ceti impiegatizi, i pubblici-· funzionari, gh insegnanti, i pro– 'fessionisti, artistì ecc., anche· se si organizzavano in sinda– ·cati, generalmente ·nori aderivano nè alle Camere del .La– yoro; nè a.:.1aConfederazione Generale, rimanendo autono– mi o creando delle centrali \particolari, come la Federazione de-!l'impiego privato, la quale aveva: _anche le proprie Ca– .mere federali. Non oseremmo aff-e,rmare che questa- con– centrazione sia senza' 'inconvenienti dal. punto di vista tec– "nico, ma certo, dal punto di vista sociale e çiyile, segna un progresso in quanto a\larga; · il concetto di, lavorator, , sopprime dei pregiudizi dannosi. La 'nuova' Confederazione unitaria è retta dallo statuto approvato dal congresso di Napoli del gennaio 1945, e una delle prime c4,se che il nuovo èoogresso dovrà fare sarà di esaminare come e fin dove lo statuto -abbia corrisposto. a-i programmi dell'associazione, emendandolo, ove occorra, - in base all'esperi-enza fatta_ Oggi la situazione non è più que:- . 1a -del 1943. Secondo il patt6 'di Roma, i fte partti con– cc;mlata-ri hanrici ,Mguali d,iribti. Le o,ganizzazioni centrale ·e ·periferiche hanno· tre· segretari, sceltj dai rispettivi paiùi, per il disbrigo degli affari. E' ·vero· che i tre partiti non rappresentano t1:1tte_ le corrent_i sindacali,' ma b:sogna ri– conosce,re che la p-iarc!.:iia, come l'esarchia, <;orrisp0~en;i àtl impe'.lenti necessità del momento; il male sarebbé solt;mto se si persistesse nel rendere stabile uno stato di cose i!Ilposto da necessità transitorie. " 1 Il tripartitism@ oggi,•non _ha più sei:iso e·la C.G.r.L! è• incalzata dalle ciréost,<!nze a, mettersi in regola c'ol suo stes– so statuto, il, quale prescrive l'indipendenza dei sindacati da tutti i partiti poli•tici,•in termini che non lasciano 1-uògo a scappatqie. Di~è infa.tti l_'art.· 8: « La C.G.I.L. e tutte le organizzazioni che vi aderiscono sono indipendenti da qual– siasi ~artito od aggri;i,ìia:nent_o poli~ico e da11<!Stato. A tale scopo, nessuna orgamzzaz10ne smdacale puo, avere la sede comune con un ·partitb politico qualsiasi; nessuna i_n-· trc:imissione di partiti politici deve esser~ tollerata in ·seno ai ,sindatati ». E, come se non bastasse, il concetto dell'au– tonomia sindacale e de.l rispetto di tutte le opinioni è riba– dito da· altri articoli,. sino al punto da minaç:ciare dei prov– vedimenti · « contro chtunque si rendesse responsabile di atti di intolleranza». _ · . _ Ora è chiaro che, per liberarsi dalla triplice tutela poli– tica, la C.G.I.L. non· dovrà far altro che sopprimere il si– stema dei tre segretari e ·procedere a!la nomina dei Consi– gli Direttivi e di tutte le cariche sindacali, stipendiate o gratuite, col sistema delle libere elezion; per parte di tutti gli organizzati.-La Repubbjica sindacale non· può essere di– ver5a dalla Rep1:1bblica na-zionale ,in fatto di democrazia. Sappiamo perfettamente -che oggi i comunisti contr~I:ano , la maggior .parte dei sindacati, ma che im porta? Se i ,par– titi nori comunisti credono che i -lavorato.ri vadano per una strada ,pericolosa, sono -liberi di fare una propaganda che' li richiàmi sulla retia via, ma non di più. L'ufficio vero dei partiti politici a1 giorno d'oggi sarebbe quello di studia 0 re e di illuminare i proletari sul_!_e varie questioni di inte– re5se pubblico e flon già di stordirli con delle promesse e dei programmi che non sono altro che specchietti per le allodole. L'Inghilterra ci può insegnare qualche· cosa a questo riguardo. Però anche l'Italia, nonostante le sue im– mani sventure, promette bene. in vista del congresso confederale, comuni5ti e socialisti. hanno redatfo delle' mozioni, pubblicate rispettiv.imente nel– l' Un-·ità del 5 è nell'r.(vanti! del 9 :febbraio. u_ s., nelle quali non sapremmo dove- trovare un punto s0!_0 di vero e so– stanzia-le dissenso. [)unque, quando scendiamo sul terreno concl'eto dei fatti, troviamo che questa benedetta unità è ta– le eh-e quasi ci spaventa. Per dividerci siamo obbligati a s,i.– lire nei cieli del·l'as-trazione e dell'interpretazione dei sacti _ testi. Marx ci prenderebbe a pedate, vedendo,si cosi male compreso. Non possiamo certamente dare q~i u~ riassunto un po'

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