Critica Sociale - anno XXXIX - n. 4 - 16 febbraio 1947
CRITICA ·soCIALE 57 una contreta e costruttiva .politica dei. popo!i, tutti gli ap– petiti nazionalist ici deile solite cricche interessate (milita– ri&ti, siderurg.ci, protezionisti) delle grandi e piccole nazio– rù esercitar'.>no senza contrappesi la loro pressione sui go– verni, e il progettato consesso wilsoniano per la pàce e per la collaborazione internaziona;e fu quello che poteva riu– scire in tale situazione. Sorta la Soc:età delle Nazioni priva di un potere coat– tivo e di• efficaci sanzioni, per l'ostinata riserva di chi non voleva rinunci,are ad alctina delle proprie aspirazioni, resa impotente, dalla clausola deI:a unanimità nelle deliberaz:orù, clausola èhe conferiva ad ogni· recalcitrante il diritto di veto, essa era orga,nicamente inadatta a costruire il nuovo ordi– namento giuridico internaz,onale, nè avwa mezzi adeguati per scongiurare ,la guerra. Tale fun~sto errore non si d'eve ripetere. Pel fafale svi– luppo del'.e cose, la situazione norr può restare statica: ogni· giorno perduto per la costruzione della pace, discendiamo la china che può condurci ad una nuova guerra. Mentre si decide la sorte del mondo, i popoli debbono dire la loro parola. Essa non può essere quella di un'astratta, ste– rile negazione, ma una formulazione di chiari, principi e di soluzioni positive dei• tremendi imminenti prob!emi di questa risolutiva epoca storica. Si ricostituisca l'Internazionale Socialista, sorga una lega · internaz·onale dymo,cratica, che, col movimento federalista e con tutti gli amici veri della pace, crei un'irresistibile cor– rente di opinione pubblica, capace di arrestare questo sini~ stro tacito s:ittamento verso l'ultimo baratro. Purtroppo di un'azione internazionale socialista, di con– crete iniziative ,:;iamo appena al .preludio. Eppure la triste esperienza del passato dovrebbe conv:ncerci della sterilità di ogni posizione astrattamente negativa. Vano è combat– tere la guerra quale fenomeno ineluttabi-le dell'epoca ca– pitalistica, con pari ostilità contro ogni parte in causa, sen– za discriminare fra il torto e la rag·one, l'aggredito e l'ag– gressore, l'invaso e l'invasore. Questa teoria che si esime da un giudizio etico, che· rifugge dall'esame dei termini delle contr,oversie, ha notevoli punti di contatto con quella nazi- fascista degli « stracci di carta», del .: fatto compiuto>, de « la forza che origina il diritto», e non serve in ultima anilisi che a lasciar merme la vittima in ~alia del carne- fi= . I E' pura utopia, non convalidata ùa alcuna esperienza sto– rica, confidare che la soppressione del capitalis-mo possa di per se stessa far scomparire ogni éonfrasto fra le nazio– ni, eliminando automaticamente ogni causa di guerra; solo un nuovo ordinamento giuridico ed un'Associazione inter– nazionale che abbia entro un determinato ambito poteri 50'" vrani e possa eventualmente disporre di sanzioni, e mezzi coercitivi, potrà dirimere le vertenze internazionali e ga– rantire piecoli e grandi contro ogni aggressione o sopraf– fazione. E' stolto,· anzi-chè lottare per l'eliminazione della guerra quale gigantesco passo verso la costruzione di un mondo socialista, attendere il socialismo perchè la guerra scom– . paia da sè. Una terza guerra rp.ondia;e potrebbe nel frat– tempe distruggere il svcialismo in divenire e la democra– zia. Simile nichilismo fatalistico non è che il corollario della svalutazione delle istituzioni democratiche, le qua!i offrono ai popoli liberi, purchè sappiano valersene, modo di far prevalere la loro volontà; non è che il rifles5".l del disprez– zo che ha l'estremismo di, sinistra per la « democrazia po– litica» ·e i « fumogeni principi», disprezzo che .ha avuto ne!l'ultimo ventennio le conseguenze più nefaste ed è stato la causa principale del successo del fascismo e delle dit– tature. Se quella che. avrebbe potuto essere l'ultima guerra non fu che il prologo di una guerra peggiore, che ha scosso le fondamenta della civiltà, ciò non ~i deve solo a malvo– lere o inettitudine di governi, ma anche. e oserei dire so– prattutto, a inettitudine dei popoli; alla scission~ dell'Inter– nazionale socialista, all'essere i Partiti socialisti venuti meno al loro compito di avanguardia di un grande movimento per la pace, che traducesse in definite formule politiche la profonda aspirazione universale DIOMEDE PISANI I_ sociàlisti -esterie-la nostra scissione La valutaiione dei m:ativi della scissione . Lai ,cissionie ,d/e,J Partito Socialista Italiano ha natur.il– inll/nik destato Ila più viva attenzione dei partiti socialisti degli antri paesi, pav-è"cchideti.q1i,ali•avevano mandatll Lorll r<JJ,pr.esenita,mi al. Congness-o 1di Roma. Questi rappr,e51e,r– tooti, nell.e lo-ro pubblt:he dichi.ar.a.zionii,pronunziarono in generale giMà,izi ci> condainma detla, nostra secesS'ione, quan– twnque,, nei co-nrv.e,rsari priva,ti, p"iiì d'imo fm ieSoi abbiC1J di– mostraDo, odi -,:nten.d.erben.e i motivi per cui n•on era p,ossi– b-ile che n,o.~rm1aniessimo· 1iel vecchio Partito . ren.za to– g/~erci ogni possibilità !dli fa,re opera utiJe per il tl'io·11fo deJ socialismo, ckniocr,a,~ico. Dagli \Clrticon s:critti sm g-iorn.ali rocialisti stranieri in– torno ai risultati d.el Con_qresso,o,ppepr,e chia,ro,che quei uo– strj -compo,gn,i tlJOtt son.o riusciti a ,·endersi cm,to esatta– men,te dei motivi eh .e ha» 1no• i-spirato lct nostra azio"e e dei fin~ che cott eJ\S'ai ci s -i.ai,noprop,osti di rnggiu1were. Abbia– mo sott'occhio, fra gli .altri, 'due di qiu:trti articoli, uno del c,ompagno, svizzerll Iute~ Humbert-Dr.oz, che t-eggioo1,onel giornaf.e dei socialisti dél Canton Ticino, la Libera Stampa, l'altro di Dennis Hle,a,/ey,Segr.etartio•del Gruppo lnten1azi.o- 11aledel Labow- Party, che leggiamo nel quot-òdiianosocia– hstC1J Yolksrecht di Zurt'Ìgo. Il Droz,, che dimos-tra veromen~ ne 1u1a scar.~a coHosc:~,wa de'/le c-ose italiane, scrive cl,e à pro11mover.e lC1J scissione no-i si011nll stati indotti 11011 solo dal fatto d1e aveva,,no, /a•sen.sazio11e che nel Partito ci foss-e con,te.11tata ki n,ecessaria ~ibertà e dal fatto che 11011 emva.mo più disposti a tolfer(frle la troppo sir.ella collaborazio,ne di Nenni coi cor,111mist-i, ffJ,(Jl anclie• Ml fatto che ci siamo la– sciati prendere 11eq/i itttrighi. o1'dlitidalle potenze occidentali, cloe vedlevano- nello, p°er11wne,nza di N emii al Ministero degli Esteri il pericolo cli ima polit~.-a estem rnssofila del Gover– no -italiano e desideravano perciò di s.ostit1iir.gli 1<11 « bar- . ghese »; e, al fiempo stesso, neg,li ù,trighi ronche delle classi reazionarie italiane, che, spaven,tal.~ dall'a111i1mzioda!o da 'blioteca-GinoBianco Nem,i che il 1947 sar.ebb.e stato l'a11no in cui si sarebbero attuate i,,~ Italia radicali modific<Mioni ,iel/a struttiira sccia– le, vide,ro nella scissione delle forze soòaliste il mezzo per impedire che queste riforme -rivolu.zionarie fossero c.0111- piiite_ Il Droz Mmbra mm crocorg;ersidlella contraddizione in cui eq!i ca:de, quan!do, dopo- aver parlatO'degli intrighi de/le po– terM'e o-c.cidl1mtali di cui •wi oi sOll'emmo fatti complici, sia pure., involontani, S'Oggiu1>ge che tra qwelli che cQndaninaro– no più vivmme11•te {la,, scissione, fu il rapp,nes-,mtante del Par– tito L.abuflista inglese, -il quale - egli scrive - « ha dichia-. 11atoche il gov.enr,o,laburista ù,glese avt'ebl>e calorosan~ente ricevi,ea la visita di N emii in ves-te di Mitristf'o IN.gliEsteri». Tra le p,otenz,e occidentali pertanto- una almeno tion avreb– b.e potuto essetr parrt,ecipeai denunciati intrighi: res1erebbc pertanto la sola Am.erica ad es s.er soddisfatta della nostra scislsi~ne e a poM-r essere sospettçita di avtr cercati> di fa– vorirla. E q1~esboè infatti l'opinione che circola ini aerti am– bienti t,o<liticid,ell'fogltilterra, •come testi,nonia l'articolo di Pierll Treves che più oltre pubblichiamo. E anche sui gior– nali italiani d,el P.S:I., qu,esta opinwne è stata accolta leg– germente e si è Mflivati ad afferrnare che l'incitam.ento è ve– mito direttamente a noi a mezzo rFel-C0111itato-Jtalo-Amc– ricain.o· del Lavoro. Noi 11-01> riusciamo veramente a vedere quale vantaggio possano sperare di trnrr.e dalla nostra sC'issio,~ il Gowmo e il capitaFismo degli Stati Uniti. Ma q11al1mq11e sia l'opi– nione e l'i11teress-eloro ai rigiwrdo, t1ot1 c'è nessuno il qua– le ci co11oscae abbia poti,to esaminare Jutt-0 il nostro com– porta111,c11to- c'hc no" ' s.ir, mda bet, c~ito che nessu..- i,iflusso. nè italia11011èstramero, estraneo _alt1ostro movimento e al nostro pensiero, ha deter>minato la deliberazi,011.eche 11oi abbiamo presa durante il Congness1>di Roma. Tutti coloro clue ci hanno s.eg1<itasa,mo q11.alesforzo •wi abbiamo fatto Pl!'t' rtidare a11tonomia ,e carattere s.chiettam.e11te saci.alista
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