Critica Sociale - anno XXXIX - n. 4 - 16 febbraio 1947

CRITICA SOCIAµ: IL GRANDE ASSENTE pe,rder~ altro ~emt,0, prima che sull'o-mszonte> mondiate di.- , vMtinc1 ,qrfJ!lft&e di iempesta le =bi che vanno aid4ensando•si: -- ' ' - ' LA CRITICA SOCIA!,I> NELLA 01,pu:rA P'ER LAPACE I Convegni dei Grandi 'e le sessioni, dell'O,N,U, si susse- J I guano; i risultati raggiunti, lentj e faticosi, non costituisco- - no, soluziooi, ma compromessi, una fregua provvisoria, con No,,.· si<m 11 o, d'accordo su tuit'i i f;im:ti cof nostro collabo- incogni,te suscettibili di rigenerare. wntrasti su tutte le que- ratore, il quaPe ci pa>r.e trof,f;o· indul,qente vers.o l'imperia- stioni, fumo 1e, in ,q,en'<!rale\ wrso tutta· la, pol,tfra estera ing~ese, Come dopo l'altra guerra, due imperialismi si urlano: nella •.quale, .c,or1,eabbiamw già detto più vo./te., ,l'azione dei quellq britannico, conscio della propria caducità, ma anche· Aaiburi.rtinon diffe'Y'isce ;,ensib1:lmente· da qi~e.fta che hann,o della sua funzione ~torica, di condurre doè gradualmente sin qili svo•lto i ,coAservatori. Perciò non ci sentiamo di ogni colonia fino all'autogoverno e fare dell'immenso im- 'ripe>tere,coi~ lo stesso amimo com.cui il nostt10 collaboratore · pero una grande Comm.orwwealth, preludio di una futura fo ho, sc,ritDo,qi.e{/o clve•'1!:qlidice intorno. alla necessità, ,se giuridica organizzazione di nazioni, )ibere (ecco perchè <\R- J1Ì vu,OII comba./ler.e ,efficac,e111.en1te /;a, guerra, di dliscrimi- che un governo laburista difenderà l'impero da ogni mira na<fle fra il tor,to e .Fara,qione, fra l'ag,qriedito e l'aiq,qr,essore, rapace), e quello russò che già assoggetta' a'la sua inf:uen- Non c11edi(l!modri iniàiof,C1,e11e allo spirito ,dmwg,ogjco di chi za metà de!l'Asia e dell'Europa e preme yerso jl caldo ma- ved.e tutto ma.1<:ioquie/lo che vi:vle e si compie· n,ell'.ordina- re MediteFraneo e le ricche regioni dell'Oriente. Imperia- mento caP,italistico, se dicial»!io•che solo le picc>olenazioni, lismo che urta anche l'aspirazione americana di libero com- l,e quali non p,o-ssono 1mtrir,1r1;1esszm<11 a.,pinmzio11Je di p,r.edo- 'mercio in tutto il mondo. mi,:io•, posison,o c.onsid·eransi ag,qredite sen;taJnJessu,n·a -.colpa In tali convegni, con tante laboriose discussioni, non si, lor.o qi.ando son,o vi,ttima cl,e U'a1/t,nii a, ss,aJto; ma, qUfl1111dlo la sono raggiunti ,che accordi di compromesso su a:cune que- loita si svol,oe tra grandi che abbia.no· un• predominio o una stioni di dettaglio, ma il problema centrale, quello della posizione privìl,egfala da difenden o• da conqwistdr<!, la· etti Germania, non si è ancora trovato il coraggio <li affron- /;ers.istenza o form,a,zione non, possa avvenire senza danno di tarlo, · · · ' altri, non c'è nessimo di essi che possa c,ons·id,erarsi esclusi- Forse Molotov non ripeterà l'errore di Hit:er, saprà al- vamè,n~e ag:qred'Ìto e possa arr-o,qarsi di aver dalla parte lentare a tempo la corda troppo tesa; una rottura, anche , s,ro tiitta :fa ragion.e, per l'avvenir,e, si eviterà, ma in qutsto tira e mo;la. tutti Sixmw inveice d'acco,rdo oof nostro col/QJborotore, quand.o Ì' prine,;pi della carta ,Atlà,ntica, il disarmo, l'arbitrato, l'au- aff,erm.Q che fa· soppressio11,e de/ capitalismlJ•, s1ep 11 ,r seg,~e- . todeterminazione e la stessa libertà rischiano di ve,nir sa- rebbe wn, passo notevole verJ10' .fa conq 1 iista di ima, pace fu- crificati; ed ·il futuro ordinamento internazionale si aò!mun- tum, non basterebb,e dal .rofa a m,qqiun,q1ere qu:esto· fine, E' eia più, instabile e precario di quello della defQnta S. d. ,N; ima ae;Siquesta. che abb·i•QJ,n.o s,ostien,uto da. te1nof;•o, in articoli Non un passo quindi è stat@ fatto vetso la' vera, la sta- scritti (1111,che'· f;1'1Ìma.· che la q1,1,(M'l110J avesse fin,e. Pe,r,ciò ci as- bilt, pace. · so.ciamo· co1, twtto il cuore alle considerCMioni fa'lte dal no- Nort è pace la, semplice cessaziont delle ostilità, La pace stro colbaboratore s10l/a nec,e.,s:ità ctie- · siia stmfiato in m,o,dlo va costituio!a; pace è un'equa raz,ionale soluzione dei pro- serio, ,e co1>C>1eto il problema: della, Fed.ero'.iion,efra /;,!i 1>0/i, blemi sca~uriti dalla guerra; pac.e è un riassetto del mon- che,, lvmitamdo la sovraniità dei singoli Stati, a1bbiail potene do che garantisca per tutti possibilità di vita e di sviluppo; di r,eqo,{a,r,e i,n modo pacifioo i rap,p.arti fra loro .e,~,contrasti pace è, soprattutto, hnstaura.zione di un nuovo ordinamen- che pvitesse•M nasc,e,re, • come .o,qg·i,.neWambito dlelle sin,qolr to giurii:!ico, che rego'.,i i rapporti internazionali, eliminando n/1$ior,ti, fa il po,!er:edello· Stato d_ifronte a.i sinqo,li aitta:dini. cause di ~uerra, componendo in fo'rma le~ale )e controve,r, . Di q ioesto ar.,qomientosi p:a.rla,qià' da tempo da m,O'bli,mg_, sie, dando ad ogni Stato efficaci, snlicle garanzie cl,i si– veir.oo una c.onclusio;n,e positiva N m.ovi,;niento no·n sembra" curezza, ampio compenso ad una necessaria limitazione a n.cDra avviato, E' qioesna invee.e che b,iso•qna fare, senza della sua sovran'ità, I 1111en,to nazio1w,te, mai dia un sentimento, che va11,a ,i confini detba Nazio1ve; ,come lo varca a11,chelà, pr.otesta suscita,ta Ila/ Diktat che la pr.epoten,za dei Grandi e la c,onnivenza della maugior. parte degli altri Stati raccolti nell'O.N.U. ci ha impo•sto, di sottoscriver.e e di s,ubir.e, Le cond'izioni di quel trattato offendono infatti, insieme co:l nostro diritto e la nostra dignità d,j Nazione, anche i principi d,ella democra– zw ,e d,eila giusti-zia nei mppo,rti in.tert1nzionali: N Oln può ess,ere democmzia dove la prepo~enza· ,d,el forte s'imp,one, dov.e i rap,p,ort; fra! i singoli (singo/i,, Stati in questo caso) no,n sono ,cego./ati in modo· da riconoscere che ciascuno· di essi ha un .dec,oro che non può es.~er violato, ha ragioni di vita che no,n po-ssono· esS1ereit,franve, ha, interessi che non possono ,essere offesi, ha una capa1cità di lavoro ,e·una pos– sibilità di avve.nire che non diebbono .essere sp,ezzate nè osta– co.la· ne.E no11può esser giustizia doV!ei 1n.eritvnoJ vfng,ono scr.upolascflmenfe calcolati accanto a!fe .colp,e, s,pecia/ment,e quando le colpe si rifer•iscono, ad itn . tempo passato e n9n sono di coJoro che oggi ci co,wdamuzno a sitbire la 'p,ena, i _quali dì quelbe co,/p,e ainzi sono stati le vitt-ime pìù dir-ette e • più doloranti. E soprattutto n,on c·i può esse;e una /;aie ditrevole e tran– q;willa.,non tiirbata, cioè da fantas1ni di pro,ssime guerre, quando ,essa è form11.lata con la pre.occi.pazione pr.eva!ente e qi,asi escfusYVa ,d:i trpva.rl!'iin laborios.~ (artificioso anche) equ.ilibrio fra, i contrastant-i inter.essi di coloi:o •che si arro• gano il diritto d•i regolar.e le sorti. del mondo, o quando si– ced,e ad ispiraz·ioni di rançore e di vendetta, là'dove la sola p11eocci1pa.zf. 'o:ne d~vr-ebb,e essere di /og,/,iere ogni motivo· d, malcontento, o,gn,i impressi,0ne di ingiustizia subìta, p,erchè nessiinO' si senta .stimolato a rorJ,,p,ere qiielfo situazione. in c,ui siano stati faticosamente composti i rq,pporti' 'fra i po– poli, e le prospettive , de,/ loro ami,enir-e., . LA CRITICA -SocIAU Bib1iotecaGino Bianco Questa speranza - suprema aspirazione del nostro seco- lo - balenò, durante il conflitto, in solenni discorsi di Chur– chill e di Stalin; questa spera,nza·parve trovar ,wnferma nel– la Carta A~!antica, ma nessuno dei yari convegni dei « Gran– di » ha segnato neppur )'inizio di una sua coneretizzazione. La questione ·vera è che, preoccupati,, delle loro gravissi– me responsabilità,' i capi delile grandi nazioni, sia pur vo– lendola, ·questa audace ·politica non potranno farla, se no11 sorretti da un'azione -organica, da una volontà fatLva de:- !'opinione pubblica mondia!e. ' 1 popoli fur.ono, clop~ l'altra guerra, i grandi· assenti, A– veN"ano il ·clisguslo e. l'orrore della lunga, immane carne– fi.cina, anelavanq· dal profondo dell'anima alla pa·ce, ma si preoccuparono ·soprattutto delle conquiste ·promesse qua'!e premio al loro sacrificio; una parte di essi si illuse che una generale rivoluzione, ris9lvendo i problemi economico-so– ciali, eliminasse quelli. internazionali;· e non seppero pro– spettare, volere ed imporre un ,program'1)'a concreto. .Abbandonati a se stessi, assi,llati dai loro specifici, ìm– rnani, problemi_ del dopo g1,1erra,i Govei;ni trassero og,nuno l'acqua al suo mulino, trascurando o risolvendo molto ma– lamentè il: problema mag,giore, q0ello di una paoe vera. che eliminasse le cause di una nuova guerra. Uomini com~ Lloyd George, Asouith e sir Grey, che pu– re in pochi, anni avevano fatto di una monarchia una del'.e più democratiche repubbliche e dato all'lnghi.Jterra una ·èfelle più audaci legislazioni sociali e tributarie dell'Europa, tre– ma.ono di fronte allo spettro b.olscevico, favorirono i ge– nerali bianchi· Koltciach e Deni·ckin, cinsero la Russia di un blocco affamatore; fra le nuove nazioni appena liberate dal giogo ;i,ustro-tedesco, e fra i popoli balcanici,. esplosero i più inconciliabili antagonismi,. nazionalisti'ci; la Francia di Poincaré non pensò che a riso1vere con gsiranz,ie materiali il problema della sua sicurezza e con astronomiche, quanto inesigibili ,•ivarazioni q1,1ello dei risarcimenti e, suprema jatfora, il •powolo .americana,, dis_e;l!lstalodalle perwetue, e per· lui incomprensibili controversie europee, tornò al suo tradizionale isolazionismo, volgendo -le spalle a Wodrow Wilson, 1.'apòstolo della pace; su cui, si concentravano le più rosee speranze della dolorante umanità. 1 Così, estraniatesi l'America e la Russia, in mancanza di

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