Critica Sociale - anno XXXIX - n. 4 - 16 febbraio 1947

CRITICASOCIA.LE 71 IM TEMA DI 0 POUTICA ECON.OMICA. I In un articolo. dal titolo « Dare contorni decisi alla polltica economica», apparso sull'Ul<nani,\à » del 30 'ge'nnaiq,, il com– pagµo Roberto Tremelloni, scrive: « Si pongono alla politica ecòrioinitta due esigenze immediate: définiriìe ·1e limitazioni esierne e le possibilità, tracciando un chiaro programma u– nivoco; attuare 'deciSamentè ·t~le programma con sfruIIienti efficienti». Il problfF.D.a economico italiano, aggiunge l'A., « de– tei:minato soprattutto dalla sproporzione tra braccia e ric– chez~ si·. è . incommensurabHm,ente acuito dopo gli esperi– menti •autarchici, bellici e inflazionistici. Bi'soglla <i:uindi rial– zare il dividendo nazionale, fermare il pi-ocesso di slitta.– mento tipico dei fenomeni di lunga e cres01ente eva&ione mo– netaria, evftare che il bil121teio umano del Paese si saldi con una massa· c.rescente di disoccup11tl e con la contrazione del S'alarlo reale oltre certi ··um'iti irriducibili e già superati. E' qui~di necessario proporsi dei fin.i concordi e possibili, evi– tando di illudere sul'la immediatezza dei programmi a piil . ampìo respiro che potr11nno attuarsi solo dopo l'uscita dalla strozzatura in cui sia.mo» . Il problema centrale, aggiunge l'A., è quello di st.roncare il processo deleterio dell'evasione mo– netarla, che è lo strumento tipico per far rimbalzai:e sul lavoratore il totale prezzo dei s8.crifki rhihiesti dalla ri– costruzio'ne, e per ii:idebp,iirne la lotta politi-ca e sindacale in una cosC:.-rizione ad agita2lloni- inevitabili. Ma, determinati ta]j obiettivi, sarebbe delittuoso che .subentrassero incert~zze nel volerli raggiungere e, soprattutto, che non si pensasse a di– sporre di congegni adatti a questo scopo, E' urgente cioè ri– pristinare la c;na.ccbina statale, non',per renderla elefantiaca, 1:na ·irrobustendola, snellendola e dandole efficienza. 1 Cfò ·signi– fica· adattarla ad un clima democ·rat.icQ, sfuggendo al peri-. colo di eccessive •centralizzazioni e di controlli il cui oosto sia superiore al ricavo soc.tale, ma facendola capace di quei coll– trolli che, dopo severo esame, risultino indispens· abj.li ». IL PROGRAMIMA Dlj:I PROGRESSIS'I'.I AMER]CANI. Le Figaro del 26 dlc6lllbre ripubblica un articolo di Henry Wallace dal titolo: «·La· pa~e; la libertà, .il diritto al lavoro sono·· indivis,ibili ». In esso sono espressi gli sdopi e le in– tenzioni del •nuovo Parlito sortQ in America. Su questo hanno scritto anche, J-n du·e articoli dal comune titolo « Potremo a.vere un Terzo Partito?» ap_parsi su New Republic del 23 di– cembre e del 30 dicembre, Harry W, Schader. e El!is. Amali. II· W A.I.LACE scrive: « II corqpito che mi sono affidato è quel– lo di contribuire alla ·costruzione di una America progressi.– sta. Cooperare alla c,ostruzione di q;uesta nu·ova America ha per me la stessa importa11za dei miei primi giorni in seno al Gabinetto di Roosevelt· net 1933. Non -vedo, nei recenti ro– vesci del partito d'e.m.ocratico, una disfatta duratura, ma una sfida che noi dobbiamo raccogliere per ricominciare. Il po– polo 'americàno ha rifiutato, e lo. farà sempre, un Partito de– mocratico che non sia di progressione militante (a questo propo,sito l'ARNALL, nell' ar.ti- clolo citato, richiama Pattenzione sui 14 milioni di' Americani che non banno partecipalo alle elezioni- nel 1946). Gli Americani vogliono una, nuova diret– tiva negli affari politici., Non la troveranno nell'attuale gerar– chia repubblj~ana, :ma non -desseranno di cercarla~. « Noi, aggiunge !'A., si11JI}o i fieri eredi della piil grande' tradizione americana, quella di Roosevelt~ Il nostro cotnpito è quello di. riforgiare questa tradiz_ione in termini attuali ... In che cosa baser6lllo !il noetr11 azione? Noi siamo pa.rtigiani della tradizione americana. N ~n della tradizione ·f;.lsa della diplomazia dei dollaro e dei •prezzi elevati areati dalla rare– fazione dovuta ai monopolii, ma della .vera tradizione ame– lica.na, quella hnjversale ~ non ancora cc:xnpletamente realiz– zata. Essa consiste in CJ'lleste parole: Vita,' libertà e raggiun– gilmento del benes'sere... I dottrinari della destra affennano oggi che il lavoro per tutti non è alla portata di una <1ocietà basata sulla pace e la libertà. I « puri > della slnist.ra af– .ferm~no che la libertà deve essere sacrificata per garianti~e Ù ,avoro e la pace. Gli imperlalisti r.nodern~, poi, vorrebbero vederci intraprendere una terza guerra nel. noone della libertà e del lavoro. « Negando ~utto ~lò io son certo che il lavoro, la P\Ce e la libertà possono essere ottenuti contemporaneamente. Noi po~siatbo r;.ggiunger!l senza fare le spese di una nuova guerra, ma non' possiamo garantire nessuna di queste condiziònl In nessun Paese a meno che• non si riesca a garantirle tutte e tre, in tutti i paesi :o. Riferendosi in particolare alla ,r!tua– Z'ione americana il Wallace conclude: < Lavoro per tutti si_, &nlflca: prendere fin d'ora le misure necessarie per preve– nire una seria depressione econornica negli Stati Uniti. Questa depressione avverrà dnevltabilrnente, a meno che noi non prendiamo le misure necessarie per prevenirla ». ibHoteca_GinoBianco STRANIERI IN ITALIA. II giornale bernese Der Bund del 14 genna;o, in un edito– riale dal titolo e L'Italia calamità dei senza patria ,, scrive che vi s,,no in Italia in,;ume'tevoli stranieri che vi affluisco– no dalle inospitaH e fredde regioni deWEurop11 · settentrionalé ed orlentllle. 'e Ma Ìl popolo ' italiano, che è pure Il piil tol– lerante e a,n.ichevole verso uomini di ogni lingua di ogni na– zionè, di· ogni· razza, è o·rmai preoccupato· da ~esto afflusgo continuo e ·non controllato; Al nòrd gli' italiani vedono i pri– gionieri dl guerra· tedeschi, che nei loro campi sono _provvisti di ogni conforto, girare senza ritegno .su -camion alleati e far affari sul mercato nerb >. « Nell'Alto Adlge sono nascosti migliaia di nazisti e di ri– cercati qitninall di guèrra... Le piil tenebrose figure dimorane però a Rolla, ove fiorisçe la speculazione in divise, e valute ... Vi sono in realtà tanti stranìer.i (un milione) incontrollati in Italia, che vengono in questo paese · e poi vi restano perehè privi di documenti personali, senza domicilio· fisso, e che ·ei specializzano in loschi affari ed alimentano la cronaca della delinquenza». Ora, continua il giornale, l'Italia attrae con 11 suo fascino questi stranieri e potrebbe assimilarli, come ha fatto nel passato per i barbari, Ma l'afflusso oggi c.ontinna ed Il paese, SOVPapopolato ed impoverito, con due milioni di disoccupati, C0'.!1- .lavoratori délla terra che soffrono la fame, , senza colonie, non può nutrire un numero di individui supe– r..tore a quello odierno: Intanto la Francia e l'Inghilteri:a, conclude Der Bund, la– mentano di non avere la mano d'opera sufficiente per rj.co– struire i loro paesi, per incrementare l'econoorla,, per colti– vare i cal:npi. E gli ltllliani si meravigli ano percbè quei dne paesi, che posseggoQo territori immensi, noµ __ chiamano i di– ~eredati dell'Europa, ma li spingono verso il sud, n.ell'ItaUa ospitale, g~ntile, ~a sovrapopolata e denutrita. I. . Ciò che ·si stampa· GIOVANNI MARIOTTI: Filippo Turati _ Ed, La Voce, Firen.ae, 1946. Ci troviamo di frònte ad un'opera di ben 366 pagine, che non è nè una 'biografia' nè uno· studio politico. ·Le notizie •biografiche piil o, meno jnteressanti, i tentativi di, esame del Pe~siero' politido turatiUno, gli squarci di storié del s.ocialismO sono affastellati- senza un pjano preordinato, nelle pagine cU questo lungò ed inorgani'l'lo. libro, da éui non. balza fuori quel Turati ~be vanno ricercando con ansia tutti coloro, . e specialmente i giovani, che non lo hanno conosciuto da vi– cino. · II Mariotti ripercorre · il callloJDino di FiÌrppo · Turati' fin aaua fervida giovineua, ,sforzandosi -anché ·di metterne in luce que1'Ia foNDazione 11pirituale che dovrebbe in gran parte poi spiega.re l'evoluzìone. del suo pensiero politico: Ma, fa– c~ndo tutto un fascio di positivismo, materialismo propria– !Dente detto e materialismo storico, non si può ovviamente enucleare il fHo conduttore dell'azione turatiana. Non preten– diamo che ci si addentri es,ag,eratam1ente nel terreno della filosofia per inquac:lra:re il pensiero di_ Fil.ippo. Turati. Ri– ,;onosciamo infatti che Turati non fu un pensatore politico nel significato filosofico del termine, ma non si può giudi– care della sua lunga opera di apostolato e spiegare i suoi atteggiamenti .genzà. cercare di definirne - ciò che non ha fatto il Mariotti - il pensjero politicò nt!i suoi elementi fon– dafnentali'J e li:ò .relazione· alle ·sue orjgini filosofiche: La figura di Turati, sa::nplit1e a prima vista, è invece dif– ficilmente definibile. Oltrechè la qualità di · pensatore poli– tico, anche quella di uomo di azione gli nega il Mariotti.- E che fu egli allora, posto che fu senza dubbio, in~eme con Giovanni f,iiolitti, uilo dei. due uomini più rappresentativi che abbia avuto l'Italia nel periodo che va da Adua alla Maraia su ROi!Ila? L'apostolo, l'educatore? Una risposta coonpleta non è facile: e questo giustifica la necessità di esBl!llinare ìl pen– siero e la personalità di Tur11ti assai piil a fondo .di quanto non abbia fatto il Mariotti. Quando si parla di Turati, dopo avergli concordemente ri ... conosciuto i pregi che fanno di · lui la piil grande figura del movimento socialista italiano, che pur ebbe Andrea Co– sta e Camillo Pra,npolini, e ci si sofferma sui punti dubbi (atteggi-amenti di apparente incomprensione di fronte alla que– stione tneridionale, scarsa valutazione della questione istitu– zionale sc,a.rso entusiasmo di fronte al suffragio universale, pretesa' incertezza di fronte alla guerraT, ·non si è__ arrivati à definire una figul'll' cosi alta e complessa. Era qtU il caso di approfondiPe, per spiegare e ridurre a unità qnella pl~– Iità di manifestazioni. Invece il Mariotti non f.a che npe– tere un po' supe.rflcialmente quanto Carlo Rosselli ed altri avevano già detto, senza darci una nuova luce.

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