Critica Sociale - anno XXXIX - n. 4 - 16 febbraio 1947
66 CRITICASOCIALE PERSONALISMO EMARXISMO L'a,r,ti.ooloN_quen~, che ci vkn.e inviato daJ ll!Ostroamico ing. Paola G,mtilli, si ispira ai principi esp.oseiida Rudolf Steiner in WII su,o inte,ress1mte1 u0</ume,tradotto anche in ,taliano col .tito/,o. di: « I punti fondamentali, 1della questione sociale». (Ed. F./li Bo 1 cca~. Il conc<etPo f ndàmientale su ouì si fonda in tale camp.oil sistema pf'opu,rrnato, da/10< Steinet' è qwdlo detOa cosiddetta tripartizione, per cuti le tre atti,– mtà che si S'l/lo'l_qono. ,ella vita s.o•C'iale, quella spirituate– cu/lurale, quella giuridico-p.olit-ica,aueJfa econotmica, sono gov.erno:tec:iascur«i da p,roprle le_q_qi e ,obbediscoino• a parti– colan esi,(141,;,e, per cwi /Aebbono_q.ode-re, l'tm(]J di fro-nte al– l'aftra, d-i u,na piena autOt110<mia, per non .essere deviaJ~e ool fine cui debbono tendere, e p,er non mancare alla propria funzion,e. Quantunqwe> Ja dottri>noste'in,eria,w,differisca, v:isibibmenr te daJJadottrina marxista, ha c,ef11am~tecon ,essain c:o'mU– ne qualche pre·supp,osto e qualche fonda,menta/e aspirazione. Ma, anche inid~piendentC!ml.ente da qU:eu\to•; ·noi siamo lieti di ak:co_qliere lo scritto del nostro amico, sia per dar notizia ai nostri lettori dlii una corrente di pe~ief'o che offr.e mo,/ta in~e1;1esse, sia perchè c11edia,m.o che una,dottrina 'lfvtafec.ome · quella ma-rxisla tra_q_qa sempre' vanta_q_qi·o dall'essere messa alla prova d1i tutte le nuove es/;erienize e correnti serie di p,.e,mero. LA CRITICA SOCIALE In un articolo intitolato « L'errore d'el pers.rmolismo », ap– parso nell'Unità del 19 gennaio, Tommaso Giglio fa una sintesi di questo i.ndi~izzo che sembra: àvere largo seguito fra gli intellettuali d'Inghilterra, Francia e Italia. Malgra– do le diverse sfumatur·e, dovute alla diversa provenienza dei suoi componenti, tutti gli adèrenti a questo movimento sono preoccupati di « salvaguardare 1a libertà della perso– na umana» ed assumono « un carattere strettamente anti– marxista ». Eppure, osserva il Giglio,• ta,nto gli ·scritton marxisti quanto quelli personalisti dichiarano di lavorare per lo stesso scopo: ·liberare l'uomo, dare dignità alla per– sona, fare che gli «uomini» si sostituiscano un giorno alla,. « massa·». La differenza fra· questi due indirizzi sta nel fatto che i personalisti vogliono trasformare la .collettività devando i singoli, mentre i marxisti vogliono dare dignità alla perso– na migliorando le condizioni della collettività, ciò che il Giglio chiama « trasformazione della realtà obietti:va ». Abbiamo qui esposto brevemente due concezioni polar . mente opposte, per le quali molto si è combattuto, senza che sia mai. stata possibile una intesa. Infatti aueste due con– cezioni non possono incontrarsi, perchè procedono su due piani diversi, usano le stess~ parole, ma intenclono un'altra cosa. Quando i personalisti parlano di libertà della persona u– mana, intendono in realtà la .libertà dello spirito, la libertà di pensare, di parlare, di scrivere, libeutà che, nel campo r.eligioso, è stata ed è comb attuta dalla Chiesa' e, nel campo politico e filosofico, è s ta.ta ed è .minacciata dai gover,ii as-. soluti e-dittatoriali. ' Quando i marxisti parlano della libertà della 11ersona u– mana, intendono la libertà dal giogo capitalistico. « Voi foste sch;avi, poi servi e ora siete salariati», scrive Mazzini con magnifica s>ntesi. E non c'è dubbio che l'uomo, co– stretto a vendere il proprio lavoro, vende la parte miglio– re di se stesso: Redimere gran par-te dell'umanità dal sala– _riato, dar dignità al lavoro, migliorare le condizioni del la– voratore, è l'alta mèta .che si prefiggono i marxfo,ti. A que– sto pensano quando parlano di libertà. In realtà non vi ·è nessuna .opposizi0ne fra le richi,este dei persona'.isti e quelle dei marxisti. Entrambe sono legittime nelle loro sfere, che sono: la sfei:a, dello· spiriito e quella della vita· eçonomica. Per queste due sfere, per le loro esi– genze, dovrebbero aver comprensione.· gli uomini di Stato · che hanno il compito di creare nuove istituzioni, di dettare delle leggi. Dh fronte aUa legge tutti possono e debbono ·essere ugua– li, senza che per questo g,li uomini rischino di diventare massa, quando la sfera leg<)le dell'uguaglianza, rispetti e non interforisca la sfera spirituale della libertà. L'econo– mia può svilupparsi• soltanto se c'è collaborazione, se cioè deg!i uomini diversi per capacità e preparazione collaborano con giust.izia; In essa si incontrano le sfere della libertà e quelle de,Il'uguaglia,nza; essa deve tener conto delle capacità · individuali che si sviluppano liberamente ,e della ~'ignit~ u- BibliotecaGino Bianco mana in cui tutti sono uguali. Qui dovrebbe regnare la fraternità. Gli « Immortali principi», tanto derisi dal fascismo, ave– vano in sè ·un nocciolo di verità e rispondevano a una se– greta aspirazione dell'anirµa umana. Se fall;rono, fu perchè furono applicati caoticamente, senza tener conto della sfera a cui ciascuno di essi si riferi1(a. E le di,scussioni fra p-erso- nalisti e marxisti ne sono una prova. ·, Le parole Libertà, Uguaglianza, Fraternità andavano ap, plicate a sfer.e diverse: la Libertà, nel campo dello spirito; la Uguaglianza, di fronte alla legge; la Fratellanza, nel campo. economico. (I) Queste parole possono. diventare la magica formula della ricostruzione del mondò, se applicate ciascuna nella sua sfera, ma .portano al fallimento materiale e morale, se ap– plicate fuori di· essa. L'esperienza lo insegna. Se, nel campo e~onomico, invece di portare la fraternit,, vi portiamo la libertà, arriv,iamo al. liberalismo econom·co e al capitalismo, che 1 crea una casta di privilegiati, e una di sfruttati. Contro questa· ingiustizia insorgono i marxisti. Se, nella vita dello spirito, invece di pòrtare la libertà portiamo l'uguaglianza, abbiamo il noto fenomeno degli Stati totali-tari, che controllano l'opinione pubblica, impo– nendo alle scuole, alfa stampa, agli intellettuali in genere, lo , stesso modo di pensare. In questo caso gli uomini diventa– no « massa» per davvero. Contro questa tendenza insorgo– no i, personalisti. Questa polarità si ripercuote anche nella lotta fra Orien– te e Occidente. Nei paesi occidentali gli inter.essi dell'eco- . nomia capitalistica determinano la politica dello Stato e influiscono -anche sulla vita cu\turale, finanzia,ndo scuole e giornali. In Russia lo Stafo dirige e controlla la vita eco– norµica e cultùrale del. paese. E' inevitabile questa p'Olarità? E' inevitabile che Stato e Cultura siano al servizio dell'Economia, oppure che Eco– nomia e Cultura siano al servizio dello ·Stato? Tommasp ,Giglio sembra ne sia convinto e parla nel suo ·articolo di-• « una falsa indipendenza della cultura dal'la pol:itica » .e pensa ohe là cultura sia oggi più di i.eri legata alle cose politiche. Qufndo .non fosse legata alJa politica 6i:narxista), la cultura sarebbe irrimediabilmente asservita al 'capitalismo. Secondo il- Giglio non vi sarebbe altra possibilità .. Personalmente èredo che nessun uomo consapevok, intellettuale ;o no, possa essere m<lùffet<ente alla vita politi– ca, ma. che possa assai bene essere indipendent.e . . Tutti i grandi rivoluzionari erano intellettuali• indipendenti di fron– te alle correnti politiche ed economiche della loro epoca, e anche Marx non faceva eccezione a questa regola. Chi par– la di intellettuali asserviti al capita:lismo o alla politica al– lude solo 'a quelle mediocrità morali che per un tozzo di ·,.pane incensano un re, un dittatore, o un mecenate qualsia– si. Negare la libertà agli intellettuah significa voler ir1au-. gurare un'epoca di conservatorismo, perchè i rivoluzionari si trovano soltanto fra gli intellettuali liberi. · La vita dello spirito, e gli intellettuali ·che dovrebbero rappresentarla, devono poter essere ·liberi; e tutti quelli che tentàno 'di asservirli li condannano all'impotenza, e al– l'improduttività, per lo meno nel campo morale, e perdono la possibilità di riceverne l'ispirazione. Ispirazione di cui hanno bisogno tanto gli uomini di Stato che devono creare nuove istituzioni, quanto i capita,ni dell'industria e del com– mercio che devono guidare l'economia. Il Giglio ha ragione quando dice che « milioni d'uomini si son visti negare la possibilità di partecipa;e alla vifa ci– vile e di coltivare la propria intelligenza secondo le pro– prie capacità» ,e solo un inc0sciente o un criminale può de– siderare di. conservare una struttura s ociale che h a por– tato, a questo risultato. Ma come si può concilia.re l'aspira– zio!)e di « coltivare la propria intelligenza seconcl0 le pro– pri-e ca,pacità, » con la negazione' dell'indipendenza della, cul– tura dalla politica, specialmeNtè ~e la politica è in manp di un solo partito, che, stroncamlo ogni opposizfone, dirige e controlla -l'opinione pubblica con la stampa, la radio, ·1e scuole? Che fa scomparire dalle. biblioteche i libri che non gli piacciono. e condannare gli intellettuali che non gli sono devoti? · Ss1rebbe veramente tragico se l'umanità., per stuggire àl– i'oppressione di un impérialismo· economico, cadesse- sott• l'oppressione politica di. uno Stato totalitario. (1) v. R. STBDlllll, J panti usenrlall 11ell,i que,tlone sociale. F.r. Bocca ed. '
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