Critica Sociale - anno XXXIX - n. 4 - 16 febbraio 1947
CRITICASOCIALE 63 II. Ho tralasciato un'infinità di disposizioni del macchinoso . 'statuto, per non tediare il lettore. A mio avviso uno statuto regionale deve contenere solo nòrme fondamentali. Quello della Sicilia, per esempio, J10n ha che 43 articoli. -Lo Statuto farà parte della Costituzione dello Stato ita– liano, cioè di qualche cosa di immutabile, o di mutabile solo p>n determinate cautele. Comprendervi disposizioni troppo .P,\rtico'.ari o di attuazione - secondo fa il progetto Inno- centi - porta ad una anchilosi della vita regionale, senza considerare che molte leggi saranno modificate o addirit– tura fatte ex novo dal potere legislativo del nuovo Stato italiano. Identica osservazione per l;i competenza. Poichè è pi~ facile determinare i compiti dello Stato che non que)h. del!a regione, deve invertirsi la compewnza presunta, ri– servando tioè allo Stato determinate materie e presumen– .do le altre come rientranti nella competenza nazionale. I compiti nazionali dello Stato sono in un certo senso immu– tabili, specie se confrontati a quelli minori e di ogni giorno, . che sorgono nell'ambito regionale e vi trovano più facile so1uzione. A•llorchè si attribuiscano allo Stato la Costituzione ge– nerale, i rapporti verso le v~rie confessioni, i diritti fonda– menta.li del cittadino, la difesa nazionale, i rapporti con J'e– stero, l a legislazione penale, carceraria e civile, i bilanci, il debito pubbli~o, i m=opoli/e i dazi di confine, le co– municazioni aeree e terrestri e relativi lavori pubblici, il sistema monetario e valutario, l'istruzione superiore, la tutela della proprietà intellettuale, letteraria e commer– ciale, non si corre il pericolo che un eccessivo decentra– mento degeneri in federalismo. III. Il progetto estende il territorio della nuova regione alle due p rovincie di Bolzano e Trento, comprendendovi tutto il Su à-T.vr.ol , che fece parte dell'Austria-Ungheria fino al 1918. E' nota la resistenza di alcuni autonomisti t-irolesi, fon– data sul fatto che gli accordi De Gasperi-Gruber si occu– parono se-lo del territorio abitato in maggioranza da cittadini di lingua tedesca.. L'argomento è debo!e, perchè il ministr.o austriaco nOJ1aveva, giustamente, da preoccu– parsi che della sorte dei cittadi_ni di lingua e cultura te– desche. La popolazione del Trentino n6'n lo interessava. A sostegno della tesi che la regione comprenda anche il Trentino, militano ragioni storiche, geografiche ed ecOJ10- miche. Per secoli Alto-Adige e Trentino furono un tutto , Ol,IlOgeneo,ad onta delle differenze di lingua. I trentini so– no economicamente legati ali' Alto Adige e sotto il profilo culturale i loro rapporti sono maggi.ori COJlla regione al– pina che col Veneto. La storia del Trentino, che mai fece parte della Serenissima, eccetto qualche comune della valle Lagarina, anche quando quella estese i suoi· domini di terra ferma fino all'Adda, st a a favore d ella costituzione della • regione tridentina. Gli alto-atesi.ni; pre.occupati di conservare ,il loro carattere t edesco e di scindere la. loro sorte da quella di una regione più povera, devono supe– rare ·e questo loro egoismo e quella loro pretesa, che ha un carattere meschinamente nazionale. Gli alto-atesinì di lingua tedesca, paghi di u na larga autonomia, nOJl possono pensare a costruire ca.sa. nuova col cemeqto dell'.egoismo e col l?am-occhi di una g retta visuale, se veramente han– no a cuore gli interessi economici e culturali deUa loro re– gione. Per molti «tirolesi:.> la loro piccola patria costituisce una specie. di .oasi di benessere e di serenità. E' il paese di piccoli proprietari, che igJ1ora il « capitalista l> e non riesce a vedere nella folla dei contadini, deg!i artigiani e dei commercianti il «proletariato». E' una mera illusione, . 'llnche se non scevra di romantica poesia. L'Alto-Adige, pur senza le ·industrie volute dal fascismo e le grandi centrali elettriche, non avrebbe potuto evitare– - a meno di nOJl condannarsi a un vivacchiar stentato - di aprirsi alle industrie. E' quel!o che è accaduto alle altre regioni alpine dell'Austria (Tirolo, Carinzia, Stiria, Sali– sburgo), alla Svizzera, a quel cantone dei· Grigioni che, per tanti e tanti aspetti, è _assai simile all'Alto-Adige. N elio spirito deglt stessi accordi De Gasperi-Gruber è chiara questa reciproca rinuncia: dell'Italia ad un criterio iltazionalizzatore, dell'Austria ad un ritorno della provin– cia nella repubblica federale che ha in Vienna la capitale. Ora la rinuncia dell'Austria ad ogni pretesa anche senti– mentale deve convincere gli alto~atesioi, una volta che la / ibliotecaGino Bianco promessa. autonomia sia attuata con larghezza e con spirito veramente democratico, che non è nel low interesse e in quello dell'avveJtire della regione congegnare tutto in fun– zione della creazione di un Alto-Adige avulso dal'.a vita nazionale italiana, quasi zeppa, fra Austria e Italia. Tale concezione porterebbe l'Alto-Adige a. una lenta morte eco– nomica, mentre non salverebbe il carattere storico, cuitura– ie e linguistico del paese tedesco. 'L'Alto-Adige, anzichè barricarsi dietro egois_mi e roman– ticherÌie fuori della realtà di un'Europa che risorge e che nel giro di pochi· anni di pace ritroverà l'antico splendore, specie se animata da vera solidarietà continentale, deve aprirsi v!erso il Brennero e verso la Valle padana, dove, con l'acqua dei suoi fiumi, defluiscon_o i suoi maggiori interessi. La preoccupazione di essere minoranza di fronte ·a.i cittailini italiani delle due provincie _riuhite J1on ha ra– gione d'•essere. Lo stesso progetto InnoceRti si preoccupa di stabilire, attrave~so la formazione del cosiddetto « Co– mitato delle minoranze~, un· giusto equilibrio fra i gruppi etnici. IV. Se un ,appunto si deve fare, sotto questo profilo, al pro– getto di statuto, è quello di tendere a. distinguere in ogni occa.siOJ1ei gruppi stessi. Nella regione tridentina, e nella. stessa provincia di Bol– zano, i gruppi etnici sono tre: ladino (raggruppato nelle valli che hanno per fu!cro il &Ila), italiano e tedesco. · A tuttr devono accordarsi identici diritti, elimina.ndo così persin0 la. parola minoranza, di per sè poco simpatica e nella quale è insito un che di limitato e di incapace. Gve si segua tal-e criterio - e torna calzante l'esempio dei Gri– gioni con i tre gruppi etnici (tedesco, italiano e romancio) e i sei circondarr italiani sui 39 di tutto il cantone! , una serie di dis posizioni del progetto cade. Le tre lingue .diventano 9 Jingue ufficia.li della regione (il ladino per le val– Jr che i ladini a bitano); n ei rapporti fra cittadini ed auto– rità la lingua usata, sia nella corrispondenza sia oralmente, sarà quella' presunta dell'interes,,ato, senza che gli tocchi dar -la prova di quale egli abitualmente adopera; la topo– nomastica sarà italiana e tedesca, senza bisogno di dispo– sizioni legislative, ne( comuni di lingua tedesoa. Invece di tendere ad amalgamare i gruppi etnici o, quanto meno, a trasformare 1:e favelle_ in semplici di~letti agli effetti di una fraterna çonvivenza, il progetto - npeto - si prefigge di metterli quasi in risalto, creando quello che si çhiama, con parola: .che esprime molto bene il con– cetto it catasto nazionale e suddividendo etnicamente i col– legi ~lettorali. Si è, pare, preso a modello il Mawh-rischer Ausgleich (Compromesso moravo) del 1905, dimenticando che l'Impero austro-ungari·co era un mosaico di popoli, che doveva trovare J1el Parlamento il suo preciso riflesso. Molta strada e molte esperienze si sono fatte da allora. Il collegio uninominale ha perduto molte simpatie: Il si– stema proporziona!e ,e le liste di partito tendono a togliere carattere personale alle elezioni. In, Alto-Adige, a vincere le resistenze di un superato criterio nazionale, devono can– cellarsi le differenze di lingua, <lando peso agli interessi rea:li degli erettori .e raggruppando questi e i· candidati secondo criteri di partito, non di razza. Non calcolo poi gli inconvenienti cui darebbe luogo, al momento delle elezioni, lo spostare gli elettori da. comune a comune, per portarli alle urne in base al criterio etnico. Spetterà all'assemblea regionale votare la legge elettorale da: adottare. Le prime elezioni politiche potranno svolgersi .secOJ1do la legge ché la Costituenl'e stabilirà. Gli organi regionali fisseranno ouali norme convengano per stabilire l'appartenenza del singo!o ad uno dei gruppi etnici Noi socialisti dobbiamo augurarci che nessun cata– sto n~zionale sia necessario nella regione alpina, chè ci sem– bra avvilente per la persona umana abbassarla al livello dr un bene materiale. V. Sano il criterio della istituzione del Comitato del/e mi– noranz.e, zoppicante il metodo di applicaziOJ1e, se, come abbiamo visto, è il voto del Presidente dell'assemblea (e presidente anche del Comitato) che, in sec~da lettu_ra. de– cide della approvazione di una legge_ S,e s, considera che il Presidente sarà, nel_primo biennio di legislat_ura_dell'as– semblea:, uno dei membri del gruppo ma?g,ontano e n 7 1 se.condp uno del gruppo minoritario, ogm dec1s1one sara, in definitiva funzione della casuale appartenenza del Pre– sidente ad ~ gruppo piuttosto che ad un altro! Lo Statuto
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