Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

184 ORìTIOA SOOlAL-m i menestrelli della canzoncina « Giovinezza! Gio– vinezza ! >> ve ne sono di così ridicoli come delle matrone sessantenni col rossetto sulle labbra, ,le chiome ossigenate e le gonne al liveUo delle ginocchia. Un'illusione di giovinezza che va com– patita, ma castigala. Come sogliono i cani randagi alzare la gamba all'angolo di ogni Mausoleo, così sogHono _tali menestrelli, sempre strimpellando la stessa cavatina, girare continuamente, .chieden– do ricetto a tutti gli ospizii politici, con la sfortuna di arrivare sempre all'ora ultima, quella che pre– cede il precipizio. E ad ogni lappa, cantando e suonando con la compunzione di catecumeni che stanno per ricevere gli ordini .o di ·efebi pronti a sacrificarsi nell'iniziazione; piangono e pregano raGcomandando la loro verginità miracolosamen– te rinata! ... Che povera commedia! ... Tempo fa, nella stampa francese, furono pub– blicati i risultati di una galante in'chiesta ... sulla e{à di amare. E se ne cavò fuori che, per i nostri contemporanei, l'età perfetta per amare si è spo– stata come l'ora del pranzo. Gli amori dei fanciul– li ventenni, per cui delirò il romanticismo (rispet– ~ando, çome si con\'iene, Bomeò e Giulietta), si I rova che· non sanno di nulla. La vera età di amare ;hannò sentenziato, sta fra i trentacinque e. i quarantacinque anni per l'uomo, e per la don-_ na - se pure ve ne sarà mai una che, ~e11Za essere nonna, tanti ne confessi - fra i trenta e i quaranta anni, non escludendo UQ. largo credito anche oltre, fino (ahimè!) a mezzo secolo. Ecco tornare in onore Ninon de Lenclos, r~gina scet– trata di una giovinezza ché si ricreò fino a ottanla anni pet ogni nuovo amore. Il miracolo della illu– stre cortigiana vuole ripeLere ogni dozzinale fal– lofora, la quale, se non possa, illudersi di ringio– vanire per ogni ·avventura, si lusinga che ciò si compia ad ogni toilette m~ova. M-a il miracolo non è che un giùoco di ill11- s,ionismo. N. Massimo Fovel non diventa più gio– vane perchè insolentisce ·oggi come democratico . quelli che insolentiva quattro o cinque ·anni fa com.e comunista; nè quei repubblicani che ris.co- . dellano le polemiche de}Ja pregiudiziale del 901-3 sono effettivamente piò. savii che non fossero ven– tidue anni' addietro. « Ringiovanirsi », si, sempre, se è .un rinnovarsi; « ringtovanirsi >,, no, se , è un rimbambire. « Ringiovanirsi », si 1 se è essere .sempre pronti a gittare da sè ogni teoria di egois– mo, di retorica, di vanità, di demagogia, di ar– rivismo, .se è un candido riconfondersi con la realtà, un bere avido ane divine sorgenti di Ippo– crene. « Ringioyanirsi », no, se non è che un ac– conciarsi laborioso della fallofora per l'assidua quotidiana fatica di glubere cives, di adescare passanti nei noti trivii serotini. RA.BANO MAURO. Ai prossimi numeri~ La socializzazione della terra e i piccoli co_ltivatori, di BIAGIO Rrnuzzr. Abbonatevi e sottoscrivete alla ·Giustizia Biblioteca Gino Bianco La ·convenzione di Washington. e la giornata di otto ore In vista del Congresso Internazionale Operaio Socialista (Marsiglia 22-27 agosto 1925) I. I precedenti della Conferenza di Washington. . I tentativi diretti a provoc'il•re un'intesa internazio– nale per una legislazione del Lavoro sono di antica data, per quanto sfortunali, e il proletariato molte laboriose tappe ha dovuto percorrere prima dì vedere i _suoipostulati, se non accolti, per lo meno seriamente discussi. , · Nel 1880 il .,.,Parlamento svizzero votò una mozione, con cui chiedevasi al Consiglio federale « gi iniziare nego~iati coi principali Stati industriali per preparare l'elaborazione di una legislazione internazionale sulle fabbriche». 1 negoziali furono intavolati, ma, ad ec– cezione dell'Austria e dell'Italia, i varii Stati ricusa– rono Lutti l'invito. Poi, nel gennaio 1884 ·alcuni deputati francesi proposero una mozione, che invitava il Go– verno « a preparare la adozione di una legislazioùe internazionale che permettesse a ciascuno Stato di pro– teggere l'operaio, la sua donna e il suo fig,iuolo con– tro gli eccessi del lavoro ». In Germania seguirono tentativi analoghi, che sb.oc – . carono, nel 1886, i.n urna vivace campagna delle or– ganizzazioni e dei deputati socialisti per la convoca– zione di una Conferenza internazionale. Nel giugno 1888, i deputati svizzeri Decurtins e Fa– von presentarono al Consiglio nazionale un'interpel– lanza, invitante « U Consiglio federale a fare pratiche presso i Go,,erni d'Europa per creare una legislazion~~ inteniazionale pvotettrice degli operai sulle seguenli materie: lo. protezione del lavoro dei fanciulli; 2o. limitazione del lavoro delle donne; 3°. riposo domenicale; 4°. giornata Iiormale di lavoro )>. Il Col'lsigl~o federale prese io considerazione la pro– posta e incaricò il Deputato Decurtins di redigere uha memoria sulla ~uestione. Sulle basi di qu'esta me– moria, depositata nel 1889 ( 1), il Governo Federale. tentò di organizzare una Conferenza;· poi vi rinunziò, a,~endo ·l.a Germania manifestato il desiderio di con– vocarla essa a Berlino, ove ebbe effettivamente luogo collll, pi,trlec:ipazione dei rappresentanti di molti Stati. Naturalmente essa t1on fu fe~onda di pralici risultati; fu tuttavia gh~stamente · considerata come· uno degli avvenimenti più in;:iportanti dell'epoca, « per avere mes– so all'ordine del giorno dei Governi la questione sociale e, con ciò, il riconoscimento pubblico dei diritti degli operai». (De J:v{un, Disco11rs, T. IV, p. 150). Alla Conferenza di Berlino seguì il Congresso delle org;rnizzaz~oni operaie di Vienna; che, a sua volta, preluse al Congresso 'internazionale di Zqrigo, del 20 agosto 1897, al quale parteciparono ben 263 con– gressisti. In quel Congresso per- la prima volta fu lanciata l'idea di un « Ufficio internazionale per la protezione degli operai». Tale Ufficio sorse, pochi anni dopo, dal Congresso internazionale di legislazione del lavoro convocatosi a :Parigi dal 25 al 29 luglio 1900, prendendo il n()rne di · Associazione internazionale per la 'prote– zione legale dei lavoratori. Questa fondazione contribu1 potentemente a generalizzare la convinzione della ne– cessità di intese internazionali per la protezione del lavoro, provocando nel 1904 il primo trattato di reci– ____ l.._ (1). La question de la proteclion ouvrière inlernationale. Memoire présenté au Departement fédéral de !'industrie par le Doct. Decurtins. - Berne. ·

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