Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

182 ORlTìCA SOClAt~ Bretagna, Léon Blum per la Francia, Rudolf Hil~ ferding per la Germania e Morris Hilliquit per gli Stati Uniti. Per ciò che concerne invece i[· secondo tema all'ordine del giorno: Le condizio– ni della vita operaia e la disoccupazione, sulle quali riferirà al Congresso il belga· De Brouckère, r>ranoirioaricali di formulare brevi conclusioni, per conto dei delegati italiani, i compagni onor_e– oole Baldesi e on. Canepa . . Diamo oggi l'ordine del giorno formulato da qaest'u_ltimo. ·. La Delegazione Italiana constala che le condizioni dei lavoratori Italiani vanno peggiorando ,per effetto della progressiva svalulazione della lira che, dal 1919 ad oggi (agoslo 1925), è dis~esn, nrl ,rappòrto del dol– laro, da 13 H 27 e, .nel rapporto della sterlina, da 50 a 132. · Questo fallo produce il rincaro della vita (che è s'alito da 100, cifra convenzionale· d'avanti guerra, a oltre 600) menlre i salarì non ascendono. in propor– zione, anzi stagnano e qualche volta diminuiscono an– che in via assoluta, sicchè i salarì reali sono 01:a sen– sibilmente inferiori al livello d't1ntegnerra, come le stesse· slatistiche ufficiali dimostrano, ed ,impongono alle :famiglie operaie penose restrizioni del tenore di vita. Se la svalutazione della moneta, funzionando come dumping, favorisce le espm·lazioni, questo fatto va a beùeficio d'una oligarchia di 1Mdustriali, ma le sue conseguenze si ripercuotono sinistramente sulla 1nassa. · Per còntro, la Delegazione italiana non ignora che, nei Paesi a moneta valutala, il blocco del çarnbig si rinserra attorno ad ess1, formando ostacolo alla ésportazione, onde ,si genera disocéupaziGne su vasta scala. Lo stesso fenomeno, rovesciato, produce effelti di– versi ma ugualmente perniciosi a danno della class_e lavoralrice, vittima seJl].pre della mancanza di unità economica fra le N·azioni. , Questo slat•o di cose è 1 aggravato• dal protezionismo, concausa del rincaro della vita, dalle limitazioni_ che alcuni Stati oppongono all'immigrazione, e dal dife( , to di materie prime, monopolio di nazioni privile- giate.· · La classe lavoratrice italiana non può opporre, ora, valide resistenze alla diminuzione dei si:ilad perchè non gode della libertà sindacale, condizione essenziale· per lo svolgimento della lotta, nè controlla.re , per la stessa causa, l'applicazione delle leggi sociali, delle assicurazioni', della previdenza e delle stesse .Conven– zioni e Risoluzioni ~dottate dalla Conferenza irlterna– zfonale del Lavoro, se pur ratificate dal Parlamento; e&dal Governo Italiano, nè sviluppare la Cooperazione, privata di ogn~ autonomia, e .molti, istituti della quale, dianzi fiorenti, sono stati abbattuti. Pertanto la Delegazione Itali~na, men.tre riserva ai socialisti italiani il còmpito di lottare per la riven– dicazione della libertà s1ndacale e delle altre libertà e contro· le cause specifiche 0 di depressione delle con– -dizioni dei lavoratori in quanto dipendono dalla poli– tica interna e finanziaria del Governo, invoca l'open\ attiva dell'Internazionale socialista per sostenere la unione economica delle nazioni e seg~atamente: , a) contro il protezionismo doganale di tutti gli Stati, (impegnando per l•oro conto i socialisti Italiani ad agire in questo senso in Italia); b) contro le.limitazioni che alcùni Stati oppongono alla immigrazione, la quale deve essere regolata col concorso della Internazionaie Sindacale; e) per l'equa distribuzione delle materie prime fra lutti gli Stati in ragione della loro attitudine al la– voro; cl) e per la lotta contro la disoccupazione, nel modo reclamato dall'Internazionale Sindacale. ; G. CANE;E'A. BibliotecaGino Bianco L'e-tà di ·amare · Quando in politica non si ha più niente da dire, allora si lancia la parola d'ordine mirifi– ca, al cui suono tutto si deve ricostruire, tutto si deve riprendere: « Ringiovanirsi ». Ecco il consiglio a cui arriva N. Massimo Fovel nella Cri– tica politica dei repubblicani, con calda incondi– zionàta adesione della Rivista. « Ringiovanirsi »·. , L'Aventino è vecchio. Ecco perchè non ha ancora vinto nè vincerà. Ci vogliono i giovani. Altre idee, altre figure. Speci~lmente dopo· la guerra. Una nuova mentalità. Via i vecchioni; via i « supera– li ». « Giovinezza! Giovinezza! ». Vada per la giovinezza. Largo ai giovani. A riposo i vecchi: Nulla di meglio. ·Noi aderiamo con entusiasmo. Per i giovani e ancora più per i vecchi. La gil,ibilazione ha le sue dolcezze. Come un dignrnoso imbosca.mento. Non si .chiede di meglio. Ossia chiediamo un solo momento di riflessio– ne. La giovinezza è cosa divina. Ma la giovinezza non è un'idea politica. E' uno stato di anima e ... di corpo, di cui felicemente si giova ogni idea politica. Ecco perchè tutti i partiti fanno dispera– tamente appello ai giovani. Ma coloro che in buo– na fede fanno della gioYinezza un'idea ed un par– tito politico sono degli ,onesti imbroglioni. Non ci si chieda di spiegarci con un esempio. Tutti i mo– vimenti « nuovi » fatti sul pr,ogramma esdusivo della « giovil'lezza » © non banno concluso a nulla, o, se hanno concluso qualche cosa, hanno conclu– so col dare i1 potere ... ai maturi, che il giorno del– la vittoria vantarono Ja loro esperienza e chiusero la porta in faccia ai giovani. Lasciamo andare. Ringiovanirsi, magari con , la cura Wororiof:f', può essere un eccellente prope– deutica di ciascun partito. Se ce ne sono dove i vecchi ~sercitano contro i giovani una oligarchia gélosa, ·una difesa avara, illegittima di posizioni personali a cui non rispondono più nè r;n.telletto per consigliare nè il vigore fisico pèr agire, si mandino i vecchi al diavolo o in pensione o al- . l'asilo. E, .se ci sono dei giovani di genio ~ ma ci vuole il genio - che abbi;:tno concezioni nuove del divenire economico, politico e sociale, .oltre quelle in campo: assolutismo, laico o confessiona– le, liberalismo, progressista o conservatore, de– moçrazia, c0stituzionale o repubblicana, sociali- ' smo, evoluzionista o massimalista, comunismo, autoritar1o o anarchico, ecc., si facciano _~vanti, ce le espongano e noi promettiamo che, se ci convincono che nelle foro convinzioni si contiene più verità di quella per, la quale militiamo, sa– premo vincere ogni viltà o inerzia "irntellettuale, per.rendere ad esse l'omaggio dovuto. Siamo sem.– pre pronti a convertirci alla verità se ci sia rive– lata. Ma avvertiamo che, nella fatta ipotesi, ci convertiremmo alla nuova verità, anzi alla verità, ma non perchè sia giovane o... dei giovani; ma perchè sarebbe ... la _verità. . Ma la guerra non è ti.tolo sufficiente a prestar credito alla novità delle idee. Certo la guerra è st~ta un tremendo cataclisma che ha scosso le coscienze. E' stato un trauma che ha sovvertito dal profondo molte anime, rovesciando· ciò che era alla superficie e facendo venire su ciò che giacev~ nel fondo. Però dalla guerra non è uscito, nè in arte nè in letteratura nè in politica, un qua-

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