Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

180 .. _(LR1TICA _SOQIALE dell'ultima civiltà capitalistica, p'I·onta al suo trasformarsi in socialista, e il mondo della inciviltà precapitalistica che sj 1c,,a appena ora ai riflessi della nuova luce. Il feroce egoismo bolscevico, sotto masche– ra d_iprotezione e di alleanza, tenta ora di farsi una macchina di assalto e di guerra cli lutti i primitivi nazionalismi f eudalistici che sono alla base di questa inciviltà precapila– l-ista. E' buon metodo di guerra e non di rivo– luzione, di imperialismo, non di socialismo, Converrà essere precisi a quesfo -riguardo. La guerra non è la pace, l'impero non è l.a libertà. Siamo proprio alle radici della dif– ferenza fra l'Internazionale socialista ope- . raia· e la Terza Internazionale. . Il socialismo non verrà per lo scatenarsi di un nuovo bonapartismo orientale. Noi vo– gliamo Ja fratellanza proletari~, ma i vinti di qualunque guerra non saranno mai i fra– telU dei vincitori, quale siasi la.loro bandiera. E' l'essere o non essere del socialismo. L'In– ternazionale socialista-operaia è per il ·suo essere. ' · · Basta tale concetto. per· sventare tutti gli equiv0ci 1 tutte le irrisolutezze. Il fine non si adultera, non lo si snatura; i rn"ezzt sono quel– li che le circos~anze indicano più opportuni. L'Internazionale, in ogni modo, dev.e vigo– reggiare la propria organizzazione e quella dei partiti affigliati e rispettarli nella loro orbita di attività nazionale, diretta alla con– quista del potere per la classe lav·oratrice: sia per attuare ciò che sia maturo alla socializ– .zazione, sia per impedire alla classe plutocra- tica di sevire economicamente . e politica- ~mente contro la classe lavoratrice. . Sotto tale profilo sarà un incidente, e· cli soluzione non dottrinale, ma pratica,· di caso per caso, il problema della partecipazione so– cialista .al Governo in regime capitalistico, in regime monarchico. Si lascino. sviluppare tutte le esperienze che la natura dellre cose ha imposte o sarà per imporre. Per gli Statuti della Internazionale, il Ministro non potrà più fare parte del Bureau lnternational. Ciò è savio e ciò -è sufficiente, a garanzia della! gelosa indipendenza della Inter11-azionale d~ t1.1tti Governi, anche dai Governj in cui han– no parte i socialisti dei partUi aderenti. Ma il Congresso di Marsiglia non si svolge-' rà più come un'ardente accademia, per la de– terminazione cli principii àslratti. I1 Congres– so di ·Marsiglia è una consultazione di guer– ra ... per la pace. I -principii restano ed ilhi– minano per la ricerca dei mezzi della realiz– zazione, minimalista o... totalitaria - certo àradualisln, come la nalura, come l'econo– mia, come la vila. Quanto più sapremo c~scre vièiui alla reallà, lartlo più ne trarremo forza per l'ideale. Nel buio della Europa del"dopo– guerra ,tra lo strazio delle crisi economich/3, clelle sopraffazioni nazionali, delle violenzè del fascismo, l'Internazionale è il solo faro di luce e di speranza. · Ecco .perc~~ co!1 l' ani_mo anelo, e pur scevro d1 ogm f anatlsmo, c1prote:n,diamo ver- . so l' ~vento di_M_arsi~lia, traendone au~picì di B 'bl' t C9,P.fort«;l...e d1 v1ttona. In faccia ai saturnali 1 10 eca l_;;lnOts1anco · dell'imperialismd borghese, più fiera e più legittima che mai, da tutti gli umili e da tutti gli oppressi, si leva la speranza. nel tuo nome, ,o, socialismo! LA CRITICA SOCIALE. Le questioni del lavoro_ al Cpngresso Soci.alista Internazionale All'ordù1e del giorno del Congresso socialista inter– nazionale che si te1)'à a Marsiglia nella seconda quin– dicina del mese, figurano alcune questioni di stretto carattere operaio, che qui vogliamo prendere in par– ticolare esam·e. lìtJa di esse riguarda la « Convenzione di Washin– ton e la. giornata di otto· ore?' (relatore Toin Shaw - Gran Bretagna), ed un'altra le « Condizioni della vita operaia .e lo sciopero » (relatore Luigi De Brouchère - Belgio). . Sulla prima di esse poco rimane da dire. Fra i grandi Paesi industriali, soltanto l'Inghilterra e la Ger– mania non hanno ancora ratificato la Convenzione di Washington (1). Da ciò non si deve dedurre che la giornata- normale di otto ore non sia applicata in questi Paesi. Il rappresentante degli industriali ingle– si testificava all'ultima Conferenza· del Lavoro che le ol l,o ore fn Inghilterra sono osservatissime (per i mi- 11atoi:ila giornata è di sette ore soltanto), ma che, ciò non ostante, il Goveroo inglese non credeva ancora. giunto il momento di legarsi mediante una Convenzione in ternazfonale. · Similmente in Germania la giornata di otto ore può dirsi universalmente applicata, benchè, la. Germania ·avesse ragioni speciali per rifiutarsi di aderire alla Convenzione internazionale. Fino a che non era ·ri– sorta la questione delle riparazioni, gli industriali te– desehi sos·tenevano - contrariamente al parere degli operai - che non era umanamente possibile intro– durre il regime obbligatorio delle otto ore in un Paese che doveva, acl un tempo, .ricostrurre la propria rie-- , chezza a far tronte alle riparazioni. Argomento politico e polemico, ma che non poteva essere del tutto tra– scurato finchè regnava l'incertezza sull'a~nmontare del– le somme eh.e la Germania avrebbe dovuto pagare.– Dopo la _adozione del piano Dawes, anche questo pre– testo è venuto a mancare; e non è senza imp011tanza il fatto che economisti dell'autorità del Brentano di– fendano oggi apertamente la causa dèlle o(fo ·ore. In complesso si può dire che la giornata delle otto ore sia ormai èntrata nelle consuef-udini di t11tti i Paesi a civiltà indùstriale, vuoi per disposizioni legisla.live, vuoi per accordi diretti fra operai e imprenditori. Ciò malgrado, òon son venute meno la necessità e l'ur– genza di dare esecuzione alla Convenzione del 1919, ------ ' (1). Ci permettiamo di elevare qualcl\e riserva St! quesla, secondo noi, troppo ottimistica ammi,ssione dell'amico Rigolai. Secondo un quadro inserilo in appendice del fascicolo di giugno delle Informazioni Soèiali <lei CafJrini, la Conveuzi0m' di \-Vashington, 'per ciò che riguarda le 8 ore, 11011 è ancora staia ralificata nè dal Belgio, nè dall' AustL'ia, •nè dalla Fran– cia, nè dal Giappone, nè da,i' Paesi Bassi, nè dalla Spagna,. nè dalla Svizzera - e non parliamo della Russi~ e degli Stali Unili, che il qnadro non contempla. Fa uua slraua 11111)1--es– sione rilevare dal quadro stesso come le ratificlìe cli ~ullc le Convenzioni ciel Lavoro spesseggino invece in nazioni c.ome la B(!lgaria. la Greci~ .. la Rumania 1 la. Polonia ecc., ciò che fa pernrnre che le ·ratif1che stesse siano puramenle apparenti e formali. In Inghilterra, la mozione laburisla per le olio ore legali in adesione alla Convenzione di Washington venne respinta il 1. maggio, in occasione del passaggio alla seconua lettura alla Camera dei ComWJ.i, con 223 voli contro _128, sebbene fossero -sorti a difenderla, oltre i deputali laburisli anche con_servatori di marca come lord Cavendish ed il me~ dico Dr. Davier. Veggansi in proposito le osservaziom conlenute in questo slesso munero della Critica dell'avv. R Petti e quelle del Dr. Roberlo )'remelloni nel precedente fascicolo. (N. d. C. S.)

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