Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

CRITICA SOUIALE 189 dario, giornata inglese, settimana inglese, oongedo an– nuale);" ed avendo escluse notevoli categorie di lavo– ratori, fra i quali quelli agricoli. Ha costitu,iCo, infine, a favore di Nazioni ben do– tate ed a forte sviluppo industriale (Giappone) privi- legi asso_lutamente ingiustificabili. , A tutto ciò si aggiunga la lotta senza esclusione di colpi che il capitalismo internazionale ha iniziata e che ferocemente conduce per contrastare al proleta– riato le riforme già promesse, e specialmente la limi– tazione degli orarii di layoro. , Fu. ben rilevato, in proposito, al III Congresso delle Federazioni sindacali internazionali, ohe Ia opposizione alla giornata legale di ott,o ore è universale, sebbene assuma diverse forme· secondo i Paesi. Nè essa deve essere considerata i.:n un senso troppo ristretto; oc– corre, invece, rapportarla alle minacce contro i sa– larii. e contro la legislazi<<,mesociale nel suo insieme. Sicchè può dirsi che la reazione mondiale è determi– nata dal desiderio evidente del capitalismo interna– zionale di mettei·e a profitto la situazione presente pir riprendere 1e concessioni che ha douul,o consentire alla classe operaia. . Sicchè, mentre occorre insistere perchè .la prossima Conferenza internazfomale del Lavo~ venga investita nuovamente della questione, affinchè la riesamini sotto i. diversi punti di· vista suindicati, e perchè fa,ccia ef- . fettivo obbligo ai membri ;della Società delle Nazioni di applicare le norlil1e adottate· da Washington; è ne– cessario nel contempo avvisare i· n1ezzi opportm;ii per fronteggiare validamente la reazione mondiale, e che consiskmo ancora e sempre nel fronte unico del pro– letariato internazionale, giacchè solamente l'unità di organizzazione e di azione proletaria potrà respingere la· reazione e preparare la liberazione del lavoro. RAFFAELE PETTI. Quali sono lepresenti condizioni• divita · delle nostre · classi lavoratrici ? ·. Una risposta a questo interrogativo, se potesse darsi con sufficiente esattezza, interesserebbe in sommo grado l'avvenire e la civiltà della nazione, data l'alta percentualità rappresentata dalle cJassi proletarie. È un l_uogocomune ripetere che la pa- .tria allora soltant9 cesserà di essere matrigna aj suoi figli, quando avrà risolto, pei lavoratori, il triplice problema, economico, cultural~, igienico; ossia casa confortevole, 'alimentazione ·razionale veramente riparatrice, mezzi di ·ele'[azfone dello spirilo, oggi privilegio di pochi. *** Le abitazioni operaie erano scarse e poco igie– niche, già prima della guerra, ma il dopo-guerra inasprì la crisi, perchè (come seri ve il Galletti) una promettente ripresa delle costruziop.i si ebbe solo per quelle di tipo superiore. La casa a piccole abitazioni, di uno, due o tre vani, non adesca il capilalc privato, pel sovraffollamento, special~· mente di r~gazzi, cui è destinata, onde un de– perimento relativamente rapido, e alte· spese di manutenzione, deUe quali ·non è facile rival~rsi sulle pigioni necessariamente limitale. Si aggiunga che il rincaro delle sussistenze, in concorso col progressivo svilimento della lira, costrinse molle famiglie operaie e piccolo-borghe– . si a restringersi nel minimo possibile di locali, abbandonando o subaffittando quelli non asso-: B 'bl' lutam~~le hicti,spen~b1li. 1 1oteca Gino Bianco - Non sorprenderà quindi che il Galletti, nella sua inchiesta del settembre-ottobre 1923, su 63G abitazioni operaie milanesi, ,ne abbia trovate 318, pari al 50 per lOO, insufficienti ed affollate, sca– denti dal punto di vista dell'igiene e della de– cenza, e 214, pari al 33 per 100, addirittura mal– sal).e, indecenti, per il sovraff:ollarriento e Tim– morale e incivile pr~miscuità. A che servono i Congressi d'igiene, le catte– dre d'eÙgenetica, le scuole e le colonie .all'aperto, al mare ed al monte, se alle tenere pianticelle u– mane dei figli del popolo difettano l'aria,~la luce, l'alimento in quello che è il loro ambiente natu– rale. quotidiano·, i1 nido famigliare, che è, o meglio dov1:ebbe essere, riscaldato dall'affetto dei geni- · tori, distratti invece, _anche la madre, dalle cure assidue dell'esauri,ente officina? E come, se la casa è inospitale, vinceremo le 'seduzioni della ta– verna attossicatri~? * * *· E passiamo all'alimentazione. Nel 1913 ho studiato il bilancio alimentare della famiglia operai.a milanese, sottò l'egida del– l'Umanitaria, col fervido ausilio d'A.ùgusto Osimo, 1 . I l'animatore insuperato e forse insuperabile di isti- tuzioni, -di studi, di ricerche, atte' ad accertare la reale condizione di vita delle classi layoratrici, substrato indispensabile per una legislazione so– ciale che miri seriamente al miglioramento fisico, alla· elevazione spiritùale, del nostro popolo. Era ,quello il periodo aureo del proletariato, in Italia come all'estero. Eppure il bilancio alimen– ta['e .era quasi sempre deficiente in albumina, grassi ed idrati di carbonio (zuccheri); il ren– dimento energetico della razione era notevolmente · inferiore alla quantità minima di calorie richie– ste dall'organismo che compie un lavoro, anche non molto pesante, di dieci ore al giorno. La de– ficiente 1mtrizione si [Paliesò con maggiore evi– denza nella donna pr,oletaria, il cui peso corporeo di rado raggiungeva il normale.· Miifu ·opposto che gran parte della colpa spel– lava all'operaio stesso, i cui sperperi lasciavano un margine di mercede insufficiente ai ·bisogni :alimentari della famiglia. Ma, rapportando.la spe– sa p'er il vitto al reddito effettivo dèlla famiglia operaia, ho trovato che essa 'non era mai infe– riore al 50 pe·r 100 e, nei casi di salario molto _ basso o quando siano numerosi i membri della famiglia incapaci di guadagno, saliva persino in trualchc caso all'85-90 per 100. La media oscil– lava intorno al 60 o 62 per 100. L'immane tragedia della guerra mondiale peg- ' giorò notevolmente-l'alimentazione popolare. Le due inchieste, che potei eseguire, coll'appoggio dell'Umanitaria, nel marzo 1916 e nel febbraio 1917. mc ne diedero la precisa documentazione. La famiglia operaia rÌ.1ilan_ese,malgrado il _la– voro intenso e prolungato cui si costrinsero non solo gli uomini, ma anche le donne ed i ragazzi, per i bisogni indifferibili della difesa nazionale, disponeva, al più, non calcolando il vino, di 245'0- 2300 calorie per giorno ed unità famigliare; oltre mille calorie •di meno delle 3859 di ci..tifruiva, nel 1916, ogni membro della famiglia operaia della civile Inghilterra. E l'elemento più ridotto era l'albumina animale, già troppo scarsa anche nel bilancio familiare prebellico.·

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