Critica Sociale - XXXIII - n. 4 - 16-28 febbraio 1923

.J CRITICA SOCIALE .l se debba 1esi;;tere domani.' Ma questo • do;ver essere • su qual metro lo misurerebbe, se non su principii morali, di umanità (almeno), ma, più concretamente, di capa– cità, di produzione, d'intelligenza, di maggiore univer– salità nei concetti soci ali, e infine d i maggior dignità del lav'oro a regolare, domfoa.p.do , tutta la vita col- letti va? Ebbene, un simile oriterio,. quando ~i fa norma di un'attività ;;ociale, co.stituisce la .coscienza poli!ica in , senso pr,oprio. Essa,, pe;r ap~gu~re il reale all'ideale, de.ve dunque rendere storicame11,te ingiusto ciò che oggi' è solo idealmente tale, perchè, in realtà: cb.i è interiore ad un altro, è più debole materialme11te e moralmente di lui, e quindi merita (per colpa sua o altrui, non im" porta) il a-attamento che ha. Il pr-0grainma po1i-\ico diventa allora questo: elevare la classe inferiore al di sopra di quella .superiore, e, in concreto, farla capace di produrre maggiore ricc,hezza in una costituzione economico,.politica 11a essa regolata con maggior benessere eollettivo. Vedete che non eisco fuori dall'econòmiico. Ma 'ta lotta econo-mi_cadi classe non è più che uno dei mezzi .della lotta poJitica. li salario maggiore, ·l'orari9 d~ lavoro ridotto, ecc. ecc., non sono più che mezzi per elevare (in O&Sequioal. non respinto, ma superato determinismo economico) intel– lettualmente, tecnicamente e, sopra tutto, politicamente, come capaèit.à di dominare, la classe· ;proletar°ia. li di– venire -sto-rico, l'evoluziome, si concilia. con il volonta– •rismo .politico, quandq questo è realizzatore dell'ideale; ma, per ottener f:iò, bi;,ogna idealizzare anche il reale, ossia migliorare eticamente e .tecnicamente la classe, fino a che il giusto della storia d'oggi diventi ingiusto, e il giusto ideale s'imponga -come universalmente ne– cessario. La lotta politica di classe è una lo\ta d'idee. La forza segue l'idea. i , In tal caso. anche la· questiÒn~ di metodo politico si risolve da sè. Per esempio, transigenza o intransigenza del partito clas.sista ·non sono metodi opposti, ma poli · opposti dell'azione politica, tanto più transigente, ne– cessariamente,. quanto·_ meno iÌ fine •politico ideale è conciliabile e attuabile ..nelle. presenti condizi.oni di ca-· pacità produttiva e politica della classe. Predicare !:'in– transigenza e mantenere i lavor.atori nello stato di strumenti bruti, disinteressati .dei valori e dei ,tl.n1su– premi, incapaci, .se la conquistas.sero, di dirìgere l'azien• da con le loro sole forze, è una contraddizione in termini. Il .programma pÒlitico classi.sta· e, Internazionalista è dunque ben distinto ·dal programma economico, e lo subordina. Questo organizza l'opposizione economica del salariato• alla ugualmente naturale coalizione del pa– dronato, nazional:mente. e, internazionalmente. E' una lo.tta d'interessi, sempre partlcolarl e contingenti, chè si serve del calcolo come ragion pratica e mira alla pacilflca cQIIlvivenza. L'altro,, il 1>rogramma politico, or– ganizza e dirige un'opposizione di dottrine, 1n ,cui deve teoricamente vincere dimostrando la maggiore giustizia e razionalità .storica-dei proprt concetti economici, non– ahè di tutto u.n assetto· statale egualitario e internazio– nalmente confederato-; e -deve dimostrarne la possibilità pratica, di!ligendo la preparazione· eco~omica, tecnica, intellettuale e morale della clB!sse,·rispetto a cui la lotta economica non è più che un meZ'Zoafflnchè 11lavoratore abbia la possibilità fisica e finanziari.a di- dedicarvisi. La distinzione fra le due forme di lotta di· clas.se , che diventa concorrenza di classe, è grande. Non ho po tuto che .accennarvi, e forse, ancora, senza sufficiente chia– rezza, perchè sarebbe necessario risalire a distinzioni più profondé d'ordine psicologico e filosofico. Il metodo delle scienze sociali, c011De ben vide 11nostro Asturaro, non può esser l'induzione da un ca,mpo spe– ciale di rapporti. Questa non è che la rilprova concreta di leggi generali, che vanno dedotte dafia psicologia e dalla critica del pensiero umano ne' 'suoi rapporti con la • realtà •, quella • materiale • compresa. Ma 11 po– sitivismo socialista abo·rre dalla filosofia e prefèrisce regolarsi erppiric~menis. L'etreito n'on s'a.sconde r.. ADILCBI BARA?ONO. BibliotecaGino BiaQco DALLE R.I·VISTE La. D eutaohe Rundachau del genna.io 1923 d™JOrre delle leggi ag~a.rie crea.te nei diversi. St a.ti ohe d opo la guerra. si etaooa.– rono d alla. Ru ssia. e da.Ila monarchia. .a.ustro-un~rica.': leggi che, senza. introdurre innova.zioni così ra.dicali come quelle che in Russià il go.verno bolsoevico e in Bulgaria. quello dei pioodli conta.dini rea.lizzarono, modificarono però profonda– mente· il regime. p'reesistente ·alla. confla:grazio ne, mo ndiale, muta.ndo -aspe~to ,alJ.a. propr.ietà e a.Ila. eoonomia. rura.le . , Anohe, a dir v ero, mo lto. pa.rt ~ della. l~gis1azione dei nuovi Sta.ti ba.ltiòi e dn ,nubia.ni ri sente' d ell'influenza bolscevica..; ma quella, legislazione è imp regnata. piuttosto di spirito na.zion&s lista. che di spirito socia.lista.: soltn.nto l' Austra. e l'Ungheria., dove non esisrono minoranze allogene proprietarie di ,Ja.ti– fondi, tennero le. loro leggi a.g ra.ri e libere da tendenz e sciovi– niste. Ma. Ja. Finlandia. emanò ta.li provved imenti da. solleva.re le proteste della Svezia, perohè mi ra.nti, a. espropria.re l' a.ntico possesso terriero, in gra.n ·parte in mani s vedesi; e l e repub– blic he baltiche e q uelle dell'Europa. centra.le forme.ronò leggi che ra.ppresenta.no semplicemente la confisca . delle terre, da. sec oli tenute da ai gnori di s·a.ngùe stra.niero. Estonie., Lett.o nia, , Litu,a,nia., Polonia, Czeoo- Slovacchia, Rumenia. e Jugoola .v.ia . pubblica4Jlo leggi e ordinanze, più o meno consapevo)me nte apparerytate con la. riforma. ,agra.ria. russa., ma. indµ:izzate a. ·fini nazionali. Da principii per sè buoni, quale è quello della ~ concoosione dellll terra. .a.i contadini, trassero consegùenze de• te•tabili. F1Urono.in<)&.IIlera.ti fondi rustici a.ppartenenti a.Ile minora.nz- e ,etniche, oon indennità irrisorie e talora. senza in– dennità, p er· di11tribuirli fra i cont~dini d~lla ra.zia dominante nello Sta.to. ' · Tutti qu'1>ipa.esi -appa.rtengono a.d una. larga. zona di territori ·ahitati da. popolazioni miste, che comincia nel golfo di Botnia. e termina. nell'Egeo e nel Mar Nero. In nessuno di esei (escluse sempre l'Austria. e l'Ungheria.) la stirpe ohe detiene il potere forma' una ma.ggioran:oa. 001 1picua ; in ·molti raggiunge a.ppen,& la metà della popolazione tota.le . Spesso· le minoranze oosti– tuiiCOnO l'elemento piÌ/, prog redito, più .colto, più riooo. Ciro& Tenti milioni di EuTopei 110noooaì s oggett i, nella. zona. miata predetta, 11- popoli di r,a.zza, diversa. da.ll ,a, loro. Espropria.re questi allogeni, che .aono per lo pi ù i v eri fo nda.tori della veoohia. prooperità. ruràle, fu lo soopo essenzia.le delle legiala.– sioni ,.agrarie nei nuovi piccoli Stati • orti dalla g uerra. In Es ton ia. a in L ettonia. tedeschi era.no tutti i gra.ndi pro– prieta.ri , e aveva.no impresso all'a.gri coltura. 1Unma.gnifioo svi– luppo. V e nnero spo gliati quasi senza. rilla.rcimento. l beni fu– rono distribuiti al -popolo. Non resta.110 più ogg i in L ett.orlia. se non tre &cl e tenute él 'una. oerba. iµipor-ta.nza., le qua.li si s~no salva.te perchè collega.te con scuole a.grarie. Il Tribuna le Su– premo d i Re val ha. ·ee pressamente stabilito in una. sua. &en– tenzà, IICOpo della •riforma agraria. essere quello di • ricondurre , 1a tana. in potestà degli· antichi a.bita.nti del paese ». · · Lo apirito della riforma. a,gra.~ia. in Litua.nia fu uflì.oia.lmenta fissato dall' As.e'mblea. c~ituente di Mita.u, nella. primavera. del 1922: • JituanizzaTe • [a.•ierra.. Subito dopo l'approve.zione delle· leggi per 1-a..ripartizione dei ca.mpi, venti àspiranti all'aoquisto di terrr divenute dema.niali 'furono ca.nO<)llati dal- 1'elenco, con l' a.nnota.zione: • perchè di nazionali tà te desca. •· Non valse a coatoro l'a.ver s ervito n ell'esercito li ·tua.no , benohè le ~eggi agra.rie fa.o cìa,,noai salda.ti oonaizioni di fav ore per 1a compara di terre 1ta.ta.li . In Litu.ania la •grande proprietà si' trova.va. parte in ma.ni po– lacche, pa.rte in mani ruase o ba.lti oo-tedeso he. Lo Sta.to o on– fiscò senza a.lcun compenso boschi, tor.biere, sta.gni, oorJ.i -d'a.cqua: Anche. i campi e i pascoli furono incamerati, ma. al proprieta.rio fu perm esso d i ,cegliersi del suo .e.ntioo pos– oesso una fra.ione di 80 etta.ri di terreno e 25 ettari di bosohi. Solta.nto in cui ~cezio nali il pròpriétario potè conserva.re qua.lche ett!l,ro ·di più. Le grandi tenute di ·oltre 800 ettari Tenner o confisca.te interamente:' nessun frammento ne fu la.– scie.to ald'a.ntioo p adrone. Ma poichè a.Ime no l'agricoltoré eipropr iato può se mpre ritener e la. sua. ca.aa d'abitazione, la legialaiio~ litua.na, può eeaera ccnsidera. ta m ite in confronto di quelLa di altri p &eai Ticini. · La. Rumeni& non ha esitia.to a. crea.re leggi diverse· per la diversa parti del euo t erritorio, p iù ohe r.addoppiato dai trat– tati di pace. ',Mentro nel vecchio regno le leggi a.grarie aubi– vano p oche e rare modifioa.zioni, jn Tr.a.nsi[vania venivano a,p– plioa.ti p rovvedimenti ohe, per oonfeasioIJ,e del governo stesso, mira.no ad eliminare i medii a.gricoltori di sa.ngue ungherese e a cre arvi una. n uova: c lasse di conta.dfni -ru1I1eni. Fu stabi– lito un nuinero di etta.ri, molto 8C&reo,oltre il quale n on è ooncesso possedere terre a gli •&ntiohi pr oprietari ma.gia.ri. Per– fino i beni degli Enti giuridici furono confie oa.ti; le fo reste, che lo Sta.to non può suddividere tra i oonta.dini , sono dive- · n'!te proprietà d(l!l'era.rio; i fo ndi de lle chiese e delle scuole , son pa&ati pure allo Sta.to, .il qua.le ai è im padron ito a.nche dei beni comunali, là dove i C emuni er ,a.no abita.tj da. coloni tedesohi . Nella Tr.a.i,.silva.p ia.meri dio nale le g randi. t enute fini– rono in ma.no di oon sorzl, i qua.li, .Je a.cquista.ro.no dai volontari . di· gu..r ra. ohe ne, &veva.no c~iatj _ i ,vecchi padro ni. Finor" I~ Jugoola.via non ha fa.ttò ,apprevare da.I 1uo Par– la.mento uq.a. simile • riforma. agra.ria. • : ma ha. ema.na.to un,n. quantità di <leeroii e di roi')lameJ2\Ì, alie nalle pro-yiae1ie tolte

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