Critica Sociale - XXXII - n. 12 - 16-30 giugno 1922

. '' .. , I . . ')' ,CJRITà:OA ,,SOCIALE strumento che non l'assidua ·operosità e _lo sforzo intellettuale. Ma, certamente questa conversione del fine in mezzo e la conseguei:ite tendenza a·- sosti– tuirlo con altr-i mezzi più comodi· e pronti ,non sor-' gerebbero se nel_funzionamento d'ella scuola l'atto dell'esar1e non si distaccasse dallo svolgimento degli. studi; e non spiccasse sopra dj essi ,come og– getto dominante ... dell'attenzio·ne. Il corso di ,studi,' che dovrebbe formare l'intelletto e ·svìluppare orga– nicamente la cultura, non. appare più, ·quale do– vrebb'essere, una ascensione continuata, nella qµale ogni pa~so vale per sè stesso e come p(eparazioné e- c9ndizione dei successivi; ma· una serie di fossi da saltare, per i quali il percorso ,i,ntermedio,conta - solò per lo slancio• della r,_incorsa.·E la pig.rizia e la svogliatezza sono per ciò· al)ettate a cercare l' as– sicella della frode o la passerella d'ell'indulgenza, çhe risparmino l'ob bJigo di_ tendere le fo~zè ne 1 rischio del salto; mentre _i volonterosi si pre◊ccu_ pano soltanto di allenare i garretti _alloslancio, senza ·curarsi o senza intendere che l'impodante no.n do~ vrebb'essere il salto·, ma la prepacazion,e al làyòro della vita, che li attende di là dal. fosso. · La scuola - è vecchio 'iamento, che_·oggi più· che mai risuonai.- non prepara -alla_vita. Ma chi ripete il lamento come premessa a un, acc;rescim~nto 'dell'importanza dell'esame; non avverte che nel ere- , duto rimedio è, anzi,, un aggravamentb della causa· del male. · · . . · · · Il concetto, cqe spingè a conf~rire così ·esse_n– ziale f,unzioqe al_l'esame, è che il periqdico supe; ramento' di questa prova valga ad allenare e pre– parare le forze àlle prove della yita. Aache la vita 1 è un esame, si dice; ma non si avverte che nella vita la .prova è continua; e· che se la scuola vuol . preparare veramente alla vita, dèv_'esseie an,ch'essa una prova continua e, no:n saltuana. , La differenza non è di ·poco, perèhè implica tutta. una profonda diversità delle attitucj,ini neces– sarie nei due casi. Nella prova continùa ìl supera– mento delle dlffÌcoltà è una Cosa stessa cori l'eser– .c;'izio delle forze, che quindi si sviluppano organi– camente e saldame·nte; non e' è distinzione di fine e di mezzo tra la preparazione e l'esercizio attivo· del1e energie. Invece nella prova saltuaria e a lungo . intervallo, il superamenfo dell'ostacolo è il fine, e il mezzo è un'ab'i!ità o preparazi,one, che, per- lo più; appare vano ·acquistare a lunga scadenza an-. zichè all'ultimo momento, e inutile .tenere in eser– cizio dopo superato il .cimento, al .quale s_oltanto doveva servire. Perchè la scuola sia preparazione' alla vita deve inspirarsi al concetto stesso di questa. La vita è ,p_rassi; Ja,, quale ha bisogno di· essere i_lluminat~d~ conosc.enza e consapevolezza; .'ma come, per 1 bi– sogni dell.'azione, suscita l'attività intel!ettuale, ~osi. . le nozio1_1i' e le capacità, che, questa s1_conqmsta, ' essa fa vive e feconde· nell'opera.pratica,. La scuola, se vuol preparare alla vita, non dev~ disgiungere la teoria, dalla praticà, la conosce1'1zil dall'applica– .zione .. Non _nel senso, certamente, che debba as– sumere un indirizzo e un intento utilitario, accci– glie~do il significato volgare del concetto. di pra- , tica: ma nel-senso· più alto, che, in ogni_ or~ine di studi ,deve render vive· e operose le conoscenze éon l'esercizio continuo ed attivo_ del loro uso. In– vece di preparare -dei pappagalli ammaestra,ti a ri– pete-re regole, defiJlizio'ni, classific~z_iont ecc., pas– -sivamente ricettate .riel çapf1Ce rectp~ente ?ella me~ • I i61ioteèa:.Gino Bianco ·• I ' ' I , '] 91 moria come materiale inerte,· che col .suo pes_o · morto opprime e .soffoca l'attività intellettuale; essa deve· formare e teriere in azione l'operosità feconda, che assimila come cibo vitale le nozioni per _ado- , .. ·per11~le nel proprio lavoro, consol'idan~on·e ~osi l'acquisto con l'incorporarle' in un organtsmo vivo. Il vero m'aestro che intenae veramente il com– pito della scuola e 'non è preoèc11p~to da. cos!ri- ,zioni esteriori. che ne lo distolgano, m og_niordme di studi mette in opera tale criterio._ NeH'inse'gna– mento dellél, grammatica e della letter~tura, COITJe .in quello della matématica o _della fisica o della storia naturnle; non fa ingerire. passivamente. no– zioni ,teoriche astratte che rim;1ngono disarticolate ed inerti nèÙa memori~; nè per converso-_s:ire_string_e ad un empirismo piatto e grettamente uhlttano, pn– vo della luce delle· cònoscenze teoriche. Ma sa man– te fiere l'unità vivente ed organica di_ciò che la pe– danteria degli astrattismi e la· grettezza degli e~pi~ , risini separa e disgiunge: perchè sa che propn~ ~ '. soltanto nella_ genera_ziQne continua di questa unita vivente consiste ad un tempo la formazione pro– gressiva. delle capacità e della cultura e la stessa pro)/a_ incessante di esse, ché è ,la vera prepara 0 iione alla prova ,continua della vita. . Rifiutando ogni ,meCCiinico imparaticcio, ogni pura abilità mnemonica (verba, verba praetereaque · nihil) esige che '1e· nozioni- linguistiche- e gramma– ticali vengàno nella assidua applicazione ed 'eser– citazibne messe in azione, e così veramente ed ef– ficacemente conquistate;' che le CO!lOScenze lette– rarie e storiche siano capacità ed attività di rifles~ sioni di discussioni, di spiega-zio·ni, di raffronti, ?ì valut~zioni; che le nozi,oni geografiche si spieghin_o · in èsercjtazioni c·artogràfiche ·co111eat'titudit:1e_ di n– costruiione mentç1l'ee manuale insieme·; che le na- ,turalistiche si applichino e si dim·ostrjnò ner~a rac- · coJta e clas-sifièazione· degli esemplari,, nel ncono– scimento lo.rei, e, delle ~O:miglianze e differenze, e · dèlla composizi0ne e funzione delle par,ti; eh~ le conoscenze matematiche si· attiviµo · ed appaiano operose nel cÒstant_e 'uso rivolto aHa soluzione. ~i problemi, allo sviluppo,. di ?imostrazi_oni, e- ~e fisi– che ·a1 compimento di espene112e, al nconosctmento di macchine, all'intendimento della loro struttura e corrispondenza a leggi e principi e alla riprodu- zione di fenomeni. ' . . Ma in questo inodo la scuola è sempre e tutta· un esame; lo .studio è esso medesimo· una ~rova continua: nella quale non conta la singola nozione, che può anche, .quando abbia ·adempiuta 1'.1 sua funzione· preparato-ria e formativa di uno' sviluppo ulteriore rientrare senza eccessivo danno dalla l.uce, ,d.ella m;moria alla penombra dell'oblio; non_co~ta il &ingol9 esperimento, che può una volta nusc1re felrcemente e un'altra ·fallire, senza essere affatto documento di sicura capacità nel primo è_aso ò di inettitudine certa nel secondo. Ciò che conta invece è la continuità dello sviluppo, la formazion_e pro- ,gressiva delle att~tudirii, eh~ ri_s~ltano, sòlta~to al maestro, il quale nella còntmmta dell espe_nmento trova la possibilità dì· uria visione prospettica, co– .gliendo le capacità mentali e _culturali nell~ pro– fondità del loro _-svolgimento; non all'esammatore momentaneo, costretto dall'unicìtà ·della prova -a veder solò' in sezione o -in superficie, in' una con~ .templazione alla· quale tutto deve esser,porto su'll~ stesso piano, sul _quale vanno stampat~. alla pan . '· ' -

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