Critica Sociale - XXXII - n. 3 - 1-15 febbraio 1922

CRi.TICA ·soclAL:t 47 '* * * In uno degli ultimi fascicoli dei Sozial-istische Mo– natsliefte, uno dei più colti socialisti tedeschi - Max Schippel .- sottopone a un'acuta 'revisiqne critica il fa- . moso programma di Erfurt c'he., come è noto, servì per parecchi lustri di base all'azion_e della Sòzialdemolcratie ~ incarnò lo qpirito de1 più· ortodosso marxismo, idest massimalismo rivoluzionario. All'epoca in cui fo ·compi• lato tale programma (anno 1891), i socialisti tedeschi credevano che rutta l'odierna societàfosse soggetta allo stesso processo di trasform?-zione e di di-ssolvimento. I mezzi di ·produzione_dove.vano sempre più sepa,r,,rsi dalla massa lavoratYice per co.ncentrarsi in, pochi. indi,idui; nella.agricoltura doveva compiersi lo stesso processo di assorbimento è forD'.)arsi nn proletariato rurale simile a quello urbano. I socialisti di quel tempo non co ncepivano una questione agraria distinta dall!!,questione sociale.in genere. Ma oggi non è· più ·èOSÌ. osserva ,lo Schiopel. Oggi è d'uopo ricotioscere che ne-Il'attaale _orditu1mento sociale ci sono divei-si stadi di evoluzione economica. Gradi di sviluppo diverso si possono constatare, secondo che si tratta di. industria propriameute detta od. agricol- tura. · · . ·Jn secondo.luogo, è ùrnstieri ammettere che il capi– tali'smo stesso non 'forma un'unicit massa reazionaria; neo-li· strati suoi. più dinamici esso, anzi, rappresenta un~ forza rivoluzionaria, la q_uale genera. continuatnente. in se stessa nuovi motivi è!i progresso, che servono di costante ravvicina.mento verso la mèta .tendenziale òeÌ socialismo. L'abilità tattica dei, partiti socialis'ti· deve consi!,tere appunto nel -sapere di volta in volta coordi– nare i propri sforzi con quell_i di. cotesti strati capitali– stici più evoluti, in opposizione a quelli degli strati più opachi .e rcazionJl;Ti. · ·Un terzo imp.ortàntissimo mutamento, infine,. è in-. tervenuto nello spi:rito del r,artito socialista tedesco, dal– l'epQca del programma,· di li:rfort ad oggi. l socialis~i te– deschi, ·sulla base di un mirabile mi:ivimento 6peraio, hanno impa1•ato a valutare -in mòdo diverso la tendenza ascensionale che il progresso soi,iale in genere ha per. il proletariato; perciò essi non credono più alla tesi del progressivo immiserimento dei ceti inferiori, e ammet– tono così la possibilità per la classe operaia di migliorar~ il proprio tenore di ,vita nell'odierno.siste ma eco nomico. Questo terzo mutamento è sopratutto rilevan.te, perchè pone in evidenza il fattore ·volontaristico nel proc(lsso di emancipazione. proletaria. 1H ·socialismo non si giunge _fatalmente per. o-pera di forze mecc;aniche e, impersonali, sibbene per opera di masse organizzate, coscienti della loro propria, ascensione. Gli operai, è vero, devono praticare la lotta di classe; ma· tale lotta, in seguito all'esperie nza di questi n lt'imi trent'itnni, non è più considerata semplicisticamer.te co– me netta separazione dell'odierna soc ietà in d ue sempre più avversi campi. Ac~anto alla classe dei. salariati; sor- • gono impm·tanti organizzazioni non capitalistiche (im: prese cooperative, ecc.b delle quali fanno .parte.:.opera1 che sono forniti di capitole e di esso si servono per au- . mentare la produttività ilel propriQ lavoro. ~i-può, per· tanto, concludere, affermando che il concetto .e la t_attjca associazionistico-tiformisticit, dal congresso di Erfurt in poi,.hanno effettuato i più cosp'icui progressi su tuttit .la linea del movimento operaio tede-sco. . · · E-nrAR. Ciò ~he si ~tam pa Reiativisti co.ntempomnei e altri_ scritti di ADRIANO TILGHER. (1) Il-fervore dell'interesse, risve~liato di recente n.el gran pubbl ico i ntorno alle teorie dell'Einstein, ha con· . tri buito a da.re al volumetto del Tilgher ·sui Relativisti contemponanei una diffus~one maggiore di quella, pur· noteyole, conseguita da altri suoi libri, e particolarmente dalla Ori.,i mondiale. Tuttavia questa, breve raccolta u1tima non ha, a _mio Rvvisc,, vitlora ti1~_ualeitlle precedenti, pur _ (I) n-.iatl11l~tl cnntempornnei. Romn. T,ibrot'òn di •eien1.e e let– tere, 192'J ... ia.. Cr/Bi tnondiill~ e saggi di m 1nrx-i:w10 e .i;ocialismo., .Be,~ logna, Zl\lllabelli, UJ!1. non mancaµdo déllii dote caratteristica degli sci·itti del Tilghei-, ne.i quali il lettore abi tuatò a pensare trova non tanto la suggestione· di un convincimento che si comu– nichi immediatai;nente e faccia acquetnre la mente uel– J'adesione sod.disfatta, ma .(ciò che meglio vale) il pun– golo a rimeditazioni ed ap.pwfondimeuti, di problemi, lo stimolo fecondo a rifare ·i conti con lè pror-rie opinioni, a ridiscuterle, a rielaborarle. Su queste colonne già il Giommi-ha parlato della C1'isi mondiale, alla quale si ricollegano i saggi che nell'atteggiamento relati vistico, diffondentesi ùella co– scienza conteml?oranea; vogliono lnòstrare un caratteri- . stico segno dei 'tempi. Lo s'oricismo che finisce nello scetticismo, diventando, secondo l'espressione che il Til– gher usa, scetticismo storicistico: ecco il segno dell'ago• nia di una civiltà ecco la conclusione e la fìue della cultura contempo1'.anea; la cul sorte è quella stessa ra parere del Tilgher). delle culture che nel corso de, secoli hanno già compiuto la loro pard boJa, lasciando, çlopo la crisi della loro 'dissoluzione ad· una cultura nuova non una eredità da raccogliere e' continuare, ma il compito . di cominci_are ex novo"per una via divers~, cém d~ve~so contenuto, con diversa inspirazione, con diverso s1gn1fi-· cato e valore, un· nuovo processo di ascensione e deca– dimento. Apparn. in questa concezione il ripudio della idea dello sviluppo c6utinuo e incleflnito dell'umanità, della·· teoria del1a contiunità storica, del concetto di progresso. Concetto che il 'Tilgher -ritiene proprio ed esclusivo della' civiltà capitalistica, inspirata e sospiuta dalla vo- . loutà di p_otenza, e destin'ata oggi, nella cri8i che la dis– solve, a 'trascinàre nella sua caduta; giù negli abissi del– l'annientamento, lo stato d'animo fondamentale st1 cui si erigeva, e la tèoria della quale coronava il suo edificio,· oggi cr.ollante. . Questa visione, sulla quale s'imperni!l il libro s?pra l.,a crfsi mondicile, pone il Til~her è◊-ntro l'accett.azwne– del concetto marxistico della nmwt.ilzende P1·axis. Nll- · trito di profondo studio del mar~_ismo, il 'l'i-Jgher n_on accetta per altro quella interpretazione d1 esso, c~e rn; spira tutta l'opera di qu·esta rivista e il pensiero det suoi .collaborafori.,In un Ìnl!,gnifi.00 sagg,:o_su Filippo Turati egli formulava nettamente il suo·. d~ssenso d_al no_stro marxismo, notando che « alla base dt questa rnt,ù1z1ooe , storico-politica sta, come taciti, pre.mess~, nn atto di • fede. nella s:oria, intesa come progresso ·ininterrotto, , se pur lento.e gr.adnale, verso il meglio, c~me c?n~inuo , ascendere' dell'umanità verso la luce, la hber-ta, 11 l;>e-. ; nes.sen, dove il male è sempre riassorbito e vinto da.lle , forze d~lla vita ... E' la visione ottimistica, progre'ssi- • stica evoluzionistica della storia ... Il rifo rmismo tura- • tiitn~ sta e cade con questa.,. Si ammetta che.le 9:nti~ « tesi del presente momento ,storico siano i_n ~apac~ d1 , trova~e la loro soluzione, e che la contradd1z1one irre– •·soluta' conçlncit alla fine del ciclo storico che·t-raver– ., sia::no, e si sarà per ciò stesso distrutta la base del ri , formfsmo turatiano. Orbene, per mie, conto io credo che , la cosa stia proprio così •-:' · . Ed ecco il grande inter.esse cbe per noi prese1:1-tano -gli scritti del Tilgher: che ci obbligano a una discus– sione dei fondamenti stessi del nostro orientamento po• litico, il quale solo sopra una ,alda teoria della, stor:a può .saldament,e piitntarsi. Movei_tdosi sullo. stesso terr_eno del marxismo, sul quale si svolgono il nostro pensiero e lit nostra azione, il Tilgber afferma che Marx è un 'er– ma bifronte, un'iscrizione che si può leggere in due lm– gue. nelle quali dà sensi oppòsti: una è 1a lingua dello storicismo evoluzionistico, Paltra è qu~lla ilel ca~as~ro– fismo·. rivoluzionario, della violenta visione apocahttrna. . -E per quanto egli dica che. Marx ~ Marx ~olo in quanto è questa possibilità stessa· di esser letto rn ùue lingue, tuttavia egli, messo,, dalla vita ·che urge e _dalla crisi che -esio-e un'immediata 6rieutazione del pensiero e delle opere, ~ella ne'cessità di )lna scelta, sceglie _il tra– gico pessimismo apocalittico, nella teoria della_ d1_ssolu– zione periodica della civiltà. La civiltà capitalistica .(~1 agonia non si continua. secondo lui, e non si eleva a pn~ alta potenza trapassando nella civiltà socialista: ma s,1 dissolve con lo stato d•animo che l'alimentava (la volonta , i potenza); e si dissolve e s'itnnulla con ess_a la ?ottrinit rlel progresso, fior,i carat,teristico ed esclusivo dt questa pianta, recisa ormai alle radici. · · Orbene, a questa concezione noi non possiamo opporre il nostrò anticatastrofisroo se non ad u'n patto: d1 aver dimostrato, a ·noi stessi e agli nltri, il concetto della ,-.

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