Critica Sociale - anno XXVIII - n.6 - 16-31 marzo 1918

CRITiç;J\ SOCIALE G5 sero ai distruttori? Qual giustizia pel'mette di aggua– gliaro i più g:ravi clemuriti ai meriti più segnalati],,. , Infine ·u Gioberti'.piglia a· partito le persone, il Pinelli che non purè b1·amò'una Eega teclesea ma la propose e ' promosse calorosamente in un crocchio d~ deputati 1 il Da Bormida clte .andav::i dicendo : " che non aveva mai amata l'unione del Piemonte colla Lombardia, che non aveva mai approvata la guerra ... , che era tempo di finirla con loro (Carlo .Albertò e la sua famiglia) e di portare al trono il principe cli Carignau o, .e ch·e,a colui il quale sull'Adige veniva ad offrj.re i suoi servigi, disse: Oh! il babbeo! Non andcwt-i a fai· rnmpe1·e le b1•acciadai Tedeschi: ùi clue niesi . tutto è finito! ... ,, e che era cos~ affezionato agli ordini liberi da dièhia– rare ~ma,volta formalmente che, " se non si trattasse della votazione delle imposte, si potrebbe far senzç1. le Camere e la Costituzione .... n- L'interesse di tutto ci6 non è episodico; è vivo, sfa– villante, antico ed attuale, pieno,di ravvicinamenti sot– terranei. La lettura diventa suggestiya co1he u'na palino– dia di casi a noi -{ricini-. Perchè tutto ciò attese tanti anni a venire alla luce? Fu, prima, una :;ieriedi contrattempi, e poi ,cli pressioni sentimentali, esercitate sull'animo rli Gioberti, perchè non pubblicasse la Replica, ogni volta: èhe le sue "vittime,, o ammalavano o morivano ... Leg- · gete tutti i gustosi particolari 'cli tàli incidenti nella prefazione e come, alfine, H libro finito, s_tampato a Pa– rigi in 1200 esemplari, dall'Editore Bocca, fu condan– nato dall'.Au~ore al rogo di tutte le copie, cui _presie– dette il Massari .... · Giuseppe Massari con l'abate Monti adempì all'inca– ric9, ricevuto la sera del 7 giugno '52, nella villa del– l'Editore Bocca, situata sulla collina torinese e if gi0rno dopo ne dava esatta notizia al Gioherti in lÙ1alettera: " Iersera alle quattro passate ci recammo c9l :M,onti alla vigna lilel Bocca, dove erano state inviate le copie dell'Ultima Replica. Ne noverammo acl una ad una 1221 copie e quindi le bruciammo e non andammo se non quand:9 tutto fu cenere. Per la copia mancante il Bocca disse _poter essere sbaglio nell'invio .... ,,. Leggete. La prefazione è anche una coscienziosa cri– tica degli eccessi e deile ingiustizie pole~iche giober– tiane. Quel Da Bormida così bistrattato doveva poi preparare col Gavour l'alleanza di Crimea e, già cadente, sognava di avere, dopo i fatti del '60-61, un Comando ·nella guerra che allora .si riten-eva imminente. " Qu_almorte più bèlla - sc1}veva - che la morte in _battagli'a? ,,. La qual sorte non a lui ma al ·prode figliuolo, il generale Vittorio Emanuele, doveva toccare nella giornata di Adua. Lèggete il libro e la sna pre– fazione e saprete altresi il mistero· della copia salvata_ (forse ·q_uelladi Filippo Capime ?).· Tante cose saprete, che sono ignote al semplice pa• sto'f'e che guarda alla: luna éd almanacca perchè sempre i responsabili delle guerre perdute harino da essere tutti, tutti fuorchè' colol'o che le guerre decisero e le guerre p,erdettero !. Tante cose saprete ed anche questa , massima del grande polémista del Primato : ' " .... Se im.– . porta che gli anùni non si accenclano, gl'i e ancr,1•più di rilievo che t'e1·1·01• 'non t,,riònfi e che la sto1·ia non si falsifichi; come avve1·1·ebbe senza fa'/Jto, se gvi uomini e te massime, che precipitarono l'JtaZtia net /bnào di , og1J,imiseria, fosse1·0 ·assolut'i e compa1·isse1•0 giustrifi– eate.... ,,. Nol}J è degnissi~a dj essere medit~t• ~ .RABANO MAURO, LA COMUNE RISORTA Non intendo convocare i lettori ad una com– memorazione. P1~ofesso un grande rispetto ·per i _gravi ed austeri oratori funebri - i quali non evochin·o' le ombre del passato per porr(;l i fuochi fatui delle proprie vanità in più abbagliante evi– denza - ma, personalmente, non h9 al.cuna atti– tudine per la letteratura epicedica. M:a l'annuale evocazione della Comune non è una commemorazione. Essa non singhiozza nè invita. a singhiozzare sovra una tomba, e non domanda a mani pie di porre ad avvizzire ctei fiori ai piedi delle croci. · La tomba è vuota! Il Lazz;:i,ro comunardo risorse, 'balzò fnori' dalla vasta fossa scavata sotto-" il ll1l1rO. dei federati ,, al Père Lachaise e corse per il' mondo con la sùa torcia luminosa ad accendere queHe " vampe ,,, che il g ener ale Gallifet si era vantato cli avere spente " p.er la salute della so– cietà civile ,,: Noi stesRi siam o faville di quelle vampe! Quanto ai fiori ... - oh, ne germinarono da tutte le aiuole della u0scLenza umana, fecondati dal polline immortale, cu,i, certo, il piccolo Thier.s - l'aborto di un accoppìamen,to di nani - allu– deya, allorchè nel suo proclama annunziò al mondo che " il inalseme dell'anarchia era stato soppresso in Francia, per la pace ~ per l'ordine in tutto il mondo moderno ,, !. E· ogni ~nno noi torniamo idealmente. ~l " muro .dei federati ,,, non per :cievocare e ·celebrare la . morte, ma per celebrare ed orientare la vita - la vita dell'Idea - che dall'ecatompe si espresse e dilagò in tutt9 il mondo : verbo fatto carne, misfatto diventato di1,·itto, utopia• sustanziata in forme nuove della' realtà e... fedi degradate in apostasie, e-stilità risoltesi in conversioni, ignavie oscure di masse riscosse e Hluminatè 1 dalla (;\0- ·scienza di classe, lanciate in circolazione nella. · storia del proletariato. · · lVIa quest'anno una· çagione novella - enorme– mente suggestiva come l'i:i,nsiosa ricerca d~ un auspicio, di una orientazione ammonitrice - ci riàdduce alla Comune francese: la settimana di passione della Co1nune russa. _Se fu mai vero il precetto della " storia che si 1:ipete ,, - secòndo cui l'umanità torna periodi– camente, ip. ellittica ascensione, s,empre più in alto a qualche suo ptinto, di partenza, come sovra un meridiano del suo· destino,~ Sj:lmbra che dalle vl.cende della Rivoluzione Russa derivi a quel precetto una suggestiva conferma. Quante e qùali anatogie di eventi - di abbaglianti intuizioni e 'di oscuri errori - e da esse quale prorompere rli associazioni di idee, sulle cui tracce il nostro cuor_e freme di present~menti. del rlomani e il nostro intelletto arriva ad affacciarsi sovra spiragli -ap– pena dischiusi sulla realtà. di domani! Le quali non saranno, for~e, neppure da noi vi:;is_ute, non possedute dal n,ostro desid_erio di annu:ilz~atori e . di preparatori - e ·tuttavia esse s_ono già,. cer– cando cli plasmarsi in forme definite, e .noi ab– biamo la sensazione di vivere fra esse come in mezzo ad una posterHit contemporanea.... . •Il dottore Faust non ebbe,- susurrando. il va• tic.inio della operosa e illuminata spren~tà delle generazioni venture - questa stessa paradossale sensazione di vivere una realtà,· la quale non sa– rebbe o-erminata se nbn• sulle zolle della sua fossa, o . .in. una ventur,a prii:navera? . ' I I \ . I • •·

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