Critica Sociale - anno XXVIII - n.6 - 16-31 marzo 1918

CRITICA SOCIALE t:i3 tava per tare della propria immancabile rovina u'mt catapulta 'ri,voluzi.ona,ria coutro la Germania a pro dell'Intesa. Di ogni avversità le classi o·o~ vernanti non sanno ac.cusare Jealmente se st~se e 'i propri morli-di govérnare ma debbono accu– sare il principio di opposizio~e che le tormenta il socia,lismo ! · ' Non mqnta, .chè questo supererà la sua storia com~ il cr!stianesi~o :vinse la sna sopra le .ca: lunn_1e e. le persecuz10m dell'Impero. Il socialismo r ripetiamolo ancora con le parole di Camillo Pram'.polini - non è scuola di viltà e di tradi– mento. Se i Governi a questo ci ridussero cfi.e la Germania, anzichè saziata, non sembra che ecci– tata nella· s1;1a brama di conquista dal· bottino enorme com]nuto sopra l'inerme Rivoluzione onde ine1:>r!a¼ di. vittoria, sdegnando og-ni equa' com: posrz1011e,st volta a minacciare lo scatenamento titi si cUspu.tavano: rJ_uellofrancamente retrivo che fa. , ceva capo al conte Solaro rlella Margherita quello co– stituzionale al G.overno, i cui capi si chia~avano De Launa.v, Domenico ·Pi11elli, Urbano Rattazzi, il generale V.. E. Da Bormida, ecc., e il. partito mazziniano quasi . ' ignorato, che servi va da capro espiatorio delle male- fatte del Governo. Della rotta di Novara la responsabi– lità allora si diceva che era dei mazziniani, per lo :;tes:;o motivo che ·oggi si dice che la responsaiJilit~t della rott.a cli Caporetto è clei socialisti. Ma La polemica del Gioberti, già iniziata nei capi– toli IX e XX del Rinnovamento, e che doveva, dopo parecchi articoli e lettere sui giornali, concludere con l'Ultima Ueplica ai Municipali, no1i accusava j·I "dis– fattismo,, - diciamo cosi - dei 11a·r·titi est1·eini. Questa è una piacevolezza sfornata di recente clall'on. l{,uffini al Senato, perchè tutto dewe servire all'occasione .... Quella polemica accusava di " disfatti.smo ,, i Ministri del tempo: tutto qiò che era incaricato di rappreseu- tare il pat-riottisnio uffeciale. · Pensate che un teologo, P. Unia, precettore iu cas,t Ror~t e più tardi in ca:;o, del crenerale Da Bormida . o ' sollecitato for:;e dal Pallavicina, inviava al Gioherti, allora a Parigi, pércltè ne traesse materia ai suoi at– tacchi, a rinforzo di q_uelli già pubblicati contro Ù Rat- della pi_ù trem~nda offensiva dal fronte di Occi– dente e dal fronte ài Mezzogiorno, il Socialismo con tutto il SU?, spirito è coi forti., che resistono e combattono, mcuorançlone i gagliardi propositi. Costoro, all'ora che volg!;), non ·sanno dei trattati diplomatici e del loro spirito' seg;reto, nè si bat– tono per, quelli; iu essi lo spirito' di libertà è ve– ramente mondo di qualunque commistione con lo spirito di impero· solo la .difesa della terra natìa parl8'. ~n ess~.l'~n.tico linguaggio, della stirpe, che ha d1ntto d1 vivere come una bella differenzia– zione della natura, necessaria alla grande armoRia del tutto. , .· tazzi. e coritro il Da Bormida, il seguente promemoria in data ~3 gennaio 1852: . ' Intendano i Governi che nulla sarebbe più triste che sfruttare tanta ,virtù per volo·erla ai fini della politica tradizionale; nulla sarebbe ,più crimiuoso che - ove ançora sia possibile con equi e savi ne- goziati non disparmiare l'olocausto .. Il " DllfATIIIMO ,,, UEllA DIUATlA DI NOVARA (Pet l'esumazione d u apolemica diVince.nzo. Gioberti) < 1 J Al uo:;tro amico Gustavo Balsamo Crivelli, letterato ili gnsto sicuro e storico acuto e penetl'ante, è toccata ' una, singolarissima· ventura. Bfoglianclo certi palimsesti snl Risorgimento Italiano nella Biblioteca Vittorio Ema– nuele di Roma, gli venne fatto di trovare, in un fasci– colo di miscel~anea, un'operetta cl.i Vinaenzo Gioberti, di cui gli storici Jamentàvano la soppressione totale di tutti gli esemplari eseguita per comando dell'autore stesso. _Dallo storico auto-da-fè una· copia, ii-liracolosa– i:nente salvata, tornava dopo sessantacinque anni per ·rimetterci nel~'atmosfera ardente delle polemiche che seguìrcmo · in Piemonte dopo .:Yo'va1·a. Singola1;issimo quadro, ché per piL1rispetti forma, come un'm•a jJa1·al– fef,a a que1la cl~~ noi viviamo dopo Capo1·etto ! Ed è strn,no il fattp che tahu10 pretenrla f:eryil'si del~ l'operetta del Gioberti come di nn'm-me contro i socia– listi.' Vero è per .altro che gli imparziali sostenitori di quella tesi sono costretti a tacere persin'o il nome del ritrovato~·e fortuuato ed intelligerltissinio. editol'e e r1eb– bono mostrar di i>gnorare la ricca e gustosa prefazione r che egli apJJose all' Ultùna Replica ai Mun,icipali, nella qual prefazione vi,re 'Toi'ino e il Piemonte i)OJitico - tntto int.~ro - 11i quegli anni fortunoiri, l1ove tre par- ' . (.I) VlNCl-lNZO <l!OU~lt'l'I: f!llima UepUcr, ai Municipali. 111Ìhblic11.t,~ pe1· hL prima •yol~a. oon p1•efazione e (locnmenti inedi.ti ,la 1;11.s/111,,, Ha!sa:m(I Crivelli. - 'l'ol'ino, Fra~elli Booo11, editori, Hll.7. ' BibliotecaGino·Bianco ~ . "1° In una seduta segreta della Camera ilei deputati rlel 1848, seduta alla c1uale il Gioberti invitato non in– tervenne, il Da Bormida, siccome Ministro della Guerra fece un'espo:;izione sullo stato morale dell'esercito eh~ Llis~e buono. Il_ deputato C_o1:nero figlio sorse ad impn– gpare, la relaz1c;me del Mmistro della ,,,.uerra addu– cendo in p~·civa, n_n twapzo fatto in un pubblico 'albergo da parecclu uftie1ah d1 conto, nel c111ale, dopo d.i esser::ii mostrati sfavorevoli all'ordine <li co:;e at,tuale si fini , per bere alla salute di Radetzci (sic) ed alla 1~orte di Ca!·lo Alberto. , Denunziò. questo ~atto al Ministro per– che prendesse quelle m1:;ure che facevanu all'uopo. L'istanza rimase senza effetto. 2° Il Da Bormida, <J.Uando,per le di:;erziolli e tutte le altre cagioni che produ:;sero la nostra scontitta la disciplina n'lilitaire· aveva maggior bi:;ogno di ess'ere ma!1tenuta iu vigore, abolì i Consigli di gnena che solt avrebbero potuto conservarla. (La J10lizia e1·ciine– satta e fii ·1·ettificata clat 1vlaineri e la 1·etti/ica 1·ipo1·– lata in uno scritto cli V. fi:. J)a Bol'1nirla). · 3° Il Oa Bormida, in un tempo in c11i tntti quelli che erano capaci si recavano al campo per venire in aiuto dell?, patria, egli non solo rimase a Torino, ma distoglieva p.ure un tal colonnello del genio dal recarsi al campo, dicendogli. di non -andarsi a far rompere le braccia dai 'l'edeschi, che in due mesi tutto era finito. Ed il Da Bormida era allqra 1 ° ufficiale alla guerra ed il nostro esercito era vincitore a,ll'~clige ,,. Comti se ciò non lJastasse. altri fatti lo stesso U11ia ' , andava razzolando perchè 1~ replica del U-ioberti fo,.:se copiosa e inesorabile. Tl Giol>erti poi aveva in tasca una. let.tera che Domenico Pinelli, Ministro degli Interni. gh in,lil'iz;-.avn, quando egli era plenipotenziario in Fran- ,cia, subito dopo Novara e precisamente il 3 aprile 1849. Anolie l'autografo Lli questa lettera, che si conosceva soltai1to per ,la testin1onianza ,lei Palla\'i(}ino di averla veduta, lettera in cui " \iene proposta e patrocinata l'allean::,a ausr1·iauà come il partito piil utile alla po– litica 11iemontese ,,, fu dal Balsamo CriTelli ritrovata con altre lettere nel ròpioso epistolario pinelliano, che si ripromette cli pubblicare tra breve. In tale lettera si kovano 1L ue:,;te testuali esl'ressioni: "Poicl1è le anni non l'i hanno ;,'riTilo, con,·iene 1·i– volger;-;i alle ast.nzie diplomatiche: 1\ poiclit'- la Francia si mostra tanto fre,ltla per il nostro interesse, nn11 mi ' •

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